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Autore: Nikilu    16/10/2015    1 recensioni
Questa storia porta semplicemente un po' di novità al romanzo che già conosciamo. Le scuole sfidanti che gareggiano per il Torneo Tremaghi portano una ventata di freschezza e novità a Hogwarts. Nuovi personaggi sono inseriti in un contesto a noi tanto familiare e ci saranno cambiamenti, amicizie, amori... ma soprattutto il Torneo Tremaghi.
Genere: Fantasy, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Il lunedì mattina quando Nora scese in Sala Comune per recuperare la borsa che aveva lasciato lì la sera prima, tutti gli studenti di Grifondoro la fissavano ammaliati. Era normale, pensò, dato che adesso era una campionessa Tremaghi, ma allo stesso tempo era irritante. Avrebbe preferito potersi muovere in libertà senza che lo sguardo degli altri la seguisse per tutta la stanza. Si affrettò a riporre il libro di Pozioni nella cartella e uscì dal buco del ritratto velocemente.
Alicia ed Esteban erano già seduti al tavolo dei Grifondoro e consumavano voracemente la loro colazione; quando Nora si sedette di fronte a loro – ancora una volta – gli altri commensali iniziarono a fissarla.
“Non ne posso più” mormorò a bassa voce rivolta ai due amici “Mi fissano tutti”
“E’ normale Nory, sei una campionessa Tremaghi, mica roba da poco” disse Alicia giustificando il comportamento degli altri studenti.
“Sì, questo lo so… ma cavoli, potrebbero almeno controllarsi” e così dicendo indicò col mento Colin Canon che le scattava foto a raffica.
Esteban ed Alicia ridacchiarono e Nora chiese gentilmente al ragazzino di smetterla di scattarle foto. I Grifondoro non erano gli unici a rivolgerle sguardi di ammirazione, anche il resto degli studenti di Hogwarts sembrava totalmente affascinato dalla sua figura. Alcuni ragazzini del primo anno di Corvonero le avevano addirittura chiesto l’autografo.
Tutto sommato però, anche Jeremy Smith e Cedric Diggory stavano avendo la loro dose di celebrità: li aveva incrociati a chiacchierare amabilmente in un corridoio del terzo piano e in men che non si dica erano stati attaccati da un gruppo di ragazze con gli ormoni in subbuglio. L’unico a cui non rivolgevano le incessanti occhiate di venerazione era Harry. Mentre facevano colazione, ad esempio, era seduto da solo con Hermione e le panche attorno a loro sembrava proprio che fossero state lasciate vuote di proposito.
“’Giorno” biascicò George assonnato e si lasciò cadere sulla panca accanto a Nora; Fred fece un cenno con la mano e si sedette accanto ad Esteban.
“Avete una faccia…” commentò Alicia scrutando i gemelli “Avete dormito?”
“Mmmh… poco” disse Fred sbadigliando.
“E come mai?” si interessò Esteban.
“Affari” disse George.
“Affari? NO, George dimmi di NO!” esclamò Nora con gli occhi spalancati.
George scoppiò a ridere per la reazione della ragazza spagnola ma non disse nulla.
“Cosa sai che noi non sappiamo?” domandò incuriosita Ali.
“Che questi due, insieme a Lee Jordan, stanno organizzando qualcosa per il Torneo Tremaghi” sbottò la bionda.
“Qualcosa del tipo?” chiese Esteban.
“Scommesse. Non è vero??” domandò poi, innervosita, ai due gemelli.
Fred rimase interdetto, poi guardò in maniera penetrante il fratello e disse “Gliel’hai detto!!”
“No, ti giuro Fred che l’ha capito da sola” si giustificò subito George “Vero Nora? Diglielo!”
“E’ vero” confessò la ragazza ispanica “L’ho scoperto ieri sera… e non sono d’accordo! Vi rendete conto che farete fare scommesse su di me?”
“Grande! Come funziona?” esclamò Esteban che subito dopo si beccò un calcio sotto al tavolo.
“Ahi!”
“Este non puoi scommettere su Nora!” lo rimproverò Alicia.
“Ehi, ci sono quattro campioni… chi dice che scommetterò su di lei?”
“E’ sbagliato IN OGNI CASO” specificò Nora “Vi proibisco di farlo!”
Fred, George ed Estaban scoppiarono a ridere e iniziarono a prenderla in giro.
“Scherzate, scherzate… poi se muoio voglio vedere se avrete ancora voglia di scommettere”
La frase di Nora lasciò tutti a bocca aperta: che diavolo le era saltato in mente di dire?
“Nessuno morirà” ribadì George, fermo. “Non mi piacciono queste battute”
“Scusate…” mormorò la ragazza “è che tutta questa storia mi manda in pappa il cervello. Parliamo d’altro?”
 
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Erano passate solo due ore dall’inizio delle lezioni ed Esteban era già stufo; smaniava con fogli di carta per fare aereoplanini e farli volare per tutta la scuola.
“Ti dai una regolata?” gli disse Alicia mentre raggiungevano l’aula di Pozioni.
“Rilassati Ali” fu la risposta pacata del ragazzo.
“A Piton non piaceranno questi cosi” s’intromise Nora buttando uno sguardo sui piccoli veicoli di carta che giravano per lo stretto corridoio.
“E va bene” sbuffò Esteban e li fece evanescere.
Quando entrarono nell’aula del professor Piton, trovarono posto vicino ad alcuni alunni di Whitehorse, tra cui Logan. Esteban e Nora gli fecero un cenno di saluto e Jeremy Smith guardò l’amico con fare interrogativo.
“Sono di Gibralfaro, li ho conosciuti l’altra sera” spiegò Logan a bassa voce.
“Ah, adesso sei amico del campione di Gibralfaro e della sua combriccola?” lo stuzzicò Selina, acidamente.
“Amico? Guarda che li ho conosciuti per caso… e per colpa tua se vogliamo dirla tutta” rispose lui sussurrando.
“Colpa mia?!” sbottò lei un po’ a più alta voce.
“Sì, quando ti ho inseguito in Sala Grande” spiegò Logan ma poi lasciò subito perdere perché Selina gli aveva girato la faccia.
“Sentite” mormorò innervosito Jeremy strattonando i due amici che erano seduti ai suoi lati “dovete darci un taglio. Mi avete rotto con questa storia. Intesi?”
Gli altri due scrutarono il campione di Whitehorse, poi si lanciarono uno sguardo indecifrabile ed infine annuirono.
“Silenzio” esclamò Piton con tono mellifluo. “Voglio sperare che siate capaci di produrre un convincente Distillato della Morte Vivente. Non ci metterei la mano sul fuoco per gli studenti di Hogwarts… ma confido che voialtri siate più bravi”. Così dicendo, il professore diede ai ragazzi il compito di produrre un efficace Distillato nelle due ore di lezione che avevano a disposizione.
Esteban, Alicia e Nora si riunirono al tavolo con Logan, Jeremy e Selina di Whitehorse e cominciarono a lavorare silenziosamente.
“Non ho bisogno di questa pozione per dormire…” commentò Nora sbadigliando, scatenando un risolino in Esteban.
“Sei una campionessa del Tremaghi potresti anche inventare una scusa per andare via” rispose Selina con un ghigno.
“Chi diavolo ha chiesto la tua opinione, eh?” rispose Nora per le rime.
Selina la guardò quasi oltraggiata, evidentemente non era abituata a certe risposte. Jeremy diede una gomitata all’amica e Nora gli lesse sulle labbra un Contieniti.
Era passata quasi un’ora dall’inizio della lezione ed Esteban aveva trascorso quasi tutto il tempo a parlottare con Logan; i capelli di Alicia si erano gonfiati vertiginosamente, tant’è che Nora la prendeva in giro; più volte Piton si era fermato al loro tavolo per dare un’occhiata ma il suo sguardo da sfinge non faceva trapelare minimamente ciò che stava pensando.
“Attento!” trillò Alicia rivolta a Jeremy che acchiappò al volo il fagiolo soporoso che la ragazza aveva fatto volare.
“Eccolo qua” disse lui gentilmente porgendoglielo “Perché non provi a schiacciarlo?” le consigliò subito dopo.
“Le istruzioni dicono che deve essere tagliato” rispose ferma Alicia.
“Sì, ma così lo farai volare di nuovo. Cerca sempre un’alternativa” le sorrise lui. Alicia avvampò e per qualche secondo ci fu un silenzio imbarazzato al tavolo. La ragazza ispanica seguì il consiglio dell’australiano e si rese conto che aveva ragione.
“Esce anche più succo” mormorò lei a disagio.
“Ancora meglio” rispose lui sempre sorridente, eseguendo lo stesso passaggio.
 
Piton annunciò che mancava ancora mezz’ora prima della consegna, quando si sentì un leggero Toc, toc alla porta. Il direttore della casa Serpeverde invitò l’ospite ad entrare e sull’uscio si palesò un titubante Colin Canon che avanzò lentamente nell’aula.
“Sì?” disse Piton asciutto.
“Mi scusi, signore, devo accompagnare di sopra Nora Flores e Jeremy Smith”.
L’uomo guardò il piccolo Colin con un’alzata di sopracciglio, poi fece cenno ai due ragazzi di seguirlo premunendosi di comunicare loro che, una volta terminato ciò che dovevano fare, avrebbero dovuto completare la loro pozione.
Quando i tre studenti raggiunsero la Sala d’Ingresso, trovarono Harry ad attenderli.
“Ciao Harry!” esclamò Nora gioviale.
“Ciao” rispose lui in tono cupo.
“Lui è Jeremy Smith” fece le presentazioni la ragazza; i due si strinsero la mano e subito dopo Colin li condusse al primo piano.
“Cosa dobbiamo fare?” chiese Nora incuriosita.
“Credo delle foto per La Gazzetta del Profeta” rispose Colin eccitato.
“Fantastico…” mormorò Harry ancora più sottotono.
“Cos’è La Gazzetta del Profeta?” chiese lecito Smith.
“La più famosa testata giornalistica magica della Gran Bretagna” lo informò Harry.
Giunti di fronte alla stanza giusta, Colin augurò loro buona fortuna è sparì oltre le scale. Nora bussò decisa e i tre entrarono subito dopo. La classe in cui si trovavano era molto piccola e sicuramente in disuso da vari anni; i banchi erano stati spinti contro le pareti e solo tre erano disposti al centro dell’aula, uno accanto all’altro, ricoperti da un lungo drappeggio di velluto blu.
Dietro ai tre tavoli vi erano cinque sedie, su una delle quali era seduto Ludo Bagman che parlava con una donna bionda che nessuno dei tre conosceva. Sulla destra, un uomo con grossi baffi neri e un cappello a punta stava maneggiando una macchina fotografica, mentre Cedric Diggory era in piedi in un angolo e quando vide gli altri tre campioni li raggiunse con un sorriso.
“Oh, bene, vedo che ci siete tutti!” esclamò Bagman non appena vide il gruppetto riunito. “Vi starete chiedendo perché siete qui!” continuò di buon umore “Tranquilli, è solo la cerimonia della Pese delle Bacchette!”
“La Pesa delle Bacchette?” chiese Nora confusa.
“Dobbiamo controllare che le vostre bacchette siano perfettamente funzionanti e che non corriate pericoli durante le prove, dato che sono lo strumento più importante che avrete a disposizione”.
I ragazzi annuirono e subito dopo Bagman presentò loro la donna bionda con cui stava chiacchierando un attimo prima “Lei è Rita Skeeter, lavora per La Gazzetta del Profeta e scriverà un articolo sul Torneo Tremaghi”.
Gli occhi della strega erano assetati di notizie, i riccioli che le cadevano sul viso sembravano finti e non smetteva di guardare fisso Harry. Stringeva forte una borsetta verde acido e si sistemava gli occhiali sul naso ogni cinque secondi. Nora si impressionò un po’, assomigliava a una di quelle tizie da film thriller, quelle che all’inizio sembrano le vittime e invece poi si scopre che sono i carnefici.
“Ludo, posso cominciare con qualche domandina a…” creò della suspence ma i ragazzi avevano già capito con chi voleva colloquiare “Harry! Sai, è il più giovane… è una cosa nuova…”
“Ma certo!” esclamò Bagman e Rita Skeeter, senza farselo ripetere due volte, trascinò via Harry portandolo in una stanzetta sul retro.
“Siamo sicuri che non lo torturerà?” chiese preoccupata Nora, rivolgendo lo sguardo alla porticina che aveva attraversato Harry un istante prima.
Jeremy ridacchiò e disse “Ti fa paura quella?”
“No… mi mette solo i brividi” rise lei seguita a ruota dai due ragazzi.
Passarono una decina di minuti durante i quali Bagman si avventurò a parlare di Quidditch con i tre campioni.
“Insomma, potremmo mettere su una squadretta” ridacchiò Bagman “Abbiamo il Cercatore” e guardò Diggory “un altro Battitore, oltre me” e guardò Nora “e un Cacciatore” e guardò infine Smith. I tre studenti ridacchiarono e convennero che sì, forse in futuro, sarebbe stato carino organizzare qualcosa tutti insieme.
Silente fece il suo ingresso nell’aula seguito dai presidi di Gibralfaro e Whitehorse e da un altro uomo che Nora non conosceva. Finalmente Rita Skeeter ed Harry erano usciti dallo sgabuzzino e il ragazzo sembrava a dir poco infastidito.
“Che ti ha fatto?” domandò Nora al giovane Grifondoro scrutandolo.
“Domande… ma la sua stupida penna scriveva bagianate” sbuffò Harry che non pensava già al momento in cui l’articolo fosse stato pubblicato sul quotidiano e quanto avrebbe dato fastidio a Ron.
“Come va con Ron?” chiese Nora, come se gli avesse letto nel pensiero.
“Male… non mi parla. È un idiota” concluse adirato.
“Puoi giurarci. Gliel’ho detto che è un cretino, ma sai, tutti quei fratelli con cui competere… e poi tu, il suo migliore amico, che sei più famoso del Torneo Tremaghi stesso. So che non è di certo colpa tua” asserì notando lo sguardo di Harry “ma lui non riesce ancora a capirlo. Dagli tempo, gli passerà” così dicendo Nora gli sorrise e gli posò la mano sulla spalla a mo di conforto.
La conversazione tra Harry e Nora s’interruppe giacché Silente aveva preso parola “Bene, bene! Avvicinatevi prego!” i quattro campioni eseguirono l’ordine e si disposero dinnanzi ai tre tavoli.
“Vi presento il signor Olivander” disse Silente accomodandosi su una delle sedie; gli altri due presidi e Ludo Bagman lo imitarono. “Sarà lui a controllare le vostre bacchette prima dell’inizio del Torneo” asserì il preside di Hogwarts. Solo Harry e Cedric conoscevano il fabbricante di bacchette dato che avevano acquistato le loro nel suo negozio a Diagon Alley.
“Signorina Flores, lei per prima, prego” disse Olivander con un cenno della mano. Nora raggiunse il mago e gli porse la sua bacchetta, lui la prese e cominciò ad ispezionarla; la rigirò tra le dita, la agitò un paio di volte.
“Legno di noce” mormorò “nove pollici e tre quarti… sufficientemente elastica. Il nucleo, invece, è crine di unicorno… vero?” chiese conferma il fabbrica bacchette. Nora annuì e il signor Olivander fece scorrere le dita lungo la bacchetta, in cerca di tagli o graffi; poi borbottò “Avis” e un piccolo stormo di uccelli decollò dalla punta e uscì subito dopo dalla finestra aperta. “Molto bene, è in buone condizioni” porse la bacchetta a Nora e la congedò.
La Pesa delle Bacchette finì dopo poco, venne scattata qualche foto ai ragazzi – sia in gruppo che da soli - e poi Silente invitò i quattro campioni a prepararsi per la cena dato che le lezioni stavano quasi volgendo al termine. Mentre Nora usciva dall’aula e si dirigeva verso le scale, venne fermata dalla preside Garcìa e da Silente.
“Signorina Flores” iniziò Silente “allora, come ti senti per il Torneo?”
“Preoccupata… ma decisa” rispose Nora scrutando i due presidi “Volevate dirmi qualcosa?”
“Beh, sì in effetti sì” disse la professoressa “Abbiamo pensato che forse sarebbe meglio se cambiassi i tuoi alloggi”
“I miei alloggi?” Nora faceva fatica a capire.
“Il dormitorio. Sai, dato che nella torre di Grifondoro c’è un campione che appartiene a quella casa, forse per una sorta di conflitto di interessi, sarebbe meglio spostarti” spiegò Silente.
“Ma Alicia ed Esteban potranno venire con me?” fu la prima preoccupazione della ragazza.
“Ma certo!” esclamò Silente sorridente “Ho anche pensato dove collocarvi”
“Ah sì? E dove?”
“Nel dormitorio dei Serpeverde” comunicò il preside.
Nora inarcò il sopracciglio e la preside Garcìa rispose alla sua domanda inespressa “Diggory è di Tassorosso e Smith alloggia con i Corvonero… se dobbiamo seguire la politica del conflitto di interessi, resta Serpeverde…”
“Sì, certo, per me non è un problema” disse serena Nora “sto solo pensando a come la prenderà Alicia”.
  
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