AMORE
CHE VIENI, AMORE
CHE VAI
Autore: killer_joe
Fandom: One Piece!
Genere:
Romantico, Malinconico, Introspettivo
Personaggi: Nami,
Zoro, Rufy, Sanji
Tipo di coppia: Het
Pairing: NamixZoro, NamixRufy, NamixSanji
Note: song-fic -‘Amore che vieni, amore che
vai’ di Fabrizio De Andrè.
Lo
schiacciò contro il muro del palazzo con
prepotenza, chiudendogli il passaggio con il suo stesso corpo che,
esile
com’era rispetto al suo, non avrebbe opposto alcuna
resistenza se avesse voluto
spostarla. Lui, invece, la strinse ancora più forte contro
il suo petto, unendo
le loro labbra in un gioco delicato e appassionato al tempo stesso che
la
faceva sempre impazzire. Zoro era vorace, passionale e coinvolgente. I
suoi
occhi scuri erano magnetici, riuscivano ad inchiodarla, piena di
meraviglia, e
a portarla in un vortice di emozioni mai provate, sempre nuove e
prorompenti. Mai
tanto amore, mai tanto desiderio in un unico sguardo. Furba, Nami gli
sfuggì
all’ultimo istante scappando verso il fiume, le ciocche
arancio scompigliate
dalla brezza leggera di prima primavera. Zoro non perse tempo e le
corse
dietro, rincorrendola. Giocarono ad acchiapparella, ridendo e
divertendosi come
due bimbi innocenti, e quando la raggiunse la placcò,
facendola scivolare
nell’erba verde e accompagnandola lentamente fino ad
adagiarla sul prato. Si
stese accanto a lei, prendendo fiato e godendosi il momento di pace,
circondandole la vita con un braccio. Lei si strinse a lui, chiedendo
un altro
bacio che non tardò ad arrivare. Lei domandò un
bacio ma ne avrebbe voluti
cento, mille, diecimila. Non si sarebbe mai stancata di lui, mai. Zoro
la baciò
ancora e ancora, finché lei ne aveva voglia e desiderio,
sfiorandole intanto i
ciuffi ribelli che le cadevano sulla fronte. Lei si allungò
sopra di lui,
affondando la mano nelle sue ciocche verdi e incollando nuovamente le
loro
labbra.
Lui
gliel’aveva detto, ma
senza rancore. Le aveva detto che forse quei giorni, che ormai
sembravano così
lontani, li avrebbe ricordati. Con gioia, magari, o con un
po’ di nostalgia.
Anche con malinconia. Lei invece era stata crudele, aveva riso
dicendogli che
lei di sicuro avrebbe ricordato, sì, ma con rabbia, altro
che felicità.
Non pensava che, richiamandoli alla memoria, sarebbe finita col
piangere
disperata.
Quei
giorni perduti a rincorrere il vento
a
chiederci un bacio e volerne altri cento
un
giorno qualunque li ricorderai
amore
che fuggi da me tornerai
un
giorno qualunque li ricorderai
amore
che fuggi da me tornerai
Sorrise,
un po’ divertita
e un po’ preoccupata, al ragazzo che le stava di fronte. Si
stava ingozzando
come fosse la sua ultima cena ma, in compenso, esprimeva una tenerezza
senza
pari, con le guance gonfie di cibo e comunque il sorriso, immancabile
sulle sue
labbra. Rufy era la quintessenza dell’allegria, pura e
semplice, ed era
innocente e candido come una colomba. Rufy non mentiva, diceva sempre
quello
che pensava e non aveva mai nulla da nascondere. Aveva un forte senso
dell’amicizia e dell’amore e odiava vedere gli
altri soffrire. Odiava
vederla
soffrire. Era chiaro, Rufy, sempre comprensibile nonostante fosse
tutt’altro
che semplice. Alla prima impressione poteva sembrare uno sciocco, ma
era
tutt’altro che idiota: era coraggioso, forte, determinato e,
nonostante tutto,
sempre gioioso e giocoso. Impetuoso, come un vento caldo che ti
trascina via
per portarti in un posto migliore. Ecco, l’aveva scoperto:
Rufy era felice di
vivere. Proprio per questo lei sapeva che tra loro non sarebbe durata.
“Nami, va tutto bene?”
La ragazza sollevò lo sguardo, per incontrare gli occhi
dall’altra parte del
tavolo. Occhi cioccolato, un colore diverso da quello a cui era
abituata in
passato. Occhi dolci, capaci di scioglierti e di farti sentire un
improvvisa
sensazione di calore e piacere. Capaci di tranquillizzarti e di farti
sentire al
sicuro. Bella emozione.
“Sì, stavo solo pensando…”
“Nami, tu pensi sempre!” esclamò lui,
scoppiando in una contagiosa risata che
coinvolse anche lei. Sì, amava Rufy. In un modo diverso,
decisamente… ma era
amore.
“Ti amo Rufy”
“Anch’io ti amo, Nami”.
Chiaro e deciso. Verità, lui non sa mentire. Glielo dicevano
quegli occhi
cioccolato.
Lui era troppo onesto per lei, non lo meritava.
Sperava
solo di non soffrire
terribilmente un’altra volta.
e
tu che con gli occhi di un altro colore
mi
dici le stesse parole d'amore
fra
un mese fra un anno scordate le avrai
amore
che vieni da me fuggirai
fra
un mese fra un anno scordate le avrai
amore
che vieni da me fuggirai
………………………………………………………………………………………………………………….
Era
arrivato con il primo
sole estivo, di quelli caldi che cuociono la pelle e ti lasciano
boccheggiante. La
prima volta che
l’aveva visto stava passeggiando sulla spiaggia, a braccetto
con Rufy.
Gliel’avessero predetto, avrebbe riso. Si era presentato
galantemente, lui e
Rufy si conoscevano da tempo. Poi l’aveva rivisto, su quella
stessa spiaggia,
in novembre. Lei era sola, lui pure.
Lo guardò sorridendo, fissando i suoi occhi blu intenso.
Erano belli e ridenti,
quegli occhi, vivaci e sfuggenti. Due pozze d’acqua su cui
rispecchiarsi ma che
non ti rimandavano nulla se non la tua immagine riflessa. Un
po’ come Sanji, i
suoi occhi lo descrivevano alla perfezione.
Amante impeccabile, gentiluomo ineccepibile, elegante e sempre
dolcissimo. Devoto
alla sua donna, la quale era la più invidiata tra le tante.
Era lei la sua
donna, e si sentiva importante quando, assieme a lui, varcava le soglie
di
ristoranti di lusso o deliziose caffetterie, gli occhi di tutti fissi
su di
loro. I suoi capelli sembravano d’oro da tanto luccicavano
sotto le luci artificiali,
e le sue movenze erano quelle dei più capaci ballerini. La
portava a danzare,
sempre al centro della pista, e a passeggiare tra i parchi della
città. L’aveva
portata in crociera, una volta, e aveva anche noleggiato il palco di un
teatro.
Era fortunata e lo sapeva. Loro erano uguali.
Forse non sapeva, Sanji, che lei si era accorta di come quegli occhi
azzurri,
sempre guizzanti, si posassero anche sulle altre donne. Di come
flirtassero,
sempre e comunque, con amiche e sconosciute. Di come ammiccassero,
languidi,
con lei come con mille altre.
Innamorato dell’amore, o dell’idea
dell’amore. Ma non le importava più di
tanto.
Le andava bene comunque, l’aveva sempre saputo che anche lei,
in fondo in
fondo, era fatta così. Si accontentavano delle apparenze.
L’amore
viene e poi se ne
va. Non lasciandoci nulla.
venuto
dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io
t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai.
Note d'autore
Eccoci qui con il secondo capitolo di questa raccolta! Il pairing varia un po'... chiedo venia alle appassionate di Rufy/Nami e Sanji/Nami, è la prima volta che tratto queste coppie (io, se non ci sta il Marimo di mezzo...).Ringrazio tantissimo i love ace 30 e Mariaace, che hanno recensito lo scorso capitolo (e anche lasciato anche una canzone ;)), e chi ha messo la raccolta tra le seguite!
La canzone di questo capitolo è "Amore che vieni, amore che vai" di Fabrizio De Andrè, il mito tra i cantautori italiani.
Aspetto con piacere i vostri commenti sulla storia e, soprattutto, i vostri suggerimenti per nuove canzoni!
Alla prossima
killer_joe