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Autore: killer_joe    17/10/2015    2 recensioni
Raccolta di song-fic a pairing vario, canzoni varie, tematiche e sentimenti vari.
Per chiunque lo desiderasse, potete "lasciarmi una canzone" e io cercherò di "restituirvi un'emozione".
*1. Say Say Say (Sanji/Zoro)*
*2. Amore che vieni, amore che vai (Nami/Zoro, Nami/Rufy, Nami/Sanji)*
*3. Lontano dagli occhi (Sanji/Bibi)*
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami, Sanji/Nami, Sanji/Zoro
Note: AU, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI

Autore: killer_joe
Fandom: One Piece!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo
Personaggi:  Nami, Zoro, Rufy, Sanji
Tipo di coppia: Het
Pairing: NamixZoro, NamixRufy, NamixSanji
Note:  song-fic -‘Amore che vieni, amore che vai’ di Fabrizio De Andrè.


 

Lo schiacciò contro il muro del palazzo con prepotenza, chiudendogli il passaggio con il suo stesso corpo che, esile com’era rispetto al suo, non avrebbe opposto alcuna resistenza se avesse voluto spostarla. Lui, invece, la strinse ancora più forte contro il suo petto, unendo le loro labbra in un gioco delicato e appassionato al tempo stesso che la faceva sempre impazzire. Zoro era vorace, passionale e coinvolgente. I suoi occhi scuri erano magnetici, riuscivano ad inchiodarla, piena di meraviglia, e a portarla in un vortice di emozioni mai provate, sempre nuove e prorompenti. Mai tanto amore, mai tanto desiderio in un unico sguardo. Furba, Nami gli sfuggì all’ultimo istante scappando verso il fiume, le ciocche arancio scompigliate dalla brezza leggera di prima primavera. Zoro non perse tempo e le corse dietro, rincorrendola. Giocarono ad acchiapparella, ridendo e divertendosi come due bimbi innocenti, e quando la raggiunse la placcò, facendola scivolare nell’erba verde e accompagnandola lentamente fino ad adagiarla sul prato. Si stese accanto a lei, prendendo fiato e godendosi il momento di pace, circondandole la vita con un braccio. Lei si strinse a lui, chiedendo un altro bacio che non tardò ad arrivare. Lei domandò un bacio ma ne avrebbe voluti cento, mille, diecimila. Non si sarebbe mai stancata di lui, mai. Zoro la baciò ancora e ancora, finché lei ne aveva voglia e desiderio, sfiorandole intanto i ciuffi ribelli che le cadevano sulla fronte. Lei si allungò sopra di lui, affondando la mano nelle sue ciocche verdi e incollando nuovamente le loro labbra.

Lui gliel’aveva detto, ma senza rancore. Le aveva detto che forse quei giorni, che ormai sembravano così lontani, li avrebbe ricordati. Con gioia, magari, o con un po’ di nostalgia. Anche con malinconia. Lei invece era stata crudele, aveva riso dicendogli che lei di sicuro avrebbe ricordato, sì, ma con rabbia, altro che felicità.
Non pensava che, richiamandoli alla memoria, sarebbe finita col piangere disperata.

 

Quei giorni perduti a rincorrere il vento    
a chiederci un bacio e volerne altri cento 
un giorno qualunque li ricorderai 
amore che fuggi da me tornerai 

un giorno qualunque li ricorderai 
amore che fuggi da me tornerai 

 ………………………………………………………………………………………………....

Sorrise, un po’ divertita e un po’ preoccupata, al ragazzo che le stava di fronte. Si stava ingozzando come fosse la sua ultima cena ma, in compenso, esprimeva una tenerezza senza pari, con le guance gonfie di cibo e comunque il sorriso, immancabile sulle sue labbra. Rufy era la quintessenza dell’allegria, pura e semplice, ed era innocente e candido come una colomba. Rufy non mentiva, diceva sempre quello che pensava e non aveva mai nulla da nascondere. Aveva un forte senso dell’amicizia e dell’amore e odiava vedere gli altri soffrire.  Odiava vederla soffrire. Era chiaro, Rufy, sempre comprensibile nonostante fosse tutt’altro che semplice. Alla prima impressione poteva sembrare uno sciocco, ma era tutt’altro che idiota: era coraggioso, forte, determinato e, nonostante tutto, sempre gioioso e giocoso. Impetuoso, come un vento caldo che ti trascina via per portarti in un posto migliore. Ecco, l’aveva scoperto: Rufy era felice di vivere. Proprio per questo lei sapeva che tra loro non sarebbe durata.
“Nami, va tutto bene?”
La ragazza sollevò lo sguardo, per incontrare gli occhi dall’altra parte del tavolo. Occhi cioccolato, un colore diverso da quello a cui era abituata in passato. Occhi dolci, capaci di scioglierti e di farti sentire un improvvisa sensazione di calore e piacere. Capaci di tranquillizzarti e di farti sentire al sicuro. Bella emozione.
“Sì, stavo solo pensando…”
“Nami, tu pensi sempre!” esclamò lui, scoppiando in una contagiosa risata che coinvolse anche lei. Sì, amava Rufy. In un modo diverso, decisamente… ma era amore.
“Ti amo Rufy”
“Anch’io ti amo, Nami”.
Chiaro e deciso. Verità, lui non sa mentire. Glielo dicevano quegli occhi cioccolato.
Lui era troppo onesto per lei, non lo meritava.

Sperava solo di non soffrire terribilmente un’altra volta.

 

e tu che con gli occhi di un altro colore  
mi dici le stesse parole d'amore 
fra un mese fra un anno scordate le avrai 
amore che vieni da me fuggirai 

fra un mese fra un anno scordate le avrai 
amore che vieni da me fuggirai 

………………………………………………………………………………………………………………….

Era arrivato con il primo sole estivo, di quelli caldi che cuociono la pelle e ti lasciano boccheggiante.  La prima volta che l’aveva visto stava passeggiando sulla spiaggia, a braccetto con Rufy. Gliel’avessero predetto, avrebbe riso. Si era presentato galantemente, lui e Rufy si conoscevano da tempo. Poi l’aveva rivisto, su quella stessa spiaggia, in novembre. Lei era sola, lui pure.
Lo guardò sorridendo, fissando i suoi occhi blu intenso. Erano belli e ridenti, quegli occhi, vivaci e sfuggenti. Due pozze d’acqua su cui rispecchiarsi ma che non ti rimandavano nulla se non la tua immagine riflessa. Un po’ come Sanji, i suoi occhi lo descrivevano alla perfezione.
Amante impeccabile, gentiluomo ineccepibile, elegante e sempre dolcissimo. Devoto alla sua donna, la quale era la più invidiata tra le tante. Era lei la sua donna, e si sentiva importante quando, assieme a lui, varcava le soglie di ristoranti di lusso o deliziose caffetterie, gli occhi di tutti fissi su di loro. I suoi capelli sembravano d’oro da tanto luccicavano sotto le luci artificiali, e le sue movenze erano quelle dei più capaci ballerini. La portava a danzare, sempre al centro della pista, e a passeggiare tra i parchi della città. L’aveva portata in crociera, una volta, e aveva anche noleggiato il palco di un teatro.
Era fortunata e lo sapeva. Loro erano uguali.
Forse non sapeva, Sanji, che lei si era accorta di come quegli occhi azzurri, sempre guizzanti, si posassero anche sulle altre donne. Di come flirtassero, sempre e comunque, con amiche e sconosciute. Di come ammiccassero, languidi, con lei come con mille altre.
Innamorato dell’amore, o dell’idea dell’amore. Ma non le importava più di tanto.
Le andava bene comunque, l’aveva sempre saputo che anche lei, in fondo in fondo, era fatta così. Si accontentavano delle apparenze.

L’amore viene e poi se ne va. Non lasciandoci nulla.

venuto dal sole o da spiagge gelate                                
perduto in novembre o col vento d'estate 
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai 

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai 
amore che vieni, amore che vai.

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Note d'autore

Eccoci qui con il secondo capitolo di questa raccolta! Il pairing varia un po'... chiedo venia alle appassionate di Rufy/Nami e Sanji/Nami, è la prima volta che tratto queste coppie (io, se non ci sta il Marimo di mezzo...).
Ringrazio tantissimo i love ace 30 e Mariaace, che hanno recensito lo scorso capitolo (e anche lasciato anche una canzone ;)), e chi ha messo la raccolta tra le seguite!
La canzone di questo capitolo è "Amore che vieni, amore che vai" di Fabrizio De Andrè, il mito tra i cantautori italiani.

Aspetto con piacere i vostri commenti sulla storia e, soprattutto, i vostri suggerimenti per nuove canzoni!

Alla prossima

killer_joe
   
 
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