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Autore: hexleviosa    17/10/2015    2 recensioni
Cosa accadrebbe se durante "Harry Potter e il principe Mezzosangue" Draco e Hermione si fossero segretamente fidanzati e ora fosse giunto il momento di separarsi per la ricerca degli horcrux?
Dal capitolo 16:
“Grifondoro, culla di coraggiosi e nobili di cuore”? Pf, avrebbero fatto meglio chiamarla “Grifondoro, culla di masochisti e pazzi suicida”!
RIELABORAZIONE IN CORSO! RIELABORATO CAPITOLO 1!
Genere: Fluff, Guerra, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Per la Vita che Verrà'
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PER LA VITA CHE VERRÀ

23. Che la guerra abbia inizio


 

Lucius Malfoy stava sorseggiando un calice di ottimo vino elfico, seduto comodamente sul divano difronte al camino. Improvvisamente il suo marchio nero bruciò, facendolo gemere di dolore. Il Signore Oscuro si smaterializzò nella sala in un attimo.

-Mio Signore – si inchinò al suo cospetto.

Egli non vi badò e iniziò a spostarsi nella stanza con un movimento serpentino, come se non vi fosse nessun altro oltre a lui.

-Si avvicina- mormorò assorto nei suoi pensieri. Poi si voltò di scatto verso il seguace, come ricordandosi improvvisamente di lui -Lucius, raduna gli altri Mangiamorte. Li voglio tutti, tutti hai capito? E poi venite ad Hogwarts, circondatela. Che non abbiano vie di fuga. Attaccheremo sta notte. Li voglio morti. Tutti e quattro. Se vuoi ti lascio il piacere di far fuori la Sangue Sporco e quel traditore di tuo figlio. L'importante è che lasciate Potter a me. A me. Lui è mio!-


 

-Merlino, non avrei dovuto farlo andare da solo...- sospirò angosciata.

-Ma non è solo, c'è la Lovegood con lui.-

L'occhiataccia che la riccia gli rivolse bastò a Draco per comprendere cosa in realtà ne pensasse di Luna. Non aveva niente contro di lei. Si poteva dire che erano amiche, ne avevano passate tante insieme, ma sicuramente il fatto che fosse l'unica persona con Harry in un castello brulicante di Mangiamorte e seguaci di Voldemort non la faceva stare tranquilla. Avrebbe dovuto andare con loro! Odiava stare seduta ad aspettare un segno. Intento il tempo passava, scorreva veloce e inarrestabile come un fiume. Sedette in un angolino per terra con braccia e gambe incrociate, Draco si mise alla sua destra senza dire niente, sapeva che quando era così nervosa e agitata era meglio lasciarla in pace. Ron invece si sbracciava per salutare quello e quell'altro.

Quando, dopo un tempo che alla riccia parve infinito, sentirono lo scalpitio di passi appena fuori la porta tutti si bloccarono con lo sguardo rivolto verso i nuovi arrivati. Harry e Luna trovarono la Stanza delle Necessità molto più piena di quanto non lo fosse prima. Dal passaggio segreto erano infatti giunti i membri dell'Ordine pronti a dare una mano. I signori Weasley, Fred e George, Ginny, Bill, Fleur, Percy, Tonks, Lupin, Kingsley, Oliver Baston, Angelina Jonson, Katie Bell e Alicia Spinnet. Prima che il ragazzo-che-è-sopravvissuto potesse formulare una qualsiasi domanda, Hermione scattò in piedi e gli si piazzò davanti.

-Abbiamo mandato il messaggio all'E.S. tramite le monete, quelle che usavamo per le riunioni, ti ricordi? È stata un'idea di Neville. E poi loro hanno informato l'Ordine. Dicono di aver contattato anche alcuni Auror, ma non credo siano molti, s' insomma, quelli che sono contro Voldemort se ne sono andati da un pezzo e non è affatto facile rintracciarli, ma alcuni erano rimasti solo per cercare di limitare i danni e di passare informazioni segrete all'Ordine, quindi arriveranno anche loro a breve. Ce la possiamo fare, Harry! So che non saremmo tanti quanto i Mangiamorte ma possiamo vincere lo stesso! -

Durante il suo monologo Hermione non aveva quasi preso fiato e le parole erano state pronunciate così attaccate da formare un incomprensibile scioglilingua. Ma Harry era grato all'amica per le parole di incoraggiamento che gli avevano iniettato una nuova scossa di adrenalina nelle vene e non si sentì di rivelarle che in realtà era rimasto fermo alla parte delle monete dell'E.S. e, a dirla tutta, non aveva compreso come avesse fatto Hermione a contattare così tante persone che erano ben lontane da Hogwarts. Quando comunicavano con quelli aggeggi al quinto anno, finiva sempre che qualcuno si bruciava o non capiva il messaggio o non lo riceveva proprio perchè nel frattempo aveva perso la moneta. Perso nei suoi profondi momenti di riflessione Harry quasi non sentì lo scambio di battute tra i gemelli.

-C'è stato un effetto valanga, diciamo.- intervenne Fred.

-Già, amico. Non volevi mica tenerti il divertimento tutto per te?!- continuò George.

Il moro fece un sorriso, non avendo la forza di ribattere. Poi, prima che ad Hermione potesse venire un esaurimento isterico, fece un rapido resoconto di quanto era accaduto da quando era uscito.

-Voldemort sta arrivando, Piton è fuggito, i Carrow dovrebbero essere fuori gioco... be' almeno per un po'. Ora stanno evacuando i più piccoli, dobbiamo trovarci in Sala Grande per organizzarci. Abbiamo dalla nostra i professori. La McGranitt, Vitious, Lumacorno, la Sprite e... tutti insomma.-

Alle sue parole seguì un silenzio pesante e soffocante, rotto solo da alcuni sospiri e gemiti di paura.

-Quindi ci siamo.-

Harry guardò Draco negli occhi.

-Si, ci siamo. È ora di combattere.


 

Le parole non saranno mai abbastanza per descrivere ciò che successe allora ed Hermione pensò che, se fosse stata una situazione normale, neanche un'anima pacifica e pacata come Silente li avrebbe risparmiati da un'espulsione di gruppo, il che, considerata la mole degli alunni che erano implicati, avrebbe comportato alla decimazione degli studenti e al quasi totale annullamento della casata Grifondoro.

Tuttavia era impegnata a preoccuparsi di cose ben più gravi. Per esempio, di Draco che le stava appioppato come un polpo.

- Malfoy – ringhiò tra i denti.

-Dimmi, cara – le rispose in evidente segno di scherno.

-E' proprio necessario ciò? -

- Cosa intendi esattamente con “ciò”, cara? Perchè se ti riferisci alla guerra sappi che è sempre stata una tua idea e io non ho fatto altro che appoggiare il tuo strano e incomprensibile desiderio di autodistruzione. - le sorrise a trentadue denti mentre arpionava sempre di più il suo braccio.

- No! Mi riferisco al semplice fatto che mi stai appiccicato come una sanguisuga! - urlò, anche se non fu molto d'effetto visto il rumore assordante intorno a loro.

- Ma come, tesoro mio, non sei contenta di stare accanto al tuo amato, luce dei miei occhi? -

Ok, ora era ufficiale: Draco non stava affatto scherzando! Draco era incazzato nero!

- Perfetto – pensò Hermione – siamo sul filo di fare la guerra e il mio ragazzo mi propina una sceneggiata da prima donna! Le cose non potrebbero andare meglio, non c'è che dire! -

Non riuscì neanche a pronunciare una sillaba che il biondo ribattè:

- Scordatelo! -

- Cos... come? Ma se non ho neanche parlato! - si lamentò la riccià.

- Non mi importa, puoi dire o non dire quello che vuoi ma non farti passare neanche per l'anticamera di quel tuo cervellino geniale che io ti molli o che, peggio ancora, ti perda anche solo di vista! Non se ne parla! Tu hai voluto venire qui? Benissimo, non faccio obiezioni, ma il modus operandi lo scelgo io! -

La riccia avrebbe voluto obiettare su quel “non faccio obiezioni”. Per Merlino, se non faceva obiezioni! Fino a due secondi prima cercava di convincerla a mettersi in salvo fino alla fine del conflitto. Tsk, come se lei fosse una di quelle donnette emotivamente instabili e con gli ormoni a palla che avano continuamente crisi isteriche! Assurdo!

- Ok... -

- Bene. - gongolò il Serpeverde soddisfatto di quella sua piccola vittoria.

- Per lo meno puoi lasciarmi il braccio? Mi farai venire un livido così! - si lamentò.

Draco fece scivolare la mano nella sua e se la portò alle labbra lasciandole un caldo bacio sul palmo.

Hermione non potè farci nulla: era impossibile trattenere il muso con lui quando si comportava così. Si alzò sulle punte e gli stampò un bacio a stampo che, seppur breve, li fece perdere per qualche secondo nel suo mondo.

Non si accorsero quasi di ciò che accadeva nella stanza attorno a loro. Non videro Percy sbucare dal passaggio nel muro e non udirono le battute che scambiarono Fred e George, e le parole di Lupi riguardo il piccolo Teddy furono come un sottofondo lontano. Poi all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ecco l'illuminazione. Draco non seppe come gli venne in mente un idea del genere, forse guardando i suoi occhi nocciola o il suo sorriso, ma ad un centro punto pensò che quella ragazza era la sua roccia, che faceva sì che le situazioni la fortificassero, ma non la danneggiassero mai, proprio come...

- Herm... la spada di Grifondoro... - cominciò incerto.

- La spada di Grifondoro cosa? - vide il suo sguardo farsi attento all'istante.

- Non ricordi? Una volta avevi detto qualcosa a riguardo... a riguardo delle cose con cui viene a contatto... -

- Cioè che assorbe qualunque tipo di potere in grado di fortificarla ma è impossibile da danneggiare? - chiese.

Le ci volle qualche istante per capire dove il biondo volesse andare a parare e quando lo fece i suoi occhi si illuminarono.

- Oh. Santo. Merlino. Draco, sei un genio! - lo baciò – Come ho fatto a non pensarci prima? Era ovvio, no? Il veleno del basilisco, la lama è impregnata del veleno del basilisco! Non abbiamo bisogno della spada per distruggere gli horcrux! -

- Ehm... che succede qua? - Ron sbucò da dietro le spalle di Draco.

Hermione afferrò entrambi i ragazzi e si mise a correre alla volta della Camera dei Segreti.

- E Harry? Lo abbandoniamo qui? - chiese il rosso.

- Non c'è tempo per cercarlo tra tutta questa confusione e poi lui ha altre cose da fare! - ribattè la riccia.

Ma proprio in quel momento incapparono in Ginny, che discuteva con i genitori.

- Ma io devo farlo! Faccio parte dell'Esercito di Silente! Potrebbero aver bisogno del mio aiuto! -

- Neanche per idea! Hai solo sedici anni, sei troppo piccola! I tuoi fratelli non avrebbero neanche dovuto portarti qui! - ribattè la signora Weasley.

- Ginny! Ginny! - la chiamò Hermione, senza fermarsi – Se vedi Harry, digli che siamo andati al Bagno! -

- Al bagno? - fece George.

- Ehi Ronnie, ma ti pare il momento per dovere andare al bagno? - rise Fred mentre Ron gli faceva un gestaccio che gli avrebbe fatto guadagnare una bella ramanzina dalla signora Weasley se questa non fosse stata impegnata in un'importante discussione con la figlia minore.


 

In mancanza di Harry, fu Draco a parlare in serpentese per far aprire la Camera. In verità si era limitato a ripete i sibili che aveva udito durante la convivenza al Manor col Signore Oscuro, che dialogava spesso col suo docile animaletto da compagnia.

- E' ripugnante. -

Il biondo guardò Hermione con l'impressione che stesse per piegarsi su se stessa e rimettere tutto ciò che aveva nello stomaco. In effetti la carcassa del basilisco era uno spettacolo orrendamente macabro, ma avevano dovuto affrontare cose peggiore.

Ron raccolse una zanna e la porse a Draco.

- Fallo tu. -

Il Serpeverde lo guardò scettico. Non li era mai stato simpatico il pel di carota, ma doveva riconoscere che aveva più fegato di quanto si pensasse.

La impugnò come un'arma e osservò la coppa che Hermione aveva posato per terra. Aveva un'espressione spaventata.

- Draco, se non... se non te la senti, non devi farlo – sussurrò avvicinandosi al fidanzato, facendo sì che solo lui potesse sentire.

- No, va bene. Voglio farlo. - affermò sicuro di sé.

L'horcrux cercò di ribellarsi con tutto se stesso e gli fece vedere le scene più terribili che potesse immaginare. Ma il ricordo dei suoi genitori sottomessi a Voldemort, di Hermione torturata con violenza e ferocia, di tutti quegli innocenti che aveva visto morire senza poter muovere un dito per aiutarli, gli diede la forza e dentro di sé sentì il desiderio, forte come non mai, di porre fine a tutto quello.

 

Salire fu più difficile che scendere. La scala a pioli attaccata al muro era arrugginita, scivolosa e stretta. S'infilarono più zanne che poterono nei pantaloni e nelle felpe, per poter avere le mani libere. Nonostante ciò, Hermione aveva più volte rischiato di cadere e ciò non era accaduto solo perchè Draco, dietro di lei, la sosteneva ogni volta.

Quando toccarono finalmente le piastrelle lucide del pavimento del bagno, erano tutti affaticati e con le mani doloranti.

- Faremmo meglio a muoverci – sospirò la riccia – abbiamo già perso troppo tempo. -

Non finì neanche la frase che appena dietro la porta si udirono dei passi.

Si zittirono all'istante e, quando il bambino-che-è-sopravvissuto varcò la soglio, avevano tutti e tre le bacchette puntate pronte all'attacco.

- Uhm, sei tu! - fece Ron.

- Già, scusate per l'intrusione ma, sapete com'è, siamo un po' di fretta! - ironizzò il moro.

- Siamo venuti per le zanne. -

- Lo so, Ginny mi ha detto del bagno e ho collegato le cose. -

- Oh, ma tu guarda! San Potty pensa! - lo prese in giro il biondo.

- Ah ah ah. Davvero divertente, Malfoy. -

- Quando voi tre avrete smesso di fare i bambini, potremmo andare? -

Misero via l'ascia di guerra, siccome notarono che la ragazza era facilmente alterabile e non non pareva proprio momento opportuno per litigare, e si incamminarono silenziosamente verso la porta.

- Hey, un attimo! -

- E ora cosa c'è, Lenticchia? - sbuffò Draco.

- E gli elfi domestici? - fece Ron.

- Cosa? Non vorrai farli combattere, spero! - esclamò Harry.

- Certo che no, ma dobbiamo farli scappare! Non vogliamo altri Dobby, no? -

Si udì un gran fragore: Hermione aveva lasciato cadere le zanne di basilisco che aveva tra le braccia. Corse verso il rosso e lo abbracciò forte. Le era mancato così tanto il suo amico!

- Oh, Ron! - singhiozzò stritolandolo, mentre lui ricambiò così forte da alzarla da terra.

Draco si schiarì la gola in evidente segno di nervosismo. Ma i due non sembravano intenzionati a lasciarsi e non si preoccuparono affatto della sua presenza anzi, iniziarono a dondolarsi lievemente sul posto. In tanto Harry Potter spostava lo sguardo dal biondo agli amici, facendo fatica a trattenere una fragorosa risata.

- Ehm, ragazzi? Fareste meglio a staccarvi, qui c'è qualcuno a cui sta per venire un infarto! - scherzò.

Hermione e Ron si lasciarono e arrossirono fino alla punta delle orecchie. Ma subito dopo scoppiarono entrambi a ridere davanti all'espressione di Malfoy, con il cipiglio severo e i pugni chiusi lungo i fianchi.

- Oh, ma tu sai di non dover essere geloso di nessuno! - Hermione andò da lui e gli legò le braccia intorno al collo trasportandolo in un bacio appassionato.

- Hey! C'e una guerra là fuori! - urlò Harry.

I due si staccarono ma restarono abbracciati, senza accennare a mollarsi.

- Appunto, quindi o adesso o mai più, no? - sorrise Draco.

Fuori dal bagno furono investiti da un'orda di persone che correva qua e là per il corridoio. Rimasero spalla contro spalla per paura di perdersi di vista nella mischia di persone.

- Forse so dove cercare il diadema! - Harry quasi urlò per sovrastare il frastuono.

- Davvero? - chiesero gli altri.

- La stanza delle cose nascoste. -

- Nella stanza delle necessità quindi! - esclamò Draco.

- Come lo sai? -

- Ci ho passato parecchio tempo l'altr'anno. E tu, Potty? -

- Ci ho nascosto un libro. -

- Invece di stare qui a grattarcela, vogliamo muoverci? - trillò Hermione.

- Sei sempre così acida! - borbottò Harry.

- E noi che cerchiamo di fraternizzare per fare piacere a te! -

- Non è il momento di fraternizzare questo! Andiamo! - e così dicendo afferrò Ron per una manica avviandosi a passo di marcia verso il settimo piano.


 

*** SPAZIO AUTRICE ***
Lo so, sono mesi o, meglio, anni, che non aggiorno. Mentirei se dicessi che ero troppo impegnata per farlo.
La verità è che quando ho cominciato questa storia era come un gioco, ma poi ho visto che c'erano persone che apprezzavano il mio lavoro e io mi sono affezzionata sempre di più a questa ff.
Avevo così paura di deludere me stessa e chi mi seguiva che continuavo a rimandare il momento e quando scrivevo continuavo a cambiare idea su tutto.
E' passato così tanto tempo che il mio modo di cambiare e di vedere le cose è cambiato.
E molto probabilmente le persone che un tempo mi seguivano si sono già dimenticate di questa storia.
Ma per me era troppo importante per lasciarla incomplenta.
E se ve lo state chiedendo, non dovrete aspettare un altro secolo per il prossimo capitolo.
Ormai ho finito di scrivere e manca giusto qualche dettaglio.
Quindi conto di pubblicare i restanti due capitoli entro la settimana.
Mi piacerebbe molto condividere con voi altre storie e, se devo essere sincere, ho già cominciato a scriverne due, ma non le pubblicherò prima di averle finite, perchè non voglio più farvi aspettare così tanto.
Vorrei anche revisionare questa ff e chissà forse prima o poi lo farò, ma per ora mi accontento di finirla una volta per tutte.

Con la speranza che ci sia qualcuno che ha ancora voglia di leggere ciò che la mia mente malata ha prodotto e di sapere la fine di questa mia Dramione,
Hexleviosa


 

   
 
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