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Autore: malpensandoti    18/10/2015    3 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
Is there somewhere?


I'm sorry, but I fell in love tonight
I didn't mean to fall in love tonight
You're lookin' like you fell in love tonight
Can we pretend that we're in love?




 
 
 
“Sei strana”
La voce di Oscar sembra lontana, come un eco gracile. Georgia sbatte le palpebre e improvvisamente si sente stanchissima: non si era resa conto di essersi incantata così tanto a guardare fuori dalla finestra, non si era nemmeno accorta che il suo migliore amico avesse preso posto accanto a lei.
La classe si sta riempiendo velocemente, le luci al soffitto illuminano la stanza buia per via del brutto tempo e Oscar, con il colletto della camicia che spunta fuori dal maglione non stirato, le sta rivolgendo uno sguardo eloquente.
“Grazie” gli risponde, sforzandosi di sorridere.
Si sistema i capelli dietro le spalle e accavalla le gambe sotto il banco, schiarendosi la voce. Si sente a disagio, non vuole che Oscar continui a fissarla come se sapesse, vorrebbe che tornasse a fare finta che lei stia bene come ha sempre fatto e dio!, da quando la sua presenza è diventata così frustrante?
“Sai cosa voglio dire, Georgia – continua lui, usando il suo nome come quando è arrabbiato – Anche l'altra sera, al pub. Anche adesso. Sei strana, sempre sopra alle nuvole, non ascolti nessuno e sembri distante. È successo qualcosa? Perché non mi dici niente?”
Perché non capiresti, è ciò che le viene spontaneo rispondere, senza nemmeno pensarci. Si morde il labbro però, frenando le parole sul nascere. Lo guarda negli occhi e sospira.
“Non c'è niente da dire” risponde, a bassa voce.
“Stronzate – la liquida velocemente lui, facendole arricciare il volto – So che non è così. Ti conosco, Georgia, e so che c'è qualcosa che non va. È per Louis? Per il soldato? Per il fatto che finalmente sei riuscita a farti degli amici?”
Alza la voce, sembra arrabbiato sul serio. Ha la faccia seria e gli occhi neri che riescono a intimidirla e renderla piccola, una formica sotto le sue scarpe. Georgia si scosta di riflesso, indietreggiando con la sedia finché non è completamente attaccata al muro.
Mentirebbe se dicesse che non fa male.
“Non tutti sono come te, Oscar” mormora, la voce che vacilla.
“Non ci vuole una forza sovrannaturale per spiaccicare tre parole, sai? – ribatte lui, incalzante e nervoso – Davvero, non riesco a capirti. Qual è il problema? Cosa c'è che non va?”
Oscar non perde quasi mai la pazienza, il rugby gli dà gli stimoli necessari per sfogarsi in campo, contro avversari che sanno come respingerlo e difendersi: davanti a Georgia, è una battaglia vinta in partenza.
Lei non ha armi, non ha scudi, non ha niente.
“Mi manca mio padre” è ciò che dice a fatica, chiudendo gli occhi subito dopo per evitare di scoppiare a piangere.
E non è propriamente una bugia: gli manca un padre, in fondo, un padre qualsiasi. È solo una piccola verità: a Oscar, comunque, basta lo stesso.
Sente le sue braccia muscolose attorno al suo corpo indifeso, i baci dolci tra i capelli e sulle tempie, i suoi mormorii che mi dispiace, raggio di sole e sono un coglione, non darmi retta.
Nessuno in classe sembra accorgersi di quel momento intimo, Georgia si appoggia contro la sua spalla e non dice niente.
 
 
 
Insieme ad Harry va a fare la spesa, quel pomeriggio.
Harry le ha spiegato che non gli piace uscire, non si fida abbastanza di se stesso e del mondo intero per permettersi serate fuori o passeggiate lunghe.
La sua analista gli ha consigliato di non sforzarsi, di prendersi il tempo necessario per tornare lentamente a una quotidianità, lui ha suonato al campanello di casa di Georgia e le ha chiesto di accompagnarlo.
Vanno da Sainsbury's, quello accanto alla chiesa protestante, dove sulla panchina accanto al parcheggio c'è sempre lo stesso uomo di colore che mangia un panino al tonno e cetrioli.
Georgia è contenta, ha scoperto che passare del tempo con Harry ha iniziato a renderla più sciolta, quasi serena. Harry ha iniziato a farla sentire meglio, è una distrazione e un rifugio che non aveva mai capito di star cercando.
Non saprebbe definirlo il loro rapporto, ma non crede di essere in grado di fare domande. Si prende ciò che le viene dato, dà tutto ciò che può dare, e per adesso va bene così.
“Di cosa hai bisogno?”
Harry varca le porte scorrevoli e pesca dalla tasca dei suoi pantaloni della tuta un foglietto giallo, assottigliando gli occhi: “Latte, uova, avocado, pane e banane” legge.
Ha le spalle rigide, la schiena dritta in allerta e lo sguardo che sfreccia da una parte all'altra del locale, dalla signora dietro al bancone che sta vendendo tabacco al reparto surgelati, accanto a quello per il cibo degli animali domestici.
Georgia annuisce lentamente, seguendolo in silenzio.
Harry tasta con le mani grandi almeno sei avocadi, prima di storcere il naso e sceglierne uno non troppo maturo, lei lo osserva e si ritrova ad esserne meravigliata: sono gesti normali, situazioni normali nelle quali non lo aveva mai visto. È quasi strano vederlo fuori da quattro mura domestiche, a fare ciò che la gente comune fa cercando di mischiarsi a tutti gli altri.
Non è che un'illusione, però: Harry sobbalza, quando qualcuno dentro agli altoparlanti si schiarisce la voce, respira appena più forte quando una signora fa cadere la propria borsa accanto a lui e deglutisce forte nel momento in cui Georgia gli afferra una mano chiusa a pugno, cercando di fargli capire che è okay, che può farcela.
Lo vede inclinare la testa verso il pavimento giallo, serrare gli occhi verdi con rabbia e respirare lentamente, il petto ampio che sotto alla felpa verde si alza e si abbassa alla ricerca di un ritmo stabile.
Puoi – ha la voce scura, il volto contratto come se gli stessero facendo del male – Puoi raccontarmi qualcosa?”
Sono davanti allo scaffale del latte adesso e Georgia si guarda intorno in modo quasi disperato, quasi a sperare che da un momento all'altro qualcuno intervenisse e semplicemente lo facesse sentire meglio.
Non succede, ovviamente. Non interessa a nessuno. C'è solo lei.
“Ho un migliore amico – esclama quasi, sbattendo gli occhi più e più volte e iniziando ad accarezzare il polso rigido di Harry con le dita, le vene in rilievo per la forza con cui sta cercando di difendersi – Si chiama Oscar e gioca a rugby. È...è un periodo strano, per noi due. Ci...ci stiamo allontanando e lui non...non capisce. È...lui sta uscendo con una ragazza e io-”
“Cyndi – la testa di Harry scatta, i suoi occhi sembrano più scuri mentre la fissano – Sta uscendo con Cyndi, vero? Me l'ha detto Zayn”
Georgia si stringe nelle spalle e annuisce in modo meccanico, la bocca completamente asciutta.
È irritante, scopre, il modo in cui lui pronuncia quel nome, quasi fosse un soffio, un sussurro. Una parte di lei sa che è tutto frutto della sua immaginazione – dettata dalla gelosia, diamine! – eppure non riesce a fare a meno di pensare a quanto sia fastidioso anche solo un misero nome. Zayn ha detto che è stato amore, e Georgia proprio non riesce a non sentirsi invidiosa e piccola: le sarebbe piaciuto conoscere Harry quando ancora era in grado di sentire qualcosa senza per questo aver paura degli altri, delle sue stesse azioni.
“Già... – lei deglutisce, arriccia le labbra e si scosca– I suoi amici...i tuoi amici sono fantastici, ma non...non credo facciano per me”
Harry pare essersi calmato quasi del tutto, afferra una bottiglia di plastica di latte organico e fa un sorriso ironico, che gli evidenzia le fossette accanto alle labbra scure. “Non sono miei amici – ribatte, in un sibilo – Non più, almeno. I miei amici sono morti, loro non sono che persone con le quasi sono cresciuto, con cui forse un tempo riuscivo addirittura a divertirmi. Adesso è tutto diverso, falso. Loro non capiscono, io non voglio che lo facciano”
“Ma Zayn...”
Il suo sorriso cambia, si fa più gentile e piccolo: “Lui è diverso, vero? – le chiede, guardandola negli occhi – Zayn non fa domande, non ha bisogno di sentirti parlare per capire come stai. Lui...disegna”
Riprendono a camminare con più lentezza, entrambi persi in pensieri diversi.
Georgia si chiede se sembrino, dall'esterno, una di quelle coppie che ogni tanto vede fare la spesa, quelle non troppo rumorose, che infilano nel carrello i cibi preferiti l'una dell'altro e si guardano spesso, in un modo che lei ancora non sa comprendere.
“Ti dispiace?” buffa fuori a fatica, facendolo fermare.
Vuole saperlo.
Harry aggrotta le sopracciglia in mezzo al corridoio, non ha di certo compreso il filo logico dei pensieri di Georgia, non sa perché lei si sia sentita quasi obbligata a chiederlo. “Cosa?”
“Che Oscar stia uscendo con Cyndi – spiega lei in modo lento, la voce piccola e gli occhi grandi – Zayn mi ha detto che...sì insomma, voi due...”
“No, certo che no – risponde il ragazzo, la voce confusa – È passato tanto tempo ed eravamo dei bambini. Non...non provo più nulla per lei”
Non dovrebbe, ma quella confessione le alleggerisce il petto. Georgia annuisce e fa l'indifferente, guarda per aria e poi le sue Converse rotte, cerca di colmare quel silenzio con altro che non sia un sorriso.
“E a te? – la voce di Harry sembra saccente, la riporta ai suoi occhi verdi, a quel mare notturno – A te dispiace che Oscar stia uscendo con Cyndi?”
“È complicato – gli spiega senza troppi giri di parole, facendo un passo indietro – Lui è...Oscar è fantastico, davvero. Ma è...superficiale, per certi aspetti. Le candele. Ecco, le candele. Per lui sono solo...un gioco, non ci vede niente di importante”
È la prima volta che lo dice ad alta voce, la prima volta che forse pare realizzarlo davvero. Oscar è superficiale, sì. Forse non in modo cattivo, non intenzionalmente, ma lo è.
Harry aggrotta le sopracciglia per diversi secondi e assottiglia gli occhi, come per dare forma concreta alle parole della ragazza. Annuisce velocemente poi, rafforzando la presa sui prodotti che tiene tra le mani per poi dire “Ora capisco perché esce insieme a Cyndi”
“Che vuoi dire?”
“Le persone come te – le spiega a bassa voce – le persone come me la mettono a disagio. È superficiale quanto il tuo amico Oscar, ma solo perché certe cose non le hanno mai viste. È tutto dato dalla loro inesperienza, da quello che non hanno passato. Vorrebbero capire, forse, ma non possono. Non ci riescono”
Parla in modo quasi asettico, come se stesse ripetendo un copione. Harry ha una postura chiusa su se stessa, marmorea quasi. Sembra freddo in ogni parte del corpo, in ogni sillaba, in ogni respiro. Ha una bellezza consumata da colpi di fucile e morti, una bellezza che nonostante tutto toglie il fiato e il sonno.
Georgia ne è attratta come il più oscuro dei segreti, se ne rende conto all'improvviso: è molto più di una stupida cotta, molto di più di qualcosa che forse riuscirà a passare. È il desiderio di riuscire a entrare appena un po' di più, riuscire a pulire i suoi scheletri, ad annebbiargli la mente con un bacio, un tocco sottile.
“Me lo dirai, un giorno? Il motivo per cui tu stai combattendo? La tua guerra. Riuscirai a parlarmene?”
“Sì” gli risponde senza esitazione.
Lo vede quasi sorridere e spera che davvero – un giorno – sia così.

 






 

bbbbuoooonasera !!
farò schifosamente finta di non avervi fatto aspettare decisamente troppo per questo capitolo e mi concentrerò più sul fatto che finalmente georgia stia aprendo gli occhi su oscar e stia capendo che in fondo non è tutto okay come si era sempre immaginata !!!
ve ne eravate mai accorte? in effetti a un sacco di voi oscar è sempre piaciuto tanto...
harry è...beh, lui è semplicemente harry, un casino su due gambe, non c'è niente da aggiungere !!
prima che mi dimentichi, quest'estate ho pubblicato una long di tre capitoli su louis tomlinson come calciatore (ripeto !!!! louis !!!!! as !!!!! football player !!!!!!!) che vi lascio qui, nel caso vogliate leggerla. in questi giorni ho anche pubblicato una oneshot immensa su harry, il link è qui!
e niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto! il prossimo sarà molto incentrato su louis e spero di riuscire a scriverlo in tempi accettabili, purtroppo la scuola fa schifo e così anche la mia vita BUT troverò un modo <33333
grazie di cuore a tutte quante !!
un bacione immenso e a presto!
caterina



(((canzone del capitolo: is there somewhere? by halsey)))



 
  
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