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Autore: nephaelibatha    26/10/2015    5 recensioni
Tortuoso sarà il percorso che porterà Lucius e Narcissa al coronamento di un amore travagliato, frutto di incontri-scontri degni di una delle storie d’amore più belle di tutti i tempi. Una relazione segnata da numerose avversità, non ultime i caratteri decisi e forti di entrambi i personaggi; ma l’amore trova sempre un modo per esistere, e nonostante tutto, i due riusciranno finalmente a trovarsi.
Dalla storia:
“Dovrei dirti che al mondo ci sono ragazzi migliori di me, ma sono un terribile egoista, e l’idea che un altro uomo che non sia io possa baciarti o godere della tua vicinanza mi porterebbe alla pazzia. Sono follemente innamorato di te, Narcissa Black, e spero che questo basterà a tenerti al mio fianco.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Famiglia Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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24. Impetuose e tempestive novità




Narcissa giaceva nel suo letto fingendo di essere profondamente addormentata.
Il Dormitorio femminile era deserto, eccezion fatta per lei e per Alanis, intenta a sistemare i vestiti che la sera prima aveva gettato di malagrazia sulla sedia davanti alla scrivania in comune con Narcissa. In realtà si stava dilungando eccessivamente rispetto alla tempestività con la quale ogni mattina si precipitava in Sala Grande per divorare la colazione, e questo per un motivo ben preciso. Era da dieci minuti che fissava la figura rannicchiata dell’amica e non aveva aperto bocca in attesa che l’altra studentessa con cui condividevano la camera uscisse. Ed ora che finalmente erano rimaste sole, la fanciulla si decise a fuoriuscire dalla bolla di silenzio in cui si era rinchiusa fino a quel momento.
<< Lo so che non stai dormendo, ragazza mia! Dopo tutte le notti che ho passato sveglia per colpa del tuo amorevole russare, credi che io non sappia riconoscere l’adorabile trombone Narcissa Black dal fringuello che stai inscenando in questo momento?! >> esordì Alanis, appoggiandosi alla scrivania posta di fronte al letto della compagna.
Colta in flagrante, Narcissa si mise subito a sedere, interrompendo la parte della Bella Addormentata e sfoggiando uno dei suoi migliori bronci.
<< Io non russo! Il mio è semplice sonno profondo >> si difese, incrociando le braccia per rafforzare la sua posizione.
L’amica alzò teatralmente gli occhi al cielo e poi tornò a fissarla, stavolta in modo serio.
<< Cissy, alzati, su. Dobbiamo andare a fare colazione per poter poi affrontare l’inizio delle lezioni >>
<< Vai tu, Alanis, io rimango qui. Non ho fame >> mormorò la fanciulla, abbassando lo sguardo sulle coperte che lasciavano intravedere appena il suo corpo minuto.
<< Hai intenzione di rimanere qui tutta la giornata? >>
<< E’ probabile >>
<< E dove è finita l’assennata Narcissa Black che non si perde nemmeno il noioso discorso di bentornato del Preside perché lo reputa istruttivo? >> domandò l’altra, spalancando gli occhi per l’incredulità che le suscitava l’atteggiamento insolitamente svogliato dell’amica.
<< Lasciami in pace. >>
Narcissa avrebbe voluto risponderle che l’assennata ragazza che conosceva era rimasta indietro, cristallizzata nell’attimo in cui sua zia aveva incendiato il bel ritratto di Andromeda, cancellandola per sempre dalla cerchia familiare dei Black. Era solo un’icona, questo Narcissa lo sapeva, ma temeva assurdamente che quel gesto avrebbe potuto intaccare, nel corso degli anni, il ricordo che aveva di sua sorella. Già le sembrava sbiadito, offuscato dalle lacrime che ancora le salivano gli occhi al solo pensiero di colei che aveva preferito un misero Nato Babbano alla sua famiglia. Narcissa non riusciva a capire; più si arrovellava sul motivo della fuga di Andromeda, per cercare di perdonarla, e più trovava al contrario altri motivi per detestarla con tutta se stessa.
La fanciulla avrebbe voluto dar voce ai propri pensieri, ma si limitò a rannicchiarsi nuovamente in posizione fetale nel letto, lasciando che essi rimbombassero ripetutamente nella sua testa.
<< Vado a prenderti qualcosa da mangiare >> disse Alanis scura in volto, uscendo dalla stanza con atteggiamento dimesso.


La Sala Comune ospitava solo una manciata di studenti che si erano attardati a chiacchierare di faccende apparentemente inderogabili. Per questo Alanis non impiegò molto per trovare la persona che stava cercando. Ignorando i rumori di protesta del proprio stomaco, la ragazza si avvicinò a due giovani che stavano discutendo animatamente sullo schema di gioco da adottare per la successiva partita di Quidditch.
<< Malfoy >> lo chiamò Alanis, rivolgendosi a lui con una certa urgenza.
Gli occhi di Lucius si spostarono dalla figura di Rodolphus per andare a posarsi pigramente su quella della fanciulla appena arrivata.
<< Burke … dov’è Narcissa? >> domandò, notando all’istante che la giovane Black non era scesa insieme all’amica come avveniva ogni mattina.
<< E’ proprio di questo che devo parlarti >> rispose Alanis, lanciandogli un’occhiata eloquente, che il giovane colse nell’immediato. Indirizzò a sua volta un cenno del capo a Rodolphus, facendogli intendere che avrebbero proseguito la conversazione in seguito e prese da parte la ragazza.
<< Cos’è successo? >>
<< Narcissa non vuole scendere per la colazione, né per le lezioni. Non può rimanere confinata per sempre nella sua stanza; è già successo una volta: quando sta male smette di mangiare e di dedicarsi a tutte le attività che la stimolano, ma non può reagire così. Ho provato a convincerla, tuttavia a me non dà ascolto >> spiegò Alanis, la voce lievemente incrinata dalla preoccupazione.
Lucius annuì con serietà di fronte alle parole della ragazza. I suoi occhi avevano assunto una particolare sfumatura che raramente la fanciulla aveva avuto modo di osservare nelle iridi sempre sfuggenti del giovane Malfoy. Era apprensione, di un’intensità che la colpì e la sorprese al tempo stesso, lasciandola senza parole.
<< Le parlerò io e farò in modo che reagisca, non può smettere di vivere, non lo
permetterò >> assicurò il ragazzo, incamminandosi con decisione verso le scale che conducevano al Dormitorio femminile.
<< Sono sicura che a te darà ascolto >> gli disse Alanis, indirizzandogli un sincero sorriso di incoraggiamento.
<< Grazie, Burke. >>


Quando sentì bussare alla porta della propria stanza, Narcissa si tirò su e si alzò di malavoglia per andare ad aprire. << Alanis, è inutile che sprechi il tuo tempo con me, non ho fame >> si lamentò, posando una mano sulla maniglia e aprendo distrattamente la porta. Non appena vide Lucius sulla soglia impallidì visibilmente e rimase paralizzata sul posto, incapace di muoversi né di proferire parola. Era in camicia da notte, e il tessuto aderiva perfettamente al suo corpo, lasciandone intravedere le morbide forme solitamente camuffate dalla divisa scolastica. Lucius se ne accorse subito, e per un attimo dimenticò il motivo per il quale aveva bussato alla sua porta. Il suo sguardo fu inesorabilmente catturato dalla figura di Narcissa, che avvolta in quella veste bianca assomigliava ancora di più ad un angelo. I capelli biondi ricadevano morbidamente sulle spalle e sulla schiena, gli occhi erano lievemente offuscati dal risveglio mattutino e le labbra dischiuse dalla sorpresa sembravano un fresco bocciolo in attesa di essere colto. Anche a quell’ora del giorno era semplicemente bellissima, e Lucius si sentì grato per aver ricevuto in dono la visione di lei in circostanze così intime. Lo sguardo acceso dal desiderio del giovane riscosse Narcissa, che finalmente ritrovò la capacità di mettere in funzione i propri muscoli e andò ad infilarsi sotto le coperte. << Lucius!  Cosa ci fai qui?!  Questo è il dormitorio delle ragazze! >> esclamò scandalizzata, mentre un lieve rossore colorava rapidamente le gote precedentemente sbiancate per la sorpresa.
<< Oh, me ne sono reso conto >> rispose lui, la mente ancora rapita dalla visione di Narcissa in camicia da notte.
<< Esci immediatamente! Se qualcuno scoprisse che sei qui finiremmo nei guai, stavolta seriamente >> esclamò lei allarmata, cercando di abbassare la voce per evitare di essere udita da immaginarie orecchie indiscrete.
Ignorando completamente la richiesta della fanciulla, Lucius andò ad addossarsi comodamente al muro accanto al letto di Narcissa e iniziò a fissarla con un sorriso sornione. << Dopo quanto hanno avuto modo di ammirare i miei occhi potrei anche finire all’inferno e sentirmi comunque in paradiso >> sentenziò il giovane con un’espressione furba dipinta sul volto che fece infuriare ancora di più Narcissa.
<< Lucius! >> esclamò, lanciandogli addosso il proprio cuscino per farlo smettere di ridacchiare, ma invano. << Si può sapere chi diavolo ti ha fatto entrare? >>
<< La tua amica, Burke, le ho chiesto il motivo per il quale non eri scesa con lei per la colazione e mi ha detto che hai intenzione di rimanere nella tua stanza per tutto il
giorno >> spiegò Lucius, lasciando vagare lo sguardo per la camera e cercando di assimilare più dettagli possibili dell’ambiente in cui Narcissa trascorreva il suo tempo quando non si trovava con lui. Osservò la scrivania e se la immaginò china sui libri a studiare con cura per mantenere alta la media scolastica; fra i vari tomi spuntava anche il quadernino bianco di velluto dove la fanciulla teneva gli appunti di Pozioni e grazie al quale era riuscito a raggiungere le sue labbra per strapparle il loro primo bacio. Tutti quegli oggetti sparsi sulla scrivania sarebbero sembrati privi di valore agli occhi di chiunque altro, ma per lui rappresentavano una parte del mondo di Narcissa, una via da percorrere per poterlo ammirare, studiare, interpretare ed infine, come era stato miracolosamente concesso a lui, perfino entrarvi.
La ragazza lo fissò in silenzio, affascinata dallo sguardo quasi geloso con cui il giovane stava osservando i propri spazi e gli oggetti che le appartenevano.
<< E tu sei venuto qui per convincermi a scendere per la colazione, non è vero? >> gli chiese, la voce ammorbidita da quell’esplorazione inaspettata di Lucius nella propria camera.
<< Oh, no, sarebbe davvero sciocco da parte mia obbligarti ad indossare una scialba divisa scolastica dopo averti visto con altre vesti. Resterò qui con te, le lezioni di inizio anno sono assai noiose >> sbuffò il ragazzo, continuando il suo giro esplorativo fra gli effetti personali della fanciulla.
<< E che cosa vorresti fare? >> domandò lei, accigliandosi di fronte alla sua insistenza.
Lucius si fermò di colpo e si voltò verso Narcissa, dando un’occhiata veloce alle coperte sotto le quali il corpo della ragazza era perfettamente nascosto.
<< Beh, sei tu la cervellona fra noi due, contavo su una qualche tua idea brillante. Anche se devo ammettere che nel frattempo mi sono venuti in mente dei suggerimenti assai stimolanti … >> sorrise lui, deliziato dall’espressione sconvolta che velocemente prendeva forma sul viso della fanciulla.
<< Malfoy! >> protestò lei, sempre più sconcertata dalle parole impertinenti che il ragazzo le stava indirizzando. << Non seguiremo nessuno dei tuoi stimolanti suggerimenti e non parleremo ad anima viva di questo imbarazzante incontro, non voglio che circolino strane voci su di noi, e per giunta in un momento simile >> sospirò Narcissa, vincendo l’imbarazzo e mettendosi a sedere sul proprio letto, incapace però di trovare la forza mentale di rialzarsi. << Peccato … Allora non ti resta altra opzione che quella di vestirti, così possiamo affrontare la noiosa giornata scolastica che ci attende >> le suggerì lui, guardandola con infinita tenerezza.
<< Va bene. Adesso devi proprio uscire dalla stanza, però >> sottolineò la fanciulla, lanciandogli un’occhiata di ammonimento. Lucius annuì, ma prima di abbandonare a malincuore la camera si avvicinò a Narcissa e adagiò le mani sul suo viso, fece scorrere le dita dietro la nuca e si chinò su di lei. << Un giorno potrò guardarti così tutte le volte che vorrò >> le sussurrò, prima di regalarle un casto bacio sulla fronte. Quelle parole colpirono Narcissa al cuore come una brezza improvvisa, accelerandole il battito cardiaco e imporporandole le gote. Improvvisamente si ritrovò senza fiato, come se qualcuno glielo avesse risucchiato via con qualche misterioso incantesimo, ma poi posò lo sguardo sulle iridi grigie del giovane, così vicine alle sue che poteva scorgervi tutte le diverse sfumature che si agitavano in esse e capì che Lucius le aveva restituito il respiro. Era questo che faceva ogni volta che erano insieme: la sollevava, la liberava da tutte le catene che la costringevano a terra e la faceva volare, insegnandole ogni volta a respirare.
Dopo averla ammirata un’ultima volta, il giovane si voltò e lasciò la stanza, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle. Rimasta sola, Narcissa attese che il turbinio di emozioni provocato dalla frase di Lucius si quietasse per potersi effettivamente cambiare e rendersi presentabile. Ora aveva un motivo per alzarsi e affrontare la giornata, un motivo che aveva il buon cuore e il bel volto di Lucius Malfoy.


La Sala Grande era in vero e proprio fermento. Narcissa e Lucius erano convinti di essere in imperdonabile ritardo per la colazione che rigorosamente aveva luogo allo stesso orario ogni mattina, e invece lo scenario cui si trovarono davanti li colse di sorpresa.
Le sconfinate tavolate che occupavano gran parte dello spazio della sala non erano imbandite di prelibatezze di ogni tipo come al solito, bensì giacevano scarne sotto gli occhi impazienti e delusi di molti studenti. Gli ultimi arrivati approfittarono del momento di confusione per unirsi ai loro compagni senza dare troppo nell’occhio. Narcissa si sedette accanto ad Alanis e Lucius la seguì all’istante, ignorando lo sguardo sprezzante di Bellatrix, che dall’altro lato del tavolo lo stava fissando con un fuoco pericoloso acceso negli occhi. << Che succede? >> domandò Narcissa all’amica, la quale guardava la tavola con un’espressione desolata dipinta sul volto.
<< Ancora non hanno servito da mangiare >> rispose Alanis con tristezza, sospirando nell’udire il suo stomaco brontolare in segno di conferma a quanto appena affermato.
<< Sì, questo l’ho notato … e come mai? >>
<< Il Preside sta ritardando per via di alcune faccende burocratiche e noi qui stiamo morendo di fame. Non potevano servirci qualcosa nell’attesa? >>
Narcissa scambiò un’occhiata di sollievo con Lucius e poi prese ad esaminare con lo sguardo l’ambiente circostante. Non era mai accaduto che Silente ritardasse ad un’occasione, specialmente se si trattava di tenere il discorso di bentornato dopo le vacanze natalizie o estive. I professori erano interdetti come la maggior parte degli alunni, ma cercavano di mascherare la loro insicurezza richiamando più volte l’ordine e ripetendo frasi atte a tranquillizzare la folla di studenti impazienti. Proprio quando il professor Lumacorno si era alzato per prendere in mano la situazione, Silente entrò nella Sala Grande a passo rapido, la veste color cenere che svolazzava impazzita ad ogni suo passo. Aveva il volto leggermente provato, ma per il resto sfoggiava il suo solito sorriso da primo giorno di scuola dopo le vacanze. Raggiunse in fretta la postazione dalla quale soleva rivolgersi agli alunni e batté le mani per richiamare l’attenzione generale, che già si era riversata quasi interamente su di lui.  
<< Buongiorno e bentornati a tutti voi da queste sgargianti vacanze natalizie!
Prima di tutto, vorrei augurare ad ognuno, alunni e professori, un felice e prospero anno. Per molti studenti questi costituiranno gli ultimi mesi qui ad Hogwarts, perciò mi sento di sperare che saranno i migliori dell’intero percorso scolastico. Bene, devo a mio malincuore ridurre drasticamente la durata dell’intervento di quest’oggi per via del ritardo in cui ci troviamo. E per questo vi offro le mie più sincere scuse, tuttavia siamo stati colti di sorpresa da un’emergenza che ha richiesto la mia totale attenzione. Come ben sapete, Hogwarts è solo una delle numerose scuole disseminate lungo la superficie del pianeta e ciò per difendere i Babbani dalla verità. Ed è proprio per tali motivi di sicurezza che non ci sono mai stati contatti diretti tra i vari poli, tuttavia al momento ci troviamo, come ho detto prima, in una situazione di emergenza. L’Istituto Durmstrang versa in gravi difficoltà per via di una catastrofe naturale che ha colpito buona parte della struttura; è a motivo di ciò che agli studenti è stata offerta la possibilità di continuare a frequentare le lezioni nelle altre scuole del mondo magico, in modo tale da non compromettere in alcun modo la loro carriera scolastica. Questa mattina mi sono occupato di ricevere gli alunni e illustrare la nostra situazione qui, ma mi aspetto che ci sia collaborazione da parte di voi studenti e colleghi affinché ognuno di loro si senta a proprio agio e possa proseguire gli studi in serenità. Hogwarts è ben felice di ospitare otto ragazzi che verranno divisi equamente nelle varie Case secondo il parere del Cappello Parlante, consultato in precedenza questa mattina per evitare di rubare ulteriore tempo alla giornata scolastica. >>
La notizia appena comunicata dal Preside suscitò diverse reazioni contrastanti negli studenti. Per la maggior parte di loro quella era la prima occasione di conoscere alunni appartenenti ad altre scuole, e probabilmente per alcuni sarebbe stata anche l’ultima, visto che il Torneo Tremaghi era stato svolto un paio di anni prima.
Narcissa scorse parecchi mormorii eccitati serpeggiare lungo la schiera della propria Casa e lei ignorava beatamente il motivo. Durmstrang … Il nome non suggeriva che si trattasse di un posto amichevole e confortante, al contrario, la fanciulla avvertì un brivido di disagio correrle velocemente lungo la schiena. << Perché sono tutti così emozionati all’arrivo di questi studenti? >> domandò la ragazza istintivamente, catturando all’istante l’attenzione di Lucius. << Oh, credimi, non lo saranno proprio tutti, specialmente perché esclusivamente alcuni sono a conoscenza delle regole ferree di Durmstrang. Nessuno di quegli sbruffoni di Grifondoro resisterebbe un solo giorno in quella scuola. Educano gli studenti a resistere contro qualsiasi avversità, nel modo più rude e diretto che esista.
Non è una scuola per tutti, solo i più forti riescono ad adattarsi al clima gelido e alla politica intransigente che vige nella struttura. Sono essenziali, incisivi, non badano ad alcun fronzolo e si preparano per tutti e sette gli anni a scontrarsi concretamente con la magia. In più, le Arti Oscure vengono insegnate. Naturalmente si tratta di un abisso rispetto ad Hogwarts … >> rispose prontamente Malfoy, srotolando il papiro delle proprie conoscenze in direzione di Narcissa con lo scopo di impressionarla.
<< E inoltre i Nati Babbani non sono ammessi, questa è la caratteristica più importante.
E’ l’unica scuola a valorizzare le sole menti che contano, evitando di perdere tempo con la feccia >> si intromise Bellatrix, sporgendosi in avanti e ammiccando verso la sorella con un sorriso pericoloso. Narcissa avvertì improvvisamente un freddo inspiegabile attraversarle il corpo; era abituata ai modi estremi di sua sorella e al suo fanatismo, tuttavia scorgere una luce di totale ammirazione negli occhi di Lucius la turbò, e non tanto per la causa che l’aveva generata, quanto per la pericolosità delle conseguenze che la sua portata avrebbe potuto scaraventare sul giovane. La fanciulla non sapeva quasi nulla riguardo a quella scuola, se non quanto le era stato appena riferito, ma qualcosa di quella nuova situazione ad Hogwarts, unita al pensiero che si sarebbero scontrati direttamente con la rigidità degli alunni di Durmstrang, le instillò un senso di ansia che crebbe nel momento in cui il Preside passò ad elencare i nomi dei ragazzi.
<< Dunque, ecco a voi i nostri ospiti: Adrian Smirnov ed Edgar Ivanov, Grifondoro;  Dimitri Sokolov e Gektor Lebedev, Tassorosso; Konstantin Nobikov e Maksimilian Pavlov, Corvonero; ed infine, i cugini Gavril e Nadiya Kozlov, Serpeverde. >>
Gli studenti appena chiamati presero a sfilare con fierezza e austerità fino a raggiungere i rispettivi tavoli. L’applauso di benvenuto che partì dalle varie tavolate era piuttosto timido e poco sentito, niente a che vedere con quello carico di entusiasmo esibito durante le annuali cerimonie di smistamento. Narcissa osservò con sguardo attento i due studenti che avrebbero interagito d’ora in avanti con la propria Casa: Gavril avanzava con un’andatura piuttosto minacciosa, quasi a definire in qualche modo come sua proprietà lo spazio circostante. Aveva dei capelli biondi cortissimi e gli occhi di un azzurro spento, privi di alcuna sfumatura. Era forse il più robusto fra tutti i suoi compagni, e il suo atteggiamento marcava ancora di più la muscolatura già alquanto sviluppata.
Nadiya invece era l’unica ragazza del gruppo, e Narcissa notò all’istante questo particolare, perché nello sguardo della fanciulla vi era quella carica di tracotanza di chi si sente una rarità. Avanzava con un’andatura leggera ma decisa, scrutando tutti indistintamente dall’alto del piedistallo che il suo orgoglio aveva costruito per lei.
I lineamenti erano spigolosi e resi ancora più affilati dai capelli biondi tirati indietro in una coda alta. Gli occhi erano color nocciola, e a differenza di quelli del cugino esprimevano un’innegabile dose di malignità.
<< Questa incute perfino più terrore di tua sorella >> sussurrò Alanis a voce bassa, in modo da poter essere udita solo dall’amica. Narcissa sorrise, ma era un sorriso tirato, perché tutti i suoi nervi erano tesi a scrutare la nuova arrivata. Indubbiamente era una bella ragazza, ma il senso di superiorità che ostentava la faceva apparire inevitabilmente detestabile.  
<< Benvenuta >> la accolsero alcuni compagni, e lei rispose con un sorrisetto compiaciuto, come se si fosse aspettata le attenzioni da parte loro. Andò a sedersi tra Avery e Rodolphus, e Narcissa pensò con una punta di cattiveria che la scelta di prendere posto tra due maschi fosse del tutto strategica.
<< Sei l’unica ragazza del gruppo … >> azzardò Avery, cercando di coinvolgere la fanciulla a tutti i costi.
<< Sono l’unica ragazza della scuola, a dir la verità >> precisò Nadiya sorridendo, questa volta con una carica di sensualità che Narcissa trovò perfettamente fuori luogo. In un attimo, con quella sola mossa probabilmente studiata fin dall’inizio, la fanciulla si era conquistata l’attenzione di buona parte degli studenti maschi. Angosciata da questo, Narcissa si voltò velocemente per controllare lo sguardo di Lucius e lo trovò inaspettatamente indirizzato verso la sua persona, a differenza di tutti che sembravano assurdamente ipnotizzati dalla nuova arrivata. Gli sorrise rapidamente in segno di gratitudine per evitare di suscitare domande da parte sua e poi tentò di scacciare l’irritazione provocata dalla vista di quell’insopportabile ospite per concentrarsi sul cibo, visto che era stata finalmente concessa loro la possibilità di mangiare.




In seguito ai noiosi minuti della colazione, trascorsa a sentir parlare della Russia e di Nadiya, Narcissa finalmente poté svincolarsi da quella morsa fatale e iniziare a seguire le lezioni. Uscire dalla propria stanza si era rivelato vantaggioso esclusivamente perché in quel modo non avrebbe rischiato di compromettere la sua media scolastica.
Il ricordo tetro delle ultime settimane ancora rimbalzava tra i meandri della sua mente, e oltre a ciò si era unito anche l’entusiasmo generale per i nuovi arrivati da cui lei si discostava orgogliosamente; tuttavia, nonostante questo Narcissa era ben felice di rifugiarsi nello studio per anestetizzare qualsiasi tipo di pensiero e attenuare le sensazioni negative che quella mattina insolita le aveva trasmesso.
Si diresse come di consueto verso il corridoio che conduceva all’aula di Pozioni e si sorprese quando una voce la chiamò da dietro.
<< Ciao. Tu eri di fronte a me a colazione prima, dico bene? >>
Gli occhi altezzosi di Nadiya la fissavano con debita formalità attraverso le ciglia accuratamente dipinte di nero. Era evidente che la ragazza si stesse sforzando con tutta se stessa di risultare cordiale quel poco che era richiesto dai rapporti civili. Le stava sorridendo, ma si trattava di un sorriso attentamente studiato, privo di alcuna sincerità, e Narcissa non si lasciò impressionare dai suoi modi.
<< Sì, è esatto >> rispose, degnandola appena di uno sguardo mentre continuava a procedere verso la propria classe.
Nadiya sbatté velocemente le palpebre per qualche secondo, evidentemente turbata dal trattamento appena ricevuto, ma poi accelerò il passo per cercare in tutti i modi di raggiungere la fanciulla e superarla.
<< Potresti indicarmi l’Aula di Pozioni? Sai, avrei potuto chiederlo a tutti quei ragazzi della tua Casa che hanno preso a cuore la mia situazione, ma avrei davvero voglia di respirare un po’. Puoi aiutarmi? >> le domandò, parandosi poco gentilmente davanti a Narcissa in modo tale da non essere più ignorata da lei.
<< In effetti è proprio lì che sono diretta. Puoi seguirmi, se vuoi >> le concesse Narcissa, profondamente irritata dall’atteggiamento di sfida che la ragazza stava tenendo nei suoi confronti.
<< Grazie. Ah, io sono Nadiya Kozlov, ma questo già lo sai >>
<< Narcissa Black. Questo di sicuro non lo sai. >>



Tuffarsi nello studio si era dimostrato più difficile di quanto previsto, dal momento che Narcissa non aveva minimamente considerato il fatto che Nadiya aveva la sua stessa età e che di conseguenza avrebbe potuto frequentare molti dei suoi corsi. Per tutte le lezioni a cui aveva partecipato quel giorno si era ritrovata a combattere contro il fastidio che la vicinanza di quell’odiosa russa le instillava e aveva seguito poco o niente di quel che aveva detto i professori, così ora era diretta in Biblioteca per cercare di combinare qualcosa almeno lì. Era in procinto di superare la porta della Sala Comune quando questa si aprì, rivelando la presenza di Lucius, che rimase stupito nell’osservare Narcissa avanzare come una furia.
<< Ho già assistito ad una scena simile e all’epoca avevi delle intenzioni omicide nei miei confronti. Spero che non sia così anche stavolta >> esclamò Lucius, avanzando verso di lei per arrestare la sua corsa.
<< Non ti ci mettere anche tu, Malfoy, per favore >> sbuffò la fanciulla, indispettita dal fatto che il giovane fosse perfettamente di buon’umore come tutti.
<< Ok, come non detto, siamo nella stessa situazione. Cosa ho combinato oggi? >>
<< Niente, lasciami passare, ho fretta. >>
Stavolta Lucius la bloccò prendendole delicatamente la vita tra le mani e iniziò ad accarezzarle piano la schiena per cercare di sciogliere i suoi muscoli tesi.
<< Lucius, ho veramente fretta. Devo assolutamente andare in Biblioteca a studiare >> protestò lei, tentando di rimanere concentrata sui suoi propositi per non cadere in tentazione e rimanere tra le braccia del ragazzo.
<< A quest’ora? Tra venti minuti ci sarà la cena, nemmeno il tempo di aprire il libro e già dovresti andartene. E comunque non puoi smettere di vivere per studiare, non ti fa
bene >> insistette il giovane, cercando continuamente lo sguardo sfuggente della fanciulla.
<< Non ho fame, non ho bisogno di mangiare. Quello di cui ho bisogno è di recuperare tutto ciò che non sono riuscita a fare. Ora scusami, ma sto davvero perdendo tempo >> esclamò lei con una voce insolitamente acuta che non le apparteneva. Si divincolò rapidamente dalla stretta di Lucius e riprese la sua insana corsa verso la Biblioteca.
Malfoy rimase per qualche secondo sconcertato dal comportamento della ragazza, poi decise di prendere in mano la situazione e avanzò di corsa verso di lei, afferrandola per i polsi e addossandola contro un muro deserto nelle vicinanze.
<< Ti si è per caso spento il lume della ragione? E’del tutto ovvio che tu abbia bisogno di mangiare, visto il tremendo periodo che stai attraversando. Per di più la scuola è iniziata di nuovo, di conseguenza necessiti di tutte le energie per sostenere il ritmo delle lezioni. Te l’ho già detto questa mattina >> affermò Lucius con convinzione, fissandola direttamente negli occhi in modo che lei non potesse evitare di ricambiare a sua volta lo sguardo. Finalmente Narcissa gli rivolse le proprie iridi azzurre, accese da un livore che non avevano mai posseduto prima.
<< So io di cosa ho bisogno, non sono stupida. E non mi trattare come una bambina, non ho bisogno di sentirmi ripetere sempre le stesse cose >>
<< Oh sì che lo sei, ti stai impuntando per un’assurdità, che oltretutto non giova alla tua salute >> insistette Lucius con forza, appoggiando le mani sul muro ai lati della testa di Narcissa per restringere la distanza tra loro e farle arrivare in modo diretto le proprie parole. La fanciulla sbuffò e serrò le palpebre per un secondo, evidentemente esasperata.
<< Lasciami stare >>
<< No, se proverai a sfuggirmi ti porterò di peso in Sala Grande e ti imboccherò anche, se necessario >>
<< Non hai alcun diritto di parlarmi così, possiedo la piena libertà di prendere le mie decisioni da sola >> sibilò Narcissa, alzando un sopracciglio con il chiaro intento di provocare il giovane. Come previsto, Lucius serrò pericolosamente la mascella e i suoi occhi lampeggiarono di pura rabbia, alla stessa stregua di un cielo che si prepara ad una tempesta. Narcissa era sicura che le avrebbe fatto una scenata memorabile, ed in parte ci sperava; del resto il periodo era già mortalmente tetro, perciò anche le cose con Lucius sarebbero potute peggiorare, coerentemente con l’andamento generale della sua vita.
Ma Lucius fece tutt’altro. Si avventò su di lei sì come una furia, ma non a parole, bensì investendola di baci atti a cancellare il clima di tensione che si era creato tra loro per via di quell’acceso scambio di battute. Staccò le mani dal muro per avvolgere completamente il corpo di Narcissa e poterlo modellare sotto il tocco passionale delle proprie dita. Mentre con le labbra e la lingua esplorava con foga la bocca della fanciulla, quasi come per togliere il veleno che aveva permeato le sue parole, con il resto del corpo si premeva contro di lei, facendola aderire del tutto al muro. Le mani esploravano ogni centimetro della figura di Narcissa, come se ne conoscessero il perimetro a memoria e ben presto anche le labbra del giovane cominciarono a seminare un percorso di baci: sugli occhi chiusi della fanciulla, sul bianco collo inarcato all’indietro dal piacere ed infine sullo sterno, raggiungendo una meta che fino a quel momento gli era stata preclusa. Esitò per un attimo, ma vide il volto confuso e allo stesso tempo acceso di desiderio di Narcissa e capì che poteva proseguire. La baciò ancora con passione e poi passò a sbottonarle la camicetta, in modo tale da facilitare il suo intento. Le prese delicatamente tra le mani un seno come se si fosse trattato di un bocciolo di rosa da preservare dalle rigidità invernali e adagiò le proprie labbra sui petali, regalando a Narcissa un piacere sconosciuto, intenso ed inebriante come il suo profumo. Non si era mai sentita così prima: i baci di Lucius erano l’unico nettare di cui non riusciva mai a saziarsi; avrebbe potuto cibarsi in eterno di quel frutto proibito, alimentata dal soffio vitale di quello scambio così intimo. Lucius era l’unico in grado di farla sentire realmente viva, e ogni volta riusciva nel suo intento in modo diverso, sorprendendola e muovendola alla commozione. Le loro labbra si incontrarono nuovamente, stavolta seguendo un ritmo più adagio, perché Malfoy voleva concedere a Narcissa il tempo di recepire il messaggio che le aveva inviato.
<< Sei la mia fidanzata, ho tutto il diritto di avere cura di te. Mi interessa il tuo corpo, la tua mente, il tuo cuore, la salute della tua intera persona è la mia preoccupazione più grande. Perciò non ti permetterò di prendere decisioni atte a rovinare la tua esistenza, non ti lascerò mai andare quando sei infuriata, anche a costo di incatenarti a questo muro per farti ragionare. Mi occuperò di te, sempre, perché sei mia, Narcissa, sei il mio pensiero costante, sei la mia felicità, sei il mio destino, la mia vita. E tu mi hai reso così, dunque smettila di respingermi come se non aspettassi altro che un mio allontanamento. Lo so che lo temi, a maggior ragione dopo che tua sorella se ne è andata, ma io … io ti amo e non ti farei mai del male. E’ un periodo nebuloso, questo, ma sei forte e intelligente, non ti lascerai abbattere dagli eventi. E se non desideri sopportarne il peso da sola, lascia che ne prenda un po’ sulle mie spalle, potrei perfino respirare al posto tuo se tu non ne avessi voglia. >>
Narcissa lo fissava, attonita, con gli occhi spalancati da un’infinità di emozioni che si mescolavano dentro di lei di continuo. Le sue iridi erano di nuovo luminose, animate da una luce riflessa nella contemplazione del viso di Lucius. Numerose lacrime cominciarono a scorrerle lungo il viso, fino ad esplodere in un pianto liberatorio, che la fanciulla sfogò sul petto del giovane. Malfoy la abbracciò, proteggendola con il suo corpo da tutto il dolore che aveva rinchiuso dentro di sé nelle ultime settimane.
<< Mi dispiace così tanto, Lucius. Non riesco a non pensare a quanto successo alla mia famiglia ultimamente e per di più oggi è stata una giornata tremendamente difficile. Non sono forte come mi descrivi tu, invece di ringraziarti per tutto ciò che stai facendo per me, me la sono presa con te e questo non è giusto. Scusami, io … io mi sento così sciocca, perché le tue parole hanno trasceso qualsiasi tipo di bellezza, mentre io so solo ferire con le mie parole. Ma non voglio ferirti, Lucius. Io ti amo, sei la prima persona che amo veramente. Non ho mai provato niente di talmente forte e profondo, nemmeno per la mia famiglia e voglio davvero essere tua, perché ci apparteniamo a vicenda. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per riordinare alcune cose dentro di me e vorrei che tu mi aiutassi >> sussurrò lei intrecciando una mano a quella del ragazzo, dopo che i singhiozzi ebbero cessato di sconquassarle il petto. Lucius le sorrise, un sorriso caldo e ampio che riscaldò il cuore di Narcissa, precedentemente paralizzato dai freddi pensieri che la stavano tormentando da tempo, e le donò una speranza nuova, la promessa di giorni migliori, migliori perché condivisi con la persona che amava.







Spazio Ringraziamenti: Carissimi, mi scuso profondamente per essere scomparsa, ma tra esami e malattia purtroppo ho avuto poco tempo da dedicare alla scrittura, sebbene il progetto del capitolo fosse già presente nella mia testolina. Chi mi conosce purtroppo sa che sono una ritardataria cronica, anche nel pubblicare, ma spero che non smettiate di seguirmi per questo D: Da parte mia posso dirvi che ce la metto tutta affinché il contenuto dei capitoli possa farvi scordare, almeno un pochino, il mostruoso ritardo con il quale essi vi giungono. Detto ciò, vi ringrazio infinitamente del vostro supporto e di farmi compagnia in questo percorso che si sta rivelando sempre più complesso e impegnativo, il che mi rende fiera del risultato. Il mio obiettivo è sempre quello di potervi emozionare in maniera differente, stuzzicando sensazioni nuove o remote così come la vita fa con me. Bene, concluso il mio solito papiro iniziale, passo a ringraziare tutti coloro che mi seguono: BekkaMalfoy, Felix394, Jude88, Krys e AnnA Black per le vostre recensioni, siete davvero preziosi!
Ringrazio inoltre le 17 persone che hanno aggiunto tra i preferiti la storia, le 21 persone che la seguono e le 3 che l'hanno inserita tra le ff da ricordare. Un abbraccio a tutti voi!

Cissy :)
  
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