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Autore: scrabble_wars    28/10/2015    0 recensioni
Dopo il doloroso sacrificio proposto da Vinculus per salvare il Libro del Re Corvo, Childermass e Segundus si trovano di fronte a nuove sfide che li porteranno a conoscere meglio il passato da cui dipende il loro destino.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: Violenza
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Prologo

La mattina del primo giorno d’inverno del 1818 un esercito di nuvole nere come la pece minacciò di gettare in un’ombra perpetua il povero villaggio di Starecross. La restante parte dello Yorkshire, insolitamente colpita dai più splendenti raggi solari, si limitò a prestare attenzione al fenomeno atmosferico che, tra i due, reputava più degno di nota.

Le stranezze che circondavano la sede della Scuola di Magia del signor Segundus erano tanto bizzarre quanto frequenti, a tal punto da diffondere la convinzione che quel piacevole tepore pomeridiano fosse frutto di un incantesimo diretto ai cieli di tutta quanta la contea e non, come chiunque altro sarebbe portato a pensare, una situazione di normalità rispetto all'incredibile aura che la scuola era solita emanare.

Nonostante un reale intervento sul clima della zona avrebbe infranto il divieto di estendere ogni conseguenza della magia oltre i confini della residenza di Starecross Hall, gli abitanti finsero di non curarsene e, slacciato qualche bottone il contadino o ritiratasi all'ombra di un albero ormai spoglio la nobildonna, la vita continuò come aveva sempre fatto.

Gli abitanti del villaggio di Starecross non erano, però, al corrente di quanti funesti presagi potesse portare con sé la comparsa di quelle nuvole che non riversavano violente piogge né generavano accecanti lampi.

Quando il primo sentore di magia iniziò a pervadere l'aria, il signor Segundus e il signor Childermass avevano appena iniziato la loro impresa quotidiana di trascrizione e traduzione del Libro del Re Corvo aiutati dal fatto che Vinculus sembrava volesse collaborare più del solito. Un piatto di stufato avanzato dal giorno precedente era bastato a restituirgli una sorta di pace interiore, corporea più che spirituale, e il torpore che lo aveva avvolto dopo il terzo bicchiere di chiaretto gli impediva di muoversi con la tipica agilità dell'accattone addestrato alla fuga.

I due maghi, giunti a un'area particolarmente fitta di annotazioni all'altezza della sua scapola destra, furono persino costretti a sostenerlo di peso quando la sonnolenza lo fece quasi addormentare sul posto. Per timore che, sbilanciandosi, potesse cadere nel camino, Childermass lo adagiò su una sedia in modo che lo schienale non creasse alcun intralcio. Usando le braccia come cuscino, Vinculus si addormentò con la testa sul tavolo della piccola stanza.

Segundus fu il primo ad avvertire un repentino cambiamento nell'atmosfera e una pressione insolita alle tempie. Con il tempo l'esercizio della magia l'aveva aiutato a comprenderla in modo più diretto e, contemporaneamente, la sua presenza si era manifestata sempre meno sotto forma di capogiri e fastidi vari, tuttalpiù come un piacevole formicolio. In quel momento, però, il suo corpo venne scosso da una sensazione familiare, anche se a lungo abbandonata.

Dal lato opposto della sedia, Childermass alzò lo sguardo dal foglio dove una macchia di inchiostro si stava espandendo nel punto in cui egli aveva rovesciato il calamaio. I muscoli della sua mano erano stati investiti da uno spasmo che egli pensava fosse dovuto all'istinto di proteggere Segundus nel momento in cui, con la coda dell'occhio, lo aveva visto collassare in avanti e agitare le braccia in cerca di un appiglio.

In un attimo fu al suo fianco per sorreggerlo e aiutarlo a raggiungere la poltrona accanto al fuoco.

"Signor Segundus, cosa...?" Childermass iniziò, solo per essere bloccato dalla voce spaventata di Segundus "C'è troppa magia, un tipo di magia che non mi è del tutto familiare".

In quel momento l'altro mago si portò le mani alle tempie come se la sua testa stesse minacciando di esplodere ed emise un grido strozzato misto a rantoli di dolore. Nello stesso istante Childermass fu investito da una sensazione spiacevole di panico misto a nausea e capogiri. Poco prima che svenissero entrambi, gli sembrò di sentire Segundus esalare il suo nome con un filo di voce.

Nella stanza calò un silenzio tombale.

I due maghi erano caduti a terra, chiusi in un abbraccio disperato che, speravano, avrebbe tenuto lontano ogni minaccia. Le dita di Segundus sembravano uncini sulla schiena di Childermass, il quale lo aveva attirato al petto, un braccio attorno alle spalle e l'altra mano a riparargli un orecchio, nel tentativo di schermargli il capo da qualsiasi cosa stesse provocando quelle fitte lancinanti.

Una folata di vento e Vinculus si svegliò con un sussulto dalla sua scomoda posizione precipitandosi alla finestra. Il suo volto si accartocciò in una smorfia a metà tra il timore e il disgusto quando, scostate le tende, notò la natura delle nuvole che fluttuavano al di sopra della casa. Sentiva la magia strisciare attraverso ogni pertugio, intrufolarsi tra le pietre sconnesse delle pareti e calare dalla canna fumaria con la forza trascinante del vento del nord.

Improvvisamente John Uskglass si materializzò nella stanza portato dalla nebbia.

Ogni volta che Vinculus era stato guarito da una malattia o, in tempi più recenti, riportato in vita, aveva avvertito ciò che della sua magia restava nell'aria, ma non gli era mai stato permesso di contemplarne le sembianze. Tra tutte le cose che lo stupirono, rimase impressionato da quanto il suo aspetto fosse poco regale. Era vestito con stoffe sicuramente molto preziose, eppure la sua statura e l'espressione che aveva sul volto non contribuivano all'aria carismatica con cui Vinculus era convinto ogni re nascesse. Vinculus sapeva che, nel mondo da cui proveniva, era considerato ancora molto giovane, eppure sembrava un uomo anziano, stanco e dall'aria malinconica.

Poco prima che potesse dare voce ai suoi pensieri riguardo a questa incongruenza, il Re Corvo lo immobilizzò con un semplice gesto lasciandolo, però, senziente. Gli donò il ricordo della sua presenza tangibile, molto raro per un cristiano, ma meritato in queste precise circostanze. Gli incantò la memoria, vi instillò la conoscenza del proprio destino e, inoltre, impresse nella sua mente alcune istruzioni utili ai due maghi che si erano dimostrati adeguatamente rispettosi nei confronti del Libro.

Le sue erano sempre state istruzioni perfettamente comprensibili agli abitanti dei suoi altri regni, ma nel momento in cui venivano pronunciate in termini umani erano costrette a subire l'effetto di un filtro che ne cancellava ogni sfumatura. Per questo motivo aveva accettato Vinculus come portatore delle sue parole - nonostante le circostanze che le avevano impresse sulla sua pelle erano quanto di più casuale e insensato potesse esistere - perché la sua capacità di espressione andava oltre le semplici parole e la sua coscienza non era costretta in catene. Eppure il pezzo più prezioso tra gli scritti del Re Corvo era diventato sempre più difficile da riparare e richiedeva costanti cure. Le ulcere, le ferite e le naturali increspature della pelle lo stavano rendendo illeggibile e per questo motivo il Re decise che, nel giro di qualche giorno, il fardello sarebbe passato a un Libro più adatto a ospitare la nuova profezia.

Stava per andarsene quando si accorse che gli occhi di Vinculus, incassati nell'immobilità del viso, si stavano spostando con insistenza dal suo volto all'ammasso inerte formato da due individui accasciati sul freddo pavimento della stanza. Con passo incredibilmente lento e senza fare il minimo rumore si mosse nella loro direzione, appoggiò un ginocchio al suolo, avvicinò delicatamente una mano al volto di Childermass e gli scostò i capelli dal viso per osservarlo meglio. Rimase come congelato nella stessa posizione per qualche minuto, con lo sguardo fisso su ogni dettaglio. Poi passò a Segundus, più difficile da identificare perché ancora stretto tra le braccia dell'altro, ed eliminò la tensione dalle sue mani che stavano ancora aggrappate al dorso dell'altro mago. John Uskglass sembrò pensare per un attimo ai singoli corpi, al loro insieme. Con un polpastrello sfiorò il centro della fronte a entrambi prima di rialzarsi.

Senza dire una parola, ma gettando un'ultima occhiata in direzione di Vinculus, il Re Corvo sparì.

   
 
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