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Autore: malpensandoti    28/10/2015    5 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
Scars

But you’re miles away
You’re breaking up, you’re on your own
It’s hard to take
I need an hour just to say hello
And I can’t make the truth of this work out for you or me


 
 


 
Si è scordata per l'ennesima volta la sciarpa a casa e Bootle, quella sera, sembra anche più fredda del solito.
Il campo da rugby che si estende davanti ai suoi occhi lucidi è illuminato da grossi lampioni quasi accecanti, e i ragazzi che lo stanno occupando in questo momento sembrano immersi in una lunga e seria conversazione con il proprio allenatore, il signor Graham, un uomo sulla quarantina che Georgia ha conosciuto a una partita del genere, qualche anno prima.
Oscar è impeccabile come sempre: dentro alla sua divisa bianca e azzurra sembra incredibilmente a suo agio. Sorride e prende in giro le gambe da gallina di Niall, che in risposta gli afferra il collo da dietro e cerca di farlo sbilanciare. Vengono rimproverati l'attimo successivo.
Georgia è nervosa, ha i denti che battono all'impazzata e sa che non si tratta del freddo: ha paura e nemmeno lei sa il perché.
Gli spalti sono pieni di genitori e amici di entrambe le squadre e Cyndi, sotto di lei, non fa che finire e accendere sigarette. “È l'unico modo per non patire il freddo” si è giustificata, quando Zayn glielo ha fatto presente.
Sono tutti spostati verso sinistra, in linea con la panchina dove adesso Oscar sta appoggiando la felpa con lo stemma della loro squadra, lasciando scoperta tutta la pelle bruna delle braccia.
Georgia rabbrividisce involontariamente.
“Quanto amo i rugbisti”
Con la coda dell'occhio, vede Suki sospirare in modo plateale, mordendosi le labbra con fervore.
È seduta sulla gradinata più alta rispetto alla sua e sembra che nemmeno il freddo riesca a deturpare la bellezza del suo volto. Tiene il mento alzato e i capelli legati in una coda alta, che le evidenzia gli zigomi pronunciati e la pelle chiara, simile alla neve. Indossa un cappotto lungo e nero e Georgia quasi si sente in imbarazzo a vederla così bella e a suo agio anche in mezzo al freddo e a sconosciuti.
Di fianco a lei, si vede Louis alzare gli occhi al cielo, senza replicare all'evidente frecciatina.
“Concordo – risponde però Cyndi di fianco a Zayn – Hanno il loro perché. A parte Niall, ovviamente. Guardalo lì, sembra una ragazzina in mezzo a un branco di uomini muscolosi”
Sono ormai passate le sei e c'è buio e freddo, sono due giorni che Georgia non vede Harry ed è la prima volta che gli amici di Niall si fanno vivi a una partita di rugby. L'ha sorpresa trovarli tutti lì in una sola volta, Oscar non gliel'aveva detto.
“Niall è la mascotte della squadra – ridacchia Liam, che accanto a Louis sta fumando una sigaretta con lunghe boccate – Non credo lo faranno giocare. Non credo nemmeno che giochi veramente a rugby”
Non è la prima volta che Georgia li sente ridere di Niall e, nonostante sia quasi certa che lo facciano semplicemente per scherzare un po', non l'è mai piaciuto il modo con cui sembrano trattarlo, come se fosse un bambino ridicolo.
È qualcosa che fa funzionare la loro amicizia, questo lei lo sa, ma c'è comunque una parte dentro la sua testa che la fa rattristare a quelle parole.
È come se nemmeno ci provassero, a credere in Niall.
Così “Niall è davvero bravo, in realtà – mormora, guardando verso il campo per evitare gli sguardi curiosi che ora si sente addosso – Insomma, è veloce. E il suo ruolo richiede di essere, sì, veloce”
Si schiarisce la voce e si fa più piccola dentro al giaccone imbottito, cercando di nascondere il rossore delle sue guance struccate contro la cerniera gelida.
Nessuno parla e lei si sente un'idiota, si sforza di rimanere immobile con gli occhi fissi su Oscar e nella sua testa sa che sarebbe dovuta restare zitta.
“Georgia, tesoro – la richiama Suki a quel punto, e quando la guarda, lei riesce a vederle un'espressione seriamente preoccupata, come la sua voce – Non hai una cotta per Niall, vero?”
No! – Georgia spalanca gli occhi e si tende tutta – No, certo che no”
Ha le guance in fiamme e tanta voglia di tornare a casa, Suki tira un sospiro di sollievo e “Grazie a Dio” mormora, appoggiandosi a Louis che non dice niente.
“Credi che sia così disperata, Suki? – domanda a quel punto Liam con una risata, per poi scivolare sulla gradinata e sedersi accanto a Georgia – Scommetto che ci sono milioni di ragazzi che stanno aspettando questo zuccherino”
Non le sono mai piaciuti i modi maliziosi di Liam, Georgia si è sentita a disagio con lui fin dal primo momento in cui l'ha visto. È un bel ragazzo, simpatico anche, ma tipi così determinati e così pieni di insinuazioni l'hanno sempre fatta sentire fuori posto e rigida.
Anche adesso, mentre lui la guarda con quel sorriso, lei non può che sbattere gli occhi e mordersi il labbro, incerta su cosa rispondere.
“Grazie?” prova, in modo stupido.
Cyndi scoppia a ridere e “Lasciala stare, Payne. La stai mettendo a disagio” esclama, scuotendo la testa con esasperazione.
È Zayn, comunque, quello davvero in grado di rassicurare Georgia. Mentre Liam e Cyndi iniziano a discutere su chi sia più imbarazzante di chi, lui le si avvicina, le mostra dallo schermo del suo telefono ormai vecchio i suoi quadri preferiti, le chiede se come lui sia appassionata d'arte e chi sia l'artista che più le piace.
Georgia torna a sorridere, a stare un po' meglio e, quando il fischio d'inizio rimbomba verso gli spalti, è decisamente più leggera.
 

 
 
La squadra di Bootle vince contro quella in trasferta di Halifax, in una partita regolare e divertente.
Un compagno di Oscar dà una festa nel suo appartamento per festeggiare la vittoria e lui è troppo felice perché Georgia si rifiuti di venire.
Ci sono entrambe le squadre, diversi amici dei giocatori e fin troppe ragazze semi nude e ubriache.
Nonostante questo, Georgia è contenta di essere venuta. Stranamente, si sta divertendo.
Sono al quarto giro di poker e Liam non fa che perdere, Suki invece sembra una giocatrice professionista e lei sta giocando con Zayn che con un sorriso le sta bisbigliando dentro all'orecchio le regole della partita. Ha deciso che il poker non fa per lei, ma finché è al sicuro nella cucina di quell'appartamento vittoriano, può andare bene.
Sul tavolo ricoperto da una tovaglia a fiori, oltre alle carte, ci sono bottiglie vuote e bicchieri di plastica dimenticati da qualcuno, Liam beve un sorso dal suo e commenta: “Questa mano è anche peggio di quella prima”
“Woah, Liam – dice Suki, intenta nell'osservare le carte tra le sue mani e fumare la sua sigaretta senza sporcarsi i pantaloni con la cenere – Non fai schifo solo in amore, ma anche nel gioco”
Georgia e Zayn ridono appena, lui beve un sorso di birra dalla sua bottiglia di birra e poi “Dovresti ritirarti, amico” suggerisce a Liam, mentre un paio di ragazzi dell'altra squadra entrano in quel momento nella cucina.
“Va' a farti fottere, Malik” risponde il suo amico, con un sorriso.
Georgia osserva i due nuovi arrivati scoppiare a ridere ubriachi e appoggiarsi al frigorifero rosso, cercando un modo per aprirlo, inutilmente.
Si fa vivo anche Niall a quel punto, varcando la soglia della stanza con le braccia alzate in aria e le mani che reggono due bicchieri. Ha gli occhi arrossati dalla situazione e un sorriso grande, bianco e dritto.
“Raggio di sole! – strilla, quando le sue pupille dilatate incontrano quelle confuse di Georgia – Ti abbiamo cercata dappertutto. Tieni, questo è per te”
La raggiunge dentro i suoi jeans strettissimi e a quella camicia in flanella rossa, allungandole un bicchiere e sorridendole, come per incoraggiarla.
Georgia aggrotta le sopracciglia e non capisce, quindi Suki dà bocca alle sue domande: “Stai cercando di drogarla, Horan?” domanda, scetticamente.
Niall si finge parecchio offeso, rotea gli occhi e sbuffa. “Certo che no. Ma è una festa e tutti devono bere. Quindi anche Georgia. Parola di Oscar, che si sta mangiando la faccia di Cyndi sul divano”
Lei ha la decenza di arrossire, mentre afferra con un sorriso gentile il bicchiere e lo stringe tra le dita. È un liquido non troppo denso, di un arancione indefinito.
“Beati loro – commenta Suki monocorde, appoggiando una carta sul tavolo – A proposito, hai visto il mio ragazzo?”
“Sì – Niall ritorna sui suoi passi, lascia una pacca sulla spalla a uno dei due ragazzi accanto al frigo e si finge serio – Si stava baciando con una ragazza molto figa, l'ultima volta che ho controllato”
Suki nemmeno alza gli occhi dal gioco mentre canticchia: “'Fanculo, Horan”
Il ragazzo scoppia a ridere ed esce dalla stanza, Georgia si bagna le labbra con il proprio bicchiere e sorride.
Si sta divertendo, sì.
 
 
 
Le si è addormentata l'intera gamba sinistra.
Georgia socchiude gli occhi e cerca di muovere l'arto sotto il tavolo, senza troppi risultati.
Non sono passati nemmeno cinque minuti da quando ha appoggiato il bicchiere vuoto sul tavolo e sa per certo di non essere ubriaca. Eppure la sua testa pesa, la sua mente fa fatica a connettere e lo stomaco sembra arricciarsi su se stesso da quanto sia acuto il fastidio.
Si è a malapena accorta che Louis ha affiancato Suki al tavolo e che Liam ha perso di nuovo, la vista è quasi sfocata e i suoi pensieri lenti, scostanti.
“Hai detto qualcosa?” sente la voce Zayn ovattata chiederle e quando si volta nella sua direzione, il ragazzo ha le sopracciglia inarcate dalla confusione.
Georgia contorce il volto in una smorfia di dolore e scuote la testa, il respiro appena più pesante. “No, io...io devo andare in bagno” mormora, ma non sa quanto effettivamente le sue parole siano state sentite.
Ha improvvisamente caldo, nonostante la giacca appesa alla sua sedia. Si sente la fronte bruciare, così come lo stomaco, i polmoni.
Sta cercando di non andare nel panico, di non lasciarsi travolgere da quella sensazione di angoscia che sembra appesantirle il passo e le ossa. Ha disperatamente voglia di dormire e di strapparsi il ventre.
A malapena capisce di essersi alzata in piedi, le sue gambe si muovono per qualche secondo prima di cedere come edifici instabili contro il pavimento che sembra troppo freddo contro i palmi delle sue mani.
Emette un gemito di dolore e chiude gli occhi, come se potesse scomparire e far scomparire il malessere.
È Zayn il primo ad aiutarla, Georgia lo riconosce dalle mani d'artista contro i suoi vestiti, dal profumo intenso che gli ha sentito per tutta la serata.
Le scosta i capelli dal volto arrossato, con cura le fa aprire gli occhi.
“Mi...mi fa male lo stomaco” Georgia balbetta, piange.
È quasi patetica.
“Solo lo stomaco? – le domanda gentile lui, inginocchiatole di fianco con gli occhi velati dalla preoccupazione – Riesci a camminare? A respirare?”
“Io...” non lo sa, non ne ha idea.
È tutto troppo lento, le parole non arrivano alla bocca, i pensieri non raggiungono il filo logico che basta per farli risultare coerenti, sensati. Si sente impotente, sopraffatta dal dolore e il fastidio.
“Non lo so, è stato Niall. Credo birra, non so – sente Zayn dire, prima che torni a concentrarsi su di lei, le mani ancora strette alle sue braccia sottili – D'accordo, Georgia. Adesso calmati, okay? Non succede niente”
Lei non capisce perfettamente, sa solo che a un certo punto le lacrime iniziano a pungerle gli occhi come spilli e ogni cosa sembra ancora più lontana e dolorosa. Ha il ventre che si contrae disperato.
“Georgia” qualcuno la richiama, in modo quasi autorevole.
Alza gli occhi in modo involontario, percependo le tempie pulsare. C'è lo sguardo di Louis adesso, le sue ginocchia contro il pavimento, le presa delle dita contro il suo gomito tremante.
“Stai avendo una reazione al glutine nella birra – vede le sue labbra sottili muoversi in modo lento, preciso – Va tutto bene. Ti sentirai spaesata e debole per un po', ma è okay. Respira, devi respirare”
Non si è era nemmeno accorta di aver smesso di respirare, ma la presenza di Louis ha il potere di tranquillizzarla. La sta guardando con gli occhi socchiusi, seri e vivi che per un attimo Georgia si chiede se siano solo immagini dettate dal delirio della sua testa.
Sembra che lui ci tenga davvero.
“Louis...” grazie.
Non riesce a parlare.
Le vengono in mente le spalle larghe di Harry, il modo in cui forse a questo punto le stringerebbe i polsi, le guance. Il modo in cui le parlerebbe a bassa voce, le sue parole forti, i suoi occhi acquosi.
“Lou, portala a casa – è la voce di Suki questa, ora molto più rigida e allarmata – Sei l'unico con la macchina che riesce a guidare”
Georgia lo vede tentennare, guardare Zayn come se nei suoi tratti potesse leggerci una risposta. Louis poi sospira e annuisce velocemente, leccandosi il labbro inferiore.
“Okay – dice – Andiamo”






 

 

 

 

  
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