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Autore: ___Page    31/10/2015    2 recensioni
Sono passati due anni dall'inaugurazione del locale di Sanji, Zoro e Law e tutto va a gonfie vele,al ristorante, alla scuola di danza e nelle loro vite.
Ma un nuovo spettacolo si avvicina e nuovi conflitti e amori prendono forma tra prove di musical e serate latine. Riusciranno gli allievi di Violet, Nami e Bibi a fare i conti con i propri sentimenti, a ritmo di musica e battiti di cuore?!
Ecco a voi il seguito di Shall we dance.
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass, Kidd, Nojiko, Penguin, Trafalgar, Lamy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Applaudo con foga unendomi al pubblico, protetto dalla quinta e al colmo dell’emozione.
Sono stati fantastici! Eccezionali!
Mi spiace non avere partecipato solo alla prima parte della coreografia, lo ammetto, ma adesso abbiamo il tango, anche se purtroppo si tratta di un balletto a tre. Mi basta questo pensiero per spegnere buona parte del mio entusiasmo e il mio sorriso si affievolisce mentre continuo ad applaudire indefesso, spostando però gli occhi a cercarla.
Quando ce l’hanno proposto ero semplicemente esaltato. Bella l’idea, bella la storia.
Il tango di Roxanne che parla di una prostituta che si innamora e viene uccisa per gelosia. Non facevamo che scherzarci le prime settimane, la nostra intesa intatta proprio come il nostro rapporto. Anche la scelta dei ruoli non poteva essere più azzeccata dal mio punto di vista, io nei panni dell’amante davvero innamorato e Robb in quelli dell’assassino a sangue freddo.
Peccato che i ruoli ora si siano invertiti. Non nel senso che io sia diventato un assassino a sangue freddo, ovvio, anche se l’istinto omicida quando vedo in giro quel bastardo di un americano a volte lo provo. Non è semplice gelosia. Glielo leggo negli occhi che non ci si può fidare di lui, che Lamy non è al sicuro con lui.
Resta il fatto che Lamy ha scelto lui, che ormai il nostro rapporto è ridotto in cenere, che siamo solo due ballerini e non siamo più amici, figuriamoci qualcosa di più. Tutto per colpa di quello stupido, maledetto litigio. È da allora che le cose sono peggiorate e io non so cosa fare, mi sento impotente.
Spero solo che tutto questo non si percepisca anche sul palco. Le coreografie finora sono andate tutte bene ma ballare questo tango con lei, così passionale e pieno di sentimento, se prima era divertente ed eccitante adesso per  me è diventata una tortura.
Mi acciglio nel notare che non è più dietro la quinta da cui ha seguito tutto Cell Block, i capelli sciolti sulle spalle e l’abito rosso di scena già addosso. Una cosa da fermare il cuore tanto è bella, dico davvero.
Mi domando dove sia andata ora.
-Ehi!-
Mi giro di scatto e il cuore mi si ferma davvero quando me la ritrovo davanti, il capo appena inclinato e un radioso sorriso sul volto, mentre i nostri compagni finiscono di prendersi i loro meritati applausi e il sipario comincia a chiudersi lentamente.
Tra poco libereranno il palco per noi e io vorrei fare loro i miei complimenti ma non riesco a muovermi da qui, mi sento come ipnotizzato. Da quanto non mi sorrideva così?!
Perché non posso fermare il tempo?!
-Ehi- rispondo, non riuscendo a non sorriderle in risposta.
-Agitato?!- domanda, avvicinandosi, gli occhi che brillano. Deglutisco a vuoto mentre il suo profumo agrumato mi avvolge e mi stordisce appena.
-Come prima di qualsiasi pezzo- rispondo portando una mano ad accarezzarmi la nuca mentre lei ridacchia.
È così vicina che mi basterebbe allungare una mano per poterla afferrare per la vita e trascinarmela contro e sto per cedere all’istinto e farlo per davvero quando i nostri compagni si riversano dietro le quinte e la vita di Lamy viene avvolta dal braccio di qualcun altro.
Mi pietrifico sul posto mentre Robb se la appiccica al fianco e la bacia sulla tempia.
-Tutto a posto?!- domanda poi, spostando lo sguardo da lei a me e fulminandomi.
Gli restituisco il favore, mentre indurisco la mascella e ringhio molto più che arrabbiato. Non è solo perché lo odio. Non è solo perché non sopporto di vederlo così con Lamy. È anche per l’espressione di Lamy in questo momento, nonostante sia appoggiata al suo petto con una mano, nonostante si stia complimentando con lui per la performance, c’è tensione nei suoi occhi e sono certo che non sia semplicemente una mia impressione il fatto che non sembri stare per niente bene lì dov’è.
Avanzo di un passo stringendo i pugni e mi trattengo a stento dall’intimargli di lasciarla andare.
Nessuno, nessuno può permettersi di far stare così Lamy!
-Ci vediamo tra un attimo sul palco allora- lo sento dire prima di baciarla di nuovo, facendola rabbrividire, stavolta non mi sfugge.
Si allontana, per bere o asciugarsi il sudore, non lo so e non mi frega e Lamy torna a dedicare totalmente la sua attenzione a me.
Sobbalza quando riporta gli occhi sul mio volto e io capisco che devo fare paura, ma non accenna neppure a indietreggiare di un passo.
-Pen che hai?- domanda, invece, le sopracciglia corrugate e il tono preoccupato.
-Perché?!- domando, quasi ringhiando, senza riuscire a trattenermi -Perché stai con lui, Lamy?! Non lo vedi che razza di persona è?!-
Sgrana gli occhi, sconvolta e incredula, non so se dalla mia rabbia o dal mio intromettermi così palesemente e poi li socchiude, portando le mani ai fianchi, visibilmente arrabbiata.
-Perché, sentiamo, che persona sarebbe?!-
Le mie iridi sbiancano e io resta senza parole per un attimo. Non posso crederci, non posso credere che siamo di nuovo a questo punto.
-Si vede lontano un chilometro che non vuoi stare con lui- sibilo -Sei quasi spaventata quando ti è vicino e non ti biasimo. Devi lasciarlo Lamy, mettere più distanza possibile tra voi. Non è affidabile, non è una brava persona- snocciolo, senza ormai più freni né filtri.
-Oh tu puoi permetterti di dirlo dopo un’accurata analisi del suo carattere portata a termine senza avergli mai nemmeno rivolto la parola vero?! Sai cosa Pen?! Questa è la mia vita! Sono le mie scelte e tu non devi metterti in mezzo, chiaro?! Non sono affari tuoi!- mi fredda e io indietreggio come colpito da un pugno.
Cosa… ha detto?!
Questa non è lei, non è la ragazza che conosco io, non è la mia Lamy!
E io non ne posso più!
Non ne posso più di stare così male, di litigare per causa di quel bastardo!
La guardo e sorrido, cattivo, me ne rendo conto ma non posso farci niente.
-Bene. Come vuoi. Poi però non venire a piangere da me quando le cose non andranno come pensavi- mormoro glaciale come non mai, sconvolgendola.
Rimane immobile a fissarmi, quasi tremante ma io non riesco a provare niente.
Riesco solo a squadrarla con qualcosa che assomiglia pericolosamente a disprezzo, prima di allontanarmi da lei senza una parola.
 

 
***

 
Rimango immobile dove sono, il respiro affannato e il cuore che pulsa a mille nella cassa toracica.
L’odore di Pen impregna ancora l’aria intorno a me e la sua voce rimbomba nella mia testa mentre mi porto una mano altezza seni.
Cosa diavolo è successo?!
Cosa sta succedendo?!
Quello… quello non era lui! Pen non mi direbbe mai… lui…
Mi sento improvvisamente vuota, lo stomaco stretto in una morsa e il cuore che urla per il dolore. Non capisco, non capisco cosa mi stia succedendo e porto svelta due dita a bloccare le lacrime che minacciano di uscire dagli angoli dei miei occhi, facendomeli pizzicare.
L’ho portato al limite, solo ora me ne rendo conto. È vero, avevamo litigato, lui non sarebbe mai stato d’accordo con la mia relazione con Robb ma non ho mai voluto perderlo. Eppure non ho fatto niente per sistemare le cose tra noi, convinta che, solo ora lo vedo, continuare a ballare insieme avrebbe riportato tutto alla normalità.
Ma non c’è niente di normale in quello che è appena successo, nel modo in cui mi sento, nel modo in cui mi ha parlato. Non c’è niente di normale in quello che mi ha detto perché non è da Pen dire quelle cose.
La mia mano si sposta sulla mia fronte mentre realizzo tutto questo in un’unica micidiale botta che mi sega le gambe, una situazione alquanto pessima visto che devo uscire sul palco tra un attimo.

[Il tango di Roxanne - Moulin Rouge]

Nel momento in cui lo penso le prime note del tango prendono a diffondersi per la sala, giungendo fino a me e riscuotendomi. Devo entrare in scena. Sbatto le palpebre e faccio un profondo respiro, imponendomi calma e lucidità prima di avanzare verso il centro del palcoscenico ancora completamente buio, senza preoccuparmi di controllare l’abito rosso e corto che indosso o senza verificare di avere messo abbastanza pece sulle suole.
Devo tornare in me, dannazione!
Mi fermo al centro esatto, chiudendo gli occhi per concentrarmi e contando mentalmente un po’ per essere sicura di non sbagliare l’attacco, un po’ perché ho bisogno di non pensare.
Ho disperatamente bisogno di non pensare.
L’occhio di bue si accende su di me quando la musica si fa più decisa e io sollevo sicura il braccio in un gesto secco, riportandolo in basso mentre disegno un rond a terra con la gamba opposta.
Il palco è mio adesso, senza nessun altro tranne il faro che mi illumina e segue i mie movimenti, mentre mi sposto, accennando dei passi di tango solitario in attesa di uno dei miei due partner.
Le luci cominciano ad alzarsi, prima soffuse e poi sempre più forti, il segnale che manca poco all’entrata di Robb e io cerco di svuotare la mente, facendo di questo momento una valvola di sfogo e non una semplice esibizione. Sento che sto riacquistando energie e tornando in me e la morsa allo stomaco si allenta un po’.
Sì, così va decisamente meglio.
Il sollievo è tale che mi devo trattenere dall’aprirmi in un sorriso, d’altra parte questa è una coreografia drammatica, e neanche mi accorgo di Robb che cammina verso di me a passo deciso finché non mi afferra il polso e mi fa voltare verso di lui, trascinandomi a sé con simulata violenza.
 
Roxanne
You don't have to put on that red light
Walk the streets for money
You don't care if it's wrong or if it is right
 
È strano, lo abbiamo provato per mesi ma non posso fare a meno di sobbalzare davvero spaventata. Mi ritrovo il cuore in gola mentre i suoi occhi agganciano i miei, rivelando una luce che non avevo mai visto. O, forse, a cui non avevo mai fatto caso.
Mi lascio andare contro di lui e trascinare lungo il palco ma una strana sensazione mi fa rabbrividire. Non mi sento al sicuro e questo non va bene per niente. Va bene l’immedesimazione ma così è troppo. Mi sento terrorizzata.
 
Roxanne
You don't have to wear that dress tonight
Roxanne
You don't have to sell your body to the night
 
Ma non è decisamente il momento, ora devo ballare e concentrarmi.
La presa sul suo polso non si allenta e fa quasi male mentre mi afferra la gamba dalla coscia e se la porta intorno alla vita, prima di farmi disegnare un semicerchio piegando la schiena in un cambré all’indietro.
Ci spostiamo verso il lato del palco, decorato con sedie e tavolini da bar, stile Moulin Rouge e, dopo un’ultima pirouettes mi lancio in una serie di chaines per tornare al centro da sola.
Mi immobilizzo e il cuore mi perde un battito.
 
His eyes upon your face
His hand upon your hand
His lips caress your skin
It's more than I can stand
 
Mi muovo verso Pen come in trance, mentre camminiamo in cerchio, avvicinandoci lentamente.
Tutt’a un tratto mi sembra di stare improvvisando tutto, non mi ricordo un solo passo, lo fa il mio corpo per me. Sono senza fiato per il fatto di essermelo ritrovato davanti così anche se lo sapevo che era la sua battuta d’entrata. Non so cosa mi sta succedendo.
Mi accarezza una guancia con il dorso della mano e io vorrei fermare il tempo mentre intanto mi piego appena per disegnare un nuovo rond a terra e annullare completamente la distanza tra noi.
 
(Roxanne)
Why does my heart cry?
(Roxanne)
Feelings I can't fight
You're free to leave me, but just don't decieve me
And please believe me when I say I love you
 
Mi getto tra le sue braccia ed è come una boccata d’aria dopo troppo tempo in apnea.
Mi lascio andare e un attimo dopo siamo solo io e lui, come quella sera prima del compleanno di Baby.
Gli giro intorno e mi appoggio al suo torace mentre slancio le gambe in aria, disegnando un semicerchio prima con una e poi con l’altra e mi dimentico che siamo sul palco, mi dimentico Robb, mi dimentico qualsiasi cosa che non sia Pen e la sensazione di sicurezza che mi da.
Sono passi di tango anche questi ma a ballarlo con lui diventa una cosa quasi dolce e mi rendo conto che sto improvvisando e che non me lo ha detto nessuno di farlo, quando gli accarezzo i capelli con la mano, fermandola sulla sua nuca.
Mi prende il polso per farmi voltare di centottanta gradi, ma è delicato e non so più se dipende dalla necessità scenica o è la mia percezione a essere cambiata.
Kami, ma che mi succede?!
Ancora degli chaines e sono di nuovo al centro del palco da sola.
Mi sento quasi una brava allieva che ripassa l’adagio della lezione precedente mentre spazio per il palco senza nessuno a intralciarmi, i miei ballerini di nuovo dietro le quinte in attesa del loro secondo ingresso.
Le luci si abbassano di nuovo fino a che mi trovo immersa nella penombra ed è questa improvvisa intimità con me stessa che mi manda in tilt. Non so se è il buio, la tensione ma ho paura.
Un brivido mi percorre la schiena e devo concentrarmi per rimanere focalizzata su cosa sto facendo ma mi sento spaventata ed è più forte di me, i miei occhi schizzano verso destra a cercarlo.
A cercare Pen. Non Robb.
Non voglio Robb, voglio Pen.
Voglio finire questa coreografia, in fretta, e non voglio più ballare con lui, mai più.
Ma la coreografia non è ancora finita e so cosa viene adesso e la paura che di sicuro si legge nei miei movimenti non è solo simulata. Non mi sento al sicuro, non mi sento al sicuro con Robb!
Non voglio più ballare!
Mi muovo per il palco completamente spaesata, mentre le luci si alzano di nuovo e io sono sull’orlo di un attacco di panico. I miei occhi schizzano da una parte all’altra mentre cammino, rischiando di inciampare e la musica sembra trapassarmi da parte a parte.
Da che quinta rientra Robb?!
Kami, sono in panico.  
Incrocio le iridi verdi e un lampo le attraversa.
Ha capito! Ha capito e sta venendo da me!
Il sollievo mi pervade e sto per lanciarmi verso di lui quando mi ritrovo a soffocare un grido nel sentirmi trascinare all’indietro.
 
(Roxanne)
Why does my heart cry?
(Roxanne)
Feelings I can't fight
(Roxanne)
You don't have to put on that red light
Roxanne
You don't have to put on that dress tonight
(Roxanne)
(Roxanne)
 
So che è così che deve essere ma non posso farci niente, mi sento morire quando mi ritrovo di nuovo tra le braccia di Robb. Una luce quasi sadica gli accende gli occhi e sento che sto per cedere al panico, se non che mi ritrovo a guardare Pen da sopra la spalla del mio ballerino e mi basta un’occhiata per tornare in me.
E, come previsto dal balletto, ora posso davvero correre da lui anche se solo per pochi attimi. Si fronteggiano a suon di pirouettes e tallevé, facendomi rimbalzare tra loro come la pallina di un flipper e io li lascio fare totalmente inerme. Ancora una volta la mia memoria corporea tampona quella mentale perché ora come ora tutto quello a cui riesco a pensare è che voglio stare tra le braccia di Pen, al sicuro.
Robb mi strappa a lui e io allungo un braccio oltre la sua spalla. Le nostre dita si sfiorano ed è come essere attraversata da una scarica elettrica. Non c’è recitazione nel mio dimenarmi per tornare da lui e lo inspiro a pieni polmoni quando mi prende in braccio, facendomi forza per arrivare in fondo a questa maledetta coreografia.
Mi deve quasi spintonare via per non farmi sbagliare il passo dopo e io mi ritrovo a girare come una trottola, passando dall’uno all’altro senza sosta, una presa a testa.
E finalmente ci siamo, al centro del palco io e lui, la mia mano che afferra la sua e Robb che ancora una volta mi trascina via per il gomito. Per l’ultima volta. Questa è l’ultima volta che glielo permetto, lo giuro.
Mi allungo verso di lui sinceramente disperata e giro intorno a Robb per tornare indietro, ma ora il suo braccio mi avvinghia per la vita e mi trattiene mentre con l’altra mano finge di tagliarmi la gola.
Mi lancia quasi fossi una palla e io mi esibisco in un’ultima catena di chaines per poi lasciarmi andare a peso morto tra le braccia di Pen che mi afferra e si piega nella posa finale prima che le luci si spengano e il buio torni a inghiottirci.
Assordante silenzio.
Questo è quello che segue mentre i miei occhi sgranati lo cercano nel buio. Dal poco che riesco a vedere anche lui sembra sconvolto e respiriamo affannati e immobili, senza alzarci per l’inchino finché l’applauso non esplode e ci riporta alla realtà.
Ci sbrighiamo a raggiungere Robb alla ribalta prima che le luci si riaccendano e non mi sfugge l’occhiata incarognita che mi lancia ma non mi importa. Rimango impercettibilmente più vicina a Pen mentre sorridiamo e ci inchiniamo insieme e faccio quasi fatica a prendere la mano di Robb quando entrambi mi accompagnano più avanti per prendere l’applauso dedicato a me.
Sorrido e mi inchino ma sento l’urgenza di abbandonare il palco.
E senza pensare, senza deciderlo in piena coscienza, mi ritrovo a correre verso la quinta da cui è uscito Pen, il più lontano possibile da Robb. 
  
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