‘’Oggi dietro la porta negli angoli sporchi mi conosco davvero.’’
Sfinita, bagnata dalla pioggia e gelata prendi le scale, un gradino, un altro, non terminano più, e tutto perché sei tu a fermarti a voltarti indietro con la speranza che possa inseguirti. Ma ti convinci che forse l’ha fatto già troppe volte, e che tu, sei costretta a rimangiarti quelle parole che fino a un secondo fa ti frullavano nella testa “Potrebbe essere l’inizio di una nuova vita”. Prenditela solo con te stessa, forse te lo meriti, hai sempre fatto la vittima, hai pianto di nascosto quando irrimediabilmente il tuo matrimonio era caduto in frantumi. L’hai odiato, gli hai sbattuto in faccia le sue responsabilità, le sue colpe e tu? Stai facendo esattamente la stessa cosa. Come può guardarti negli occhi ancora e ancora? Si fidava di te, ti aveva dato tutto quello che in dieci anni aveva desiderato fosse solo tuo, te lo sei presa, scrupolosamente e ne hai fatto quello che volevi, forse inizialmente anche ciò che sentivi, ma allora perché? Perché hai accettato di tenerlo lontano? Di mollarlo senza una spiegazione? Ci stai pensando ora poggiata alla parete della scala, mentre tenti di salirci piano piano. Pensi che lui non se lo meritava, che in fondo bastava solo rassicurarlo, dirgli quello che sentivi e se non eri pronta ti avrebbe capita, come ha sempre fatto, ti sarebbe stato comunque accanto, senza pretendere nulla, si sarebbe anche trattenuto, ma ti avrebbe tenuta stretta a sé. Egoista e vigliacca. Ti sei approfittata di lui e dei suoi sentimenti. “Tanto mi corre dietro da dieci anni non può mica fermarsi ora?” allora sei proprio stronza. Ma ora, ora che l’hai guardato, che hai visto i suoi occhi lucidi e delusi l’hai capito. Lui senza di te non ci sa stare. Hai Capito che lui ti ha dato tutto e tu, NIENTE.
Non sai come ci sei arrivata, ma ti senti fottutamente persa, questo posto non ti va più bene, e un nodo ti si attorciglia alla gola quando ti volti verso la porta di fronte alla tua. In quegli ultimi giorni ti era mancato bussarci di notte. Vederlo uscire con il suo splendido sorriso, avviarsi verso di te e sentirgli dire che gli eri mancata. Quella porta è chiusa. Da due lunghe settimane, e poche sono state le volte in cui l’hai incontrato sul pianerottolo, anzi forse solo una. C’era Tommy con lui, ma stranamente quel piccolo ometto dai capelli biondi, bello come suo padre, si era limitato a fissarti con un viso triste, ma legato alla mano di suo padre che invece ti stava evitando, chissà cosa gli aveva detto. Sai soltanto che quei due piccoli occhi ti stavano abbracciando. Hai deglutito e sei entrata dentro restando a guardarli dallo spioncino. Resistevi. Poi di giorno o di notte quando eri chiusa nelle tue quattro mura sporche, vuote senza di lui, leggevi un libro o bevevi una tisana, avevi preferito stare alla larga dalla camomilla, ma non potevi startene buona e far finta di non aver sentito la sua porta sbattere come se fosse un normale e sconosciuto vicino di casa. Avevi quella voglia matta e disperata di raggiungerlo. Un po’ come quando si era fatto crollare la libreria addosso, poco prima di fare l’amore. Quel trambusto che avevi sentito ti aveva fatto dannatamente sentir male, e lui lo sa che “è sempre stato una tua preoccupazione”. Ora giri le chiavi nella toppa, lasciandoti tutto alle spalle, quella vita che hai vissuto per poco tempo e che anche se ti aveva travolta in pieno s’era sempre fatta notare e che tu, inconsciamente hai cercato di tener lontano. Sei stata tu a scegliere di sceglierlo, perché eri oltre che attratta maledettamente innamorata di lui, solo che ti faceva strano, avevi così paura che tutto questo non fosse stato alla tua altezza, che saresti crollata, che dopo essere fallita non lo meritavi, eppure guardati, nei tuoi difetti e nell’imperfezione lui ti ha amata. Sei stata tu a scegliere di non sceglierlo e solo perché cavolo, ci eri finita proprio tutta nell’immensa voragine dell’amore che provava per te e a differenza sua ti sentivi nulla, perché sapevi che non avresti potuto ricambiare quell’amore come lui stava facendo. Almeno così credevi. Gli bastava la certezza, una sola e ti avrebbe aspettata ma con te e lui insieme. Ti lasci cadere lungo la porta di legno, tormentandoti i capelli, e ormai hai la certezza che sei un disastro, che se non hai lui non puoi sopravvivere. E te ne sei resa conto, quando ormai hai capito chi sei davvero. Il tuo cuore, è sporco come quella casa che ormai non riconosci più. Tutto questo per te non ha senso, e quest’angolo buio e freddo ti fa rabbrividire.