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Autore: Angiuz    02/11/2015    1 recensioni
“Si prega la gentile clientela di allacciare le cinture di sicurezza: stiamo per atterrare. Grazie per aver scelto British Airways!”
Harry di certo non sapeva che da quel momento in poi la sua vita sarebbe cambiata drasticamente, ma in fondo se lo sentiva: non è solo un viaggio, tutti i viaggi finiscono ma noi andiamo avanti, il mondo gira e noi giriamo assieme ad esso, i progetti svaniscono, i sogni prendono il sopravvento, ma ovunque andasse, Harry sapeva che da qualche parte c’era LUI: la sua sorte, il suo destino, la sua fortuna, il suo traguardo.
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Dal testo:
“Smettila di fumare: non fa bene!” dissi in un modo autoritario.
“E tu chi saresti, scusa?” chiese, con un sopracciglio alzato e l’aria da chi non si fa prendere per il culo da nessuno.
“La tua mammina, babe!” esclamai facendogli l’occhiolino e senza che quel ragazzo occhi mare potesse ribattere, entrai nel Theatre Royal Bar.
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Larry is real, bitches.
Edinburgh!AU UniStudent!Harry Photographer!Louis
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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HARRY

 

Quando accettai l’invito di Sophia di raggiungere Liam e mio cugino al Theatre Royal per bere qualcosa, di certo non avrei mai immaginato di trovare Louis incollato alle labbra di Liam, suo “cognato” per giunta.

Dopo che la ragazza mi aveva convinto ad unirmi a loro, mi costrinse a cambiarmi perché, a detta sua, il mio outfit “non era consono a una serata al pub”, perciò dopo aver indossato i miei adorati skinny neri e una camicia floreale che avevo portato da Holmes Chapel, uscimmo di casa.

Eravamo sul bus 37 quando lo smartphone di Sophia squillò e sentii la ragazza rassicurare all’altro capo del telefono che a momenti saremmo arrivati.
Nel frattempo contemplavo la città dal finestrino del bus: non c’era cosa più bella di Edimburgo di sera, le luci, il castello, le persone che passeggiavano, era tutto così perfetto. Non avrei desiderato città e compagnia migliore. Stavo davvero bene.

«Era Liam» mi disse, facendomi ridestare e anticipando la risposta alla domanda che era sicura le ponessi.

«Che ha detto?»

«Lui e Niall sono già lì e hanno preso un tavolo, manchiamo solo noi insomma!»

«Scommetto che Niall non ha saputo resistere un minuto di più senza bere un po’ di birra!» dissi scoppiando a ridere, coinvolgendo anche Sophia.

«Siamo arrivati, riccio! Prenota la fermata che scendiamo.»

«Ai suoi ordini, capo!» le feci, imitando il saluto militare.

 

Non appena entrammo nel Theatre Royal, notammo malvolentieri che era pieno di gente e di Liam e Niall non c’era nemmeno l’ombra.

«Li vedi?» le feci, mentre lei si guardava attorno.

«No!» disse mettendo su una faccia alquanto scocciata. «Senti H, ordiniamo un drink al bancone e poi li cerchiamo a dovere, così risparmiamo tempo!»

«Perfetto.»

Ci avvicinammo al bancone dov’era Olly a servire i clienti e non appena se ne liberò di alcuni, ci salutò e «Ciao ragazzi! Che vi preparo? Il solito Sophia?», ci fece.

«Certo Olly!» disse Sophia sorridendogli.

«Tu, Harry?» mi chiese il biondo.

«Lo stesso di Sophia» dissi, mentre appoggiavo le braccia al bancone, guardandomi ancora attorno nella ricerca dei due.

«A voi!» fece Olly, poco dopo.

«Grazie! Ascolta…ma hai per caso visto Liam e Niall?» chiese Sophia al barman.

«Oh ecco sì, li ho visto poco fa. Credo dovrebbero essere lì!» fece indicando verso sinistra.

«Perfetto! Grazie mille Olly ed ecco a te!» disse Sophia soddisfatta, lasciando i soldi sul bancone. «Stasera offro io, Harry!» fece, mentre con una mano mi fermava dal prendere il portafoglio.

«Grazie Sò! Non dovevi, lo sai!» e le sorrisi.

«A dopo, ragazzi!» ci salutò lui, continuando a servire altri clienti.

«A dopo Olly!» facemmo in coro, incamminandoci verso la direzione prima indicata dal ragazzo.

Dopo pochi passi, riuscii a scorgere Niall che si alzava dal tavolo e andava via chissà dove. E fu in quel momento che li vedemmo.
Louis era incollato alle labbra di Liam, il quale cercava di allontanarlo senza successo.
Quello che vidi dopo mi sembrò quasi un sogno o, meglio, un brutto sogno.

Bicchiere a terra.

Frantumi di vetro sparsi dovunque.

Un grido soppresso.

Uno spintone.

I miei occhi delusi.

I suoi occhi colpevoli.

Le sue lacrime.

Lui che scappava.

Ero in una specie di stato di trance,  ero immobilizzato. Mi trovavo nel mezzo di una situazione strana, insolita e abbastanza scomoda. Non sapevo come uscirne.
Ma, nonostante quello che vidi, i suoi occhi non erano gli stessi che avevo visto il pomeriggio stesso o la sera prima, erano diversi.

Ci vidi dentro tutto quello che avevo bisogno in quel momento e, forse, era tutto ciò che lui voleva che facessi.
E così, senza pensarci, mi voltai e seguii quel ragazzo che era corso via verso l’uscita.

Correva, correva velocissimo, chissà dove tra le strade trafficate, seppur fosse sera inoltrata, del centro città.

«Louis!» urlai. Ma lui continuava a correre.

«Louis! Fermati!» feci ancora, con il fiatone, ma senza arrendermi. «Cazzo, Louis!»

Lo inseguii per altri due minuti, quando lo vidi, finalmente, fermarsi per riprendere fiato e sedersi sul bordo del marciapiede di fronte al McDonald’s. Aveva portato le gambe al petto e nascosto il visto tra le gambe, senza smettere di piangere un attimo.

«Hey, stai tranquillo, ci sono io adesso» gli feci mentre avvolgevo le mie braccia al suo corpo minuto e sedendomi accanto a lui.

«Va’ via» singhiozzò.

«Non vado via da nessuna parte, Louis» sussurrai.

«Nessuno merita uno come me, va’ via per favore» continuò.

«Ma che stai dicendo? Calmati, prendi un bel respiro. Stai tranquillo» non mollai.

«Faccio solo del male alle persone, va’ da Zayn. Lui è meglio di me» mi disse, con voce bassa, dato che non aveva ancora alzato la testa dalla sue ginocchia.

«Zayn è a casa sua e certamente adesso non ha bisogno di me, al contrario tuo, quindi calmati e stai tranquillo» dissi mentre gli accarezzavo la spalla con movimenti circolari.

«Voglio andare a casa, Harry» fece dopo qualche minuto di silenzio, dove sia io che lui contemplavamo la naturalezza dei miei gesti.

«Okay, ora ci andiamo. Vieni» gli dissi mentre mi alzai e gli porsi la mano che lui afferrò, alzandosi a sua volta. Mostrò, così facendo, il suo volto distrutto, rigato da lacrime e da occhi che non erano più gli occhi mare, cristallini e felici, ma grigi, tetri e senza alcuna traccia di felicità.

«Quale bus dobbiamo prendere, Louis?» chiesi. Fino ad ora avevo sempre preso il 37 e non avevo idea di dove abitasse Louis, né che bus prendere. Dovevo accompagnare Louis, ma, in fondo era lui che accompagnava me.

«Il 29, passa tra 3 minuti» fece, asciugando il volto con la manica della sua giacca.


Poco dopo salimmo sul bus e ci sedemmo uno accanto all’altro. Né io, né Louis parlammo per tutto il tragitto, ma riuscivo a vedere, dal riflesso del vetro, le lacrime che scendevano inarrestabili sulle sue guance.

Volevo capire perché reagisse in quel modo, perché aveva compiuto quel gesto e perché era scappato subito dopo. Volevo sapere tutto di lui.

Mi sentii così vuoto e impotente, in fondo non lo conoscevo bene, non sapevo come comportarmi, se qualche mio gesto potesse irritarlo o poteva giovargli.

Non sapevo se in quel momento stavo sbagliando o facendo la cosa giusta, ma era più forte di me: non l’avrei lasciato lì, da solo, in quel modo. Il mio cuore mi imponeva di fare qualcosa e non potevo rimanere con le mani in mano.

«Scendiamo qui» sussurrò Louis, asciugandosi le lacrime con le sue piccole mani.

Scesi dal bus, ci inoltrammo in una stradina alquanto buia e silenziosa, e per di più c’era anche la nebbia a far da contorno.
Camminavamo a passo svelto, vicini, ma non abbastanza da toccarci. Eravamo arrivati alla porta di quella, presumibilmente, era casa sua e Louis fu il primo a spezzare quel silenzio che alleggiava fra noi.

«E-ecco siamo arrivati, grazie per avermi accompagnato. Magari ti pago un taxi così ritorni a casa tua senza perderti e-» non riuscì a finire la frase che si voltò verso il giardinetto che adornava la casa, vomitando parte dell’alcool ingerito qualche ora prima.
Senza pensarci due volte afferrai la sua testa, mantenendogli i capelli e aiutandolo a reggersi in piedi.

«Non vado da nessuna parte, Louis» gli dissi in modo autoritario ma con un pizzico di dolcezza, non appena ebbe finito di riversare. Stravolto com’era, mi guardò con occhi stanchi e non fece in tempo a parlare che svenne tra le mie braccia. Lo afferrai prontamente e me lo caricai sulla spalla, non m’importava se avrebbe vomitato nuovamente e, questa volta, sulla mia schiena, ma era l’unico modo per portarlo su.

Tastai con la mano le sue tasche per trovare le chiavi e quando le trovai –nella tasca posteriore e, no Harry, non dire che non ti è piaciuto cercare le chiavi toccando il suo culo così...così…meraviglioso, ecco- aprii la porta e accesi la luce. Chiusi la porta con un calcio, non troppo forte, altrimenti si sarebbe svegliato, dato che si era bellamente addormentato sulla mia schiena –doveva essere molto comoda, allora- e cercai la sua stanza.

Fu molto faticoso trasportare il mio, ehm, amico? al piano superiore e, a parte qualche intoppo –stavo per inciampare e far rischiare la morte ad entrambi, maledetti stivaletti!- riuscii a portarlo nella sua, presumibilmente, camera e lo appoggiai delicatamente sul suo letto illuminato discretamente dalla luce del corridoio che avevo acceso poco prima.

Lo osservai mentre mugugnava qualcosa e si rigirava ancora vestito sul suo letto e stavo quasi per fare dietrofront, quando la sua flebile voce mi ridestò «Zayn, sei tu?».

Gli sorrisi anche se sicuramente non riusciva a vedermi e mi avvicinai a lui «No, Lou. Sono Harry». Lui aprì lentamente i suoi occhi e «Oh» sembrò ridestarsi, «Credo che dovr-» non riuscì a terminare la frase che si alzò di scatto dal letto e corse via con una mano sulla bocca mentre reprimeva i conati di vomito.

Lo seguii e lo trovai piegato sulla tazza del water a vomitare il resto dell’alcool di cui non si era liberato poco prima, così corsi nuovamente in suo aiuto e mantenni la sua testa e i suoi capelli per facilitargli i movimenti. Mi sentii una specie di mamma chioccia e mi venne da ridere, in fondo, tutto era iniziato con questa storia, se ci pensavo.

«Ti faccio così tanto ridere?» mi fece, rendendomi solo in quel momento che si era alzato ancora stralunato e traballante.

«Oh no, ma ti pare? Stavo solo pensando a una cosa. Come ti senti?» gli chiesi mentre lui si appoggiava le mani al lavandino e si guardava allo specchio.

«Una favola» disse beffardo, con un sorriso triste e si abbassò a sciacquarsi la faccia.

«Va’ sul letto, io vado a prepararti un thè caldo e ti rimedio un’aspirina» gli dissi preoccupato. «Solo che non so dove si trovino» feci mordendomi l’interno della guancia.

Risi un attimo, cosa che gli provocò evidentemente una fitta alla test, si portò una mano sulla tempia e chiuse gli occhi dolorante.
«Fa nulla, cercherò. Tu vai a distenderti» dissi invitandolo a riposarsi.

«Sono giù in cucina, nel secondo ripiano a destra. L’aspirina intendo.» fece voltandosi e incamminandosi verso la camera da letto. «Il thè è nella credenza, invece.»

Scesi giù dalle scale il più velocemente possibile -stando attento a non rotolare giù- e andai direttamente al ripiano dove trovai facilmente l’aspirina. Fortunatamente il bollitore era già al suo posto, quindi dovetti solo accenderlo e aspettare.
Faticai un po’ per trovare il thè, dato che la credenza era piena di Coco Pops di tutti tipi e altra roba da mangiare. Nonostante questo, aveva un vasto assortimento di thè, ma c’erano molte scatole di Prince Of Wales, quindi dedussi che fosse il suo preferito.
Presi due bustine e due tazze e versai l’acqua bollente. Lasciai la tazza che avevo preparato per me sul tavolo, l’avrei bevuto dopo aver portato aspirina e thè a Louis.

Salii al piano di sopra con attenzione per non ustionarmi con del thè bollente e mi affacciai nella camera del castano, notando che stava dormendo pacificamente. Quasi mi dispiaceva doverlo svegliare, ma prima avrebbe ingerito il medicinale, prima gli sarebbero passati i postumi della sbornia. O almeno.

Mi avvicinai al suo letto e sussurrai «Hey Lou, svegliati.»

«M-mh?» fece lui voltandosi verso di me.

«Ti ho portato l’aspirina e il thè caldo.»

Aprì un occhio solo e poi l’altro, guardandomi come se fossi venuto da un altro pianeta.

«Uh, Ha-arry» fece lui alzando il busto e appoggiando la schiena sulla testiera.

Gli porsi la tazza sorridendogli, «Ecco a te.»

Prese con entrambe le mani la tazza e ne odorò prima il profumo e mi guardò dolcemente, come se volesse ringraziarmi mentalmente per avergli preparato il suo thè preferito.

Ma prima che potesse dire qualcosa gli porsi anche l’aspirina e «Ecco anche l’aspirina, prendila subito, per evitare i postumi domani mattina» gli feci con un mezzo sorriso.

Mi guardò con gli occhi lucidi e prese e ingoiò il medicinale, dopo aver bevuto un sorso del suo thè. «Grazie Harry» mi disse abbassando gli occhi, fissando il liquido caldo.

«Oh, ma non de-» iniziai a dire.

«No, Harry» mi ammonì «Grazie per tutto intendo.»

Gli sorrisi e alzai le spalle, non sapendo come rispondergli.

Finì il suo thè e gli tolsi la tazza dalle mani «Ora stai tranquillo e dormi, io porto la tazza di sotto e vado a casa.»

«No!» quasi urlò lui, facendomi sussultare. «No, cioè» si corresse «Non puoi andare da solo a quest’ora e poi non sai nemmeno come arrivarci!»

Lo guardai e mi sfuggì un sorriso. «Mi arrangerò, chiamerò un taxi» feci.

«Ti prego, resta» mi chiese quasi supplicante.

Strabuzzai gli occhi a quella richiesta e non riuscii a spiegarmi quali emozioni alleggiavano nel mio corpo in quel momento: da gioia a sorpresa, da spaventato a compassione. Louis Tomlinson mi sorprendeva ogni giorno di più.

«Okay, resto» dissi, confortandolo «Ehm, ora porto la tazza giù» feci quasi tremante. Avevo accettato di restare a casa di Louis, per tutta la notte e, cazzo! avrei dormito nella stessa casa di Louis  Tomlinson. Quasi me ne resi conto solo in quel momento.

Mi sorrise e mi allontanai. Appoggiai la tazza nel lavandino e solo allora mi ricordai del thè che mi ero precedentemente preparato, ormai freddo. Ma prima che potessi berlo, fissai l’orologio: erano le 2:30 di notte e stavo letteralmente morendo di sonno.

Abbandonai la mia giacca su una sedia, ma dato che la mia vescica reclamava di essere svuotata, corsi su in bagno per liberarmi. Il thè mi avrebbe aspettato un altro po’, in fondo si era già freddato, se non ghiacciato.

Dopo essere uscito dal bagno, mi affacciai nuovamente alla stanza di Louis, dove potei notare con mio grande piacere che era già tra le braccia di Morfeo. Mi avvicinai e lo guardai meglio: aveva ancora la sua giacca di jeans addosso e le sue Vans.

Decisi così di levargli le scarpe e con qualche acrobazia –degne di un contorsionista- riuscii a togliere la giacca da Louis senza svegliarlo.
Mi allontanai un attimo e appoggiai la giacca sulla sua sedia e le scarpe accuratamente accanto ad essa. Sì, ero un maniaco dell’ordine al contrario di Louis, a quanto pare, dato che la sua sedia era colma di robe accatastate e d’altro canto, ringraziai che la stanza fosse buia, così da non vedere altro caos – che sicuramente era presente- in giro.

Stavo per allontanarmi quando m’accorsi che Louis si stava lamentando nel sonno. Mi avvicinai a lui e lo guardai: stava sicuramente sognando qualcosa, di certo non bella e non ci fu cosa più straziante vederlo poi piangere nel sonno. Le lacrime gli rigavano la guancia, ma continuava a dormire.
Non sapevo cosa fare: avrei dovuto svegliarlo? O dovevo lasciarlo da solo? No, non se ne parla. Sembrava così debole e indifeso. Così decisi.

Mi avvicinai ancora di più e mi piegai sulle ginocchia. Gli accarezzai la guancia «Va tutto bene, Louis» dissi continuando ad accarezzarlo. Sembrò rilassarsi un attimo, ma le lacrime continuarono a scendere.

Non so cosa mi prese e non so con che coraggio lo feci, forse fu per la nottata burrascosa e non ordinaria che avevo appena trascorso che mi aveva scombussolato. Decisi, così, di accoccolarmi accanto a lui nel suo letto e lo abbracciai.

«Ora ci sono io con te, stai tranquillo» gli sussurrai dolcemente nell’orecchio, senza smettere di accarezzarlo.

Fu così che Louis smise di piangere e mi addormentai nello stesso letto di quel ragazzo occhi mare che mi aveva stregato sin dal primo momento in cui i nostri occhi si erano incrociati: Verde con il Blu. Blu con il Verde.















Note d'autore


Saalve bella gente!! Siamo tornate con un nuovo capitolo molto fluff, cioè adoro i Larry aw. Poi dopo tutto quello che è successo sabato.. raga l'abbraccio, vi rendete conto? Non si abbracciavano così da ANNI!!! Io non mi sono ancora ripresa, non so voi...
Poi l'abbraccio di gruppo, i balletti, i sorrisi...erano così contenti. Si meritano questa pausa e torneranno più forti di prima. Noi non li abbandoniamo, vero?
Ritornando al capitolo.....
Qui vediamo il punto di vista della scena di Harry e quel che viene dopo. Finalmente hanno avuto un po' di tempo da soli e hanno fatto un gran bel passo avanti! Poi Harry che decide di aiutare Louis e prendersene cura, che dolce! E i nostri cuccioli si addormentano insieme ahhh la dolcezzaaa aw
Che ve ne pare? La situazione è sempre più  complicata, chissà che succederà ehehe! Non resta che aspettare al prossimo aggiornamento.
Ci scusiamo per il ritardo. Cerchiamo di scrivere il capitolo e pubblicarlo entro una settimana dall'ultima pubblicazione, ma purtroppo è difficile. Sappiate che, sebbene i ritardi, ci trovate sempre qui perciò per eventuali chiarimenti o anche per chiederci "Aò ma quando aggiornate???" siamo qui lol 
Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarci sul nostro profilo twitter in comune: @STYLINSON10s.
Ringraziamo particolarmente Estrella per farci costantemente sapere il suo pensiero in ogni capitolo e a tutti voi che avete messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate. 
E anche a voi lettrici/ori silenziosi, fatevi sentire! Abbiamo bisogno di un vostro parere, negativo o positivo! 
Grazie a tutti per esserci. Alla prossima! xx

P.s. Ho scritto anche una songfic semrpe con i nostri Larry: Cerotti. Se vi va, passate a leggerla!
P.p.s HEEEELP! Ho creato un banner, ma non so come si aggiunge alla storia, se qualcuno lo sa, potrebbe contattarmi? Grazie x
P.p.p.s (?) Chi recensirà avrà un piccolo spoiler del capitolo prossimo!

All the love as always x
-Angi (e Liuz)
  
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