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Autore: Devilcat    23/02/2009    3 recensioni
Esistono delle persone così stronze che il solo guardarle ti infastidisce.
Uomini e donne egoiste, la cui sensibilità è pari allo zero.
Gente che ignora cosa sia la morale e la buona fede.
Ebbene...Nicky Vince è una di loro.
E' bella, ricca ed irritante.
Sembra avere tutto, ma può avere molto di più.
E per diventare milionaria deve solo sposarsi.
Entro sette mesi.
Nicky riuscirà a gettare al vento la propria libertà per un titolo ed un castello?
{Un piccolo assaggino..From the last chapter}
" La falce di luna, pallida e sottile, sbuca tra i grattacieli, sfiorata da una candida coltre di nubi.
Ora che ci troviamo in strada, la notte si riempe velocemente dei suoni acuti dei clacson e delle sirene della polizia.
Nonostante quell’assordante miscela di rumori fastidiosi, New York rimane magica ai miei occhi.
Una città come poche, una città pericolosa , eppure sembra possedere qualsiasi cosa tu abbia bisogno.
Forse, anche Danièl prova la stessa cosa, dato che non spiccica parola da almeno dieci minuti.
Oppure vive in Francia, in qualche casetta sperduta della Provenza, e di New York vede soltanto il caos.
Sarebbe triste, però. Nessuno può comprendere appieno la Grande Mela come un Newyorkese.
<< Nicky..bè...volevo incontrarti, anche per dirti un’altra cosa importante...>>
Sento la sua voce, ma prima di rispondergli, salgo sul taxi, e mi accomodo sui sedili posteriori.
Lui mi segue, sedendosi al mio fianco.
<< Sarebbe? >> Domando, alzando lievemente un sopracciglio color mogano.
Non riesco a capire cos’altro voglia dirmi e non sono sicura di volerlo sapere.
<< Ci sarà un galà...>> Azzarda lui, visibilmente attento a qualsiasi reazione io possa avere.
<< Un galà?>> Ripeto quella parola con voce strozzata.
Un galà da nobili. Mi sussurra una vocina al mio orecchio.
E’ questo a sconvolgermi maggiormente.
Mi ci vedo già, lì, in mezzo ad un branco di aristocratici con la puzza sotto il naso ed un atteggiamento finto
dalla punta dei capelli, fino all’unghia incarnita del pollice.
Saprò reggere il gioco oppure crollerò come un fragile castello di carte?
[Se ve gusta, dateci un sguardo XD]
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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§ Seven Months §
Put a Ring on It.




Prologo.



Saltello per tutta la camera su una sola gamba, cercando di infilarmi al piede una delle mie migliori Jimmy Choo. Ma l'ultima mia conquista notturna mi spinge dolcemente contro il muro e preme le sue morbide labbra sulle mie.
<< ...mmmm...Enrique, ti ho già detto che mi fai impazzire?>>
<< No.>>
<< Baciami ancora.>>
E lui lo fa.
Mi attira a sè, catturando il mio respiro e tutta la mia attenzione. Faccio scivolare lentamente le mie braccia sulle sue spalle e con le dita gli solletico la nuca.
<< Peccato che devo andare.>> Miagolo, guardando il mio maschione dritto negli occhi.
<< Non farlo. Resta qui.>> Mi sussurra lui all'orecchio.
Nonostante la nostra prima ed ultima focosa notte di passione, la sua voce bassa, rauca mi dà ancora i brividi, brividi di piacere.
Non riesco a staccarmi dal suo corpo muscoloso, dai suoi allenatissimi addominali, ma soprattutto dalla sua bocca vogliosa. E' così bello che gli scatterei una foto..
<< Sai che non posso. Ho un importante appuntamento con il notaio. Magari un giorno ci incontreremo di nuovo, però...>>
Sono abbastanza convincente da ingannarlo, vedo l'arresa nei suoi occhi di cioccolato e dentro di me sorrido.
Io vinco sempre.
Finalmente libera dall'ultimo mio giocattolino, vado alla ricerca dei miei indumenti, sparsi un pò ovunque. Raccatto il tailleur beige, la camicia vintage e mi fiondo nella stanza da bagno, chiudendomi la porta alle spalle.
Sospiro..Anche divertirsi è stressante.
Mi avvicino allo specchio, mentre i miei tacchi dodici sbattono sulle mattonelle di ceramica bianca. Appoggio placidamente le mani sul lavello e mi osservo allo specchio.
Il mio viso è un pò insonnolito, ma le chiare occhiaie sotto i miei occhi sono rimaste tali, senza diventare grosse borse.
Non ho dormito molto, ma sembra avermi giovato. I vaporosi boccoli rossi mi cadono naturali sulle spalle, sfiorandomi il collo ed il mio sguardo sbarazzino assieme alla spruzzata di efelidi sul nasino all'insù mi fanno sembrare una bambina impertinente. Le labbra carnose si piegano in un sorriso malizioso, prima di cominciare a muoversi.
<< You're hot then you're cold...You're yes then you're no.. You're in and you're out...You're up and you're down.>>
Sono abbastanza stonata, da capire quando smetterla di imitare le grandi star della musica.
Ma anche se la voce frizzante di Katy Perry non mi frulla più per la testa, continuo a muovere i fianchi e le mani a tempo.
Il piccolo show finisce quando mi accorgo con sgomento che la finestra è aperta ed un uomo mi sta fissando con interesse. Strillo con tutta la forza che ho, prima di correre verso il davanzale e chiudere gli infissi.
<< Maniaco>> Grido allo sconoscosciuto guardone, sebbene ora non possa più spiarmi.
<< Tutto ciò è disgustoso>> Dico a me stessa e questa sarà inaspettatamente la frase del giorno.

* * *


Sgambetto sul marciapiede con disivoltura ed indosso i miei nuovi occhiari scuri. La giornata è calda, tipicamente NewYorkese.
Il cielo è limpido, privo di nuvole. Guardandolo mi sento meglio, come se riuscisse ad infondermi la forza necessaria ad affrontare gli impegni di oggi.
Stringo al fianco la borsa, nella quale si tuffa aggraziata la mia mano. Tiro fuori il cellulare, sul cui display compare una busta minuscola, indizio che è arrivato un nuovo messaggio.
<< Appuntamento..con..il notaio James Wathertrou alle 10:00. Kevin>> Leggo il messaggio del mio manager e lo cestino immediatamente.
<< Pensa forse che me ne sono dimentcata?>> Esclamo furibonda, impugnando il telefonino come se si trattasse di una arma letale.
<< Credo che abbia ragione lui. Sono le dieci, signorina e lei è ancora qui.>> Mi risponde un omone che è comparso da chissà dove.
Basso, con la barba ed il pancione.
Ma alle sue parole sono costretta a gettare un'occhiata all'orologio, legato al polso. In effetti..Sono le 10:oo
<< Ed ora come ci arrivo allo studio privato?>> Mi domando sempre ad alta voce.
<< Posso aiutarla io - Interviene orgogliosamente l'omone - Si dà il caso che io sia un taxista e che abbia un taxi.>> Ed infine mi indica una tozza macchina gialla, la cui carrozzeria non è poi tanto splendente.
<< Grazie. Accetto volentieri la vostra offerta.>> Gli dico, seguendolo, per poi scivolare all'interno dell'abitacolo. Mi accomodo sul sedile ed accavallo le gambe con eleganza.
<< Upper West Side, amico>> Dice una voce al mio fianco che io riconosco immediatamente. Mi tolgo subito gli occhiali e rivolgo il viso alla mia sinistra.
<< Kevin!Che ci fai qui?>> Insorgo, lanciando al mio manager un'occhiata truce.
<< Mi accerto che la mia protetta adempia ai suoi doveri da stellina del cinema>> Mi canzona lui scherzosamente.
Kevin è il mio manager, una specie di factotum personale. Un tipo slanciato e bruno, mai abbronzato ed irriverente. Sempre sulle sue, sempre contenuto. Non l'ho mai visto arrabbiato, nè in lacrime.Non posso dire di conoscerlo veramente..Ma i suoi occhi sono unici: uno azzurro ed uno verde. Ogni volta che mi guarda ho la strana sensazione che possa leggermi nella mente.
<< Come sapevi che avrei fatto tardi?>> Chiedo insolente, imponendomi di non farmi intimidire da lui.
<< Ho semplicemente chiamato in camera qualche minuto fa ed Enrique Ledge mi ha detto che te ne eri andata. Cosa facevi con Enrique Ledge, Nicole?>>
<< Mi riproducevo.>> Rispondo schietta, spiazzando Kevin. Tanto vale non girare attorno alla questione, ma essere diretti e concisi. So che la mia abitudine di "divertirmi" assieme ad altri divi dal corpo invidiabile irrita Kevin più di qualunque altra cosa..E' il suo punto debole ed io me lo gioco bene..
Tutto il resto del viaggio lo trascorriamo nel silenzio più assoluto ed io me lo godo, occhieggiando le vetrine dei negozi.
Dior,Louboutin,Versace,Valentino. I miei occhi si posano su abiti, manichini,accessori dal design irresistibile. Altre donne fanno lo stesso, donne adoranti che pigiano davanti alla vetrina solo per poter essere ammesse ai santuari della bellezza per eccellenza. Come vorrei essere tra di loro, invece di starmente in un taxi in compagnia del manager più antipatico che sia mai esistito.Troppo permaloso per i gusti. Se vado a letto con una celebrità, non saranno affaracci miei?
<< Siamo arrivati>> Annuncia il taxista, sorridendo ad entrambi. A me di più, ne sono sicura..
<< Grazie ed arriverci!>> Squittisco allegra, prima di uscire dal taxi.
<< Sei pronta?>> Mi chiede con voce atona Kevin, dopo avermi raggiunto.
<< No.>>
<< Peggio per te.>> Ed è il mio turno di rimanere impietrita, le labbra ridicolarmente arricciate in un cerchio perfetto. Mi riprendo presto dalla sopresa e lo seguo fedele, entrando con lui in un palazzo in stile antico. Saluto preziose colonne e rigogliosa edera rampicante, prima di varcare la soglia. L'atrio spazioso è arredato con cura, grazie ad un'innegabile tocco femminile. Probabilmente il notaio è felicemente sposato e la sua mogliettina sarà una donna disponibile e sempre sull'attenti.
Mentre Kevin sbriga i dovuti convenevoli con una segretaria biondissima dalle gambe troppo lunghe, io mi incammino verso una porta, misteriosamente socchiusa. Non resisto alla curiosità e mi affaccio. Uno studio ed anche bello grosso.Un tappeto persiano, una statua greca ed una scrivania...
<< Signorina Nicole Vincent, prego entri pure. La stavo aspettando>>


Continua..

  
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