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Autore: Clarrianne Donavon    07/11/2015    0 recensioni
[Prima di X FACTOR]![Harry's POV]
Chi era Harry Styles prima di diventare l'Harry Styles che conosciamo tutti?
Dopo aver vissuto a Londra per anni per seguire i suoi sogni riguardanti la musica, Harry Styles ci rinuncia e fa ritorno alla sua città natale, Holmes Chapel. Qui ritrova tutti i suoi amici, più una vecchia conoscenza che aveva quasi dimenticato...
Dal testo:
« Sai perché io e te finiamo sempre col litigare? »
« Ha a qualcosa a che fare col fatto che sei un maledetto bastardo…? »
« E’ perché siamo uguali. »
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il secondo capitolo.
Le visualizzazioni del precedente capitolo sono arrivate a ventidue, il mio minimo storico XD
Questa storia fa davvero così schifo?
Lasciate un commento, grazie :3
Clarrianne Donavon

The James'



« Harry? ».Aprii gli occhi lentamente, mettendo a fuoco il volto appuntito di Caiden. Provai ad alzarmi, ed una fitta lancinante mi costrinse di nuovo sui duri cuscini del divano. Il ricordo della notte precedente trasformò la linea ferma delle mie labbra in una smorfia. « Ehi. », salutai Caiden, mettendomi a sedere con più calma. Il salotto era inondato dalla fredda luce mattutina. In piedi dietro Caiden, c’era lei, Alexis.
Ma aveva la faccia pulita, i capelli pettinati ed un pigiama sui toni del rosa che, addosso a lei, traeva più in inganno di un lupo travestito da agnello.
A vederli così vicini, potevo dire che non si somigliavano per niente.
Caiden era biondo, le sue sopracciglia chiare erano uguali a quelle di Alexis, che invece aveva tinto i capelli di nero. Entrambi avevano gli occhi blu, ma mentre quelli di Caiden erano solari e vivaci, quelli di Alexis erano arrossati e stanchi.
Mi domandai se avesse chiuso occhio, dopo avermi cacciato in malo modo dalla stanza la notte prima.
« Venite a fare colazione? », domandò la voce della madre di Caiden, dalla cucina.
Lui drizzò lo sguardo e mi lanciò uno sguardo d’intesa, aggirando il divano diretto in corridoio. Alexis rimase in piedi a guardarmi, a braccia incrociate.
Provai un po’ di imbarazzo nel mettermi in piedi di fronte a lei in boxer e canottiera, anche se mi aveva già visto così la scorsa notte. Quello che mi metteva realmente a disagio era che nessuno sembrava avere problemi se vestivo a quel modo davanti ad una quattordicenne isterica. La ignorai e mi diressi in cucina, sentendo il suo sguardo blu puntato sulla mia nuca.
Rachel Donavon, ex James, era stata la prima moglie di Patrick James, il padre del mio migliore amico e di quella pazza della sua sorellastra. Aveva lasciato la moglie per iniziare una relazione con la baby sitter di suo figlio, madre di Alexis, perciò mi sorprendeva parecchio la naturalezza con cui lei si muoveva in quella casa come se fosse la propria.
Al bancone della cucina trovammo tre posti apparecchiati, mentre Rachel si muoveva tra il lavandino e la lavastoviglie con noncuranza.
« Dormito bene, Harry? », mi domandò, sorridendomi con i suoi caldi occhi castani.
Sorrisi di rimando e annuii, consapevole degli occhi di Alexis puntati su di me.
« Sei stato gentile a lasciare la stanza ad Alexis, ma avresti potuto svegliarmi. Avrei montato il divano letto in camera. » mi disse Caiden, mescolando i cereali nella tazza di latte con il cucchiaio. « Non ci ho pensato. », mugugnai, facendo del mio meglio per non guardare sua sorella. « Dopo colazione lo montiamo. » mi promise Caiden, ingollando una cucchiaiata di cereali. Quel silenzio da parte di Alexis mi lasciava piuttosto interdetto, ma mai quanto quel suo pigiama rosa. « Avete dormito bene, cari? », domandò Rachel, voltata verso di noi, poggiata contro il piano del lavello. Ci misi due secondi a capire che ce l’aveva con me ed Alexis, piuttosto che con suo figlio… e Alexis. Restava una situazione strana.
« Molto, grazie. », risposi pacatamente, versandomi del latte nella tazza davanti a me.
« E tu, Ally? », le chiese Rachel, dolcemente. Alexis le sorrise altrettanto dolcemente, e quasi spalancai la bocca di fronte alla strana espressione che aveva assunto il suo volto solitamente accigliato. « Sono stata benissimo, grazie, Rachel. ».
« Puoi restare quanto vuoi, cara. », aggiunse la donna, scuotendo le spalle.
« Basta che non porti qui Lane! », esclamò Caiden, ridacchiando. Rachel gli lanciò un’occhiataccia e le sue risatine si spensero sul nascere, ma anche Alexis rideva.
« Per carità di Dio, no! La figlia di Satana resta dov’è. ».
« Lane? », domandai confuso, guardando Caiden.
Lui annuì, « Mio padre ha avuto un’altra bambina, lo scorso autunno. » mi comunicò, continuando a mangiare. Alexis stava affogando i suoi cereali nel latte, gli occhi fissi dentro la tazza e lontano dai miei. L’espressione illeggibile, come al solito.
« E’… fantastico…? », dissi, a metà tra un’affermazione ed una domanda.
« E’ una maledetta lagna. », affermò Alexis con il gelo che la contraddistingueva, puntandomi contro il cucchiaio sporco di latte come fosse un’arma. « Piange in continuazione, mangia, dorme e fa la cacca. E poi ricomincia da capo. », elencò sulle dita della mano destra, alzando gli occhi al cielo ad ogni azione elencata.
« E’ una bambina. », replicò Rachel con un sorriso sulle labbra, persa in chissà quali pensieri.
« Dovresti vederla, Harry. E’ la mia copia sputata. » si vantò Caiden, facendomi l’occhiolino.
« Il che vuol dire che siete entrambi due cessi, esatto. » aggiunse Alexis in tono distaccato, dedicandosi ai cereali nel suo cucchiaino.
Caiden mi diede una gomitata. « In realtà non sopporta Lane, perché sa che è più bella di lei. », fece finta di sussurrare, scandendo ogni parola a gran voce.
Alexis mise alcuni cereali sul cucchiaino, quindi li lanciò a mo’ di catapulta, prendendo in pieno me e Caiden. « Alexis! », la riprese gentilmente Rachel, nascondendo un sorriso.
« Mi spieghi che centro io? », mi lamentai, passandomi una mano tra i capelli per disfarmi dei cereali. I due fratellastri continuarono a scherzare per qualche minuto, scambiandosi frecciatine riguardo vicende che non potevo conoscere… e mi capii che negli anni il loro rapporto era cambiato totalmente.
Il modo stesso in cui Rachel trattava Alexis ne era una conferma.
 
***
 
« Che vuol dire che se n’è andato? », chiesi sorpreso a Caiden, mentre guidava verso casa di Oliver Dellawere, alle quattro di pomeriggio.
« Significa che una mattina Alexis si è svegliata, e nostro padre era andato. », replicò calmo, picchiettando le dita sul volante.
« Ma andato dove? », insistetti, confuso.
« Questo non lo so. Ma Alexis lo sta cercando così tanto, che probabilmente lo troverà prima della fine delle vacanze di Natale. », disse con tono contrariato.
« Quanto hai detto che ha, Lane? », chiesi di nuovo, sebbene mi avesse ripetuto l’età della bambina almeno tre volte a tavola, mostrandomi tutte le foto che aveva di lei sul cellulare.
A me pareva che non somigliasse né a Caiden, né ad Alexis, anche se come loro aveva gli occhi blu. « Ha quattro mesi. » ripeté ancora, con un sorriso ebete sul viso.
Era davvero innamorato di quella bambina.
« Non capisco il senso di avere un’altra figlia e poi abbandonare la tua famiglia. », affermai, rilassando la testa contro il sedile del passeggero, ripensando all’occhiata di Alexis quando mi aveva chiesto di mio padre. Diciamo che adesso capivo meglio quella piccola schizofrenica.
« E’ questo il punto. Alexis si sta sforzando tanto di capire, ma la verità è che nostro padre fa le cose senza motivo. », proferì risoluto Caiden, gli occhi fissi sulla strada.
« Una volta – proseguì, con voce ferma – avevo forse sei anni, e Ally ne aveva quattro… dovevamo andare all’ippodromo, e quando arrivammo gli dissero che i minorenni non potevano entrare. Ci lasciò in macchina e la sigillò, impedendoci di uscire. Mi ricordo che ad Alexis scappava la pipì, e piangeva perché provava a trattenerla. ».
Porca troia. « Rimanemmo in quell’auto per quasi quattro ore, poi venne a riprenderci ed era completamente sbronzo. Ci chiese se le nostre madri ci avessero dato dei soldi. Quale madre sana di mente da dei soldi a due bambini di sei e quattro anni? ».
Naturalmente Caiden non si aspettava che rispondessi. Ascoltavo ogni parola completamente rapito. Conoscevo Caiden praticamente da tutta la vita, ma non mi aveva mai parlato della sua situazione familiare. In un certo senso, potevo ben capire perché.
« Non so grazie a quale santo, ritornammo a casa interi. Se penso di mettermi alla guida ubriaco con Lane sul sedile passeggero… Non lo farei mai. Non lo farei nemmeno se avesse quattro anni. O sedici. Cazzo, io non guiderei mai da ubriaco e basta. ».
« Non siamo noi a scegliere le nostre famiglie. », buttai lì, cercando di chiudere il discorso, dato che Caiden si stava scaldando.
Ci fermammo ad un semaforo, e mi guardò con un’espressione decisa e rabbiosa che era così poco consona alla sua faccia, e che non mi sarei sorpreso di vedere invece sul viso di Alexis.
« Ma le scelte delle nostre famiglie hanno potere su di noi. », rispose amareggiato, senza che potessi capire a cosa si stesse riferendo. Tornò il verde e rimise in modo.
« Ad ogni modo, so che Alexis lo troverà e gli farà il culo. », concluse, facendo spallucce.




***

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