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Autore: Barbara Baumgarten    09/11/2015    1 recensioni
Breve raccolta di OS nelle quali ho cercato di ripercorrere alcuni momenti importanti per Jacob. Si tratta per lo più di missing moment, ma ci sono anche momenti che siamo stati abituati a vedere attraverso gli occhi di Bella. Ogni OS ha un sentimento che lo caratterizza: Gioia, Paura, Disgusto e Rabbia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Gioia

L’aria, carica di umidità, era fredda e, nonostante l’inverno fosse appena trascorso, il ragazzo dovette alzarsi il cappuccio sopra la testa per ripararsi dalla leggera pioggerellina salmastra. I lunghi capelli neri, che gli ricadevano oltre le spalle, erano bagnati ma, non per questo, meno lucenti e alcune gocce scendevano dalla guancia come piccole lacrime, donandogli un aspetto triste e malinconico.

Sebbene il sole fosse cosa rara da quelle parti, tutto sommato a lui non dispiaceva. Amava l’odore della pioggia, il verde costante della vegetazione, il freddo che penetrava nelle ossa: era casa sua, la sua vita.

Camminava guardando per terra, non pensieroso ma in silenzio, mentre lo stesso non poteva dirsi dei suoi compagni: i ragazzi della riserva non perdevano mai occasione per annunciare al mondo la loro esistenza. Giocavano, scherzavano e schiamazzavano come bambini. Tutti, tranne lui e Sam.  

Sam era il più grande, aveva diciannove anni e l’aspetto da uomo maturo. Sebbene fossero cresciuti insieme, ultimamente Sam era cambiato: si era fatto più alto, più muscoloso, più irascibile e, decisamente, più solitario. Jacob si trovava spesso a domandarsi se diventare grande significasse diventare come Sam e, in quel caso, non avrebbe voluto crescere. Eppure, quel ragazzone che conosceva fin da bambino era talmente diverso da come lo ricordava che, quasi, lo metteva a disagio. Sam non era mai stato un tipo molto allegro ma da qualche tempo, rideva sempre più di rado. Anche Jacob rideva poco. Sorrideva per lo più. Era sempre e profondamente turbato da qualcosa, sebbene non ne conoscesse il motivo.

Tutti insieme si diressero alla spiaggia dove, con immensa sorpresa, era giunta anche una compagnia di “visi pallidi”, così come li chiamavano per schernirli i ragazzi Quileute. Jacob, Sam e gli altri si sedettero accanto al falò facendo amicizia con i nuovi arrivati. Le chiacchere non erano estremamente interessanti e Jacob si trovò, ancora una volta, a guardare passivamente il panorama, annuendo ogni tanto e facendo sorrisini di circostanza. Avrebbe voluto andarsene, avrebbe desiderato continuare a camminare, piuttosto che rimanere lì seduto come un idiota e sentirsi obbligato a ridere di battute sciocche come chi le aveva pronunciate. Avrebbe voluto… ma d’un tratto, una ragazza si aggiunse alla comitiva. Gli bastò uno sguardo per ricordarsi di lei; erano passati molti anni dall’ultima volta che si erano visti, tuttavia, Jacob non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi marroni e caldi, come la cioccolata invernale. Così, tutta quella necessità di andarsene che lo aveva accompagnato, passò in un istante. Lei non sembrò fare molta attenzione a lui ma a Jacob non importava: la sola vista di Bella aveva trasformato la sua giornata. Quel falò e quella compagnia così inutili e noiosi fino a poco prima, diventarono la cornice perfetta per un giorno uggioso alla riserva.

“Tu sei Isabella Swan, giusto?” chiese Jacob, cercando il coraggio di guardarla negli occhi.

“Bella” lo corresse lei, evidentemente infastidita e lui si trovò ad arrossire.

“Io sono Jacob Black. È stato mio padre a venderti il pick up” cercò di recuperare la conversazione.

“Oh” disse lei, sciogliendosi dalla tensione “Sei il figlio di Billy. In teoria, dovrei ricordarmi di te” ammise, quasi in imbarazzo. Jacob sorrise. Nel momento stesso in cui Bella si era rilassata, lui aveva potuto vedere un sorriso illuminarle il viso e, con esso, s’illuminò anche la giornata.

Jacob era giovane, quindici anni appena compiuti, ma ne dimostrava qualcuno in più. Era decisamente più alto della sua età e, stando alla reazione di alcune ragazze, non era per niente male. Notò la stessa reazione in Bella, dopo che lo mise a fuoco. Lei doveva essere timida e poco incline a fare nuove conoscenze: ecco perché sembrava così rigida all’inizio. Rigida e stupenda.

Quando lei gli propose di fare una camminata lungo la spiaggia, fu uno dei momenti più felici della sua vita. Non avrebbe saputo dire perché, ma gli occhi di lei, il suo viso, lo rassicuravano, gli erano famigliari. Sembrava che si conoscessero da sempre, che lei potesse leggergli nell’animo. Anche lì, mentre Bella cercava di ammaliarlo per avere informazioni sui Cullen, Jacob si sentiva messo a nudo dal suo sguardo. Sentiva che quella ragazza sarebbe stata importante nella sua vita, così come lo era stata nell’infanzia. Bella era solita trascorrere le vacanze a Forks ed era in una di quelle annuali visite che si erano conosciuti. Ovviamente, erano ancora molto piccoli, ma Jacob sentì subito di appartenerle.

Non avrebbe saputo dire se lei stesse solo giocando con lui, mentre gli chiedeva dei Cullen, ma non gli importava: era felice. Felice perché lei rideva con lui; felice perché quella giornata umida e senza sole era diventata calda e piacevole; felice perché aveva trovato Bella.

Tornò a casa con il sorriso, Jacob. Il sorriso dell’amore, così bello da vedere sul viso altrui e così ricco di gioia da sembrare contagioso. La vita era bella alla riserva e, da quel momento, lo era diventata ancora di più.

   
 
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