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Autore: always_sheo46    10/11/2015    1 recensioni
"Erano disposti in cerchio, tutti i tributi, al centro l’addetto spiegava le regole, quelle che Katniss aveva ascoltato per ben due volte. Li osservava ad uno ad uno: i tributi di Hogwarts sembrava innocui, tutta la loro potenza si concentrava in piccoli pezzi di legno, gli shadowhunters, invece, sembravano ben addestrati, tranne forse per la ragazzina, minuta e fragile, gli intrepidi di Chicago erano spavaldi e forti, degli ottimi nemici, infine i radunari sembravano troppo deboli e inesperti in materia di armi. Ecco questi erano i suoi nemici, tutti quelli che doveva uccidere per tornare a casa".
In revisione
Genere: Azione, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Mags, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco anche l'ultimo capitolo di questo crossover!! Mi sono divertita molto a scriverlo e spero piaccia anche a voi lettori!! Se così fosse vi prego di lasciare una recensione, anche piccolissima, al contrario, recensite comunque. Sono felice di conoscere le vostre opinioni sia che siano positive sia che siano negetive!! Buona lettura!!!


Luke montava la guardia, gli occhi rivolti verso l’amata che dormiva a pochi passi da lui.
Non si accorse del regalo fino a quando non gli cadde sopra la testa, era un pacchettino piccolo, stretto e lungo. Lo aprì, un biglietto di Magnus cadde a terra: Fatene buon uso!
“Svegliatevi!”
Jace era sussultato, in mano una spada angelica, si guardava intorno disorientato.
“Non c’è nessuno. Guarda questo”. Un sorriso era apparso sul viso del ragazzo, con quello poteva diventare invincibile: con il suo stilo poteva battere tutti e tornare a casa.
“Clary, vieni qui”. Aveva iniziato a disegnare marchi sul braccio della ragazza, per poi passare sul suo di corpo.
“Luke tu non puoi marchiarti, ma Joicelyn tu si?” aveva chiesto Jace alla donna.
Aveva annuito, era da tanto che la sua pelle non veniva disegnata con le sinuose linee delle rune, in fondo la sua vita da cacciatrice era finita molto tempo prima.
****
Katniss fissava il vuoto pensando a quello che era successo, Peeta non c’era più. Non avrebbe più rivisto il suo sorriso, non avrebbe più potuto abbracciarlo e sentire il suo inconfondibile profumo. Chi le avrebbe dato la forza di andare avanti, i loro figli non avrebbe più rivisto loro padre. Tutto per i capricci degli uomini, quanto erano crudeli alle volte.
“Tutto bene?” Finnick si era seduto fianco alla ragazza.
“No”.
“Ti capisco” l’aveva stretta a se, accarezzandole i capelli come era solito fare il marito.
“Dobbiamo vincere per Peeta e Mags, glielo dobbiamo”.
****
Remus si era appena svegliato, era sdraiato con la testa sulle gambe della moglie, profondamente addormentata contro un albero.
Si mosse appena, ma quel lieve spostamento d’aria la svegliò.
“Ti sei ripreso?” gli disse scoccandogli un bacio sulla fronte.
“Si e mi sento come se un branco di dissennatori mi avesse attaccato” disse l’uomo ridendo.
“ah ah ah. Molto divertente”.
“Cos’è divertente?” chiese Harry stiracchiandosi.
“Non quelli” Tonks indicò qualcosa dietro Harry.
“Scappate”. Ragni enormi inseguivano i quattro compagni.
Correvano, i più giovani davanti al gruppo scagliavano maledizioni inutilmente, erano indistruttibili.
Tonks correva, non era mai inciampata da quando erano entrati nell’arena, ma non aveva visto una radice sporgere dal terreno, era stesa, Remus, sempre a proteggerla, l’aveva aiutata ad alzarsi.
“Scappa!”.
“Non ti lascio qui” le lacrime scorrevano lungo il viso della ragazza.
“Li distraggo mettiti al sicuro”. Un ultimo bacio.
****
Avevano corso per chilometri ed ora avevano raggiunto il lago, in lontananza Jace vide delle persone muoversi.
“Restate nascosti. Ci hanno attirato in una trappola, ci sono tutti i tributi”.
“Cosa?”
“Ci vogliono far combattere”. Aveva impugnato la spada angelica saldamente nascondendosi dietro un albero. “E noi ci saremo”.
“Restate dietro di noi” Joicelyn traspariva nervosismo nella voce.
“Mamma…” le aveva dato un leggero bacio sulla guancia.
I tributi ignari di tutto si guardavano attorno disorientati, ignari del pericolo, degli altri avversari, ignari…
“Resta con me e tutto andrà bene” l’aveva baciata, dolcemente.
“Jace” erano state le sue ultime parole. Lui il suo ultimo pensiero.
“Nooooo” Joicelyn era caduta in ginocchio, tutta il dolore in un unico urlo. Non sentiva più nulla, ne stanchezza, ne tristezza, vedeva solo Luke abbracciare Joicelyn, nulla di più. Ogni cosa sembrava confusa e sfuocata.
Era scattato in avanti il ragazzo, inseguiva due tributi, un maschio ed una femmina, erano veloci, ma incauti. Non avevano prestato attenzione al terreno, almeno la ragazza, che si trovava distesa al suolo, non aveva avuto il tempo di afferrare l’arco, una lama trasparente si era conficcata nel suo stomaco, e ancora e ancora.
I pensieri vorticavano, avrebbe rivisto Peeta, ma i suoi bambini? Chi li avrebbe accuditi? Era proprio bella l’alba….
“No, questo no” Finnick era partito all’attacco, il tridente ruotava fra le sue mani, non avrebbe permesso al ragazzino di passarla liscia. Doveva morire.
“Vuoi fare la fine della tua amichetta” aveva risposto Jace insolente.
Si era lanciato in avanti Finnick, convinto dell’effetto sorpresa, ma il cacciatore era più veloce e agile, le rune giocavano a suo favore.
“Spostati ragazzo ci penso io” Luke era apparso alle spalle del nemico con un pugnale puntato.
Joicelyn lo aveva preceduto, l’addestramento da shadowhunters era tornato a prevalere.
“Mia figlia no, non dovevate”.
Un colpo di cannone.
Erano rimaste solo nove persone.
****

Harry fissava il lago nascosto nel folto della foresta, a pochi passi da lui Hermione e Ninfadora aspettavano la battaglia finale. Solo poco tempo li separava dallo scontro finale e lui doveva combattere.
Tonks piangeva in silenzio, le lacrime bagnavano il suo viso. Doveva essere forte, doveva vincere, non poteva mollare, non dopo il sacrificio di suo marito, di Remus. Quanto aveva lottato per il suo amore… contro la sua testardaggine e i pregiudizi. Lei Nin.. Tonks doveva uscire dall’arena per lui. Respirò profondamente allontanando dalla mente qualsiasi pensiero, la concentrazione era fondamentale.
“Tris, shh, nasconditi qui” gli intrepidi avevano avuto la loro stessa idea, nascondersi al limite della foresta, così da restare nascosti.
Questione di secondi e si sarebbero trovati faccia a faccia.
“Expelliarmus” aveva urlato Harry. Un coltello dalla lunga lama era volato via di mano al più scuro del gruppo. Uriah era impotente, senza armi era la sua fine, nulla avrebbe impedito al mago di ucciderlo.
“Sectumsempra” Ninfadora aveva preceduto le mosse del giovane.
La guardò con  sguardo carico gratitudine e continuò a combattere.
****
“Stanno combattendo. È ora di fare la nostra comparsa” Jace sembrava sempre così sicuro di se stesso, nulla lo turbava. Eppure la sua mente continuava a pensare a lei, perché? Non riusciva a trovare spiegazioni, ma in fondo al dolore non c’è ragione logica, esisteva e basta. Non poteva mollare adesso, ad un passo dalla vittoria, doveva vincere per lei. Allora perché il corpo li ordinava di fermarsi, di crollare al suolo e urlare, perché non riusciva a staccarsi da Clary, perché il suo corpo giaceva fra le sue braccia. Non riusciva più a sostenere tutto quel peso.
Era corso sulle rive del lago, dove si stava combattendo lo scontro finale, lontano da tutto e da tutti. I maghi erano in vantaggio, tre contro due, una vittima ai piedi dei primi.
“Jace, niente cavolate” Luke lo stava coprendo sul lato destro, mentre Joicelyn controllava quello sinistro. Sapeva che si sarebbero sacrificati per lui, ma non provò dispiacere, solo sollievo, avrebbero raggiunto loro figlia, il suo amore.
“Eccoli i cacciatori, ben arrivati” la ragazza di Chicago si prendeva gioco di loro.
“Adesso” Jace si era scagliato contro i due maghi più giovani, non erano niente male, ma di certo non alla sua altezza, Joicelyn attaccò la ragazzina, mentre Luke se la vedeva con il ragazzo.
Due colpi di cannone. Jace si guardò intorno per vedere i caduti, una vittima giaceva ai suoi piedi, la strega giovane era crollata dopo un attacco particolarmente ben assestato nel petto. Mentre il secondo era Luke, sembrava dormisse, sereno sotto il buio cielo dell’arena.
“Luke” Joicelyn pronunciò il suo nome in un sussurro mischiato alle lacrime, si lasciò andare ai piedi dell’uomo, aveva perso le persone che amava di più al mondo, la sua vita non aveva più senso.
Un coltello venne lanciato dal ragazzo, preciso. Si stupì Jace.
Nel tempo che il coltello affondò nella donna, una spada angelica si conficcò nel mago.
Erano rimasti in quattro. Due maschi  e due femmine.
“Io mi occupo del ragazzo, tu attacca la ragazza” aveva urlato alla strega. Se dovevano uscire in due dall’arena preferiva di gran lunga lei alla mocciosa.
Aveva annuito scagliando incantesimi alla giovane.
“Siamo rimasti noi due. Sai un po’ ci speravo, ti ho sempre trovato il migliore, dopo me ovviamente. Sei forte, particolarmente bello, sembri anche intelligente. Peccato che qui ci sia posto per uno solo di noi”.
“Io non sarei tanto sicuro della tua vittoria”.
“No. Dici di no”. Si mosse tanto velocemente da sentirsi solo un fruscio nell’aria, sembrava volasse. Assestò un pugno nello stomaco del nemico, gli mancò il respiro per un momento. Questa volta il colpo lo subì Jace, e uno particolarmente potente, gli ruppe il naso, il sangue colava sul suo viso, ma non si arrese.
Sussurrò un nome e la spada si illuminò di un bagliore biancastro, splendeva nell’oscurità della notte. Tutti si fermarono rapiti da quella luce.
“Gabriel mi affido a te”.
Saltò e nell’atterrare spinse la spada nell’addome di Quattro, urlò e poi si spense. Silenzioso come la sera.
“Avada Kedavra” un getto verde esplose dalla bacchetta di Tonks  colpì in pieno petto Tris, che si accasciò a terra.
“Abbiamo i due vincitori!” trillò una voce.
Jace guardò Ninfadora che ricambiò sorridendo.
“Sono Tonks, solo Tonks”.
“Piacere Jace” disse il ragazzo con lo sguardo puntato verso il cielo.

   
 
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