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Autore: cioco_93    12/11/2015    0 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
- Devo dire che vai un po’ veloce rispetto al codice stradale italiano – azzardai nervosa. Quel ragazzo aveva un un qualcosa che sapeva mettermi tremendamente in soggezione.
- Sei hai paura, la prossima volta niente passaggio, mi spiace – rispose con straffottenza. “Antipatico” pensai.
- Non ho detto quello – dissi, non mi piaceva l’idea che pensasse che avessi paura.
- Sembrava, la prossima volta sii piu’ precisa – mi contraddi’
- E tu meno acido – risposi a mia volta
- Ti piace avere l’ultima parola e’.?? – continuo’ lui.
- Senti chi parla – ribattei, anche se aveva pienamente ragione, adoravo avere l’ultima parola, ma a quanto pare lui non era da meno. Giusto in quel momento Anne sali’ in macchina e pose quindi fine alla nostra veloce e sciocca discussione. Vicky 1 Logan 0.
Spero di avervi interessata ;)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Ola gente. Si lo so, due capitoli, nell'arco di due giorni.?? Sarò forse impazzita.?? Probabile, ma sono tornata in forma come si suol dire. Prima di lasciarvi alla lettura vi avviso, questo è probabilmente tra i capitoli più complicati che ho scritto che probabilmente scriverò, quindi prendetevi tutta la calma possibile nel leggerlo ahahha Spero ve gusti e buona lettura

11. Tutta la verità, nient'altro che la verità

C'era da dire che per essere oramai a Novembre inoltrato quel caldo martedì di sole era davvero un regalo. Non si girava ovviamente in canotta, ma i nostri giubbotti erano rimasti in classe, e la felpa era un ottimo capo con cui stare all'area aperta a godersi la bella mattina.
Il martedì mattina infatti, in seconda ora avevamo la fortuna di avere religione, da cui eravamo praticamente tutte esonerata nel nostro gruppo a esclusione di Caterina, e come ogni settimana ci ritagliavamo i nostri attimi di pace nel parchetto di fianco la scuola. Io e Anne non avevamo ancora avuto nessuna notizia da parte di Logan, e per quanto la tensione e la preoccupazione oramai era sempre più forte e aveva fatto allarmare anche le altre, ci eravamo concesse quei 50 minuti di assoluto riposo dai cattivi pensieri dandoci a qualche sana risata di gruppo.
Quando tornammo a scuola, ci fiondammo in caffetteria per regalarci poco prima dell'inizio dell'intervallo una bella cioccolata calda, che ci godemmo ai tavolini della mensa per tutti i dieci minuti della pausa scolastica, ma giustamente una tale rilassante mattinata non sarebbe potuta durare tutte le 6 ore.
Quando salimmo in classe infatti, allo suonare della campanella, trovammo un al quanto sorridente Logan che presentava la sua giustificazione alla Bonalumi (professoressa di inglese e coordinatrice di classe) per i due giorni di assenza e l'entrata in terza ora.
- Signor Calligan, giusto per che sia chiaro, in quanto ad assenze non ci sono problemi, ma lei sta sfruttando un po' troppo queste giustifiche per i propri ridarti. Capisco che sia un ragazzo particolare, che ha sulle spalle molte più responsabilità rispetto alla media dei ragazzi di questa scuola, ma questo non la esonera da determinate leggi scolastiche. Quindi veda di darsi una regolata, anche perché con sua sorella questi problemi non persistono – lo rimproverò schietta la donna.
- Mi scusi Prof, vedrò di stare più attento – rispose cordialmente il ragazzo con un sorriso pacato. Io, sua sorella e il resto delle ragazze lo fissavamo esterrefatte e stralunate mentre si avviava tranquillamente al suo banco, come se nulla fosse, senza però rivolgerci il ben che minimo gesto di scuse o spiegazioni.
- Su signorine, avete intenzione di rimanere in piedi tutta la lezione, o magari ritornate ai propri banchi.??- ci fece notare in men che non si dica la Bonny, e senza proferire parola ci sedemmo tutte ai nostri posti.
- Hej... - azzardò Logan una volta che fui seduta accanto a lui.
- Scordatelo. Io con te non ci parlo, almeno fino alla fine delle lezioni o rischio di prenderti a schiaffi, e questo credo valga tranquillamente anche per tua sorella – gli risposi secca e arrabbiata con uno sguardo indiavolato abbastanza esplicito. Davvero era così ingenuo e speranzoso che dopo la sua partenza improvvisata e tre giorni di silenzio gli bastava un “Hej” per sistemare le cose.??
Cercai nelle ore successive di non badare troppo alla sua presenza, parlando con Ilenia durante le lezioni, e rifugiandomi in sciocche conversazioni con il caro Perry, il nostro nuovo professore di italiano di quell'ultimo anno, che con la sua simpatia e saggezza aveva preso velocemente il posto della Fassari sia in classe, che nei nostri cuori.
Inutile dire, che con finta indifferenza, a fine delle lezioni salì velocemente in macchina con Anne e tornai a casa come se nulla fosse.
Nel pomeriggio ovviamente, dopo la bellezza di 10 chiamate perse, e 6 messaggi nemmeno aperti, Logan si presentò furibondo suonando come un pazzo direttamente alla porta del mio appartamento.
- Hai intenzione di spaccarmi il campanello per Dio.?? - esordì stralunata aprendoli la porta.
- Avevi detto che mi avresti fatto parlare alla fine delle lezioni, invece te ne sei bellamente andata senza dire parola e mi hai ignorato fino ad adesso – commentò lui entrando come un urgano in casa.
- Cavoli, non ti sembra estremamente famigliare la cosa.?? Aspetta cosa mi hai detto venerdì sera.?? “Buona notte rossa, ci vediamo domani mattina” e poi sei sparito a Monaco senza dare segni di vita per tre giorni, presentandoti oggi a scuola come se non fosse capitato nulla - gli feci notare acida.
- Avevo lasciato il biglietto ad Anne con scritto dove andavo e di stare tranquille, tutte e due. È stata una cosa dell'ultimo minuto – rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
- Ah bhe certo, scusami allora – gli dissi con sarcasmo. Presi una sigaretta dal pacchetto sul tavolo e nervosa mi rintanai in balcone. Il ragazzo copiò silenziosamente i miei gesti. Rimanemmo qualche minuto senza proferire parola fissando le macchine che passavano in strada, quando fu lui il primo a rompere il silenzio.
- Bhè, ora che abbiamo constato che sono uno stronzo, posso spiegarti.?? - mi chiese serio.
- Dimmi pure, sono curiosa – inizia con sarcasmo - ma sappilo: o mi racconti tutto Logan, senza esclusione di dettagli, motivazioni e spiegazioni più o meno logiche, o sai tranquillamente dov'è la porta – conclusi con toni agghiaccianti. Il ragazzo rimase muto per qualche secondo, come se stesse vagliando le due opzioni. Fece gli ultimi due tiri che rimanevano della sigaretta, e scagliandola giù dal balcone mi fece cenno di rientrare in casa. Ci sedemmo entrambi sul divano, e finalmente iniziò a parlare.
- Cosa sai dei miei genitori.?? - domandò di punto in bianco guardandomi fisso negli occhi.
- Dei tuoi genitori.? - ripetei spiazzata – So che tuo padre era a capo di un'azienda di famiglia per quanto riguarda le microtecnologie. So che erano entrambi dei nomi rilevanti in America, e che sono stati uccisi quattro anni fa, ma non sono mai stati scoperti gli assassini – riassumetti in breve perplessa.
- Ok perfetto. Allora parto dal principio – disse il ragazzo – la nostra azienda, la CaMicroTec, come hai detto te è un'azienda di famiglia. È partito tutto da mio nonno e suo fratello. Sai, erano due belle teste, e usciti entrambi con i massimi dei voti da Stanford, non fu difficile trovare posto per loro in aziende come Microsoft prima, e Apple Macintosh a seguire. Come le aziende per cui avevano lavorato, anche loro avevano voglia di rivoluzionare a modo loro il mondo, quindi decisero in pochi anni di fondare una loro azienda, tanto i fondi non gli mancavano, e di lanciarsi su quello che allora era ancora un argomento un po' sconosciuto, ovvero le microtecnologie – iniziò a raccontarmi.
- Ok. Fermati mi sono persa cosa centra tutto questo – lo bloccai spaesata.
- Hai detto tutto senza esclusione di dettagli. Quindi adesso ti sorbisci tutta la storia – mi rimproverò lui, per poi continuare – Stavo dicendo.?? Ah si, ok decidono di fondare la loro azienda. Sai ai tempi le “microtecnologie” non erano così come le intendiamo adesso, e soprattutto era un'azienda che non andava per essere a portata del grande pubblico, ma inizialmente si preoccupava solo di progetti militari, di stato, o per le grandi aziende ecc... Si costruirono comunque un loro nome e iniziarono a ingranare davvero tanti soldi. Quando mio padre ha preso le redini del lavoro di mio nonno all'inizio dei primi anni del 2000 oramai si parlava di un marchio che oltre a continuare il suo manufatto per un pubblico ristretto, collaborava già con le stesse aziende di Apple e Microsoft in modo da unire quelle che erano le microtecnologie a progetti per l'uso quotidiano e più svariato, come lo sono oggi i nostri smartphone, gli orologi high tech ecc. Fatto sta, che negli anni mio padre ovviamente ha portato tante innovazioni, e ha fatto raggiungere alla CaMicroTec livelli altissimi, siamo tra le prime aziende dello stato americano, e ovviamente abbiamo sedi in tutto il mondo. Il problema che quando hai in mano così tanto potere, ne derivano altrettanti guai. Papà in tutto ciò era un brav'uomo, una persona da stimare, che amava sua moglie e i suoi figli, ma nemmeno lui era un santo. Amava le macchine, le corse, la velocità e per quanto collaborasse con grandi aziende automobilistiche, e avesse l'opportunità di seguire, sponsorizzare e a volte anche a partecipare a molte gare come quella di Formula 1 o NASCAR, per lui non era abbastanza –disse quasi d'un fiato, quando finalmente prese una pausa e a me venne spontaneo intervenire nel suo monologo.
- E iniziò quindi a seguire le gare clandestine...- Constatai semplicemente. Aveva fatto tutto un mega discorso, ma era arrivata ora la parte che più riguardava tutti i suoi atteggiamenti e le sue serate al volante. Ero tesa, ascoltavo con attenzione e interesse, ma iniziai ad avere dei dubbi su quanto volessi veramente sapere tutta la verità. Nonostante ciò lo lasciai andare avanti.
- Esattamente. Sai le gare clandestine non sono una cosa da poco, e sembra quasi una cavolata, ma paragonarle un po' a quello che si vede nei primi Fast and Furius non è un'esagerazione. Mio padre iniziò prima a seguirle e inseguito a parteciparci. Aveva inizialmente aiutato due o tre ragazzi, fornendoli le più incredibili modifiche alle loro macchine, in modo da renderle sempre più veloci e imbattibili, e dopo di che si era lasciato convincere a scendere lui stesso sulle sue creature – ammise in parte con tono di rimprovero, ma nello stesso tempo con ammirazione.
- E tu come fai a saperlo.? Cioè, non credo fosse un argomento di cui si parlasse a tavola in casa vostra – mi chiesi stranita.
- Bhè ovvio. Mamma la prima volta che lo scoprì diventò una furia. Me lo ricordo come se fosse ieri, avrò avuto quanti.? 13 anni.? Sai da ragazzino, per quanto sia sempre stato reputato un piccolo angioletto, rispetto soprattutto ad Anne, in verità ne combinavo parecchie. Eravamo nella nostra villa negli Hamptons, durante il periodo estivo, ed ero sgattaiolato, subito dopo la buonanotte di mia madre, fuori dalla finestra per andarmi a fare una passeggiata in spiaggia. Ero solito stare fuori qualche ora, e poi verso l'una o le due del mattino tornavo a casa tranquillo, passando dalla porta d'ingresso, perché solitamente tutti per quell'ora dormivano e io non mi dovevo sprecare ad arrampicarmi fino la mia camera. Comunque vada ero sempre cauto e silenzioso, sai non volevo ovviamente svegliare qualcuno e far pensare che ci fossero i ladri. Quella sera, come di routine entrai sgamato in casa, ma in soggiorno le luci erano tutte accese. Mi maledissi per non aver controllato prima se ci fosse qualcuno ancora sveglio e pensai subito al mega cazziatone che mi sarebbe arrivato da li a pochi istanti quando mi avrebbero sentito entrare, ma le urla di mia madre, per quanto soffocate in modo da non svegliare teoricamente me o mia sorella, non avrebbero potuto sicuramente portare qualcuno a far caso a me. Era la prima volta che sentivo i miei litigare, quindi rannicchiai sulle scale, e iniziai ad ascoltare. Mamma urlava a mio padre che si era bevuto il cervello. Che le gare di questo genere erano pericolose. Che già viveva con il cuore in gola ogni volta che gareggiava sui circuiti, figurasi in un qualcosa di illegale. Che se lo beccavano avrebbe rischiato grosso con la legge, e che avrebbero potuto perdere parecchio anche nel lavoro. Lui iniziò a giustificarsi che era più forte di lui, che era semplicemente uno svago e che sapeva quello che faceva. Disse che la CaMicroTec era fondamentale per quasi tutti quelli che la sfruttavano, Stato compreso e che quindi non rischiava di perdere niente, contando soprattutto che non era l'unico pezzo grosso che si era immischiato in questo giro. Mamma sbottò con un “Fai quel diamine che credi” e si diresse in cucina, mentre papà sconsolato venne verso le scale, beccandomi in pieno. Non disse una parola però, mi sorrise e mi fece segno di scappare immediatamente in camera. Il mattino dopo mi svegliò presto, e mi portò nascosto da mamma nel suo garage. Tu non puoi capire cosa avesse lì dentro. Macchine incredibili, dotate delle migliori tecnologie, che solo a guardarle potevi capire quanto fossero veloci e potenti. Nel mucchio c'era però anche una classica BMW serie 1 ancora originale. Papà mi disse “questo sarà il nostro piccolo segreto” e da quel giorno iniziammo a lavorarci insieme, a modificarla e a renderla una potenza da gara. È da allora che mi interesso di motori. Non so precisamente perché mio padre lo fece, ma probabilmente, se non l'avesse fatto, oggi non sarei a un passo dal scoprire chi ha ucciso i miei genitori – constatò con durezza e malinconia.
- Come fai a dirlo.?? - chiesi sconcertata.
- Chi ha ucciso i miei genitori centra con le gare clandestine, ma non solo. Ricordi cosa ti ho detto prima.?? Nella litigata con mia madre, papà disse che lui non era l'unico pezzo grosso immischiato in questo casino, il che vuol dire che qualcuno che non voleva far saltare fuori il suo nome nella faccenda, ha tappato la bocca ai miei genitori. Poco prima della loro morte infatti, si parlava di un grandissimo scandalo alle porte per quanto riguardasse le gare automobilistiche illegali. Dai documenti che sono riuscito a criptare dal computer di papà negli anni dopo la sua morte, ho scoperto che papà poteva avere tutta la passione che voleva per le macchine e l'adrenalina, ma in verità tutto era nato per un accordo militare per il quale la CaMricoTec, avrebbe dovuto creare e testare nuove avanguardie per macchine sempre più veloci e tecnologiche. Ovviamente quando si tratta però di tecnologie che potrebbero recare danno a chi le testa, lo stato le rende illegali. A quel punto allora lo stesso governo gioca sporco, e a te azienda ti propone di testare cose per lo stato, che teoricamente sono illegali, in circuiti illegali, così anche se qualcuno si fa male, nessuno ci rimette legalmente e può esser incriminato. Mi stai seguendo.?? - Domandò lui tutto fiero di quello che stava cercando di spiegarmi. A essere sincera ero abbastanza spaesata, ma a grandi linee stavo fortunatamente seguendo il suo discorso.
- E come se tuo padre stesse lavorando in incognito – constati.
- Esattamente. Qualche settimana prima però che iniziasse a trapelare la notizia dello scandalo, tutte le macchine su cui mio padre aveva investito e lavorato vennero portate via. In poche parole, il governo aveva in mano quello che li serviva, e una volta tolto dalla piazza una qualche connessione alla CaMicroTec e quindi al governo stesso, doveva sbarazzarsi anche di quello che non andava con la legge e denunciare le gare illegali e chi ne faceva parte. Mio padre immagino era l'unico che avesse tutti i nomi, e chiunque l'abbia ucciso l'ha fatto per pararsi le spalle. La maggior parte degli enti governativi di qualsiasi stato, che adoperano in territori illegali, finché non raggiungono il proprio scopo meno sanno, meglio è. Per questo gareggio. Chi ha cercato di fermare lo scandalo, non l'ha fatto per tirarsi fuori dai guai e smettere di correre. In gare clandestine come queste, la quantità di soldi che girano hanno cifre da capogiro, e una volta che ci sei dentro è difficile smettere. È come il poker, le scommesse sportive ecc... quindi chi è dietro all'omicidio dei miei genitori è ancora dentro a tutto questo. Quando ero in America, mi ero fatto un nome, ovviamente falso, ed ero entrato nei giri giusti, nelle gare giuste dove ci sono i pezzi grossi. Trasferendomi qui le cose si sono complicate. Sono dovuto ripartire da zero. Diventare bravo qui, e poter entrare anch'io in quelle che sono le gare internazionali, per poter arrivare di nuovo vicino al mio scopo. Venerdì notte ho gareggiato nelle zone del passo del San Bernardino e ho vinto. Da lì mi si è presentata la possibilità di fare la prima gara internazionale, a Monaco. Non è nulla in confronto a quelle a cui devo arrivare io per avere a che fare con i pezzi grossi americani, ma è già qualcosa – concluse finalmente Logan.
- Perché uccidere anche tua madre allora, se il vero ed unico obbiettivo era tuo padre.?? - chiesi perplessa.
- Mia madre non centrava niente. Si è trovata semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato. I miei genitori sono stati uccisi nel garage privato di mio padre. Papà stava lavorando da settimane su una qualche macchina. Orario fisso, dalle 18.00 subito uscito dal lavoro alle 19.30, così da esser per le 20,00 a tavola in casa. Era un Garage fuori città immerso nei boschi, ricavato da una collina. Chi ha commissionato l'omicidio ovviamente sapeva i suoi spostamenti, dove trovarlo da solo e quando, ma non aveva calcolato la sorpresa di anniversario di mia madre, e quindi la sua presenza. Pensa aveva organizzato una cena al lume di candela poco distante da li sulle sponde del fiume. Era solita inventarsi sempre qualcosa di particolare. Fatto sta che probabilmente era andata lì per destarlo dal lavoro e non farlo scappare a casa, ma ovviamente qualcuno li ha fermati – raccontò con tristezza. Mi venne spontaneo abbracciarlo, per darli tutto il conforto possibile. Immaginavo che raccontare la morte dei suoi genitori, non doveva mai esser una cosa piacevole. A nessuno piace mai raccontare la perdita di una persona cara. Ma pochi secondi dopo, il mio cervello ritornò in funzione, e una volta assimilate realmente tutto quello che mi aveva raccontato sbottai furiosa.
- Logan fermati. Non fare tutto questo, è troppo pericoloso. Gare clandestine, omicidi, governo, servizi segreti, Monaco, scommesse... questo sarebbe troppo per chiunque, figurarsi per un ragazzo di 19 anni.!! Se ti succedesse qualcosa, pensa ai tuoi zii, a tua sorella. Ne morirebbero. Dovresti lasciar fare alla polizia, dovr...- iniziai a contraddire la sua folle idea, ma ovviamente venni immediatamente bloccata.
- Vicky, ma quale polizia.!! Loro non potranno scoprire mai niente.!! Tre quarti delle cose che ho scoperto prima di mettermi a gareggiare le ho scoperto per caso, e perché conoscevo i codici che usava mio padre. E per quanto riguarda le gare, sono bravo, e come ti ho detto prima ho passato parecchi anni a lavorare sulle macchine con mio padre, quindi so con cosa gareggio, e come rendere i miei mezzi i migliori per poter affrontare queste cose. Sono pur sempre titolare della stessa CaMicroTe – iniziò a darmi contro lui.
Ero esterrefatta. Era un'idea folle e suicida, ma la cosa peggiore e che non avevo nessuna influenza per poterlo fermare. Si trattava pur sempre della morte dei suoi genitori, e chi ero io per impedirgli di voler far giustizia.???

  
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