Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Gelidha Oleron    12/11/2015    0 recensioni
"Le principesse non stanno con i pirati, Bibi" si abbassò la visiera del cappello sugli occhi, non riuscendo però a mascherare l'amarezza di un sorriso sghembo "Accade soltanto nelle fiabe, questo dovresti saperlo"
"Ma tu sei molto più di un pirata!" ribattei con le lacrime agli occhi, ostinata "Chi si ferma alle apparenze è soltanto uno sciocco che non ti conosce bene!"
"Tu hai tutto" si fece serio "Servitù, palazzi sfavillanti, gioielli costosi... l'ultima cosa di cui hai bisogno è un fuorilegge squattrinato che oscuri la tua popolarità"
"Credi davvero che m'importi di tali futilità?"
"Il punto è che io non merito i tuoi sospiri d'amore, principessa. Sono sporco dentro. E nemmeno le tue lacrime possono curarmi"
Perché Ace, sfuggente, era oceano: andava e tornava come le onde del mare, indecise, traportate dal vento, come la risacca che non appena tocca sabbia viene immediatamente risucchiata dalla marea, così lui era impaziente di tornare al largo.
Kosa, impetuoso, era deserto indomabile: impossibile controllarlo, impossibile sfuggirgli. Diventava, così, un'oasi di terra sicura in mezzo al tempestoso mare d'incertezza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kosa, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
"Nullus dolor est, quem non longinquitas temporis minuat ac molliat"
 
(Cicerone)
 
 
 

"Allora, vediamo cosa sai fare" Kosa si leccò le labbra, sorridendo in modo provocante "Dimmi quando sei pronta"
"Sono nata pronta" replicai con tono di sfida, preparandomi all'attacco.
Due testardi, due incoscienti che avevano deciso di combattere per stabilire chi dei due fosse diventato il più forte: così, alle estremità opposte del deserto che sottostava Alubarna, stavamo per sfidarci per la prima volta dopo tanti anni.
I sospiri di un deserto stanco dei nostri giochi, ma anche divertito: i suoi occhi nei miei, decisi e convinti, chi avrebbe ceduto per primo? E i ricordi di una meravigliosa, spensierata infanzia trascorsa a cercare di superarci...
Perché, Kosa, abbiamo sempre gridato in direzioni diverse ma, alla fine, ci siamo sempre accordati sul medesimo canto.
C'era aspettativa da entrambe le parti, tensione, ma un sorriso presuntuoso ci increspava le labbra. Così, non appena Karl diede il via, ci lanciammo l'uno sull'altra e iniziammo a combattere.
"Kujakki slasher!" esclamai, facendo roteare un anello attorno al mio dito e creando un'arma tagliente.
"Non gliela darò vinta, principessa!" replicò Kosa con tono divertito, mentre impugnava la spada e mi veniva incontro.
Le lame delle nostre armi cozzarono, ma erano più taglienti i nostri sguardi "Non deve risparmiarsi solo perché sono una donna, capo dei ribelli!"
"Ti giuro che non lo farò" mi promise, sempre con la convinzione di avere la vittoria in pugno.
La forza delle nostre braccia fu talmente tanta che fummo costretti ad allontanarci per riprendere fiato, mentre nessuno aveva la meglio.
Con un balzo, arretrai, facendo volare la sabbia e facendo sospirare Karl che, nel frattempo, ci rivolgeva sguardi preoccupati e premurosi.
"Ti batterò, Bibi!" gridò tutt'a un tratto l'ex capo dei rivoltosi e, con il mantello viola aperto dal vento, si scagliò contro di me per la seconda volta.
"Io non ne sarei così sicuro!" mi accanii contro di lui, sfoderando tutti i migliori attacchi che avevo imparato durante quegli anni.
Ci scontrammo, ma lui riuscì a bloccarmi di spalle in una morsa che avrebbe potuto essere un abbraccio mentre, con molta fatica, spingevo le braccia verso il basso e cercavo di liberarmi.
Karl urlò, visibilmente scosso dallo spettacolo, e iniziò a pestare le zampe sul suolo, come per invitarci a smettere.
Kosa non combatteva con me come combatteva con l'esercito dei rivoltosi: nonostante le mie implorazioni, era evidente che si comportasse diversamente a causa del mio essere donna; nonostante tutto, aveva continuamente paura di farmi male, si controllava e, dopotutto, ero io ad aver preso quella sfida come una questione di vita o di morte, di rivalsa per me stessa, mentre lui, spensierato, la considerava un mero gioco avvincente.
E che questa terra possa sporcarsi di giochi, dopo aver assistito a cruente battaglie tra eserciti tutt'altro che spensierati: ma si potevano sentire, nel vento che alzava la sabbia, i sospiri dei caduti che si divertivano a guardarci combattere.
Dopo svariati sforzi, finalmente, riuscii a sgusciare via dalle sue braccia che mi avevano intrappolata.
"Però!" mi concesse poi, con un bagliore che gli attraversò i vetri degli occhiali "Sei migliorata davvero!"
"Cosa credevi?" lo provocai, mentre ancora ci affannavamo per attaccarci a vicenda "Non sono mai riuscita a batterti, Kosa... ma sento che questa è la volta buona!"
Lo feci ridere, mentre bloccò facilmente la mia arma tagliente con la sua spada "Ti sbagli, Bibi. Non metti in conto il fatto che anch'io sono molto migliorato, negli ultimi anni" poi si fece serio, quasi arrabbiato "Non sono più un bambino che tira calci e morsi!" mi minacciò, infantilmente.
Risi anch'io "Posso anticipare tutte le tue mosse, al contrario di ciò che credi! Dopotutto, è stato Chaka ad insegnarti a combattere" gli feci un occhiolino.
Kosa fu quasi offeso dalla mia affermazione, rimase sorpreso ma poi assottigliò lo sguardo "Chaka mi ha insegnato tanto, ma poi ho proseguito per la mia strada!"
Un'altra folata di sabbia, l'ennesima, m'impedì di vederci chiaro. Soltanto, mi accorsi di un'occhiata complice che si scambiarono Kosa e Karl, dopodiché quest'ultimo mi corse incontro e, cercando di bloccarmi, fece vincere il mio avversario.
"Karl, ma cosa fai?" cercai di divincolarmi.
La punta della spada di Kosa si fermò sulla mia gola "Anche lui ha capito che contro di me non hai speranze di vittoria, che tu riesca a prevedere le mie mosse o no" sorrise "Anzi, scommetto che questa non te l'aspettavi"
"Karl!" gli diedi uno spintone "Ma dico, cosa ti salta in mente? Tu dovresti stare dalla mia parte!"
Il papero si scusò, arrossendo, ma non poté evitare di sorridere: evidentemente, non vedeva l'ora di porre fine a quel combattimento.
Mi arrabbiai "È tutta colpa tua!" spinsi anche Kosa, facendolo cadere sulla sabbia ma lui, prontamente, mi trascinò giù con lui.
Scoppiò a ridere "Non abbiamo mai detto che le alleanze fossero fuori regolamento, non arrabbiarti se Karl vuole più bene a me che a te!" usò mezzucci infantili, di nuovo.
"Questo non è vero!" iniziai a prenderlo a pugni, ma riuscii solo a farci rotolare nella sabbia "Era solo preoccupato che potessimo farci male!"
Kosa bloccava le mie mani, ma mi faceva diventare furiosa vedere quanto si stesse divertendo: chi tra i due si stava comportando in maniera più infantile?
"Sei sleale! Senza moralità! Un impostore!" annaspai.
Mi tirò i capelli "Sei solo arrabbiata perché, per l'ennesima volta, non sei riuscita a battermi!"
"Che cosa?" gli diedi un pizzicotto sulla guancia "Prova a ripeterlo, se hai il..."
Improvvisamente, le sue labbra si posarono sulle mie e, all'istante, il tempo si fermò: chiusi gli occhi e mi dimenticai di tutto, della sfida, della rabbia, dei dispetti... solo una gradevole, immensa sensazione piacevole che mi colmò.
Via dal tempo, via dal mondo: Kosa entrava in me e colpiva la mia anima, abile avversario della mia più tremenda testardaggine, mi riduceva in ginocchio, non sarei mai riuscita a batterlo.
Perché era lama tagliente delle mie illusioni, mi riportava alla realtà prima con giochi infantili, poi, bruscamente, mi dava il colpo di grazia e mi costringeva ad arrendermi di fronte a questo meraviglioso, sconcertante bacio in mezzo al deserto.
Hai vinto ancora tu, Kosa. Perennemente tua vittima, per sempre tua complice.
Karl si allontanò, come sempre disgustato dalle nostre effusioni, e allora approfittai per strusciare più intensamente il mio corpo su quello del bel rivoltoso: dopotutto, avevo una voglia matta di mettere in pratica le cose che avevo imparato anche da questo punto di vista e, dato che con lui non ne avevamo mai neanche parlato, c'era in me anche una certa curiosità nei confronti del suo corpo ancora inesplorato.
Infatti, Kosa ne rimase sorpreso: sgranò i suoi occhi nei miei, mentre con le gambe mi spingevo avanti e indietro sui suoi pantaloni neri che, a poco a poco, presero a gonfiarsi.
Dopo un istante, i suoi occhi si chiusero e mi baciò sull'orecchio, strappandomi un sospiro di piacere, mentre con il braccio mi cingeva e faceva scivolare la mano sul mio fondoschiena.
E avrei voluto che ci fondessimo lì, sulla terra e non nell'acqua: sulla concretezza, sulla solidità, sulle prospettive per il futuro.
"Kosa..." dissi, d'improvviso, tra i sospiri "Io non sono più vergine"
Lui, inizialmente, parve di nuovo sorpreso per le mie parole, ma poi riprese "Nemmeno io" esitammo, poi lui continuò "Non dobbiamo sentirci in colpa, Bibi" mi accarezzò i capelli, spostando una ciocca ribelle dietro il padiglione auricolare "Siamo sempre stati legati, è vero, ma non sapevamo nemmeno se ci saremmo rivisti... voglio dire, sono passati tanti anni" rifletté "Ora dobbiamo accettare anche quella parte del nostro passato in cui non c'eravamo, l'uno per l'altra"
I miei occhi divennero lucidi: aveva così maledettamente ragione!
E dire che Kosa non era mai stato un diplomatico, anzi: di solito ero io, quella che lo faceva ragionare a furia di riflessioni e razionalità.
Che i ruoli si fossero scambiati? Che, a furia di fonderci, io fossi diventata l'impulsiva, la testarda e la ribelle e lui il diplomatico, calmo e riflessivo?
La confusione cedette il posto alla commozione: Kosa era Bibi e Bibi era Kosa, senza nessuna possibilità di scampo.
 
 
 
 
 
 
Portuguese D. Ace aveva lasciato il nostro regno già da un bel po', con la speranza di rivederci al più presto.
Spronai Karl per fare una passeggiata nel deserto: attanagliata dai sensi di colpa, mi sedetti su una duna e lacrime calde, ben presto, presero a bagnarmi il volto.
"Oh, Karl" il mio migliore amico mi abbracciò "Credo di averla combinata grossa, stavolta"
Miraggi d'immoralità scandivano il mio viaggio: ma perché non riuscivo a pentirmi del mio gesto?
Il deserto mi parlava e mi riempiva, quasi schiaffeggiava la mia sfacciataggine con il suo vento impetuoso.
I capelli di Kosa erano del colore della sabbia... il pensiero mi fece sorridere. Forse la sua reazione insolitamente pacata mi aveva sconvolta a tal punto che ora quasi non sapevo come comportarmi.
Raccolsi della sabbia tra le mani: Kosa era come il deserto; testardo, impulsivo, impegnativo... eppure avevo imparato a viaggiare nel deserto sin da bambina, conoscevo bene le sue difficoltà e sapevo perfettamente come prenderlo.
Lanciai i granelli di sabbia nel vento.
Mi farò perdonare, amore mio, non temere: senza che tu lo sappia, sono già in te.
Cammino su queste dune e mi sembra di attraversare i tuoi morbidi capelli; ammiro il deserto sconfinato e ho l'impressione di essere inglobata dentro te, immenso e aggressivo, bellissimo ed esigente.
Il tuo spirito, come il deserto, non è praticabile da chiunque. Ma io, Kosa, io saprò dissetare la tua anima assetata. ©
 
 
 
 
 
 Note dell'Autrice:
 
"Non vi è nessun dolore che un lungo lasso di tempo non diminuisca o ammansisca" - Cicerone
 
 
 ...ne è passato di tempo, eh? Chiedo venia, ma l'università non mi dà tregua! Così, con un mese (!!!) di ritardo, non posso far altro che sperare che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso e chiedervi umilmente scusa.
Allora: primo paragrafo dedicato allo scontro tra Bibi e Kosa, che mi sono divertita tantissimo a scrivere e che mi sembrava un Must, date le loro personalità molto 'combattive'!
Ho aggiunto una sfumatura maliziosa al personaggio di Bibi perché, dopo tanti anni, credo che il desiderio nei confronti di lui si faccia sentire più forte che mai. Immancabili, però, i sensi di colpa alla fine.
Un'altra parte che mi è piaciuta molto scrivere è stata l'identificazione di Kosa col deserto - spero, tuttavia, che sia stata una parte abbastanza chiara e comprensibile e di non essermi lasciata trascinare nel nonsense.
Vi lascio con due immagini trovate su internet: la prima, che mi ha fatto pensare alla frase "Perché, Kosa, abbiamo sempre gridato in direzioni diverse ma, alla fine, ci siamo sempre accordati sul medesimo canto".
La seconda, mi ricorda del loro scontro : )
A presto, spero!








 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Gelidha Oleron