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Autore: queenjane    13/11/2015    3 recensioni
Una storia di amicizia, amori, avventure sullo sfondo suntuoso e tormentato del regno dell'ultimo zar di tutte le Russie, di una principessa coraggiosa, dotata di un indomito orgoglio, sopravvissuta, piena di antiche paure e nuovi ardimenti, la sua vita e di chi ha vissuto con lei.. Nata lo stesso giorno di Mozart, principessa di un antico casato, potente e maestoso, amica delle figlie dello zar, ecco Catherine dagli occhi di miele, amata immortale, regina dell'altrove, che si muove sul rumore dei ricordi..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Le successive tre figlie dello zar Nicola II,che la zarina vedova Marie definiva dinasticamente inutili, che non potevano ereditare il trono per la legge salica in vigore, nacquero a due anni di distanza l’una, Tatiana, Marie e Anastasia.
La principessa Ella scuoteva la testa a quelle osservazioni, Sottile, alta e perfetta,scuri i capelli, le iridi color miele profondo, come il suo antenato, Felipe Moguer, giunto dalle terre di Spagna, figlio di un marchese, che si era costruito titoli e fortuna alla corte di Caterina II, un audace bastardo.
Era più presente Felipe nei ritratti di famiglia che il principe Pietr, il padre della principessina Catherine, una figura indefinita, sullo sfondo,assorbito dai doveri militari, dal gioco d’azzardo e dalla bottiglia, tranne che allora non lo sapevo... Mi declinavo in terza persona per esercizio, stile, disperazione ..
Gentile ma distratto, se non era stato disonorato per i debiti lo doveva al cognato, Aleksander, vezzeggiato Sasha, il fratello di Ella, che aveva molte volte ripianato le sue perdite al tavolo verde.
Volevo un fratello o una sorella, ero figlia unica, viziata e ottenevo spesso quanto volevo ma non quello, in compenso avevo le granduchesse, rideva mia madre, lasciando indietro il suo profumo di cipria e peonia, i vantaggi di avere delle sorelle senza spartire l’attenzione dei genitori.
Spesso, durante la stagione invernale, capitava che dormissi a Carskoe Selo, nel palazzo di Alessandro- la giovane zarina preferiva quella cittadina a venti chilometri circa dalla capitale e il palazzo di cui sopra, più tranquillo e raccolto.. rispetto ai fasti ufficiali del proprio rango
Quel pomeriggio arrivai in anticipo e chiesi di poter fare una piccola improvvisata, corrompendo il valletto di colore che introduceva agli appartamenti imperiali, in questo caso alla nursery, un retaggio dell’imperatrice Elisabetta..
Osservai la scena con tanto di occhi.
Olga e Tatiana avevano costruito una casa delle bambole in un lato, usando sedie e poltrone, Marie era stata esclusa, al solito, anche se la nurse inglese aveva costruito una casa simile per lei sul lato opposto.
  • Sei la cameriera e basta- chiosarono le sue gentili sorelle, il gioco le assorbiva e ancora non si erano accorte di me, Anastasia era allora troppo piccola per partecipare e Marie faceva le spese delle trovate delle due più grandi, denominate The big Pair.
  • No sono la zia che viene a trovare le nipoti- ribattè Marie, la sua bontà che allora già le lasciava perplesse, poi giunsi io in aiuto..
Dopo il mio soccorso, giocammo insieme, poi il bagno e la cena, io aspettavo con ansia il dopo, quando ci ritirammo.
La tata inglese, Miss Eager, sosteneva la virtù dell’obbedienzae del rispetto degli orari.. tranne che…
  • Racconta una storia- Sussurri smorzati, come neve, io e Olga e Tatiana dentro il letto da campo di una delle granduchesse, ove dormivano di solito e che le accompagnava nei loro viaggi e spostamenti, allora ci entravamo in tre in quell’arnese.
  • C’era una volta…- Una delle storie di mia madre, che io confondevo e assemblavo di nuovo e ancora…
… la zarina di tutte le Russie aveva un solo compito, ovvero partorire un erede maschio per il trono, ma Alix d’Assia non lo portava a termine.
Si occupava personalmente delle figlie, entusiasta e partecipe come il marito. Non si preoccupava della vita mondana, ogni sua apparizione in pubblico era uno strazio, le chiazze rosse le fiorivano sul volto e il suo disagio erano una tortura per sé e gli altri.
Io avevo l’esempio della principessa Ella, mia madre, che mi seguiva e compariva senza affanni alla vita mondana, compiva opere benefiche e leggeva a dismisura, colta, allegra e spiritosa, amante della Francia, di cui parlava in modo perfetto la lingua... mi chiamava sempre Catherine, alla francese, in luogo del nome e patronimico russo, così che divenni Catherine per tutti.
Che anni furono quelli, rammentava poi Ella, della prima età adulta, densi di sogni e progetti, una figlia, le attività benefiche, mai stava ferma, con piccoli oblii di passaggio, la lussuria degli antenati spagnoli .. pus che sgorgava da una ferita, dietro solide e smaglianti apparenze..
Il marito di Ella perse cifre importanti al tavolo verde, ma saliva nei gradi militari … con Ella non si intendevano né al principio né dopo, nessuno dei due era un martire o un santo, ma erano proprio agli antipodi, ognuno inadatto all’altra, la lettura di “Madame Bovary” non serviva a nessuno dei due, la vita non imitava l’arte e viceversa…
Il fratello di Ella si era accompagnato a una borghese e l’avrebbe sposata, se non fosse stata per la differenza di rango…era ingiusto ma la vita era in quel modo il mondo era in quel modo e non come si voleva fosse giusto .. ma Ella diede più impulso allo studio della figlia che a farle imparare il ricamo.
Sulla carità no, non transigeva verso il 1902-03 fece costruire un orfanotrofio una cui ala era destinata ai bambini difficili, sordomuti.
La direzione nominale era della zarina vedova, Marie, che lasciava carta bianca, Ella la conosceva da quando era una bambina e sapeva come trattarla, mediare con lei, aveva tatto, conoscendo le regole scritte e non per avvicinarsi alla formidabile vedova di Alessandro III.
Savoir faire, dote mai stata tra le corde di Alix d’Assia, di cui vi erano infiniti esempi, uno per tutti capitato nel 1896, quando la giovane zarina aveva lanciato un progetto benefico, ovvero “Assistenza mediante il lavoro manuale”. Tale idea prevedeva la creazione di una serie di laboratori in tutta la Russia ove, sotto la guida di signore aristocratiche, le donne povere avrebbero imparato a cucire e simili. Un comitato, controllato e diretto dalla giovane zarina Alessandra, già Alix d’Assia, avrebbe controllato e diretto tutti i laboratori. Idea era insegnare uso di ago e filo per produrre esimi lavori da porre i vendita, dando il ricavato ai bisognosi. L’affluenza era stata numerosa, tuttavia la giovane imperatrice non aveva tenuto conto che, per quanto a livello nominale, il patrocinio di simili iniziative spettava a sua suocera, l’imperatrice vedova. E non l’aveva considerata, in primo luogo.
In secondo luogo, le nobildonne entrate nel comitato della giovane zarina si aspettavano un favore, un riscontro, tipo una nomina acorte o una posizione per i loro congiunti.Benefici, tangenti, in sintesi, ma Alix nulla voleva concedere e molti borbottarono sulla ingratitudine imperiale.Altre donne, mogli di bottegai e mercanti rimasero, solo perché partecipare a quella iniziativa dava il prestigiosociale di essere in contatto con la corte degli zar.
Di cucire i vestiti per i poveri non importava nulla a nessuno.
Un fallimento, ecco, e la principessa Ella non era una santa, aveva tatto … né santa o martire, Ella, quanto una donna con le sue passioni ei suoi egoismi , ieratica senza cedimenti, Ella, madre di una sola figlia e adottiva di ottanta orfani… e i poveri e i sopravissuti.. Forse faceva il bene per riscattare il suo peccato carnale..
 
   
 
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