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Autore: queenjane    21/11/2015    3 recensioni
Una storia di amicizia, amori, avventure sullo sfondo suntuoso e tormentato del regno dell'ultimo zar di tutte le Russie, di una principessa coraggiosa, dotata di un indomito orgoglio, sopravvissuta, piena di antiche paure e nuovi ardimenti, la sua vita e di chi ha vissuto con lei.. Nata lo stesso giorno di Mozart, principessa di un antico casato, potente e maestoso, amica delle figlie dello zar, ecco Catherine dagli occhi di miele, amata immortale, regina dell'altrove, che si muove sul rumore dei ricordi..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Fosse successo qualcosa a Catherine, per la granduchessa sarebbe stato un dolore atroce. Olga aveva sofferto in modo immenso per la morte nel 1903 per la morte della cuginetta Ella d’Assia, la figlia del granduca Ernesto, il fratello della zarina Alessandra, sua cugina cui era molto affezionata,morta di febbre tifoide  ma Catherine era la sua preferita.
A special bond .. a never ending friendship, pure like a diamond .. eternal LIKE THE NIGHT ..nor fall not yet.. the sorrow grew up…, like the breeze or the Ocean
.. la principessa Ella in quei momenti pregava il Dio in cui non credeva di prendere la sua vita al posto di quella della bambina, la sua Catherine, di perdonarla dei suoi peccati e salvare la bambina, che aspettava la sua sorellina.. la punizione di Ella, il prezzo del suo peccato.
Voleva la sorella, senza sapere che lo fossero, voleva Olga e non sua madre, il padre naturale della ragazzina era il giovane zarevic.
La granduchessa Olga scappò subito da Catherine, mentre lo zar Nicola II si tratteneva con la principessa Ella, attaccandosi poi Olga alle gonne della principessa, scorgendo il viso della sua amica occultato dalle bende, la mano di Ella che stringeva la sua, più materna della zarina stessa ..
Lo zar disse che Catherine era una guerriera, una principessa, mai avrebbe mollato, ma stringeva, intimo, dopo anni, le braccia della principessa Ella.
  • Tu?-  Che faceva Olga nella mia stanza, tra i libri e i quadri e i vasi da fiori? Impazzivo scrutando lei che mi fissava, il viso puntato contro la spalla, vestita di bianco, una fascia azzurra sulla vita
  • Ciao Cat, mi hai fatto prendere un bello spavento.
  • Sei caduta da cavallo, hai battuto la testa ma..
  • Ti ricordi chi sono, VERO..
SILENZIO, PER LO STUPORE.Ma io sempre mi ricorderò di te..
  • Va bene.. è che.. ti voglio bene Catherine, come alle mie sorelle, sei la mia migliore amica.
Stupore..lei che lo ammetteva?
  •  
I ricordi tornano nella cosiddetta stanza viola, la "mauve room" della zarina, il profumo di lillà, i vasi pieni, mescolati il suo profumo preferito “White Rose” e alle sigarette che fumava, nei momenti di quiete che di fretta, ovvero sempre, una sigaretta appresso all’altra.
Quella era la sua stanza preferita, piena di mobili ordinati per corrispondenza ai grandi magazzini inglesi Marple’s- (cosa che aveva prodotto altra frecciata ai danni della giovane zarina, che bisogno aveva di ordinare quegli acquisti quando disponeva delle squisite collezioni e degli splendidi arredi dei palazzi dei Romanov? Era e rimaneva una Hausfrau, una casalinga in tedesco,una piccola borghese, anche in quello si palesava la sua inadeguatezza).
Il pianoforte verticale.
La chaiselogue ove era adagiata, lo sguardo appuntato sulla parete colma di foto, della madre Alice, di sua nonna la regina Vittoria di Inghilterra e paesaggi della Germania e della Gran Bretagna, un quadro dell’Annunciazione e un arazzo Gobelin che rappresentava Maria Antonietta e i suoi figli, un dono dell'ambasciata francese.
  • Mi avete convocata, Maestà?
Dietro di lei, la sua primogenita Olga mi scoccò una linguaccia, birichina come e più della sorella più piccola.
  • Ho appreso che stai imparando il tedesco.- Già, mia madre, appurato che avevo doti sopra la media, opinione degli insegnanti e non mia chiariamo, aveva deciso di darmi una educazione poliedrica, lingue, storia, letteratura e scienze, al diavolo la musica e il ricamo, visto che ero negata.
  • I primi rudimenti… - la caduta da cavallo del mese di marzo 1906 non aveva leso la mia memoria prodigiosa, rimasta intatta, ma ancora non ero rimontata in sella,, la paura mi si era tatuata addosso e ancora sarebbero passati molti mesi prima che tornassi a cavalcare.
La zarina Alessandra iniziò a parlarmi in tedesco, il suo idioma natale, lingua in cui preferiva esprimersi come l’inglese, che parlava in modo fluido, al contrario del russo e del francese. Quest’ultimo io e Olga lo usavamo di preferenza.
  • Grazie del tempo che mi avete dedicato, Maestà, siete sempre molto gentile con me.
  • Invece .. il piacere è stato mio- Io e Olga ci scambiammo una occhiata, Alessandra era imperatrice da quasi tredici anni, correva l’anno 1894 quando aveva sposato lo zar, ed ancora era una straniera, oggetto di pettegolezzi e mortificazioni e gratuiti oltraggi.
Fin dal principio, era goffa, timida e sgraziata, sua suocera, la zarina vedova Maria le aveva creato il vuoto intorno e alla fine sua nuora si era ritirata nel suo piccolo mondo. Si rintanava nella sua mauve room, piuttosto che affrontare la gente e le sue difficoltà, adducendo a pretesto la sua salute precaria.
Ancora parlava male il russo (e notare che era imperatrice di Russia), con un accento atroce e pesante (.. fu nel 1914 che appresi il significato della parola odio, quando mio marito morì in guerra, ucciso dai tedeschi, un germoglio vigoroso e potente che mi avrebbe offuscato..).
Effetto paradossale del mio incidente, fu che Olga era meno chiusa, più incline a qualche gesto di affetto, spesso mi osservava, per vedere che non facessi qualche scherzo, gli occhi chiari che danzavano. La conoscevo, pregi e difetti compresi, aveva una intelligenza strepitosa, con una superba immaginazione ma era spesso collerica, brusca e senza pazienza. Solo che la accettavo per come era, non avevo la pretesa di essere nel giusto, come l’imperatrice Alessandra sua madre, che si reputava infallibile, i cui assunti erano dogmi. A dodici anni, reputavo che invece sarebbe stato meglio essere se stessi, rispettando le altre persone, comprensione e tolleranza, ma quello era un terreno minato e non credo che mi sarei spiegata bene, così lasciavo correre, dubitavo di farlo entrare in testa a un altro quando io avevo idee confuse, ma avevo dodici anni, appunto.
Comunque, i miei segreti con Olga erano al sicuro e viceversa, anche se non le dicevo tutto ed altrettanto lei, era giusto in quel modo. Eravamo ancora ragazzine, ancora per poco, poi sarebbe giunta l’adolescenza e la prima età adulta, divisioni e rovine, senza vinti o vincitori, battaglie e l’età dell’oro dell’infanzia sarebbe trascorsa, circondata da un dorato alone di leggenda.
Da uno dei quaderni della granduchessa Olga Romanov, scritto per Catherine Raulov, senza filtri o censure, che quei tempi erano trascorsi e le voleva dare quel segno”.. … conoscendoti, non avrei dovuto stupirmi di vederti arrivare a piedi dalla capitale in rivolta, nella neve, una marcia di venti chilometri, che hai fatto apparire come una banalità. ..tranne che poi hai dormito mezza giornata, bella come al solito, come sempre, anche se eri stravolta dalla fatica.. Vorrei tornare indietro, a quando avevamo dodici anni e davvero eravamo al sicuro.. Amica e sorella, oggi come allora.  Sei una pazza scatenata, più del solito, nel mese di marzo 1917, quando mio padre ha abdicato sei venuta qui e.. dici che lo fai per te, punto, non hai aspirazioni da martire o santa. Sei bella come tua madre da giovane, hai grazia ed eleganza e coraggio …qualità essenziali per affrontare la vita, i tuoi genitori si sono sposati di malavoglia  e tu per amore, contro il parere di tutti, amandolo fino alla follia e pagando un alto prezzo. E così io ..quando mi sono innamorata, ho capito. E poi te ne sei andata, me lo avevi promesso e io ho imparato la vera solitudine”.
 
   
 
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