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Autore: Ragdoll_Cat    22/11/2015    6 recensioni
Una piccola storia Clintasha, dopo i fatti di Budapest, quando ancora non sono colleghi né tanto meno amici, quindi sono solo dei… conoscenti?
Si avvicineranno l’uno all'altra quasi per caso, grazie ad un piccolo progetto…
Sono perfettamente consapevole che la mia (alquanto scarna) conoscenza riguardo a questi due personaggi limita parecchio il mio raggio d’azione, quindi spero che la storia vi piaccia lo stesso.
[Pre Avengers]
[Dedicata a tutti i fan Clintasha]
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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L'Accademia dello S.H.I.E.L.D. non era poi così male. 
A differenza della Stanza Rossa le sessioni di controllo mentale non erano previste nel programma. 
I primi mesi erano stati un po' travagliati ma ormai era entrata in una specie di routine. 

Si alzava ogni mattina alle cinque, andava a correre per un paio d’ore; successivamente tornava nella sua stanza dove si faceva una doccia per poi dirigersi verso l’ampia sala mensa per la colazione. Generalmente stava sulle sue, gli altri cadetti la guardavano con sospetto misto a riverenza e quasi nessuno tentava di parlare con lei; i pochi coraggiosi venivano sempre ridotti al silenzio da quello sguardo glaciale e tagliente che lei riservava a tutti, indiscriminatamente.

Fino ad ora una sola persona non si era lasciata intimidire dallo sguardo della russa; l’agente dello S.H.I.E.L.D. direttamente responsabile della sua cattura prima e del suo reclutamento poi: Clint Barton.

Di pochi anni più vecchio di lei, era stato l’unico ad offrirle una seconda possibilità e lei non si era di certo lasciata sfuggire quell’occasione così preziosa.

Ancora non sapeva se sarebbe rimasta o meno allo S.H.I.E.L.D. una volta terminato l’addestramento di base; i corsi obbligatori che stava seguendo non le stavano insegnando nulla di nuovo. Era la più preparata di tutta la sua classe, avrebbe potuto benissimo essere assegnata a delle missioni sul campo, eppure i capi chissà perché la volevano lì, forse non si fidavano ancora di lei...

Terminata la colazione si diresse verso la palestra dove trascorse le ore che la separavano dal pranzo ad allenarsi nel combattimento corpo a corpo con gli allievi più anziani, vincendo ogni volta. Avrebbe potuto spezzare il collo ad ognuno di loro con estrema facilità, ma se un giorno avrebbe voluto essere veramente libera, avrebbe dovuto seguire le regole.

I giorni apparentemente erano tutti uguali, allenamenti e lezioni, lezioni ed allenamenti ma era durante il weekend che l’atmosfera nell’edificio cambiava completamente; le camerate si svuotavano e la maggior parte dei ragazzi tornava a casa, dalle proprie famiglie. Pochi rimanevano all’Accademia, qualcuno per poter studiare per gli esami finali da Specialista, alcuni perché erano semplicemente troppo lontani da casa e non c'era abbastanza tempo per andare e tornare.

Natasha non rientrava in nessuna di queste categorie; lei aveva l’obbligo di rimanere costantemente all’interno del perimetro della scuola. Se per qualche ragione avesse voluto allontanarsi doveva essere sempre accompagnata da un agente operativo.

La cosa non le pesava, infatti non aveva nessuno da cui tornare quindi quell’imposizione non le faceva né caldo né freddo; anche perché se avesse voluto sarebbe potuta scappare con facilità. Infatti, grazie alle sue corse mattutine, sapeva benissimo quali erano i punti ciechi delle varie telecamere che sorvegliavano i confini interni ed esterni.

Le cose cambiarono in una sera d’inverno; aveva letto sul giornale che in città, in occasione delle feste natalizie sarebbe stata allestita una rappresentazione dello Schiaccianoci. Ben decisa ad andarci, da sola ovviamente, si predispose all’azione.

Stando ben attenta a non insospettire nessuno, nascose fra le radici degli alberi un cambio d’abito e un cappotto; non poteva di certo girare per New York con l’abbigliamento marchiato S.H.I.E.L.D.!

Finalmente era arrivato il fatidico giorno! Nel tardo pomeriggio uscì, apparentemente, per andare a correre; nessuno la fermò, non era strano vederla uscire in tenuta ginnica nonostante il clima rigido, dopotutto lei era russa, probabilmente quello per lei non poteva essere definito freddo.

Dopo aver recuperato i vestiti e aver scavalcato il muro di cinta, Natasha respirò a fondo l’aria invernale; per la prima volta dopo tanto tempo era veramente libera. Sarebbe stato così facile scappare e non voltarsi indietro, ma per andare dove? Pensava di essere la migliore eppure lo S.H.I.E.L.D., anzi no, l’agente Barton era riuscito a stanarla. Quindi si sarebbe goduta il balletto per poi tornare all’ovile.

Si cambiò nel primo locale che trovò e poi prese la metropolitana fino al teatro.

Non aveva il biglietto, ma questo non l’avrebbe di certo fermata; doveva semplicemente aspettare il momento più opportuno. Entrò nel foyer, che si stava via via riempiendo, sciogliendo la lunga sciarpa che aveva intorno al collo e si tolse il berretto che celava i suoi ricci rossi ed attese.

Individuò rapidamente la sua preda e quando il grassone le passò accanto, con un’abile mossa, gli sfilò dalla tasca un paio di biglietti.

Soddisfatta per la buona riuscita del piano, si diresse verso l’ingresso della sala, ridendo dentro di sé per gli schiamazzi di quell’oca bionda che accompagnava il trippone; a quanto pare nessuno dei due quella sera avrebbe avuto quello che desiderava.

Presentò alla maschera uno dei due biglietti, però l’uomo la bloccò: -Questo è un biglietto nominativo signorina, dubito che lei sia il Signor Adams, quindi…-

Il biglietto era nominativo? Accidenti! Perché non aveva controllato?

-Signorina?-

Natasha stava tentando di trovare una scusa, quando una voce arrivò alle sue orecchie:

-Tesoro! Sono qui! Te lo avevo promesso, no?-

Natasha si voltò e si ritrovò di fronte Clint Barton.

-C-Che ci fai qui?-

-Come che ci faccio qui? Sono venuto a salvarti!- le rispose passandole un braccio attorno alla vita -Mi scusi- continuò rivolgendosi all’uomo del teatro -temevo di non riuscire ad arrivare in tempo, e quindi la mia fidanzata aveva pensato di entrare lo stesso senza di me, ma a quanto pare ha sbagliato a darle il biglietto, non è un problema vero?-

-Nessun problema, anche se il suo abbigliamento non è del tutto appropriato…- replicò l’altro squadrandolo da capo a piedi.

Infatti Clint non era di certo vestito per andare a vedere un balletto; i jeans neri erano stropicciati e dalla giacca a vento spuntava l’inequivocabile colletto di una t-shirt.

-Lo so, ma ero già in ritardo, e non volevo deludere il mio Pasticcino quindi se potesse chiudere un occhio le saremmo entrambi molto grati. Non è vero Pasticcino?- riprese lui continuando a stringere Natasha a sé.

-Enormemente grati!- confermò Natasha sorridendo e porgendogli nel contempo entrambi i biglietti.

-Solo per questa volta! Entrate pure e godetevi lo spettacolo!-

-Lo faremo! Vieni Pasticcino!-

Natasha si lasciò condurre fino al palco che il signor Adams aveva prenotato e poi quando fu sicura che nessuno potesse più sentirli, staccò con rabbia la mano di Clint dal suo fianco e gli sibilò: -Cosa ci fai qui?-

-Sono venuto ad assistere al balletto, Pasticcino!-

-Chiamami Pasticcino un’altra volta e ti strappo la lingua, Barton!-

-Calmati Natalia! Stavo scherzando!-

-Non mi chiamo Natalia, non più ormai!-

-Allora come devo chiamarti?-

-Natasha. Natasha Romanoff.-

-D’accordo allora Natasha. Te l’ho detto sono venuto ad assistere al balletto.-

-Mi stavi forse spiando?-

-No, ero in giro per i fatti miei, quando ti ho vista entrare nel teatro. Carino lo scherzetto dei biglietti. Comunque per il futuro, se vorrai passare inosservata ti consiglio di nascondere meglio i tuoi capelli, sono parecchio vistosi.-

-Lo terrò a mente. Grazie Barton- rispose Natasha con sarcasmo -Farai rapporto a Coulson, riguardo a stasera?- domandò poi.

-No.-

-Perché no? Dopotutto ho violato le regole.-

-Appunto! Io lo faccio sempre quindi, non sarebbe un comportamento molto corretto da parte mia.-

Natasha fece per rispondere, ma le luci della sala lampeggiarono per tre volte prima di spegnersi definitivamente, indicando così l’inizio della rappresentazione; forse era stato meglio così in quanto non sapeva esattamente cosa dire.

Il balletto fu magnifico e Natasha l’apprezzò moltissimo; l’avrebbe apprezzato ancora di più se Barton non l’avesse disturbata con il suo russare.

Al termine dello spettacolo, quando vennero riaccese le luci, Natasha avrebbe potuto lasciarlo lì ed andarsene da sola, ma invece lo svegliò.

-Barton…-

-Eh?- domandò lui con voce impastata -È già finito?-

-Sì, se ne stanno andando via tutti.-

-Mi è piaciuto parecchio…- le disse mentre percorrevano il corridoio.

-Ti sei addormentato a metà dell’Overture Barton!-

-Non pensavo di resistere così a lungo! Forza andiamo! Ti offro una cioccolata calda!- continuò lui, mentre le teneva aperta la porta.

-Meglio di no. Si è fatto tardi è ora che rientri all’Accademia prima che gli addetti si accorgano della mia assenza- replicò lei indossando il berretto di lana nero.

-D’accordo, allora ci vediamo là.-

-Va bene…-

Clint si voltò e scese i gradini della scalinata; era giunto quasi a metà quando udì nuovamente la voce di Natasha che lo chiamava, si voltò e l’unica parola che riuscì a sentire lo fece sorridere; quella parola era “Grazie”. Le rispose con un cenno del capo e riprese il suo cammino solitario.

Natasha lo osservò in silenzio fino a quando non fu completamente inghiottito dalla folla, dopo di che si incamminò nella direzione opposta rispetto a quella di lui, diretta verso la più vicina fermata della metropolitana.

Nessuno all’Accademia si era accorto della sua fuga e questo fatto la inorgoglì molto; tuttavia quando entrò nella sua camera notò che qualcuno aveva lasciato un biglietto sul suo cuscino.

“Cioccolata? Ti aspetto in sala mensa, Pasticcino. C.”

Natasha sospirò, a quanto pare avrebbe dovuto sul serio strappargli la lingua, tuttavia si ritrovò a sorridere per il messaggio.

Uscì dalla sua stanza e si diresse verso la mensa che a quell’ora era deserta; individuò immediatamente Clint che l’aspettava con due tazze fumanti davanti a sé.

Si sedette di fronte a lui e per prima cosa gli disse: -Lo sai che adesso ti strapperò la lingua, vero?-

-In mia difesa, questa volta l’ho scritto, non l’ho detto.-

-D’accordo, allora ti spezzerò le dita!-

-No! Le dita noooo!- disse lui in tono fintamente terrorizzato -Come farò a guadagnarmi da vivere dopo?-

-Non è un problema mio, forza da quale comincio? Dal pollice?-

-Natasha, perché sei scappata stasera? Voglio la verità- le chiese in tono serio.

-Avevo voglia di vedere il balletto, tutto qua. Durante l’addestramento nella Stanza Rossa ci venivano impiantati dei falsi ricordi, ricordi felici e legati alla danza. Per tanto tempo non ho capito dove terminava la verità e dove iniziava la menzogna, ma il ballo mi piace sul serio e quindi ho voluto, seppur per poche ore, essere normale e godermi la vita come una qualsiasi ragazza.-

-Ma tu sai ballare?-

-Certamente!-

-Bene! Avrei un favore da chiederti a tal proposito, in cambio del mio silenzio riguardo a quello che è successo oggi.-

-Mi stai ricattando Barton? In passato chi lo ha fatto non lo ha potuto raccontare a nessuno.-

-Chi ha mai parlato di ricatti? Il nostro è uno scambio di favori, tutto qua…-

-Allora sentiamo, quale sarebbe questo favore?-

-Coulson ha avuto questa brillante idea e l’ha proposta ai piani alti, che incredibile a dirsi hanno appoggiato il progetto.-

-Quale progetto?-

-Il Progetto C.A.R.T.E.R.!-

-Non ci credo!-

-È la verità!-

-Davvero? E che cosa significa, agente Barton?-

-Competenza Accessoria Richiesta Tempestivamente Eventualmente Ricreativa, ecco cosa significa!-

-Immagino che sia vero, dubito che tu riesca ad inventarti una spiegazione così fantasiosa in pochi istanti…-

-Ehi! Guarda che ti ho salvato il culo poche ore fa, grazie al mio spirito di improvvisazione!-

-Sarà… comunque continuo a non capire dove sia il problema!-

-Il problema sta nel fatto che lo S.H.I.E.L.D. organizzerà dei corsi di ballo! Sai per aggregare e creare uno spirito di gruppo.-

-Quindi tu temi di fare una pessima figura, giusto?-

-Non temo… io so che farò sicuramente una pessima figura! Ho due piedi sinistri! Non posso permettermi uno scivolone del genere! Le reclute mi adorano, sono il loro idolo!-

-Se lo dici tu…-

-Allora abbiamo un accordo, Natasha?-

-Abbiamo un accordo Barton! Ogni mattina alle sei in palestra!-

-Ma sei impazzita?-

-Hai ragione facciamo alle cinque!-

-No, no le sei vanno bene.-

-Iniziamo domani!-

-Non posso, devo partecipare ad una missione, ti chiamo io quando torno, OK? Devo proprio scappare, ci vediamo Natasha!-

Detto questo Clint si alzò ed uscì dalla sala mensa, lasciandola lì da sola.

Natasha terminò la sua cioccolata in silenzio, pensando nel frattempo a come vendicarsi; il fatto di essere stata costretta a cedere era una cosa che non le piaceva affatto e Barton l’avrebbe pagata cara.

Circa una settimana dopo lui era tornato e Natasha aveva confermato l’ora antelucana delle lezioni.

Il mattino seguente lei era nella palestra deserta e si stava dedicando agli esercizi di riscaldamento e di stretching, quando udì un enorme fracasso; a quanto pare Barton procedendo ad occhi semichiusi aveva urtato uno dei cestini metallici che si trovavano ad intervalli regolari lungo il corridoio.

In quel mentre lui entrò e la salutò con voce strascicata: -‘Giorno…-

-Ti sembra questa l’ora di arrivare? Sei in ritardo di dieci minuti!-

-Abbassa la voce Romanoff! È già qualcosa che sia riuscito ad arrivare quasi puntuale! Lo sapevi che la caffetteria della mensa non apre prima delle sei e mezza? Io ho bisogno di caffè per iniziare a carburare la mattina…-

-Non abbiamo tempo da perdere, allora vogliamo iniziare?-

-Sono pronto!-

-Innanzitutto d’ora in poi io sono l’insegnante e tu l’allievo; quindi obbedirai in silenzio. Mi sono spiegata? Bene! Ora cambiati!- continuò Natasha lanciandogli un piccolo pacchetto.

Clint nonostante il torpore riuscì ad acchiapparlo al volo; la sonnolenza gli passò di colpo quando si rese conto di cosa teneva in mano: una confezione contenente una calzamaglia.

-Mi rifiuto! Ho una reputazione da difendere!-

Natasha gli rispose: -Quale reputazione, Barton?-

-Io sono Occhio di Falco! Non posso di certo andare in giro vestito così!-

-Giusto! Ti manca ancora qualcosa!- continuò Natasha lanciandogli un altro pacchetto -Se tu non ti fossi addormentato durante il balletto, avresti notato che i ballerini maschi erano vestiti così; comunque se vuoi rinunciare alle lezioni private e umiliarti di fronte a tutti, sei libero di farlo!-

-Non sia mai detto che Clint Barton non accetti una sfida! Ci sto! Vedrai Romanoff! Ti stupirò!-

Detto questo si allontanò da lei per dirigersi verso gli spogliatoi e cambiarsi; dopo un paio di minuti era già di ritorno e Natasha non poté non notare che Clint nonostante tutto non stava affatto male vestito così.

-Ti odio Romanoff! Anche il sospensorio? Era proprio necessario?-

-Certamente! Coraggio! Iniziamo!-

Natasha nei primi giorni si limitò a insegnarli i rudimenti dello stretching in modo tale che non rischiasse qualche strappo, era un agente operativo dello S.H.I.E.L.D., che avrebbe potuto essere convocato per una missione in qualsiasi momento e quindi doveva essere sempre in perfetta forma.

Successivamente gli mostrò quali erano le posizioni di base dei piedi e non lo lasciò riposare fino a quando non le ebbe assimilate alla perfezione.

Dopo qualche lezione, Clint aveva (finalmente) imparato le posizioni di base; a quel punto Natasha che fino a quel momento non gli si era mai avvicinata, per “salvaguardare i suoi piedi”, lo ritenne pronto per il primo insegnamento riguardo al ballo di coppia.

-Allora- esordì, avvicinandosi a lui con passi regolari e decisi -sei pronto.-

-Finalmente! Temevo quasi che dovessi fare anche la spaccata prima di sentire queste parole!-

-Oh, giusto! La spaccata!- disse a quel punto Natasha, con una strana luce che le brillava negli occhi verdi.

-Natasha, no! Mi rifiuto! Ho indossato la calzamaglia e il sospensorio, ma la spaccata mai e poi mai!-

-D’accordo, niente spaccata, per ora… ma basta chiacchere! Adesso presta attenzione! Nel ballo lento il cavaliere, deve accostare la mano destra sul fianco sinistro della dama, così- spiegò lei prendendogli la mano per poi appoggiarsela sul fianco appunto -con la sinistra invece dovrà sorreggerle la mano destra all'altezza della spalla.-

-Cosa mi dici riguardo alla dama?-

-Lei dal canto suo, adagerà il proprio braccio destro sulla spalla del compagno di ballo- terminò Natasha, portandosi immediatamente nella giusta posizione.

Stettero fermi per qualche istante guardandosi negli occhi.

-Natasha… ed ora?-

-O-ora…- la russa si schiarì la voce –Adesso passiamo al valzer; viennese ovviamente. Tu in quanto cavaliere dovrai procedere così: piede destro in avanti, unisci i piedi, di nuovo destro avanti, piede sinistro in avanti sorpassando il destro, unisci nuovamente i piedi e da ultimo piede sinistro in avanti; io invece farò i passi speculari ai tuoi ma procederò all'indietro. Il difficile sarà il momento del giro, dovrai concentrarti per eseguire gli stessi passi girando il piede all'esterno, guadagnando 180° sui primi tre passi e i restanti con gli ultimi tre. Capito?-

-Credo di sì…-

-Allora proviamo!- gli disse Natasha staccandosi da lui per accendere il lettore CD; la stanza si riempì delle note melodiche della composizione di Strauss Jr. “Sul bel Danubio blu”.

La giovane ritornò immediatamente in posizione ed iniziarono a ballare; Clint le aveva prestato attenzione ed ora loro due stavano ballando; i loro movimenti erano lenti e calibrati, seguivano alla perfezione il ritmo della musica.

Il termine della canzone, ahimè giunse fin troppo rapidamente ed entrambi si staccarono con riluttanza l’uno dall’altra.

Natasha parlò per prima: -Sei stato davvero bravo, Barton!-

-Grazie! Non vedo l’ora che arrivi gennaio per stupire tutti!-

-Devi ancora migliorare, però!-

-Lo farò, lo farò… Ancora grazie Natasha, ci vediamo!-

Clint corse via per farsi una doccia prima di presentarsi da Coulson e Natasha rimase da sola in palestra; la russa rimise le sue cose nel borsone, prima di metterselo sulla spalla, poi staccò la spina del lettore CD e con questo in mano si diresse in camera sua.

 

Natale era arrivato e Natasha una volta di più era rimasta da sola in Accademia; aveva ottenuto il permesso di uscita per un paio d’ore e quindi si era recata in città per fare una lunga passeggiata.

Al suo ritorno aveva trovato un biglietto sul cuscino del letto che diceva: “Cioccolata? Ti aspetto in sala mensa, Clint”

Natasha si tolse rapidamente il cappotto ed il berretto e si diresse verso il refettorio; Clint era lì che l’aspettava esattamente come qualche tempo prima, con due tazze di cioccolata fumanti davanti a sé.

-Cosa ci fai qui?- gli domandò accomodandosi di fronte a lui -Non dovresti essere a casa a festeggiare il Natale?-

-Chi io? Naaaaaaahh… mi piace stare qui…-

-Per via della compagnia?- replicò lei iniziando a sorseggiare la bevanda.

-Anche…- le rispose lui, guardandola negli occhi.

Natasha abbassò gli occhi sulla sua cioccolata, come se fosse l’unica cosa che valesse la pena guardare. Cosa le stava succedendo?

-Tieni- le disse Clint mentre le porgeva un pacchetto incartato con una carta argentata e decorato con fiocco rosso -Buon Natale, Natasha!-

Ecco un’altra emozione nuova; non era stata addestrata per questo nella Stanza Rossa. Lì non c’era spazio per l’amicizia.

-I-io non ti ho preso nulla…-

-Non fa niente, avanti aprilo!-

Natasha non se lo fece ripetere due volte e sorrise quando il regalo si rivelò essere un DVD dello Schiaccianoci.

-Grazie Clint!-

-Prego! Ma non obbligarmi a guardarlo! Te lo chiedo come regalo di Natale!- replicò Clint prima di portarsi la tazza alle labbra.

-Avevo pensato ad una mia foto mentre facevo la spaccata… in bikini, ma d’accordo!-

Clint udendo quelle parole, sputacchiò cioccolata calda su tutta la superficie del tavolo; si pulì la bocca con la manica della felpa e mormorò: -Dannazione! Parlo troppo!-

-L’avevo notato…-

Clint e Natasha trascorsero così il giorno di Natale, ridendo e scherzando come buoni amici; la cosa non sfuggì ad un occhio vigile ed attento.

Ai primi di gennaio vennero affisse le liste con i nomi dei primi partecipanti al progetto C.A.R.T.E.R., solo una coppia era stata già formata dal supervisore Coulson; la coppia Barton-Romanoff.

Quando i diretti interessati chiesero informazioni gli fu risposto che l’ordine proveniva addirittura dal direttore Fury e come tale non era soggetto a negoziazione.

A quanto pare il Direttore in persona aveva notato il loro feeling e aveva deciso di smussare gli angoli spigolosi di Natasha con la spontaneità di Clint e allo stesso tempo limare la tendenza di Clint a trasgredire le regole con la disciplina ed il rigore di Natasha.

Era una scommessa bella e buona, ma Fury non aveva alcuna intenzione di perderla!

 

 

 

 

Angolo Mio:

Ciao a tutti!

L’idea iniziale era quella di scrivere una one-shot, ma Clint e Natasha hanno preso il sopravvento e quindi l’ho dovuta dividere a metà.

Inizialmente avevo pensato alla scena della sala da ballo-palestra, come poi sia arrivata a scrivere anche del teatro davvero non lo so.

Quest’estate ho rivisto la seconda stagione di AoS e quando ho sentito l’affermazione di Melinda May, riguardo ai corsi di ballo all'Accademia dello S.H.I.E.L.D. mi è venuta quest’idea.

Innanzitutto spero che questa prima parte vi sia piaciuta e di essere riuscita a strapparvi un sorriso!

La seconda parte verrà pubblicata la prossima settimana!

Ciao!

Ragdoll_Cat
  
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