Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Mikirise    23/11/2015    0 recensioni
Gwaine ha un segreto. Che non è brutto, come segreto. Anzi. È carino e alto e non dovrebbe essere un segreto, e lo rende felice ma…
Poi c'è questo problema "internegoziale", che non è una vera e propria parola, ma lui la usa lo stesso, e… facciamola finita. Lui vorrebbe solo che Merlin fosse felice. E forse quello Stalker con complessi da ciccione -quell'Arthur- ha la chiave per la sua felicità.
O no?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Morgana, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io mica mi sto nascondendo. Scrivo solo lentamente… immagino…
 
 
 
 
 
Capitolo 4
 
 
 
 
 
 
Riavere Percival al proprio fianco nella sua battaglia in nome dell'amore è un sollievo, davvero. Perché Gwaine, da solo, non si sarebbe mai presentato davanti casa di Morgana, con solo un cupcake in mano e la paura di star facendo qualcosa di male.
 
Non per niente, Morgana fa paura, con quel suo viso da nobile strega antica, capace di torturarti fino allo sfinimento. Quella Morgana. Gwaine preferirebbe tenersela buona; che giocasse per la loro stessa squadra era un bene. 
 
"Sì." Morgana beve un sorso di vino da una coppa che sembra davvero troppo costosa, annuendo alla teoria di Gwaine, che non ha filtri e che quindi l'ha detta così come l'aveva raccontata a Lancelot. Insultando Arthur in modo così naturale che Percival gli aveva dovuto dare una gomitata alle costole, perché, dai, non puoi parlare così del fratello di qualcuno. "Sì, più o meno, hai capito" dice lei, con calma. "Sarebbe umiliante, per la mia damigella d'onore non venire accompagnata al mio matrimonio, no?" 
 
No, il punto non era questo...
 
"Ma hanno bisogno di una piccolissima spinta. Sono un po' ottusi, poverini." La sposa si gira verso Gwaine e Percival, che, seduti su quel divanetto, sono completamente a loro disagio, con le ginocchia di Percival che arrivano alle orecchie di Gwaine e l'impossibilità di alzarsi senza sembrare dei cavernicoli. Ma non è questo che li preoccupa, no.
 
Morgana sorride. 
 
Ecco cosa li preoccupa: Morgana che sorride. "Quindi che dovremmo fare?" chiede Gwaine.
 
"Spingerli." Se c'è qualcosa di più terrificante di Morgana che sorride è Morgana che ride.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando la strega diceva spingerli, non lo diceva metaforicamente, no, troppo facile così. Veramente troppo facile così. Lei lo diceva letteralmente. Perché, a quanto pare, Gwaine si era distratto troppo, mentre litigava con Percival, e il rapporto di Rapunzel e Eugene -a Morgana i due nomi in codice sono piaciuti- è avanzato in maniera straordinaria.
 
Ricapitoliamo dall'inizio: Arthur è una specie di stalker di Merlin. Merlin è un fioraio. Morgana si sposa e non vuole occuparsi di certi dettagli del matrimonio. Arthur è la damigella d'onore di Morgana. Arthur si occupa delle composizioni floreali e pasticcerali del matrimonio. Merlin è ancora un fioraio e si occupa dei fiori del matrimonio di Morgana, che ha avuto contatti col suo vecchio tutore, del quale Merlin non parla mai. Merlin e Arthur lavorano insieme e si danno grattacapi a vicenda. Merlin chiama Arthur testa di fagiolo. Arthur grida continuamente MERLIN! Stanno quasi sempre insieme ma solo per lavoro e nessuno dei due pensa di dover invitare l'altro a, beh, che ne sa, prendere un caffè. E Gwaine deve spingerli, letteralmente. Mmhm, okay. Manca qualcosa? 
 
"Chi devi spingere, Gwaine?" chiede Merlin, con in mano un pezzo di torta -seriamente, la pasticcera li ucciderà perché stanno sempre a regalare dolci ai loro amici, ma, ehi, possiede qualcosa della pasticceria, lei?-
 
"Nessuno di tua conoscenza" risponde Percival, che guarda verso la vetrina e adocchia Arthur, che cammina, ancora con quello smoking più grande di lui, per la piazza. "Potresti andarmi a prendere la torta gelato? La ragazzina di ieri non è venuta a prendersela e sarebbe una bella cosa venderla."
 
"O mangiarla tutti insieme" grida Merlin, muovendosi verso la cucina. "Tra poco non è il compleanno di Elyan?"
 
"Elyan non si merita torte gelato!" grida Gwaine.
 
E poi, nella pasticceria entra Arthur e no, neanche Arthur merita torte gelato, Merlin. Anche perché abbiamo detto che è ingrassato parecchio, nell'ultimo mese e deve entrare nel suo vestito da damigella, che, a proposito, è rosa? Deve essere che Gwaine deve imparare a chiudere quella bocca che si ritrova, o che il mondo non è ancora pronto alla sua spudorata e stupida sincerità, ma Arthur lo guarda male, e sembra sempre più offeso dalle risate di Merlin, che questa stupida torta gelato mica la trova. 
 
“Io non sono grasso” esordisce la Principessa, con un broncio degno di un bambino. E già sta andando verso Merlin e quella cucina, perché: “Sicuramente se io inizio a cercare la torta la trovo prima di te.”
 
A quel punto Gwaine lancia un'occhiata a Percival che è tutto un discorso per dire che stavano facendo un buon lavoro. Senza neanche doverli spingere. E Percival zitto zitto va verso la porta che collega la cucina e la pasticceria per i clienti e chiude la porta. A chiave. Con due giri di chiave, ma sì. 
 
Si gira verso Gwaine, che alza entrambi i pollici e, mamma mia, potrebbero essere degli agenti dell' FBI, o spie della Corona, perché sono veramente bravi a fare il loro lavoro. 
 
Fanno finta di niente per un po', finché non sono sicuri che Merlin e Arthur inizino a parlare, prima del fatto che sono rinchiusi nella cucina di una pasticceria, poi ad aprirsi i cuori -come il piano di Morgana vuole-, e devono aspettare un bel po', prima che Merlin dica: “Ah-ah. La torta l'ho trovata io!” Seguito da un: “L-la porta. È chiusa. Gwaine!”
 
Gwaine e Percival ridacchiano alle parole di Arthur - “Deve essere perché sei una ragazzina che non riesci ad aprire. Fa provare me.”- e aspettano.
 
Uno, due, tre. 
 
Merlin e Arthur vogliono solo uscire da lì. Ma mica ce la fanno. Certo, la porta è chiusa a chiave. E poi, la voce più temuta nella pasticceria Eira. 
 
Come avevano fatto a dimenticarla?
 
Gwaine prende a sbattere la testa contro il muro e la pasticcera -rompiscatole arrogante che non merita nome, rovinatrice di piani perfetti, nonché mangiatrice di felicità, peggio dei Dissennatori, Jenna- con quel suo vocione da uomo che si ritrova, dice: "Ho le chiavi, calmatevi."
 
Percival pensa molto più velocemente di lui -perché questa è una guerra, fino a prova contraria e non si lasciano feriti nel campo di battaglia. Corre verso di lui, lo solleva come un sacco di patate ed escono dalla pasticceria. Altrimenti come avrebbero giustificato l'assenza del loro aiuto? 
 
Dio. L'imbarazzo del tornare dentro l'Eira non era stato niente in confronto all'imbarazzo di trovarsi davanti a Morgana che faceva loro la ramanzina, perché, ragazzi, seriamente?, dovete imparare ad essere un po' più sottili. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
C'è qualcosa nell'aria che non va.
 
Merlin si gira di scatto e controlla intorno a lui. Ma non c'è nessuno. Beh, a parte Arthur, che continua a brontolare sul fatto che i colori rosso e giallo debbano essere ovunque, senza nessun intervallo, perché Merlin, sono i colori di famiglia. Ma no, non è questo quello che non va, anche perché Merlin ha imparato presto come tenere testa ad Arthur e ignorarlo, mentre dà un'occhiata al giardino scelto da Morgana per il pre-ricevimento. 
 
No, non è quello che non va. 
 
“Che c'è?” sbotta d'un tratto Arthur, mani nelle tasche e una smorfia sul viso. 
 
Merlin assottiglia gli occhi, e guarda verso i cespugli. No, davvero, cosa…?
 
“Perché Gwen e quella bionda stanno in mezzo ai cespugli?”
 
Arthur apre la bocca, per poi richiuderla. Le ha viste, Merlin è sicuro. Sì, sì. Le ha viste. Scuote la testa, però, e dice: “Cosa dici? Stai iniziando ad avere allucinazioni?”
 
Merlin fa schioccare la lingua sul palato. “I quattro chili che hai preso in questi mesi non sono un'allucinazione!”
 
Ops. Arthur sembra incredibilmente offeso, in quel momento. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Hai mai pensato che, forse" inizia uno dei suoi noiosissimi monologhi Lancelot, mordendo una mela e propendendosi verso Gwaine. "Dico forse, non sono poi così sicuro, dovreste lasciare che il tempo faccia il suo corso e lasciarli stare. Per un po'. Dico così, eh."
 
Gwaine sarebbe potuto essere molto meno gentile, rispetto a quel "Umhm" mormorato mentre allungava il collo oltre la spalla dell'amico.
 
“In fondo, se aveste dato loro tempo… probabilmente avrebbero fatto tutto da soli, senza questi stupidi piani. Che sono stupidi.” No, Gwaine non sembrava starlo ad ascoltare. Tanto vale rimarcare. “Stupidi.”
 
"Secondo te, Arthur è più tipo da Biancaneve, o da Mulan?"
 
"Cosa?"
 
"Preferisci la Bella e la Bestia? E Pocahontas." Gwaine smette di allungare il collo e si accascia sul piano di legno, improvvisamente interessato alla sua discussione con Lancelot - come se avesse ascoltato una sola parola di quello che ha detto.
 
Lo sanno tutti che Lancelot parla soltanto perché ha una voce carina. E perché è leggermente narcisista, altrimenti, davvero, perché dovrebbe continuare a parlare? Nessuno lo ascolta.
 
"Nessuno mi ascolta" dice appunto, roteando gli occhi. 
 
"Eh." Gwaine lo punta con l'indice, annuendo velocemente, come se avesse avuto un'improvvisa illuminazione. "Eh! Che ne dici di un pranzo della domenica?"
 
"Gwaine..."
 
"Devo dire a Percival di preparare casa. E devo fare la spesa e..."
 
Lancelot sospira -che altro può fare? Dà la colpa della stupidità dell'amico allo shampoo che gli avevano regalato a Natale. La speranza è l'ultima a morire. Magari, quando finirà quello shampoo, Gwaine diventerà intelligente, si taglierà quei lunghi capelli che si ritrova e inizierà a ragionare come una persona normale. 
 
"... Ricordati anche, che questa settimana tocca a Gwen cucinare. Deve venire prima a casa nostra."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La cena di non-famiglia è veramente imbarazzante, per Merlin, e Gwaine non fa altro che snocciolare aneddoti imbarazzantissimi di quando andava all'università e dice anche una cavolata dietro l'altra e tutti ridono.
 
Merlin vorrebbe morire. E sta chiedendo insistentemente per quale ragione i Pendragon sono seduti intorno al tavolo, uno alla sua destra e l'altra alla sua sinistra, divertiti -certo, divertiamoci a spese del povero Merlin!-, e anche troppo a loro agio. Merlin non vuole essere scortese -non sia mai!-, ma davvero: "Che ci fanno loro qui?" 
 
Morgana ride e Arthur ha quell'espressione da Davvero, Merlin? Hai di nuovo bevuto troppo? 
 
Neanche a dire che lo abbia mai visto bere per davvero, o ubriacarsi per davvero. È, comunque, divertente costatare che nessuno dei due abbia un'espressione offesa, come se stare lì, nella cena di non-famiglia fosse qualcosa a loro dovuto. Ohmmiodio.
 
"Gwen e Morgana sono diventate molto amiche, ultimamente." Forse la smorfia di dolore sul viso di Lancelot mentre dice questa frase -in maniera lenta, molto lenta-, è solo l'immaginazione di Merlin, che vorrebbe veramente avere qualcuno con cui soffrire, in questo momento. Okay.
 
Si gira verso Gwaine, più perché si trova proprio a capo-tavola, accanto a Percival -che avrebbe dovuto avvertirlo, comunque-, che per qualche altro motivo. Percival non coglie la richiesta d'aiuto di Merlin -probabilmente la ignora, perché Merlin conosce Percival e Percival lo ha visto, inutile che adesso punti i suoi occhi sulla bistecca-, ma Gwaine sì. E da bravo amico, sceglie di peggiorare la situazione.
 
“Arthur è più tipo da Il lago dei cigni, o il Fantasma dell'Opera?” chiede, così, dal nulla, mentre Lancelot lascia cadere la forchetta sul piatto e sembra molto stufo delle domande di Gwaine -come se le avesse dovute sopportare per ore, giorni, settimane. 
 
“Il Lago dei cigni, mi sembra ovvio.” Morgana risponde con una calma spettacolare, mentre Arthur si allunga sul piatto di Merlin, per poterle dare uno schiaffetto sulla spalla. “A tredici anni ha pianto, guardandolo a teatro. Ma niente in confronto alla volta in cui ha singhiozzato come una bambina, per giorni, dopo aver visto Romeo e Giulietta.” Ci pensa un po' su -alza i suoi occhioni verso il soffitto- e sorride. “Versione balletto. Ma questo perché ha studiato danza classica fino ai quindici anni.”
 
Oh. Oh no. Gwaine non dirlo. Non ora. Per favore no. Non. Farlo. No!
 
Gwaine sorride. “Sbaglio, o Will ci ha mostrato delle foto di Merlin che interpretava Odette al saggio della sua scuola di danza?” 
 
“Non essere odioso.” Gwen. L'unica amica di cui si era dimenticato e che lo avrebbe sempre salvato. Forse lo sguardo che le dedica è quello più pieno d'amore che qualcuno ha mai dedicato a qualcuno. “Era il Principe. E Hunith era una mamma orgogliosa che ha registrato tutto quanto. Ogni. Singolo. Secondo.”
 
“Avete una cosa in comune” mormora Morgana, sorridendo. “Anche Arthur ha interpretato il Principe del Lago dei Cigni. Dico, quando ha smesso di piagnucolare come una ragazzina per la morte di Odette…”
 
“Si dovrebbero proprio sposare.” Lancelot rotea gli occhi, ma nessuno percepisce il suo sarcasmo -che può essere sintomo di due cose, dicono gli studi: o sono tutti innamorati, o sono tutti tremendamente stupidi. 
 
“Prima la sorellona” ride Morgana, e Merlin deve, di nuovo, tirarsi indietro col busto, perché la donna allunga la mano aperta verso la faccia di Arthur e lo spinge. “Poi mi occuperò dell'entrata in famiglia del mio nuovo fratellino.”
 
“Ovviamente state scherzando” dice Merlin e cala uno strano silenzio sulla stanza. Sembra che tutti sappiano un certo segreto e che non vogliano mettere al corrente Merlin di cosa hanno in mente. Neanche fossero così bravi a mantenere segreti. Merlin inclina la testa. Riprende a mangiare. 
 
Arthur aggrotta le sopracciglia e: “Ovviamente scherzano, Merlin.”
 
Ha la faccia Dobbiamo parlare. Merlin odia il fatto di riconoscerla senza alcuna difficoltà. 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Penso Morgana abbia in mente qualcosa." Forse decidere di parlare in bagno non era stata poi un'idea così fenomenale, ma a Merlin Arthur non dava mai retta, quindi ritrovarsi schiacciati tra la tavoletta del water e la doccia sembrava dover essere il piano migliore nella testa del biondo. Testa di fagliolo. Fortuna che non deve prendere decisioni importanti, altrimenti sarebbe stato causa di parecchie guerre ed incomprensioni. Merlin decide di passare sopra la situazione e portare la sua attenzione su Arthur, seduto sul water con le sopracciglia aggrottate e un broncio in faccia. Era adorabile il fatto che volesse fingere di concentrarsi. Cioè. N-non adorabile! Ehm.
 
"Nah, Morgana non farebbe mai niente alle mie spalle. Forse è un po' strana e quando c'è troppo sole esce di casa con l'ombrello, ma penso ora sia presa dal matrimonio..."
 
"Anche Gwaine ha in mente qualcosa" insiste Merlin, perché è ovvio che, chissà per quale motivo, Gwaine e Morgana hanno deciso di renderli più, beh, intimi. Merlin non è bravo a giocare a Cluedo, ma lo ha capito. Solo, non ha capito il perché di questo piano. Pensa che Gwaine voglia uscire finalmente allo scoperto, insieme a Percival -La Domanda non l'ha fatta al diretto interessato, ma a Lancelot, che i segreti li sa tenere bene, sì, e quindi non ha risposto direttamente, ma Merlin è stupido fino ad un certo punto. Per questo, pensa, magari Gwaine vuole che abbia qualcuno vicino, un amico che possa stargli accanto durante cene, compleanni e futuri eventi sociali. Uno con cui uscire e bersi una birra. O qualcosa del genere. Che mente contorta quella di Gwaine. E non vuole sapere le ragioni di Morgana. "Non so, ho l'impressione che si siano alleati. Sai, la cena..." continua.
 
"Helena e Gwen al parco" annuisce sorprendentemente Arthur. Merlin lo sapeva che le aveva viste!
 
"E la misteriosa scomparsa di Percival e Gwaine all'Eira." 
 
Forse Arthur ha altri esempi, perché apre più volte la bocca e la richiude, come un pesce rosso. Sbatte le palpebre e, finalmente, i suoi occhi si alzano verso quelli di Merlin, con una sfumatura leggermente confusa. "Pensi che loro...?" dice, chiaramente a disagio.
 
I pensieri di Merlin sono volati al fatto che quel water ora sembra un trono. E questo sembra un Consiglio di Guerra. "Almeno adesso sappiamo di doverci difendere." Alza le spalle e Arthur fa una smorfia strana.
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa volta, la ramanzina sulla sottigliezza se la becca anche Morgana. Perché, dai, può anche essere che Arthur e Merlin siano ottusi, ma non lo sono così tanto -ma magari li sopravvalutano.
 
Visto che prendersela con la Strega è… mhm… pericoloso? Stupido? Spaventoso? Scegline una, ma, visto che mettersi a fare una ramanzina contro Morgana è quello che è, Percival, dimostrando ancora una volta di essere veloce in quanto a pensieri di guerra, sceglie la tattica di È tutta colpa di Lancelot. 
 
Lancelot non sembra contento, ma quando lo è? 
 
“Cos'avrei fatto?”
 
“Oltre a respirare ed esistere, quella battutona sul matrimonio era fuori luogo.”
 
“Qualcuno qui non conosce il sarcasmo…”
 
"Se t'impegnassi di più durante le missioni, invece di preoccuparti di fare il moralmente elevato..." Morgana scuote la testa e sembra genuinamente delusa dal ragazzo, che sembra sempre più sorpreso, con la bocca aperta e il sopracciglio alzato. "Qui ci vuole la cavalleria."
 
"La cavalleria" ripete Gwaine pensieroso e ha paura, perché Morgana non parla per metafore. Morgana parla solo letteralmente -lui lo sa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Gwaine è di cattivo umore.
 
La giornata è iniziata nel peggiore dei modi e il fatto che Percival ridacchi delle sue sventure è odioso. Perché lui dovrebbe capire, dai! O forse no. A Percival di queste cose non importa, ma a Gwaine sì, quindi, per qualche codice dimenticato dell'Universo, se a Gwaine la cosa importa, a Percival la cosa deve importare. Niente ma, niente se. È come il Io salto, tu salti -forse l'ordine non era proprio quello, ma a chi importa?-. O Finiremo questa cosa come l'abbiamo iniziata: insieme. È così. Percival non può ridere solo perché Gwaine è uscito dalla doccia, bagnato ed imprecando contro il suo coinquilino perché Dove cavolo è finito il mio shampoo?
 
Percival aveva ridacchiato. È finito. Cioè, beh, finito... forse, Lancelot ha deciso di vendicarsi a causa del nonnismo irrazionale che Morgana e Gwaine praticano su di lui -forse-, e forse è andato in bagno con l'intenzione di fargliela pagare in un qualche modo, se non a Morgana, almeno a Gwaine. E Percival lo sa perché sembra stupido, ma non lo è: complotta affinché la sua vita sia il più divertente possibile ed assistere ad una faida tra Gwaine e Lancelot non è solo divertente, è esilarante.
 
Il suo coinquilino -lo stesso che ha i capelli sporchi. Grazie Lance.- non gli darà questa soddisfazione, perché sarà anche il più infantile trai due, ma non è il più stupido. Vuole mantenere una facciata di serena tranquillità. Beh, più o meno. 
 
Quel lunedì mattina i muffin vengono maltrattati e la pasticcera gli grida contro perché sbatte le porte e rischia di distruggere la Ultimate Cake - tre strati di cioccolato per far salire il diabete all'uomo più sano del mondo. Una delizia, che Gwaine e Percival vogliono assaggiare veramente tanto.
 
Viene bandito dalla cucina - "Se toccherà anche soltanto una volta un altro dolce..." "Io ti odio!" "Non toccherà niente, Jenna." "Odio anche te." "Ah-ha."- e schiaffato in negozio, come se il suo malumore potesse essere migliorato dalla presenza di dolci che non può mangiare e la compagnia dei suoi non-più-perfetti capelli. Ma Percival aiuta, con i suoi modi impacciati e la sua pazienza nel sentire i suoi sbuffi -in più, ruba dei pezzi di crostata e torta alle mele, e forse un cavaliere fa questo per strappare sorrisi alle persone.
 
Può essere che quel lunedì stesse migliorando -leggermente, certo.
 
Poi entra Riccio Biondo, sotto braccio con Morgana, che sorride serena. 
 
Non deve neanche presentarlo. Lui è la Cavalleria. 
 
Gwaine lo osserva e il lunedì fa veramente tanto schifo. Alza gli occhi, sbuffa. 
 
La Cavalleria ha dei bellissimi capelli. 
 
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Mikirise