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Autore: queenjane    29/11/2015    2 recensioni
Una storia di amicizia, amori, avventure sullo sfondo suntuoso e tormentato del regno dell'ultimo zar di tutte le Russie, di una principessa coraggiosa, dotata di un indomito orgoglio, sopravvissuta, piena di antiche paure e nuovi ardimenti, la sua vita e di chi ha vissuto con lei.. Nata lo stesso giorno di Mozart, principessa di un antico casato, potente e maestoso, amica delle figlie dello zar, ecco Catherine dagli occhi di miele, amata immortale, regina dell'altrove, che si muove sul rumore dei ricordi..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Nel gennaio 1913, si tenne uno splendido ballo per i 18 anni della principessa Catherine nel palazzo Raulov, a San Pietroburgo.
Parteciparono finanche le due granduchesse più grandi, con immenso sollievo di tutti la zarina Alessandra, invitata, dichiarò di essere indisposta e non presenziò.

I saloni erano colmi di fiori freschi, rose e gigli provenienti dalla mite Crimea, i vestiti preziosi che frusciavano, come le uniformi e i rinfreschi erano mirabili,i lampadari e le candele a profusione illuminavano la scena.

Lo zar Nicola II, in alta uniforme, accompagnò le sue figlie al ballo e la principessa Ella sorrise nel vederlo, il suo piccolo sorriso intimo e segreto, che per un battito concedeva a lui solo, prima di rivestire la sua squisita maschera di allegria e buon umore.

 
Lei era vestita di un fumoso color blu, era sottile e flessibile, i capelli raccolti in alto e portava disinvolta perle e zaffiri, lui agile e leggero nei giri di danza, scrutando il favoloso profilo di Ella, il collo eretto e la sua carnagione perfetta (… lei sì che è una vera zarina, nell’aspetto  e nei modi, Maestà imperiale, come al solito e come sempre, mai una volta che si sia saputo che la pelle della principessa Ella si copra di chiazze rosse come quella di Alessandra,  la zarina, per non tacere del resto, confidarono a Marie, l’imperatrice vedova, che in segreto, tra sé e sé, si rammaricava che Ella da giovane avesse avuto tante buone qualità ma non rango sufficiente per aspirare alla mano dell’erede al trono, e Nicholas si era accontentato di Alessandra).
 
 
Quella sera mi sentivo una perfezione, leggera come una bolla di sapone, levigata, porgendo la mano da baciare.
Dall’alto del mio metro e settantadue, dominavo le pieghe spumose del mio vestito chiaro, un fiume di seta e chiffon, il corpetto incrostato di perle e argento che scintillava a ogni respiro, orecchini di perle e diamanti in coordinato con la tiara appuntata sui capelli e la collana sul collo.
 
Le granduchesse erano vestite in tenui colori, gli occhi accesi e scintillanti di aspettativa mondana.
 
Ballai con lo zar, mio padre, mio zio e tanti altri e poi..
 
  • Posso avere l’onore, Principessa?
  • Sì, Monsieur De Saint Evit- Era un giovane uomo che faceva parte dell’entourage dell’ambasciata francese, il profilo fermo e squisito come il principe di una antica miniatura, mi sorpassava di una mezza testa, robusto senza essere grasso,scuro di occhi e capelli, compito e elegante.
Vorticammo, in perfetto accordo, le mie gonne che fendevano come una prua le acque costruite dai passi creati dai suoi piedi, inebriati e inebrianti.
Alla fine osservai che  i balli parevano essersi abbreviati, lasciai a malincuore la sua mano, come lasciando andare un pezzo di me ...
 
 
Buffo, lo avevo incrociato molte volte in quelle sere invernali, a teatro, a qualche concerto, apprezzandone la perfetta gentilezza, gli inviti per il mio ballo di compleanno erano stati distribuiti numerosi, lui era solo uno dei tanti …. Giusto, che mi doveva importare di lui.
 
Dopo il mio flirt a 15 anni con Philippe, non avevo avuto più nulla, tranne che qualche simpatia che non oltrepassava i confini del lecito e del buon gusto, ancora dovevo iniziare a comprendere a fondo le regole di quel gioco, forse il più bello e antico del mondo, quello dell’amore.
 
  • Sei splendida- Constatò Tatiana, quando ci ritrovammo per una pausa noi tre, un sipario di tranquillità, io che appoggiavo un vassoio con tra flute di champagne su un tavolino e mi tamponavo la fronte, le ciocche scure e suntuose dei miei capelli che viravano nel mogano alla luce delle lampade.
  • Anche voi e state riscuotendo un successo immenso.
  • Hai ammiratori molto carini.
  • Tatiana, smetti di osservare quel bicchiere e brindiamo, invece.
  • Appunto, il divertimento è appena iniziato.
  • Olga sei impossibile, tu, Catherine sei pazza- Tatiana aveva un temperamento serio e austero, la salvava dalla perfezione l’amore per le sete e i bei vestiti.
  • Cin cin..
  • A proposito, Catherine, l’ultimo con cui hai ballato ti mangiava con gli occhi.
  • Evento comune stasera, no?- Risi.
  • E tu altrettanto, lo sai che è prassi consolidata che poco tempo dopo il ballo ufficiale venga dato un annuncio di nozze?- Sorrisi, sposarmi io e con chi? Che si inventava?
  • Sorella, non dire scemenze. – Intervenne Olga, mentre io poi mi ritrovai a riflettere che Tatiana sapeva scorgere segni e sfumature molto meglio di tanti altri, minimi segnali irrilevanti ma era pur vero che, mancandomi un innamorato, perché dovevo perdere la testa per quel francese..
  • Catherine, mia sorella ti vuole bene e più o meno siete sempre state in pari- osservò mentre tornavamo alle danze, Olga che si era già avviata.
  • Direi di sì.
  • Non sarà sempre cosi- Mi fermai per un momento, le sue parole contenevano l’eco di quelle pronunciate da mio zio, tanto tempo prima, che un giorno la vita ci avrebbe separato, scrollai la testa e mi imposi di non pensarci.
  • Intanto goditi la tua festa- Che terminò alle cinque di mattina, Saint- Evit lasciò il palazzo tra gli ultimi, la traccia delle mie nocche persa tra le sue.
 
Le lettere di mia madre le scoprii dopo due o tre giorni, il mio mondo andò in frantumi e appresi la coesistenza, nel medesimo giro di danza, di rabbia e tristezza e la potenza salvifica della passione.
 
-Sposami, mi vuoi sposare.. Catherine – ...il palpito delle sue parole, il suo respiro contro le mie labbra, le sue mani nelle mie, il suo calore, ora e per sempre, il mio pilastro nella tempesta, ai piedi era caduto un mazzo di violette.
 
Dream back, un azzardo, ci conosciamo tanto poco, io e te, Luois..
Appoggio la schiena contro il tronco dell’albero, appariamo come una giovane coppia di innamorati che passeggia sui giardini vicini al fiume Neva, l’inverno che lotta contro l’incipiente primavera.
Quante volte sono scappata nel raggiungerti, ho perso il conto, non importa, dopo quello che ho scoperto..
Mia madre, in apparenza perfetta, è solo una ladra di verità, una bugiarda che ha mentito al marito e al mondo, me compresa.
Avevo trovato quelle lettere in uno stipo, lettere d’amore, dal novembre 1893 all’aprile 1894, le date erano chiare, io sono nata nel gennaio 1895 .. Un caso malevolo e la mia curiosità infernale, avevo riconosciuto la grafia della principessa mia madre, ma le risposte .. non erano di certo di suo marito. Erano stati abbastanza saggi da non scrivere il nome di lui e evitare precisi riferimenti, ma fossero stati davvero accorti avrebbero distrutto le prove..
La mia curiosità contro ogni forma di decoro e privacy.
Per non pensarci, mi ero ritrovata a gestire .. no,mi ero innamorata di Luois, ogni volta che potevo andavo furtiva da lui, un eccesso via l’altro., emozioni nuove, mai provate, una scossa di terremoto.
Mi tendo, sinuosa, un salice, un serpente e soffio un “SI’ ”gioioso sulle sue labbra.
  • Ho perso il sonno e l’appetito per te, Catherine, io ti voglio con me ogni giorno della mia vita, da ora in avanti.- Una buffa smorfia, che lo fece apparire un ragazzo giovane come me. Pure, se avessi sbagliato, su mia madre avevo sbagliato tutta la vita, lui era poco meno di un estraneo e ..
  • Sì… di nuovo sì  .. –
  • Ti ho compromesso come uno stupido, senza onore- Ma non avevamo fatto l’amore, questo no, e io ero già compromessa.
Pure, il matrimonio era già una faccenda complicata senza infilarci in mezzo la differenza di fede religiosa, io ortodossa, lui cattolico, la differenza di rango, nominalmente ero una principessa, lui un conte straniero,il venire da due paesi diversi,io minorenne, la passione per me poteva costargli una carriera ben avviata e..
Tutto spariva, io volevo lui e lui voleva me, ma sarebbe stata una dura lotta, lui poteva ben apparire un cacciatore di dote, un avventuriero che aveva fatto girare la testa a una sciocca fanciulla .. e fu uno dei momenti più belli della mia vita, pur se venato dal disgusto per la scoperta di quel segreto, che avevo violato come una sciocca.
Era la fine di marzo 1913, preparammo un piano, in attesa del ritorno della famiglia imperiale e dei miei che si erano recati a Kostroma, per la celebrazione dei festeggiamenti per il tricentenario dei Romanov.
 
Il viso della principessa Ella era color brace.
  • Sei solo una ragazzina e lui ti ha fatto girare la testa.
  • No.
  • Tu non sai nulla dell’amore e hai letto troppo, impara questa lezione, figlia mia, che di rado una principessa si sposa per amore.
  • Lo so.
  • Ragazzina, potrei mandarti in collegio, chiuderti in casa e rovinargli la carriera .. Lo sai bene che il matrimonio di una principessa va gestito .. – Cercò le parole appropriate, di essere conciliante, parlavo con lei che suo marito si sarebbe adeguato alle sue determinazioni, lo sapevamo entrambe- Senza essere preda di un capriccio, una emozione.
  • In sintesi, un affare da far sbrigare a chi più ha esperienza di me. .. dico bene?
  • Esatto.
  • E per finire come voi e il principe Raulov, uniti di malavoglia- La stoccata che fece irrigidire Ella.
  • Ma io voglio sposarlo, punto e basta.- Lo schiaffo partì, immediato, il viso di Catherine divenne una gelida maschera, le iridi strette a fessura, dura e determinata.
  • Tuo padre..
  • Il mio presunto padre.
  • Cosa?- La zittì, quello era il momento di sferrare il colpo.
  • Ho scoperto le vostre lettere e ho appurato, a diciotto anni, come la mia vita sia solo una menzogna, adesso capisco perché non mi quasi mai .. tollerato, capisco. Dimostratemi che sbaglio, madre. – Scansandosi dalla sua mano tesa.
  • Molto bene e cosa vorresti concludere?- Annaspò Ella, senza negare, quindi era la verità, aveva raccontato bugie a tutto il mondo, ma non a sua figlia, non in quel momento.
  • Sposarlo, punto e basta, voi non dovete interferire.
  • Eccoci al melodramma.. Comunque,  visto che credi che io sia l’ultima persona che debba impacciarsi,.. Mi  auguro che tu non sia incinta. No, sei appassionata ma non avventata, voglio sperare, comunque potresti scoprire che senza dote non ti vuole..
  • Andrei via lo stesso, madre, con o senza lui, i bastardi non meritano nulla, no?
Si inchinò e prese congedo senza permesso, mentre Ella rimaneva immobile, apprendendoil peso del passato, dei trascorsi egoismi e della lussuria, il disprezzo di sua figlia, come pure aveva disprezzato lei sua madre, pur variando i motivi.
Dopo lo scontro, la cortesia formale e le frasi di prammatica, buongiorno, buonanotte, passatemi il sale, salvarono dal silenzio a tavola, ma se Ella entrava in una stanza, sua figlia ne usciva, dopo essersi inchinata o stava barricata nel suo alloggio, salvo poi mollare tutto e andare nell’alloggio dei Raulov a Carskoe Selo, un fait accompli.
 
Ella parlò con Nicholas.
  • Non hai negato.
  • Non potevo, Nicky, davvero, ho mentito tutta  la vita, ma.. non ce l’ho fatta. Non ha capito però ..  chi fosse il suo padre naturale.
  • Prenderò informazioni su questo francese .. poi Ella? Vuoi che lo faccia espellere dalla Russia.. o.. ordini controlli, potrebbero scappare.
  • È innamorata, Nicky, o pensa di esserlo. Verrà da te, per convincerti a convincermi.
  • Perdonami, Ella.
  • Non è colpa tua, anzi, mi hai dato la mia unica figlia e.. Se ne andrà Nicky, quindi tanto vale salvare il salvabile e .. ha il coraggio che io non ho avuto. Per me e te .. non era possibile, per una ragione o l’altra, inutile rinvangare il passato- Percepiva il respiro salato di lui tra i capelli, mentre la abbracciava.
  • Di rado un principe si sposa per amore, Ella.
  • Ma nostra figlia sì. Voglio che abbia questo dono.. di sposarsi per amore.
  • Così sia, Ella.  Ma forse non è amore.
  • Loro credono di sì e tanto basta.. possiamo noi definire l’amore mio zar?
10 aprile 1913, il giorno dell’udienza presa al volo con lo zar, oscillavo tra rabbia, orgoglio e passione, un ribollire di sensazioni che mi lasciava esausta, come i dubbi che mi rodevano.
Non sarei andata dalla zarina, le riserve che aveva verso mia madre potevano essere una arma a due tagli. Per Alessandra, il matrimonio era il destino migliore per una donna, ma io non volevo esserle debitrice, o, peggio, che si rifiutasse di aiutarmi, dato che la zarina asseriva che un figlio deve obbedire sempre ai genitori. Peraltro, si sarebbe convinta di avere avuto sempre ragione, che ero davvero una ribelle, una gramigna.
Rimetto la mia maschera, parlerò con lo Zar.
 
.. mi sono sposata nel mese di giugno 1913 a Peter Hof, con Luois, mie damigelle le granduchesse, invitati gli zar e la zarina madre e molti altri.. ..
Era amore, allora come oggi.
Due anelli, quello di fidanzamento, uno squisito zaffiro circondato da perle, un monile di famiglia di mio marito, e la vera nuziale, una semplice fascia d’oro con incisa la data e il suo nome..
Che ho fatto?

Mio zio chiosò che il matrimonio era in genere per tutta la vita, almeno fino al divorzio..
Quella notte, la nostra prima notte, il mare ci cantava dentro..
La sera ero una ragazza, la mattina dopo una donna ....
E dopo la luna di miele siamo andati a vivere a Parigi, il tempo e la distanza hanno smorzato l’astio e saldato le cicatrici.
Prima della partenza, Olga mi chiese se fossi incinta, l’amica di sua madre, Anya Vyribova lo aveva insinuato, una sera ridendo con la zarina.
E quegli incidenti potevano capitare, anche se la granduchessa Olga forse ignorava la precisa meccanica dell’atto.
No, Olga, ed ero completamente sincera e fui sincera, era una questione tra me e mia madre che ha accelerato le cose
Immaginavo fosse qualcosa del genere, la replica, mi sei mancata e .. mi mancherai, ammise Olga.
 
 
   
 
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