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Autore: FollediScrittura    29/11/2015    2 recensioni
" E ora cosa credi di fare?"
"Me ne vado, ecco cosa faccio." ma Richard per tutta risposta la prese per il braccio e la trascinò verso il divano facendola poi ricadere con poca gentilezza.
Era furioso. Non solo l' aveva trovata li, con le sue gambe nude ad aspettarlo e a rovinargli quello che si era prefissato di fare con Rutina....ora era anche arrabbiata e gli urlava che voleva andarsene.
No,non glielo avrebbe permesso.
Se voleva andarsene l'avrebbe fatto solo con il suo permesso.
Cacciandola.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.Capitolo

 

Quarto giorno.

Pioggia fitta.

Autunno che si avvicina.

Richard latitante.

 

Rebecca chiuse il quaderno e usò la penna come strumento per tirarsi su i capelli che non volevano proprio stare a loro posto. Forse volevano diventare come Richard.

Scappare perchè non erano in grado di stare ordinati e piuttosto che affrontare quella situazione in cerca di una valida soluzione,preferivano abbandonare la sua nuca e scappare per nuche più meritevoli del loro disastro.

“Stupido,stupido e sciocco Richard.”

Si allungò sul letto stiracchiandosi portandosi poi le dita sulle labbre che ancora fremevano per quel bacio. Possibile che fosse davvero successo? Possibile che Richard avesse baciato proprio lei?

E’ possibile che lo stesso impetuoso e passionale uomo che l’aveva presa con slancio su quel corridoio,fosse la stessa persona che la stava beatamente evitando da ben 4 giorni?

Si alzò di scatto ignorando la penna che ora le penzolava sul viso come se fosse una ragnatela e corse verso la stanza di Richard.

L’aprì.

E la stanza era esattamente come 4 giorni fa.

Immacolata.

Ordinata.

Senza vita.

Si morse un labbro osservando quella stanza semplice e troppo fredda persino per un uomo discreto e asociale come lui.

Perchè le faceva questo?

Perchè non voleva affrontarla?

Aveva paura?

Aveva paura anche lei. Sebbene avesse sempre desiderato ricevere un bacio da Richard,non avrebbe mai potuto immaginare che quelle sue labbra la lasciassero così piena di emozioni che non riusciva a gestire. Era sempre stata innamorata di Richard,ma era un sentimento a cui sentiva quasi di essersi abituata. Come se fosse una cosa normale.

Ora che lo aveva baciato,sentiva una forza,un desiderio dentro di lei che non riusciva a spegnere con nulla se non con un tocco dell’uomo che amava.

Ma ora l’aveva lasciata lì,in quella sua casa,sola e immersa in un turbine di emozioni a cui non riusciva a dare una risposta.

Lo voleva li.

E invece lui,per tutta risposta si era allontanato come se lei fosse la causa di ogni suo problema,come se quel bacio non fosse iniziato da lui.

“Stupido, vorrei che non fosse mai successo se questo non ha fatto altro che innalzare ancora di più il muro che già ci divideva.”

E così dicendo si avvicinò al suo letto per poi sdraiarsi e sorridere nel sentire quanto quelle lenzuola avessero preso l’odore del suo uomo.

 

***  

 

“E stoooop,ripresa perfetta. Mezzora di pausa, ragazzi.”

 

Richard sospirò sollevato,la ripresa era stata più impegantiva del solito. Vestire i panni di Red Dragon era davvero estenuante,era un personaggio complesso e molto fisico e lui doveva dare mostra a tutto il suo potenziale e soprattutto doveva nascondere quanto lo imbarazzasse andare in giro in mutande.

Si sedette e accettò la bottiglietta d’acqua che Rutina gli passò. Da quattro giorni la ragazza lo ospitava a casa sua e la convivenza stava andando più che bene. Rutina si stava dimostrando una ragazza da cui un uomo non poteva desiderare di più. Era talentuosa,bella,semplice,simpatica e soprattutto non era invadente. Ancora ricordava i suoi occhi sorpresi di quando aveva suonato alla sua porta,di come le è bastato guardarlo per dirgli che poteva stare li fino a quando voleva. Di ospitarlo senza saperne il motivo,soprattutto perchè sapeva quanto tenesse alla sua solitudine e che non amava passare più di una notte fuori casa sua.

Eppure lei lo accettava. Si chiedeva come potesse stare con uno come lui. Rebecca gli diceva che era un falso e che non permetteva a nessuno di conoscerlo come era davvero.

Si sbagliava.

Rutina aveva capito da tempo che lui recitava anche nella vita reale e nonostante questo lo amava.

E lui,nonostante avesse una donna straordinare accanto a se,una donna che abbracciava tutte le notti e ci faceva l’amore,non faceva altro che pensare a quel bacio. A quel bacio dato alla sua Rebb,quella bambina che teneva sulle sue gambe e la faceva giocare. Quella banbina a cui aveva insegnato andare a cavallo,quella bambina che aveva giurato di proteggere a costo di qualsiasi cosa.

Quella bambina che a distanza di anni aveva baciato.

Desiderato.

Bramato.

E che sognava ogni notte da quel maledetto giorno di avere tra le sue braccia.

Di arrabbiarsi una volta svegliatosi di vedere Rutina al suo fianco e non lei.

“Un penny per i tuoi pensieri,straniero.”

Rutina lo riprese di nuovo,come faceva ogni mattina quando si svegliava e tornava alla realtà del suo corpo e dei suoi occhi. Bevve un sorso d’acqua cercando di buttare giù anche il fastidio che gli dava la presenza della donna.

Non se la meritava e in realtà non si meritava nemmeno Rebecca.

“Perdonami, non sono il massimo della compagnia ultimamente.”

“Oh ma tranquillo, in realtà non lo sei mai.” Richard la guardò storto ma poi scoppiò a ridere quando vide i denti bianchi della donna apparire nel bel sorriso che gli fece.

“Richard,per quanto io sia felice di averti a casa. Devi risolvere il problema. Qualsiasi cosa esso sia…o dovrei dire persona?”

Richard sbuffò ingobbendosi sulla sedia. Decisamente non se la meritava.

“Credo di non avere le capacità di prendermi cura di lei.” Fu sincero e per la prima volta volle che qualcuno gli dicesse che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe trovato una soluzione e che era normale sentirsi impotenti nel prendersi cura di una ragazza.

Soprattutto di una ragazza di cui il suo corpo e la sua anima ne avevano un bisogno estremo.

“Richard,sei la sua famiglia,non puoi abbandonarla. Pensa a come si possa sentire lei?”

Richard alzò gli occhi al cielo pensando che non era il caso pensare a quello che sentiva lui,perchè avrebbe dovuto dimostrarlo decisamente fisicamente.

“Rutina, non ero pronto. Suo padre me l’ha affidata senza chiedermi nulla,non avevamo rapporti da tempo e con Rebecca non ci vedevamo da due anni. Come può aver pensato a me?.”

Rutina per tutta risposta gli mise una mano sulla guancia e lo guardò con una dolcezza così disarmanate che Richard sentì mille spilli colpirli nel petto.

“Amore mio, lui sapeva che avrebbe potuto contare su di te in qualsiasi momento. Te l’ha affidata perchè sei il suo parente più prossimo,perchè sapeva che dopo la sua dipartita,tu ti saresti occupato di lei come un padre. E’ questo che rappresenti per lei. Un padre.”

Richard dovette dare sforzo a tutta la sua bravura di attore per far sembrare credibile le parole di Rutina. Quella donna era la più ingenua che ci fosse nel mondo. Per Richard essere considerato il padre di Rebecca era una pugnalata,soprattutto per i desideri che provava e soprattutto perchè sapeva che Rebecca di certo lo vedeva sotto tutt’altro sguardo.

Doveva darci un taglio e l’unico modo era mettere in atto il piano di farla fidanzare con qualche ricco rampollo e di togliersela dalla sua vita.

“Rutina,devi aiutarmi in una cosa che Rebecca non dovrà mai sapere.”

La donna corrugò la fronte non riuscendo a capire cosa volesse dire l’uomo. Si alzò e la prese per mano per portarla in un posto più appartato dove parlare. Arrivarono fuori e si sedettero sui gradini e Richard sentì il bisogno di fumarsi una sigaretta sotto lo sguardo indagatore di Rutina.

“Stai fumando,deve essere proprio una pessima idea.”

Richard si girò verso di lei alzando le spalle divertito dalle risposte sempre azzeccate di Rutina. Era davvero una donna straordinaria.

“Suo padre ha lasciato scritto sul testamento che Rebecca verrà in possesso della sua eredità e della tanto agoniata libertà solo tra due anni. Fino a quel momento dovrà vivere con una piccola rendita che a malapena le poteva permettere di prendersi un garage in affitto….”

“Davvero?ma credevo che fossero ricchi…” disse indignata.

“E’ così ma il buon vecchio voleva che Rebecca imparasse che la fortuna va guadagnata e non le ha mai permesso di godersi quella ricchezza facendola vivere con il minimo indispensabile.”

Richard aspirò il fumo come se fosse aria buona per i suoi polmoni, non aveva sopportato le risttrettezze in cui aveva vissuto Rebecca fino a quel momento. Suo padre era stato troppo duro,l’aveva allontanata e l’aveva fatta vivere come un orfanella in cerca sempre del suo posto nel mondo.

Fu proprio quel pensiero che lo fece sentire in colpa. Aveva di nuovo abbandonato Rebecca,era scappato come un codardo per quel bacio che si erano scambiati. Aveva pensato solo a se senza calcolare a come si sentisse Rebecca.

Se stesse bene.

A controllare ogni suo accesso su whatsapp per constatare che fosse viva ma senza avere il coraggio di scriverle.

Che bell’esempio.

Gridava a lei di essere una bambina quando lui era il primo a comportarsi da tale.

“Mio Dio,che cosa orribile. Non conosco la storia ma trovo ignobile non condividere la proprio fortuna con le persone che ami.”

“Già….ma questo non è tutto. Ha stipulato che lei potrà entrare in possesso prima della sua eredità e della sua azienda solo ad una condizione.”

“E qual’è?” chiese ora curiosa non riuscendo ad immaginare cosa altro ci fosse in quella già ingarbugliata storia.

“Che si sposi qualcuno che sia abbastanza ricco e con buone capacità da poter amministrare l’azienda di famiglia.”

Buttò la cicca a terra per poi far tornare il fumo della sigaretta nell’aria pulita.

“Oh,ma questo è ancora più ignobile. Spero davvero che non si sposi mai,cioè,non posso credere che abbia scritto una cosa del genere.”

“E non ti ho ancora detto altro,Rutina.” Le prese la mano e la guardò intensamente negli occhi. Fu così intenso il suo sguardo che per un attimo,Rutina,credette di svenire.

“Credo che il vecchio abbia ragione. Rebecca deve sposarsi e voglio che tu mi aiuti a trovare una persona alla sua altezza.”

Vide la donna spalancare gli occhi per l’orrore che aveva appena detto. Sapeva che non sarebbero bastate abbastanze parole per convincerla. Rutina aveva i suoi principi e soprattutto le piaceva Rebecca.

“No,Richard,no. Non mi coinvolgerai in questo piano. Lo trovo meschino. Rebecca dovrà decidere da sola della sua vita,non sarò complice. E’assurdo e lo sai anche tu.”

“Rutina,per quanto so che sia ignobile è l’unica cosa da fare. Rebecca non è in grado di portare avanti la sua azienda. E’ ingenua e non ama la politica su cui è basato il lavoro di suo padre.”

Rutina si tolse dalla sua stretta e si alzò in piedi . Richard pregò Dio che l’avrebbe aiutato. Non sapeva a chi altro rivolgersi.

“Rebecca potrebbe trovare qualcuno che possa amministrare la sua azienda per lei. E’ pieno il mondo di gente in gamba e lei è una persona dolce che sa come farsi amiche le persone.”

Richard rimase sorpreso,se sole sapesse quello che Rebecca pensava di lei,chissà se avrebbe detto ancora quelle parole.

“Rutina, io conosco Rebecca. Lei deve sposarsi e assicurarsi un futuro altrimenti sarà perduta.”

Si alzò anche lui e la prese per le spalle. Vedeva nel suo sguardo smarrimento e incredulità. Ma doveva averla dalla sua parte,non voleva sentirsi solo in quel viaggio. Voleva sapere che stava facendo la cosa giusta.

“Ti prego,Rutina,aiutami.”

Rutina alzò gli occhi verso di lui. Aveva le labbra serrate,come se avesse paura di dire quello che stava per dire ma poi trovò il coraggio di aprire la bocca.

“Credo che sia la cosa più schifosa che si possa fare ad una persona,Richard. Ma ti aiuterò.”

E fece cenno di si con la testa facendolo sorridere di sollievo.

“Ma ad un patto,Richard. Tu tornerai a casa e quando sarà il momento che lei si innamorerà della persona che hai scelto per lei,gli dirai la verità.”

Si guardarono.

Richard rimase senza parole.

Dirle la verità significava perderla.

Rutina lo guardò maggiormente e in quel momento capì.

Rutina voleva che venisse punito con la sua stessa arma.

Il piano avrebbe distrutto lui e l’unione che aveva con Rebecca.

 

*** 

 

‘Caro Richard,

Anche se di caro non hai nulla,anzi,sei una caro imbecille e alquanto stupido individuo,per non citare altre parole che mi passano per la mente ma essendo io una persona cresciuta con un certo rigore e gentilezza,non le dirò,ma puoi immaginare benissimo a cosa alludo.

Punto 1:

Questa è casa tua e mi ritrovo a fare la padrona e tu l’ospite che se ne va in fretta e furia perchè ha distrutto o dato fuoco alla casa.

E in verità dico,rullo di tamburi e volata di piccioni,che la casa è tua.

E di certo io non pagherò le bollette di questa alquanto brutta e di poco gusto casa.

Punto 2:

Rammento che fino a 4 giorni fa mi si alludeva a me con il nome Bambina,ragazzina o abbiamo una Rebb maggiorenne.

Ma,si,edizione straordinaria.

Qui l’unico bambino SEI TU.

Ci siamo baciati mica abbiamo fatto un figlio di cui non vuoi occuparti e semmai dovesse capitare una cosa del genere….IL BAMBINO CONTINUERESTI AD ESSERE TU E NON IL BAMBINO CHE PORTO O PORTEREI IN GREMBO.

Punto 3:

Visto la tua latitanza vorrei invitare un amico ma non ho il suo numero. Saresti così gentile da inviarmi il numero del SIMPATICISSIMO Hugh?

Grazie e arrivederci.

P.S. Non serve che mi spii su whatsapp,perchè dimostri ancora una volta di essere UN BAMBINO.

Addio altro che arrivederci.

 

Rebecca premette invio e allegra per il messaggio appena inviato alla Regina delle nevi,iniziò a saltellare sul letto di Richard immaginando a quanto fosse bello se lui fosse stato lì nel vederla mettere in disordine il suo amato ordine.

“CHE DIAVOLO STAI FACENDO?”

“Ah,che forza. Lui risponderebbe proprio così.” Continuò a saltellare esterefatta di come fosse reale la voce di Richard che aveva nella sua testa.

“REBECCA,O LA SMETTI DI SALTELLARE SUL MIO LETTO O GIURO CHE VENGO LI E TI SCULACCIO FINO A FARTI PERDERE IL CULO.”

Rebecca si bloccò di scatto con il telefono della colpa in mano. Lo guardò a bocca aperta,come se davanti a lei ci fosse una visione.

Ma di certo,una visione doveva essere più celestiale di un Richard completamente fuori di sè.

“Che ci fai qui?” fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre preoccupata si guardava le scarpe. Aveva saltato sul suo letto senza toglierle e per di più era ancora in piedi,li,bloccata dalla presenza dell’uomo.

“Come sarebbe a dire cosa ci fai qui? Questa è casa mia,RAGAZZINA.”Si avvicinò al letto e allungando la mano le fece segno di scendere ma lei per tutta risposta ignorò il gesto e saltò dal letto dalla parte opposta dove era lui. Richard abbassò piano la mano per poi chiuderla a pugno come se si fosse scottato. Se lo meritava. Rebecca in quel momento voleva odiarlo.

“Bhè,pensavo che avessi abbandonato la casa visto l’ assenteismo degli ultimi giorni.” Rebecca prese a sistemare il letto,non perchè si sentisse in colpa di averlo disfatto ma perchè in quel momento sentiva il bisogno di ignorare il suo cuore che martellava nel petto e soprattutto ignorare l’impulso di buttarsi tra le sue braccia e riprendere dove avevano lasciato quattro giorni fa.

“Non potrei mai lasciare questa brutta e dal poco gusto casa. So per certo che tu non l’apprezzeresti.” E lo vide smanettare con il telefono e cominciare a leggere il messaggio che gli aveva appena mandato. Sentì le guance imporporarsi perchè mentre leggeva il messaggio con la sua voce bassa e sensuale,la guardava come se volesse punirla per ogni singola parola e dovette ammettere che quel suo sguardo punitore la eccitava.

“Quindi sono un bambino.” E piano girò il letto e si avvicinò a lei che ora lo guardava immobile e con lo sguardo rosso di imbarazzo.

Dio,come l’avrebbe ribaciata in quel momento,come voleva sentire il calore di quella pelle sotto le sua mani. Come fremeva nel sapere che quella reazione era dovuta a lui e solo a lui.

“Non puoi essere arrabbiato per quello che ti ho scritto,quello che ha sbagliato sei tu.” E Richard si inchiodò da quel suo sguardo fiero e da quelle parole che sapevano di verità.

“Infatti ti chiedo umilmente scusa per il mio comportamento ma davvero non sapevo che fare.”

Rebecca lo guardò diffidente,come se sotto le sue scuse ci fosse la fregatura. Per tutta risposta si rimese a sistemare il letto perchè non riusciva a sostenere il peso di quello sguardo e soprattutto delle sue emozioni.

“Piantala di sistemarmi il letto,non sei la mia serva.” E le bloccò le mani per portarla davanti a lui. La sentì tremare e vide nei suoi occhi paura.

“Perchè tremi,hai paura di me? Non ti farei mai del male.” L’avvicinò ancora di più e Rebecca potè sentire quanto fosse caldo il suo fiato sul suo viso. La stretta delle sua meni le provocava un brivodo ma non era di paura ma di puro piacere.

“Non me ne fai fisicamente ma me ne fai a parole.” Deglutì quando vide le labbra di Richard a pochi centimetri dalle sue. Era incredibile come le loro labbra si cercassero,come si respirassero in cerca di un avvicinamento che le loro menti bloccavano a tutti i costi. Si allontanavano e poi si avvicinavano come se stessero combattendo un duello.

“Rebecca, non capisci quanto sia difficile per me?”

E Richard interuppe la magia allontanandosi e portandosi nervoso una mano fra i capelli per seppellire quel desiderio che lo stava uccidendo.

“Per te è difficile?Io ti amo da sempre e non ho mai avuto paura di dichiararti quello che provo. Quando pensavo che non ti avrei mai più conquistato ,tu mi hai baciata e questo mi ha fatto capire che mi vuoi. Perchè cerchi di allontanarmi se provi i miei stessi sentimenti?”

Richard rise per quelle parole e Rebecca per tutta risposta lo guardò scioccata. Perchè doveva sempre denigrare i suoi sentimenti in quel modo?

“Rebecca,sei così ingenua. Reagisco come reagirebbe qualsiasi uomo davanti ad una bella ragazza. Non credere che oltre a questo ci sia altro.”

Si allentò la cravatta pensando che fosse quella a fargli mancare il respiro. Pensò di aver messo fine alla discussion ferendola con quelle parole ma invece vide una Rebecca diversa,più matura e più sicura del suo potere.

“Allora reagisci come qualsiasi uomo. Prendimi e fammi tua. Non desidero altro.” Richard si sentì in trappola,quella donna lo aveva sorpreso. Sentiva il suo membro pulsare mentre la guardava arrivare da lui come un diavolo tentatore. Ogni suo nervo gli diceva di prenderla. Ogni sua cellula gli urlava di farla sua,subito.

“Richard,a me andrebbe bene anche una sola notte d’amore.” I suoi occhi erano lucidi e imploranti e lui sapeva che non aveva scelta.

E così dicendo aprì la porta e corse in bagno. Chiuse bene la chiave e si lasciò andare a terra sudato e pieno di desiderio.

Si portò una mano sulla fronte pensando che una doccia fredda fosse assolutamente necessaria. Stava per spogliarsi quando sentì il bip inconfondibile del suo cellulare. Sapeva benissimo chi fosse.

 

‘Quindi io ti seduco e tu scappi. Bene, sono curiosa di sapere fino a dove arriverai!;)’

 

‘Ne devi fare di strada ancora per sedurmi.’

 

E invece di strada ne doveva fare lui per scappare da lei.

 

‘Richard,non fare il bambino. Sappiamo benissimo che sei cotto a puntino.’

 

Colpito e affondato.

 

‘Bambina,la cosa che mi rincuora è che il desiderio io riesco ancora a controllarlo….tu,no.’

 

Richard aprì l’acqua aspettandosi un messaggio. La vedeva online ma non rispondeva,in fondo,il vincente era ancora lui. Stava per entrare in doccia quanto sentì l’avviso di un nuovo messaggio.

 

‘Scusami ma stavo chattando con Hugh,fortuna che ci sta Twitter al mondo,se aspettavo te per avere il suo numero,avrei aspettato in eterno. Buona doccia FREDDA,ti servirà.’

 

Richard buttò il telefono a terra e entrò con violenza nella doccia. Quella piccola insolente ne sapeva più di quanto pensasse.

Doveva farla sposare.

 

Ma dentro di se aleggiava l’idea di averla prima di lasciarla andare.

 

 

 

Angolo autrice:

 

Vabbè,sono alquanto scioccata dal rapido aggiornamento. Questo non riesce a farmi uscire parole abbastanza adeguate per parlare di questo capitolo. Quindi lascio a voi l’ardua sentenza. Ringrazio chi mi continua a seguire e lascia un comment facendomi tanto felice.

Un bacio e a presto!:)

  
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