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Autore: eleanor89    02/03/2009    3 recensioni
Nel farlo il suo sguardo cadde sul marciapiede opposto, sporco di sangue. La piccola folla aveva involontariamente creato un vuoto, lasciando visibile una moto per terra e quel piccolo lembo di strada.[...]
«Ma quella moto…» cominciò Shino, abbassandosi sul naso gli occhiali da sole per vedere meglio.
Shikamaru saltò giù dal marciapiede, individuando subito ciò che aveva visto la compagna; spinse un uomo che lo rimproverò furioso e continuò ad avanzare imperterrito.
Una borsetta viola.[...]
«La sai l’ultima? Kiba ha comprato una moto! E’ di seconda mano ma è una moto vera! Voglio proprio farci un giro prima della fine dell’anno! Cos’è quella faccia, tu no?»
Storia classificata prima al contest "His/Her bag" indetto da Stray cat Eyes.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV° Capitolo

 

 

 

IV° Capitolo. Vecchie conoscenze.

 

Scese dal pullman, aggiustò i capelli specchiandosi in una vetrina, si voltò con decisione e si diresse a passo svelto verso la zona commerciale. Era già stata lì quella mattina presto, appena arrivata, dopo aver preso il treno e prima di prendere il pullman per raggiungere l’appartamento di Shikamaru, e poteva aver lasciato la borsa lì. Guardò l’ora, era l’una meno un quarto. Aveva aspettato fino a mezzogiorno a dieci che Shikamaru rientrasse, poi aveva deciso di farsi un altro giro per i negozi, e cercare la propria borsa. In realtà aveva preso il pullman ed era arrivata alla stazione dei treni giusto in tempo, neanche un minuto prima che partisse, ma non era neanche salita, ancora poco convinta all’idea di lasciare la città.

Malgrado non volesse ammetterlo, non voleva rinunciare all’idea di incontrare Shikamaru, magari in giro anche lui con qualche amico.

Con passo elegante si incamminò sul marciapiede, attirando più di uno sguardo e beandosene.

Fissò ammirata una Ferrari parcheggiata davanti all’entrata di un cinema, desiderando di possederne una. 

Alla fine ricordò di essere entrata nel negozio dall’insegna arancione appena passato e tornò indietro.

«Scusate, per caso ho lasciato qui la mia borsetta stamattina?» chiese alla commessa.

«No, mi dispiace, l’ha persa?» domandò con aria preoccupata la donna. «Qui l’avremmo vista, penso. Prova nei camerini.»

«No, ho pagato dopo e il portafogli era lì, ma grazie.» rispose dispiaciuta. Non che avesse molti soldi lì, il più era nella valigia che portava con sé, insieme ai biglietti e alle cose importanti, ma il cellulare era nella borsetta, e ci teneva, dato che l’aveva appena comprato.

Uscì e attraversò la strada, ricordando poi che il portafogli lo teneva in tasca, e che forse la borsetta avrebbe potuto averla persa prima.

«Grandioso…» sibilò istericamente, entrando in una boutique d’alta moda.

«Scusi…» chiamò la commessa, che la raggiunse con un sorriso educato.

«Si?»

«Si ricorda che sono stata qui poco fa, ho preso una maglietta…»

«Non facciamo cambi.» si affrettò a dire la commessa.

«No, no, mi chiedevo… avevo una borsetta con me?» chiese titubante, e quella le rivolse un’occhiata stranita. «Non sono pazza, l’ho persa.» si giustificò.

«Mi dispiace, io non ho visto nessuna borsetta.»

Sospirando, uscì nuovamente sulla strada. Passò davanti ad un chiosco di gelati, dove ne aveva preso uno, ma era sempre tanto affollato che rinunciò all’idea di chiedere.

«Ehi, ragazza! Bionda!»

Con sua enorme sorpresa, l’uomo al chiosco la stava chiamando. Si affrettò a raggiungerlo.

«Scusami, non sono neppure sicuro che sia tu, ma… mi è stato detto di dirti che ti attendono alla stazione di scuola o qualcosa di simile…»

Gli occhi di Ino si accesero. «Chi glielo ha detto?»

«Una giovane mora, con gli occhi chiarissimi, i capelli lunghi.» provò a descriverla.

«Alla stazione di scuola.» ripeté. «Hinata. Era da sola?»

«Ha chiamato altre persone dopo, non ricordo i nomi. Mi spiace.»

Ino aveva già aperto la borsa, e ne aveva estratto un altro portafogli.

«Un gelato alla fragola.»

Sorpreso, l’uomo le passò un cono. Ino poggiò un fascio di banconote sul bancone con forza. «Tenga il resto. Le voglio bene.» dichiarò con decisione, per poi voltarsi. Ora pensava di sapere dove si trovasse la sua borsa.

Tutti i clienti la fissarono sconvolti, mentre l’uomo contava le banconote e restava a bocca aperta.

 

Sakura era immobile, non sentiva più il chiasso tipico della stazione, né notava le persone passare accanto a loro. Teneva gli occhi verdi spalancati, facendoli sembrare persino più grandi, e cercava di recuperare la voce.

Era incredula.

Era seduta al tavolino di un fast food dentro la stazione dei treni da una decina di minuti, sorseggiando una coca cola dalla cannuccia, offerta dall’altro che restava in silenzio aspettando che lei recuperasse un colorito sano e non sembrasse più sul punto di svenire.

«Sakura-chan! Meno male, non ti trovavo più!» esclamò la voce di Naruto,  spaventato, mentre si avvicinava a grandi passi.

Sakura riuscì finalmente a riprendersi, battendo le palpebre, e alzò la testa verso di lui, che si era fermato guardando confuso e sorpreso il ragazzo che gli dava le spalle, finché questi non si voltò.

La reazione fu simile a quella di Sakura, perché anche Naruto si ritrovo a spalancare gli occhi senza parole, ma recuperò molto più velocemente.

«Sasuke.»

«Naruto.»

Gli occhi della ragazza saettarono dall’uno all’altro, e non trovò nulla di più importante da fare se non succhiare rumorosamente con la cannuccia il fondo del bicchiere, attirando la loro attenzione.

«Stava per investirmi il treno, lui mi ha salvato. Se dovete picchiarvi, andate fuori. Non ho intenzione di farmi mettere in imbarazzo da voi due.» comunicò atona, e Sasuke sgranò gli occhi per la sorpresa.

«Ora ti riconosco…» mugugnò Naruto, alzando gli occhi al cielo.

Sasuke considerò che doveva pur essere cambiata, dopo tanti anni senza vedersi. Eppure, quando l’aveva vista in lacrime davanti ai binari, non aveva potuto fare a meno di pensare che era sempre la stessa bambina troppo emotiva.

Forse si era sbagliato.

«Cosa ci fai qui?» domandò infine Naruto.

«Studio.» rispose Sasuke, e non diede cenno di voler parlare ancora.

«Studi? Ma tu studiavi dall’altra parte del Giappone fino a poco tempo fa, o sbaglio? Non è che per caso ti mancavamo, Sasuke?» lo stuzzicò Naruto.

Sobbalzarono, quando Sakura scattò in piedi sbattendo le mani sul tavolino. «Porca miseria! Ino!»

 

Shikamaru era una persona estremamente tranquilla. Avrebbe passato la vita a dormire, magari alternando il sonno profondo a fasi di semi-veglia, guardando la tv. Non si arrabbiava spesso, a meno che non fossero minacciate le persone che amava, e soprattutto non attaccava mai briga per primo.

Per questo, il ragazzo che attraversava la via senza una meta precisa non poteva considerarsi il normale Shikamaru.

Aveva un’espressione che avrebbe attirato l’attenzione di chiunque per poi farlo fuggire: occhi nerissimi, truci, bocca piegata verso il basso come per disprezzare, camminata non più strascicata ma decisa e con i piedi che sbattevano bene a terra e sopracciglia aggrottate che gli conferivano un’aria terribilmente arrabbiata. Unica nota diversa: la borsa che gli pendeva sulle spalle, i cui strass sembravano invitare a fissarlo.

E un gruppo di ragazzi che usciva dopo pranzo da un locale non si fece sfuggire l’occasione.

«Ehi, finocchio.»

Se Shikamaru fosse stato il solito, in una giornata nomale, non avrebbe neppure rallentato il passo, andando dritto alla stazione. Stavolta invece si voltò a guardarli con sfida, mentre si accendeva una sigaretta. «A chi stai dicendo?» chiese, e la minaccia nella sua voce era perfettamente udibile. La sua espressione ne mise più d’uno in guardia.

«Zaku, dai, andiamo…» mormorò un ragazzo più giovane.

«Non avrete paura di un effeminato!» sbottò quello. «Bella borsa, fammi vedere cos’hai dentro.» continuò ghignando, facendo un passo avanti.

«La borsa non è mia.» precisò Shikamaru, prendendo un’altra boccata di fumo e fermandosi ad aspettarlo con aria sicura. «E tu non la tocchi.»

«Tenetelo fermo!» ordinò il ragazzo chiamato Zaku a due suoi amici grossi quanto armadi.

 Shikamaru lasciò cadere la sigaretta di bocca e si preparò mentalmente a sfogare i nervi troppo tesi, poggiando con cura la borsetta su una panchina. I due gli stavano già addosso, quando con un finto attacco scartò all’ultimo, ed entrambi inciamparono sulla panchina stessa, mentre lui correva verso Zaku e tirava un pugno in pieno viso, ascoltando il soddisfacente rumore del naso che si rompeva.

«Attaccare sempre prima il capo.» commentò tra sé e sé, mentre questi urlava. Si voltò verso i due, che già erano tornati alle sue spalle, e il primo affondò un pugno che evitò facilmente, colpendo con una gomitata l’altro e mettendosi tra i due. Il primo tentò nuovamente un affondo e stavolta si abbassò di scatto, facendogli colpire il compagno.

«Scu-ah!» non fece in tempo a chiedere scusa che ricevette un pugno dritto al plesso solare, e quando si chinò ne prese un altro in viso, sbattendo a terra. A Shikamaru non restò che dare un calcio alla altro già piegato in due dal dolore e finì la prima rissa della sua vita, con Zaku che era già fuggito.

Andò a riprendere la borsetta, ed una voce femminile, gelida, disse: «Non penserai di aver finito.»

«Non colpisco le donne.»

«Male per te.»  sibilò una ragazza, con dei capelli neri incredibilmente lunghi. «Bene per me.»

«Oh, andiamo…» borbottò, alzando gli occhi al cielo.

«Te le vai a cercare girando con una borsetta simile… finocchio.» terminò con disapprovazione.

«E due. Ho detto che non è mia. Non ho intenzione di farti male, ma sono ancora nervoso; non venire a cercare rogne con me, oggi

«Ma che cavaliere…» lo schernì la ragazza.

«Kin, vattene!» esclamò uno dei due “giganti” rialzandosi da terra.

«Vero, la checca sa picchiare.» concordò l’altro.

«Non è mia la borsa, ho detto.» ricordò Shikamaru atono, che ormai si era sfogato. La rabbia sarebbe potuta montare di nuovo lì a poco però, perché si stava formando una piccola folla, e qualcuno pronto a litigare sarebbe comparso ancora.

Improvvisamente si irrigidì, e due braccia nascoste da maniche viola scuro lo avvolsero. Il profumo di fiori della borsetta lo investì, molto più forte.

«La borsa è mia infatti! Qualche problema col mio fidanzato?»

Shikamaru chiuse gli occhi, poggiando una mano contro quelle braccia, per sentirle e avere la prova che lei era davvero lì. La sua voce era cambiata, meno stridula, ma era rimasta quella nota allegra e quel tono malizioso, troppo poco percettibile al telefono per i suoi gusti. Riaprì gli occhi, e gustò le occhiate adoranti dei due ragazzi che si erano alzati, e quella sprezzante di Kin.

«Andiamo, Shika?» la sentì sussurrare in un suo orecchio, e le due braccia sfilarono via, scomparendo alle sue spalle. «Grazie per avermela tenuta!» cinguettò poi ad alta voce.

«Ma è una idol?» domandò uno degli attaccabrighe, ancora sognante. E la gente intorno a loro si chiese a bassa voce lo stesso, domandandosi chi mai fosse la straniera.

«Kin, lascia perdere…» la pregò l’altro senza staccare gli occhi di dosso alla bella ragazza appena arrivata.

Shikamaru si voltò e riprese a camminare, senza guardare la ragazza al suo fianco che camminava a passo svelto e leggero. Alla fine, svoltato l’angolo, si fermò e le passò la borsa, per azzardarsi a guardarla.

Gli occhiali da sole erano sollevati sulla testa, a tenere in ordine i capelli sciolti. Gli occhi azzurri erano più grandi di quanto si ricordasse, truccati leggermente. Le labbra erano incurvate nel suo tipico sorriso malizioso, e la sua pelle era candida, come se il sole californiano fosse passato oltre davanti a lei. I vestiti, come si aspettava, avevano sempre un tocco di viola, e le gambe erano troppo scoperte per il clima di quei giorni.

Come sempre, Ino si vestiva alla moda, e il resto veniva dopo.

Degli stivali col tacco le permettevano di essere quasi alla sua altezza, e la borsetta andò a completare il quadro della straniera in viaggio, o della idol appena arrivata, come la consideravano già quei passanti.

Del resto è troppo bella per essere una ragazza qualunque.” Pensò con un mezzo sorriso, per poi sfiorarsi una spalla.

«Ma tu… il tuo braccio…» boccheggiò.

«Sorpresaaaa! Va meglio di quanto pensassi, con la fisioterapia e tutto…»  e a dimostrazione di ciò sollevò il braccio destro e aprì e chiuse la mano, sebbene più lentamente di quanto avrebbe fatto con l’altra.

Shikamaru fosse stato una ragazza si sarebbe concesso di piangere, ma optò per abbracciarla nuovamente con trasporto, assaporando quel profumo di fiori che aveva cercato per tanto tempo, e che gli era mancato come fosse parte di lui.

 

 Epilogo.

 

«Che… che cazzo ci fa lui qui?» sbottò incredulo Kiba, indicando la figura di Sasuke, e quest’ultimo lo guardò con cipiglio sdegnato.

«Certo che non sei cambiato affatto.» lo apostrofò con palese disapprovazione.

Kiba mostrò quasi i denti: «Che hai detto?»

«Kiba, per favore…Ma loro chi sarebbero?» lo bloccò Sakura, scorgendo poi un gruppo di persone dall’aspetto poco raccomandabile alle sue spalle.

«Amici a cui ho chiesto di cercare Ino.» spiegò, alzando le spalle.

«Shikamaru ha mandato un messaggio anche a te quindi?» si informò Naruto, un po’ dispiaciuto che Sakura avesse bloccato Kiba. Lui non aveva potuto prendere a pugni Sasuke, a dire il vero con una scusa era andato in bagno e aveva cercato di evitare il pianto cinque minuti buoni, adducendo poi la scusa dell’ansia che lo faceva correre ogni volta nella toilette più vicina, ma se qualcuno lo avesse picchiato da parte sua sarebbe stato ben accetto.

«Anche a noi, se è per questo.» intervenne Tenten, scendendo da un treno con Neji ed Hinata al seguito. «Dice che ci vuole parlare qui.»

«Che si sia arreso?» ipotizzò Lee.

«Non sarebbe da lui.» rispose Choji poco convinto, ed il suo stomaco borbottò, «Spero si sbrighi, qualunque cosa sia. »

«Ma tu…» cominciò Hinata, fissando Sasuke.

«Sono stato rapito.» spiegò il ragazzo, indicando con un cenno della testa il braccio che era sotto il possesso di Sakura.

«Zitto. Ne hai da raccontare, no?» accennò la ragazza con un sorrisetto. In realtà aveva pensato che si sarebbe ritrovata ad essere la ragazzina di un tempo, timida ed imbarazzata con lui, invece per fortuna riusciva ad essere normale, e con sua sorpresa Sasuke non ne sembrava affatto dispiaciuto.

«Questo idiota studia qui adesso.» spiegò Naruto per lui. «Anche se non si è degnato di farsi sentire.»

«Sono passati anni.» gli fece presente Sasuke.

«Già. Appunto. Visto che non giri più con certa gentaglia il minimo era cercarci.»

«Naruto, non ora.»

«Ma Sakura-chan!»

«Cielo, cielo, sembra di essere tornati alle medie così!»

Sakura annuì. «Hai ragione, questi due si fanno i dispetti come se…» si interruppe, e si voltò con occhi spalancati verso Ino, sorridente e bella come il sole, che stava a braccetto con Shikamaru.

«Ehi, frontespaziosa

Tutti li fissarono a bocca aperta, meno Sasuke, che aveva saputo tutto il racconto condensato in cinque minuti da Sakura, e non aveva capito poi molto. «Ah, Ino.»

Ino sbatté le palpebre, inclinando poi la testa. «E tu chi sei? AH! Sasuke Uchiha? Beh, ciao. Non sapevo fossi tornato a far parte del gruppo.» lo salutò con un’alzata di spalle che fece salire il sangue alla testa a Sakura e Naruto, mentre gli altri erano allibiti.

Shikamaru fissava entrambi senza parole, e si schiarì la gola: «Infatti non…»

«ANCORA FRONTESPAZIOSA? MALEDETTA SCROFA, COME OSI!» urlò Sakura, facendo voltare l’intera stazione. Ino rise, nascondendosi il viso sulla felpa di Shikamaru.

«E noi a cercarla ovunque, non ci posso credere…» borbottò Neji.

«Ino-chan, è bello rivederti!» esclamò Hinata con un sorriso e le lacrime agli occhi. Per reazione, Ino si commosse all’istante.

«Amiche mie!» strillò, lanciandosi su di loro con la forza di un ciclone e sbaragliando i ragazzi.

«Ci siamo anche noi!» protestò Kiba ridendo.

«Ehi, ma da quanto sei con lei?» indagò invece Choji, per metà malizioso e per l’altra minaccioso, avendo tenuto gli occhi fissi sulla strada per tutto il tempo fino al messaggio di Shikamaru, nella vana speranza di trovarla.

«Vi ho mandato il messaggio quasi subito, non pensar male.» si difese l’altro, alzando le mani in segno di resa.

«Che hai fatto alle mani?»

«Ho preso a pugni dei tipi.»

«Tu che cosa?» gridarono tutti.

«Molto, molto coraggioso! Lo stavano sfottendo perché aveva la mia borsetta.» spiegò Ino, carezzando amorevolmente quella “cosa”:
«Abbiamo capito che eri qui grazie a lei, sento di volerle bene… nonostante tutto.» ammise Sakura.

«Nonostante tutto cosa?»

«Nonostante sia un orrore. Una borsa così disgustosa non poteva che essere tua.»

«E’ vero! Sembra un alieno!» esclamò Naruto, cominciando a ridere finché Ino non affondò un gomito nel suo stomaco con aria indignata.

«La mia borsetta è particolare! Non ne capite nulla!» strillò ad entrambi.«Choji! Ragazzi! È bello rivedervi! Cominciavo a pensare che me ne sarei dovuta tornare indietro senza vedervi!»

«Finalmente si degna di salutarci!» scherzò Lee.

«Non dire neanche “tornare indietro”, dillo soltanto quando sarai sull’aereo, per ora non se ne parla più!» esclamò Kiba scontento.

«Ehi, hai rischiato davvero, pensandoci. Se non avessimo visto la borsetta ora saremo a casa di Neji.» rifletté Tenten.

«Infatti stavo rinunciando a trovare Shikamaru proprio perché ho sentito il messaggio nella sua segreteria. » confermò l’altra, annuendo.

«Nella sua segreteria? Come hai fatto ad entrare in casa nostra?» si sorprese Choji, fissando Shikamaru, che fino ad allora in silenzio. Quest’ultimo si stava velocemente pentendo di aver zittito Ino quando aveva cominciato a raccontargli le sue peripezie del giorno, preferendo aspettare gli altri e chiedendole intanto della sua vita in America. Si era scordato di aver scoperto che era stata a casa sua.

«La porta era aperta. Non rispondeva nessuno e ho provato ad aprire. A proposito, state attento, potrebbe entrare chiunque in casa!»

«La porta era aperta? Shikamaru!»

«Ino, ci sei da neanche un’ora e già sei la solita seccatura…» si lamentò il ragazzo.

«Aspetta un attimo! Io ti ho vista, oggi! Eri tu prima in questa stazione, non è vero? A mezzogiorno e mezza, più o meno!» si intromise Sakura.

«Si, è vero! Sono passata di qui, poi ho cambiato idea e sono andata a prendere un pullman. Ehi, Cho, sei dimagrito!»

Sakura si bloccò, stringendo il braccio di Sasuke con più forza. «Ha preso il pullman… mi stavo facendo investire dal treno e lei era in giro coi pullman…» ringhiò.

«Sakura, il braccio.»

«Ah, scusa, scusa!»

«E se andassimo a casa mia comunque? Non mi sembra il caso di restare qui in piedi.» propose Neji, guardandosi attorno.

«Sono d’accordo, dobbiamo ancora capire come vi siete trovati!» approvò Tenten.

«Si, e io cosa avete combinato per cercarmi!» ridacchiò Ino, aggiustandosi i capelli.

«Aspetta un attimo, ma il tuo braccio…» notò Naruto.

«Sissignore!» rispose lei, usando il destro per un saluto militare. «E’ quasi come nuovo! Devo tornare indietro proprio per finire di lavorarci sopra… e poi…»
«E poi torni qui?» domandò Sakura, lasciando andare Sasuke e unendo le mani.

«Siiii!» esclamò Ino, cominciando a saltare. Sakura la raggiunse e si abbracciarono finalmente, gridando come pazze e attirando ancora di più l’attenzione. Anche gli altri cominciarono a festeggiare a gran voce, meno Shikamaru, che si era volutamente allontanato. Finito di dare di matto, Ino si voltò e ne incrociò lo sguardo.

«Andiamo a vedere che treno possiamo prendere per andarcene ora.» suggerì Choji, notandoli. Gli altri seguirono il suo sguardo, e approvarono.

«Ma si… voi aspettate qui, sareste stanchi di camminare.»

«Ci vediamo tra un secondo!»

«Mi raccomando, Ino, non sparire di nuovo!»

«Ehi Kiba, la tua amica era stupenda proprio come dicevi!»

«Zitti, animali!»

«Cosa dicevi, Kiba?»

«Naruto, sta più attento!»

«E’ colpa di Sasuke se inciampo!»

«Come diavolo potrebbe essere colpa mia, idiota?»

«Sei sempre il solito…»

Ino si piegò in due dal ridere, guardandoli allontanarsi, e Shikamaru si passò una mano  sul viso, scuotendo poi la testa.

Poi la ragazza si avvicinò a lui.

«Tutto bene?» domandò.

«Si.» rispose lui, e all’occhio attento di Ino non sfuggì che si stava trattenendo dallo scoppiare di gioia anche lui, mascherandosi dietro un’espressione neutra.

«Buon compleanno, Shikamaru.» gli disse, sorridendo seducente. Shikamaru con un movimento veloce le portò via la borsa.«Che…»

«Grazie degli auguri, come regalo getti via questa borsa orribile, va bene?» domandò ghignando, e alzando un braccio perché non potesse raggiungerla.

«Non è orribile, a me piace!» protestò Ino, sbattendo un piede a terra e allungandosi per prenderla.

«Ti piace perché hai gusti orribili, appunto.» concordò lui, sollevandola ancora di più.

«Ridammela, bastardo! Io non ho gusti orribili, sei tu che non capisci nulla!» ribatté lei, poggiando una mano sulla sua spalla per mantenere l’equilibrio.

Da lontano, tutti seguivano la scena fingendo di guardare i cartelloni.

«Allora, la butta via o no?» sussurrò Naruto.

«Buttare? Più che altro mi sembra una scusa.» fece presente Choji.

«Scusa per cosa?»

«Bastardo? Non capisco nulla? E perché hai ancora una nostra foto in borsa?» domandò Shikamaru in quel momento, senza smettere di sorridere. Ino arrossì, e saltò per prendere la borsa, senza successo.

«Perché si! Ridammi la borsa!» saltò ancora, perdendo quasi l’equilibrio. Shikamaru veloce la bloccò con l’altro braccio, cingendole la vita, e la tirò a sé chinando il viso per baciarla. Ino sgranò gli occhi ma rispose subito al bacio, sorridendo mentre ricambiava abbassando la mano che ora aveva recuperato la borsetta, e lasciandola infine cadere mentre gli circondava il collo per tenerlo vicino.

«Ecco.» concluse Choji soddisfatto, mentre gli altri esplodevano in fischi e applausi.

«Grandissimi!»

«Ce n’è voluto di tempo!»

Sasuke sbuffò. «Ora ricordo perché non mi sono fatto sentire: siete chiassosi.»

Sakura e Naruto lo guardarono, e sorrisero con l’aria di aver capito tutto, mettendolo a disagio.

«Davvero, ed io che pensavo fosse perché non sapevi come ti avremmo accolto.» mormorò Sakura sempre sorridendo.

«Già, e perché non sapevi dove trovarci di sicuro…» aggiunse Naruto.

«Che stupidaggini…» sbottò Sasuke, colto sul vivo.

«Allora vieni con noi a casa di Neji, Sasuke-kun, oppure preferisci darci ragione subito e scappare con la coda tra le gambe?» soffiò Sakura, sbattendo maliziosamente le ciglia.

Sasuke fece una smorfia. «La psicologia inversa non attacca, e se vengo lo faccio solo perché non ho nulla da fare.»

«Stanno tornando.» li avvertì Sai.

Ino e Shikamaru stavano arrivando, e lei lo teneva abbracciato per quanto possibile, mentre lui tentava di fare l’indifferente ma non riusciva a smettere di sorridere.

Kiba ghignò. «Bel rossetto Shika!» esclamò, smontandolo subito.

«Merda.» borbottò l’altro, perdendo l’aria indifferente e spostandosi per specchiarsi su un vetro e cancellare il trucco. Gli altri cominciarono a ridere, ed Ino si dovette reggere a Choji.

«Ino-chan…» chiamò Hinata, titubante.

«Cosa?» chiese quella, tra le risate.

«Dov’è la tua borsetta adesso?» domandò, indicando il braccio ora libero.

Calò bruscamente il silenzio. Poi Ino spalancò la bocca.

«Cosa?! NO!»

«DI NUOVO?»

Shikamaru sospirò, strofinandosi le labbra con una mano. Da quella borsetta era iniziato tutto, e con quella borsetta sarebbe finita la giornata.

Tanto già sapeva a chi Ino avrebbe dato la colpa.

«Shikamaru Nara, è tutta colpa tua! Va a cercarla!»

 

 

 

 

 

Ma quanto mi piace scrivere dei nostri Konohani tutti assieme? XD

Allora, qualche precisazione: la Ferrari è lì perché ripensavo alle note alla fine di un volume di Shaman King, dove si parlava di una Ferrari Testarossa che aveva lasciato il mangaka sconvolto.

Ino è una idol, sì. Nel caso non si fosse ben capito. E poi vive in Giappone ma è bionda e con gli occhi azzurri, come si può non fissarla?

Adoro Shikamaru che picchia e fa l'uomo. Punto.

Sasuke non c'entrava niente e non dovevo scriverne, ma è comparso da solo. Evidentemente aveva finito di studiare sul serio e voleva comparire. Inutile dire che io sono SasuSaku, ma sceglietevi pure il finale che preferite per quei tre.

La borsetta è stata rubata.

Se la ritroveranno? Mah...

Io l'mp3 preso in prestito a mio fratello non l'ho più trovato.

 

La storia si è, come ho già detto, classificata prima. Sono sempre grata, e lo ripeto perché non ho mai molto di cui vantarmi, quindi...  

Riporto qui la recensione di Stray cat Eyes:

 

Una bella long-fiction, nulla da ridire. È abbastanza breve come storia, ma dice tutto quel che deve dire e in più è scritta in maniera corretta e scorrevole e il tema del concorso è colto perfettamente. Tant’è che, in questo caso, la borsetta è così fondamentale, sebbene abbia un aspetto obbrobrioso, da costituire sul serio l’elemento chiave di tutta la storia.
I personaggi sono caratterizzati in maniera a dir poco ottima - perfino quella rissa con Shikamaru ci sta a pennello XD - le varie, leggere metamorfosi che si possono cogliere nel comportamento di ciascuno sono ben giustificate e, comunque, non si notano poi tanto. La fanfiction ha anche il pregio di essere accattivante, oltre che ben scritta: la ricerca di Ino, quando quest’ultima è nell’ultimo posto in cui gli altri l’hanno immaginata e nel primo in cui avrebbero dovuto pensarla, la rende quasi un giallo, anche divertente sotto certi aspetti; e i colpi di scena, poi. Quelle ultime parole del primo capitolo lasciano con l’amaro in bocca per ciò che si è trovato e che non ci si aspetta di trovare. E se da un lato chiunque darebbe per scontato chi soccorre Sakura nel momento del bisogno, dall’altro non credo sia poi così facile immaginarlo.
Starei qui ad elogiare te e la tua fanfiction ancora per un pezzo, ma forse è meglio che concluda con un Brava, Brava, Brava!

 

 

 

 

E ora risposte alle recensioni:

 

Faith Princi: Sì, era parecchio difficile tenere a mente i vari orari, e se non sbaglio all'inizio di questo Ino fa una sorta di riassuntino XD Ogni volta li mancava per pochi minuti... Grazie per aver recensito, e sono veramente felice che tu non ti sia depressa. Sul serio. Sì, a volte anche io sono seria. Ora non più. Alla prossima XD

 

Wish: Oh, una delle mie recensitrici preferite, posso ringraziarti ancora una volta, per aver seguito questa storia dall'inizio alla fine *-* compresa la parte che ti ho fatto leggere prima di pubblicare XD Le tue recensioni mi fanno sempre ridere, specie il tuo perdere il tono analitico con cui descrivi Shino a favore del “cucciolotto” per Shikamaru XD Penso che se qualcuno lo chiamasse davvero così, si sparerebbe. Ad ogni modo: sai cosa sono le allitterazioni. Io non mi soffermo MAI e grazie a Dio neanche i miei prof, ma tu lo sai e quindi ora ti guardo in una luce nuova. Brava donna, davvero brava donna. E non ci avevo neanche pensato a tutte le L di quella frase, però ammetto che spesso vado “a suono”. Quando si tratta di descrivere, anche a parole, cerco sempre la parola che figurativamente suggerisca ciò che penso, o perlomeno lo suggerisca col suono o col significato nella lingua comune. Da lì il motivo per cui spesso dico parolacce XD Grazie della recensione! *_*

 

Diana88: Finalmente ecco che si sono incontrati, ed anche l'happy end, con Ino che recupera anche l'uso del braccio! Sì, Choji SA e prevede, anche in quanto esterno che quindi riesce ad essere più razionale. E sempre sì, era lei che Sakura aveva visto. Immagino che tu avessi capito il nome del salvatore misterioso... Fammi sapere se non è così XD grazie della recensione!

 

Kikkyxx14: tu ormai mi segui in ogni fic XD è un piacere leggere sempre il tuo nome XD Sì, la mia amica si è fatta una bella risata quando le ho detto della fic, e dato che non sa niente né del mondo di EFP, né di Naruto, si è limitata ad un tifo sfegatato quando ho partecipato al contest (e non sapeva di cosa si trattasse) e a leggere la parte dell'incidente in cui le dicevo: “vedi, tu hai reagito così. Deficiente.”. Beh, che dire, grazie di recensire sempre!

 

 

   
 
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