IV°
Capitolo. Vecchie conoscenze.
Scese dal pullman, aggiustò i
capelli specchiandosi in una vetrina, si voltò con decisione e si diresse a
passo svelto verso la zona commerciale. Era già stata lì quella mattina presto,
appena arrivata, dopo aver preso il treno e prima di prendere il pullman per
raggiungere l’appartamento di Shikamaru, e poteva aver lasciato la borsa lì.
Guardò l’ora, era l’una meno un quarto. Aveva aspettato fino a mezzogiorno a
dieci che Shikamaru rientrasse, poi aveva deciso di farsi un altro giro per i
negozi, e cercare la propria borsa. In realtà aveva preso il pullman ed era
arrivata alla stazione dei treni giusto in tempo, neanche un minuto prima che
partisse, ma non era neanche salita, ancora poco convinta all’idea di lasciare la
città.
Malgrado non volesse
ammetterlo, non voleva rinunciare all’idea di incontrare Shikamaru, magari in
giro anche lui con qualche amico.
Con passo elegante si
incamminò sul marciapiede, attirando più di uno sguardo e beandosene.
Fissò ammirata una Ferrari
parcheggiata davanti all’entrata di un cinema, desiderando di possederne
una.
Alla fine ricordò di essere
entrata nel negozio dall’insegna arancione appena passato e tornò indietro.
«Scusate, per caso ho
lasciato qui la mia borsetta stamattina?» chiese alla commessa.
«No, mi dispiace, l’ha
persa?» domandò con aria preoccupata la donna. «Qui l’avremmo vista, penso.
Prova nei camerini.»
«No, ho pagato dopo e il
portafogli era lì, ma grazie.» rispose dispiaciuta. Non che avesse molti soldi
lì, il più era nella valigia che portava con sé, insieme ai biglietti e alle
cose importanti, ma il cellulare era nella borsetta, e ci teneva, dato che
l’aveva appena comprato.
Uscì e attraversò la strada,
ricordando poi che il portafogli lo teneva in tasca, e che forse la borsetta
avrebbe potuto averla persa prima.
«Grandioso…» sibilò
istericamente, entrando in una boutique d’alta moda.
«Scusi…» chiamò la commessa,
che la raggiunse con un sorriso educato.
«Si?»
«Si ricorda che sono stata
qui poco fa, ho preso una maglietta…»
«Non facciamo cambi.» si
affrettò a dire la commessa.
«No, no, mi chiedevo… avevo
una borsetta con me?» chiese titubante, e quella le rivolse un’occhiata
stranita. «Non sono pazza, l’ho persa.» si giustificò.
«Mi dispiace, io non ho visto
nessuna borsetta.»
Sospirando, uscì nuovamente
sulla strada. Passò davanti ad un chiosco di gelati, dove ne aveva preso uno,
ma era sempre tanto affollato che rinunciò all’idea di chiedere.
«Ehi, ragazza! Bionda!»
Con sua enorme sorpresa,
l’uomo al chiosco la stava chiamando. Si affrettò a raggiungerlo.
«Scusami, non sono neppure
sicuro che sia tu, ma… mi è stato detto di dirti che ti attendono alla stazione
di scuola o qualcosa di simile…»
Gli occhi di Ino si accesero.
«Chi glielo ha detto?»
«Una giovane mora, con gli
occhi chiarissimi, i capelli lunghi.» provò a descriverla.
«Alla stazione di scuola.»
ripeté. «Hinata. Era da sola?»
«Ha chiamato altre persone
dopo, non ricordo i nomi. Mi spiace.»
Ino aveva già aperto la
borsa, e ne aveva estratto un altro portafogli.
«Un gelato alla fragola.»
Sorpreso, l’uomo le passò un
cono. Ino poggiò un fascio di banconote sul bancone con forza. «Tenga il resto.
Le voglio bene.» dichiarò con decisione, per poi voltarsi. Ora pensava di
sapere dove si trovasse la sua borsa.
Tutti i clienti la fissarono
sconvolti, mentre l’uomo contava le banconote e restava a bocca aperta.
Sakura era immobile, non
sentiva più il chiasso tipico della stazione, né notava le persone passare
accanto a loro. Teneva gli occhi verdi spalancati, facendoli sembrare persino
più grandi, e cercava di recuperare la voce.
Era incredula.
Era seduta al tavolino di un
fast food dentro la stazione dei treni da una decina di minuti, sorseggiando
una coca cola dalla cannuccia, offerta dall’altro che restava in silenzio
aspettando che lei recuperasse un colorito sano e non sembrasse più sul punto
di svenire.
«Sakura-chan! Meno male, non
ti trovavo più!» esclamò la voce di Naruto,
spaventato, mentre si avvicinava a grandi passi.
Sakura riuscì finalmente a
riprendersi, battendo le palpebre, e alzò la testa verso di lui, che si era
fermato guardando confuso e sorpreso il ragazzo che gli dava le spalle, finché
questi non si voltò.
La reazione fu simile a
quella di Sakura, perché anche Naruto si ritrovo a spalancare gli occhi senza
parole, ma recuperò molto più velocemente.
«Sasuke.»
«Naruto.»
Gli occhi della ragazza
saettarono dall’uno all’altro, e non trovò nulla di più importante da fare se
non succhiare rumorosamente con la cannuccia il fondo del bicchiere, attirando
la loro attenzione.
«Stava per investirmi il
treno, lui mi ha salvato. Se dovete picchiarvi, andate fuori. Non ho intenzione
di farmi mettere in imbarazzo da voi due.» comunicò atona, e Sasuke sgranò gli
occhi per la sorpresa.
«Ora ti riconosco…» mugugnò
Naruto, alzando gli occhi al cielo.
Sasuke considerò che doveva
pur essere cambiata, dopo tanti anni senza vedersi. Eppure, quando l’aveva
vista in lacrime davanti ai binari, non aveva potuto fare a meno di pensare che
era sempre la stessa bambina troppo emotiva.
Forse si era sbagliato.
«Cosa ci fai qui?» domandò
infine Naruto.
«Studio.» rispose Sasuke, e
non diede cenno di voler parlare ancora.
«Studi? Ma tu studiavi
dall’altra parte del Giappone fino a poco tempo fa, o sbaglio? Non è che per
caso ti mancavamo, Sasuke?» lo stuzzicò Naruto.
Sobbalzarono, quando Sakura
scattò in piedi sbattendo le mani sul tavolino. «Porca miseria! Ino!»
Shikamaru era una persona
estremamente tranquilla. Avrebbe passato la vita a dormire, magari alternando
il sonno profondo a fasi di semi-veglia, guardando la tv. Non si arrabbiava
spesso, a meno che non fossero minacciate le persone che amava, e soprattutto
non attaccava mai briga per primo.
Per questo, il ragazzo che
attraversava la via senza una meta precisa non poteva considerarsi il normale
Shikamaru.
Aveva un’espressione che
avrebbe attirato l’attenzione di chiunque per poi farlo fuggire: occhi
nerissimi, truci, bocca piegata verso il basso come per disprezzare, camminata
non più strascicata ma decisa e con i piedi che sbattevano bene a terra e
sopracciglia aggrottate che gli conferivano un’aria terribilmente arrabbiata.
Unica nota diversa: la borsa che gli pendeva sulle spalle, i cui strass
sembravano invitare a fissarlo.
E un gruppo di ragazzi che
usciva dopo pranzo da un locale non si fece sfuggire l’occasione.
«Ehi, finocchio.»
Se Shikamaru fosse stato il
solito, in una giornata nomale, non avrebbe neppure rallentato il passo,
andando dritto alla stazione. Stavolta invece si voltò a guardarli con sfida,
mentre si accendeva una sigaretta. «A chi stai dicendo?» chiese, e la minaccia
nella sua voce era perfettamente udibile. La sua espressione ne mise più d’uno
in guardia.
«Zaku, dai, andiamo…» mormorò
un ragazzo più giovane.
«Non avrete paura di un
effeminato!» sbottò quello. «Bella borsa, fammi vedere cos’hai dentro.»
continuò ghignando, facendo un passo avanti.
«La borsa non è mia.» precisò
Shikamaru, prendendo un’altra boccata di fumo e fermandosi ad aspettarlo con
aria sicura. «E tu non la tocchi.»
«Tenetelo fermo!» ordinò il
ragazzo chiamato Zaku a due suoi amici grossi quanto armadi.
Shikamaru lasciò cadere la sigaretta di bocca
e si preparò mentalmente a sfogare i nervi troppo tesi, poggiando con cura la
borsetta su una panchina. I due gli stavano già addosso, quando con un finto
attacco scartò all’ultimo, ed entrambi inciamparono sulla panchina stessa,
mentre lui correva verso Zaku e tirava un pugno in pieno viso, ascoltando il
soddisfacente rumore del naso che si rompeva.
«Attaccare sempre prima il
capo.» commentò tra sé e sé, mentre questi urlava. Si voltò verso i due, che
già erano tornati alle sue spalle, e il primo affondò un pugno che evitò
facilmente, colpendo con una gomitata l’altro e mettendosi tra i due. Il primo
tentò nuovamente un affondo e stavolta si abbassò di scatto, facendogli colpire
il compagno.
«Scu-ah!» non fece in tempo a
chiedere scusa che ricevette un pugno dritto al plesso solare, e quando si
chinò ne prese un altro in viso, sbattendo a terra. A Shikamaru non restò che
dare un calcio alla altro già piegato in due dal dolore e finì la prima rissa
della sua vita, con Zaku che era già fuggito.
Andò a riprendere la
borsetta, ed una voce femminile, gelida, disse: «Non penserai di aver finito.»
«Non colpisco le donne.»
«Male per te.» sibilò una ragazza, con dei capelli neri
incredibilmente lunghi. «Bene per me.»
«Oh, andiamo…» borbottò,
alzando gli occhi al cielo.
«Te le vai a cercare girando
con una borsetta simile… finocchio.» terminò con disapprovazione.
«E due. Ho detto che non è
mia. Non ho intenzione di farti male, ma sono ancora nervoso; non venire a
cercare rogne con me, oggi.»
«Ma che cavaliere…» lo
schernì la ragazza.
«Kin, vattene!» esclamò uno
dei due “giganti” rialzandosi da terra.
«Vero, la checca sa
picchiare.» concordò l’altro.
«Non è mia la borsa, ho
detto.» ricordò Shikamaru atono, che ormai si era sfogato. La rabbia sarebbe
potuta montare di nuovo lì a poco però, perché si stava formando una piccola
folla, e qualcuno pronto a litigare sarebbe comparso ancora.
Improvvisamente si irrigidì,
e due braccia nascoste da maniche viola scuro lo avvolsero. Il profumo di fiori
della borsetta lo investì, molto più forte.
«La borsa è mia infatti!
Qualche problema col mio fidanzato?»
Shikamaru chiuse gli occhi,
poggiando una mano contro quelle braccia, per sentirle e avere la prova che lei
era davvero lì. La sua voce era cambiata, meno stridula, ma era rimasta quella
nota allegra e quel tono malizioso, troppo poco percettibile al telefono per i
suoi gusti. Riaprì gli occhi, e gustò le occhiate adoranti dei due ragazzi che
si erano alzati, e quella sprezzante di Kin.
«Andiamo, Shika?» la sentì
sussurrare in un suo orecchio, e le due braccia sfilarono via, scomparendo alle
sue spalle. «Grazie per avermela tenuta!» cinguettò poi ad alta voce.
«Ma è una idol?» domandò uno
degli attaccabrighe, ancora sognante. E la gente intorno a loro si chiese a
bassa voce lo stesso, domandandosi chi mai fosse la straniera.
«Kin, lascia perdere…» la
pregò l’altro senza staccare gli occhi di dosso alla bella ragazza appena
arrivata.
Shikamaru si voltò e riprese
a camminare, senza guardare la ragazza al suo fianco che camminava a passo
svelto e leggero. Alla fine, svoltato l’angolo, si fermò e le passò la borsa,
per azzardarsi a guardarla.
Gli occhiali da sole erano
sollevati sulla testa, a tenere in ordine i capelli sciolti. Gli occhi azzurri
erano più grandi di quanto si ricordasse, truccati leggermente. Le labbra erano
incurvate nel suo tipico sorriso malizioso, e la sua pelle era candida, come se
il sole californiano fosse passato oltre davanti a lei. I vestiti, come si
aspettava, avevano sempre un tocco di viola, e le gambe erano troppo scoperte
per il clima di quei giorni.
Come sempre, Ino si vestiva
alla moda, e il resto veniva dopo.
Degli stivali col tacco le
permettevano di essere quasi alla sua altezza, e la borsetta andò a completare
il quadro della straniera in viaggio, o della idol appena arrivata, come la
consideravano già quei passanti.
“Del resto è troppo bella per essere una ragazza qualunque.” Pensò
con un mezzo sorriso, per poi sfiorarsi una spalla.
«Ma tu… il tuo braccio…»
boccheggiò.
«Sorpresaaaa! Va meglio di
quanto pensassi, con la fisioterapia e tutto…»
e a dimostrazione di ciò sollevò il braccio destro e aprì e chiuse la
mano, sebbene più lentamente di quanto avrebbe fatto con l’altra.
Shikamaru fosse stato una
ragazza si sarebbe concesso di piangere, ma optò per abbracciarla nuovamente
con trasporto, assaporando quel profumo di fiori che aveva cercato per tanto
tempo, e che gli era mancato come fosse parte di lui.
Epilogo.
«Che… che cazzo ci fa lui
qui?» sbottò incredulo Kiba, indicando la figura di Sasuke, e quest’ultimo lo
guardò con cipiglio sdegnato.
«Certo che non sei cambiato
affatto.» lo apostrofò con palese disapprovazione.
Kiba mostrò quasi i denti:
«Che hai detto?»
«Kiba, per favore…Ma loro chi
sarebbero?» lo bloccò Sakura, scorgendo poi un gruppo di persone dall’aspetto
poco raccomandabile alle sue spalle.
«Amici a cui ho chiesto di
cercare Ino.» spiegò, alzando le spalle.
«Shikamaru ha mandato un
messaggio anche a te quindi?» si informò Naruto, un po’ dispiaciuto che Sakura
avesse bloccato Kiba. Lui non aveva potuto prendere a pugni Sasuke, a dire il
vero con una scusa era andato in bagno e aveva cercato di evitare il pianto
cinque minuti buoni, adducendo poi la scusa dell’ansia che lo faceva correre
ogni volta nella toilette più vicina, ma se qualcuno lo avesse picchiato da
parte sua sarebbe stato ben accetto.
«Anche a noi, se è per
questo.» intervenne Tenten, scendendo da un treno con Neji ed Hinata al
seguito. «Dice che ci vuole parlare qui.»
«Che si sia arreso?» ipotizzò
Lee.
«Non sarebbe da lui.» rispose
Choji poco convinto, ed il suo stomaco borbottò, «Spero si sbrighi, qualunque
cosa sia. »
«Ma tu…» cominciò Hinata,
fissando Sasuke.
«Sono stato rapito.» spiegò
il ragazzo, indicando con un cenno della testa il braccio che era sotto il
possesso di Sakura.
«Zitto. Ne hai da raccontare,
no?» accennò la ragazza con un sorrisetto. In realtà aveva pensato che si
sarebbe ritrovata ad essere la ragazzina di un tempo, timida ed imbarazzata con
lui, invece per fortuna riusciva ad essere normale, e con sua sorpresa Sasuke
non ne sembrava affatto dispiaciuto.
«Questo idiota studia qui
adesso.» spiegò Naruto per lui. «Anche se non si è degnato di farsi sentire.»
«Sono passati anni.» gli fece
presente Sasuke.
«Già. Appunto. Visto che non
giri più con certa gentaglia il minimo era cercarci.»
«Naruto, non ora.»
«Ma Sakura-chan!»
«Cielo, cielo, sembra di
essere tornati alle medie così!»
Sakura annuì. «Hai ragione,
questi due si fanno i dispetti come se…» si interruppe, e si voltò con occhi
spalancati verso Ino, sorridente e bella come il sole, che stava a braccetto
con Shikamaru.
«Ehi, frontespaziosa!»
Tutti li fissarono a bocca
aperta, meno Sasuke, che aveva saputo tutto il racconto condensato in cinque
minuti da Sakura, e non aveva capito poi molto. «Ah, Ino.»
Ino sbatté le palpebre,
inclinando poi la testa. «E tu chi sei? AH! Sasuke Uchiha? Beh, ciao. Non sapevo fossi tornato a far parte del gruppo.» lo
salutò con un’alzata di spalle che fece salire il sangue alla testa a Sakura e
Naruto, mentre gli altri erano allibiti.
Shikamaru fissava entrambi
senza parole, e si schiarì la gola: «Infatti non…»
«ANCORA FRONTESPAZIOSA?
MALEDETTA SCROFA, COME OSI!» urlò Sakura, facendo voltare l’intera stazione.
Ino rise, nascondendosi il viso sulla felpa di Shikamaru.
«E noi a cercarla ovunque,
non ci posso credere…» borbottò Neji.
«Ino-chan, è bello
rivederti!» esclamò Hinata con un sorriso e le lacrime agli occhi. Per
reazione, Ino si commosse all’istante.
«Amiche mie!» strillò,
lanciandosi su di loro con la forza di un ciclone e sbaragliando i ragazzi.
«Ci siamo anche noi!»
protestò Kiba ridendo.
«Ehi, ma da quanto sei con
lei?» indagò invece Choji, per metà malizioso e per l’altra minaccioso, avendo
tenuto gli occhi fissi sulla strada per tutto il tempo fino al messaggio di
Shikamaru, nella vana speranza di trovarla.
«Vi ho mandato il messaggio
quasi subito, non pensar male.» si difese l’altro, alzando le mani in segno di
resa.
«Che hai fatto alle mani?»
«Ho preso a pugni dei tipi.»
«Tu che cosa?» gridarono
tutti.
«Molto, molto coraggioso! Lo
stavano sfottendo perché aveva la mia borsetta.» spiegò Ino, carezzando
amorevolmente quella “cosa”:
«Abbiamo capito che eri qui grazie a lei, sento di volerle bene… nonostante
tutto.» ammise Sakura.
«Nonostante tutto cosa?»
«Nonostante sia un orrore.
Una borsa così disgustosa non poteva che essere tua.»
«E’ vero! Sembra un alieno!»
esclamò Naruto, cominciando a ridere finché Ino non affondò un gomito nel suo
stomaco con aria indignata.
«La mia borsetta è
particolare! Non ne capite nulla!» strillò ad entrambi.«Choji! Ragazzi! È bello
rivedervi! Cominciavo a pensare che me ne sarei dovuta tornare indietro senza
vedervi!»
«Finalmente si degna di
salutarci!» scherzò Lee.
«Non dire neanche “tornare
indietro”, dillo soltanto quando sarai sull’aereo, per ora non se ne parla
più!» esclamò Kiba scontento.
«Ehi, hai rischiato davvero,
pensandoci. Se non avessimo visto la borsetta ora saremo a casa di Neji.»
rifletté Tenten.
«Infatti stavo rinunciando a
trovare Shikamaru proprio perché ho sentito il messaggio nella sua segreteria.
» confermò l’altra, annuendo.
«Nella sua segreteria? Come
hai fatto ad entrare in casa nostra?» si sorprese Choji, fissando Shikamaru,
che fino ad allora in silenzio. Quest’ultimo si stava velocemente pentendo di
aver zittito Ino quando aveva cominciato a raccontargli le sue peripezie del
giorno, preferendo aspettare gli altri e chiedendole intanto della sua vita in
America. Si era scordato di aver scoperto che era stata a casa sua.
«La porta era aperta. Non
rispondeva nessuno e ho provato ad aprire. A proposito, state attento, potrebbe
entrare chiunque in casa!»
«La porta era aperta?
Shikamaru!»
«Ino, ci sei da neanche
un’ora e già sei la solita seccatura…» si lamentò il ragazzo.
«Aspetta un attimo! Io ti ho
vista, oggi! Eri tu prima in questa stazione, non è vero? A mezzogiorno e
mezza, più o meno!» si intromise Sakura.
«Si, è vero! Sono passata di
qui, poi ho cambiato idea e sono andata a prendere un pullman. Ehi, Cho, sei
dimagrito!»
Sakura si bloccò, stringendo
il braccio di Sasuke con più forza. «Ha preso il pullman… mi stavo facendo
investire dal treno e lei era in giro coi pullman…» ringhiò.
«Sakura, il braccio.»
«Ah, scusa, scusa!»
«E se andassimo a casa mia
comunque? Non mi sembra il caso di restare qui in piedi.» propose Neji,
guardandosi attorno.
«Sono d’accordo, dobbiamo
ancora capire come vi siete trovati!» approvò Tenten.
«Si, e io cosa avete
combinato per cercarmi!» ridacchiò Ino, aggiustandosi i capelli.
«Aspetta un attimo, ma il tuo
braccio…» notò Naruto.
«Sissignore!» rispose lei,
usando il destro per un saluto militare. «E’ quasi come nuovo! Devo tornare
indietro proprio per finire di lavorarci sopra… e poi…»
«E poi torni qui?» domandò Sakura, lasciando andare Sasuke e unendo le mani.
«Siiii!» esclamò Ino,
cominciando a saltare. Sakura la raggiunse e si abbracciarono finalmente,
gridando come pazze e attirando ancora di più l’attenzione. Anche gli altri
cominciarono a festeggiare a gran voce, meno Shikamaru, che si era volutamente
allontanato. Finito di dare di matto, Ino si voltò e ne incrociò lo sguardo.
«Andiamo a vedere che treno
possiamo prendere per andarcene ora.» suggerì Choji, notandoli. Gli altri
seguirono il suo sguardo, e approvarono.
«Ma si… voi aspettate qui,
sareste stanchi di camminare.»
«Ci vediamo tra un secondo!»
«Mi raccomando, Ino, non
sparire di nuovo!»
«Ehi Kiba, la tua amica era
stupenda proprio come dicevi!»
«Zitti, animali!»
«Cosa dicevi, Kiba?»
«Naruto, sta più attento!»
«E’ colpa di Sasuke se
inciampo!»
«Come diavolo potrebbe essere
colpa mia, idiota?»
«Sei sempre il solito…»
Ino si piegò in due dal
ridere, guardandoli allontanarsi, e Shikamaru si passò una mano sul viso, scuotendo poi la testa.
Poi la ragazza si avvicinò a
lui.
«Tutto bene?» domandò.
«Si.» rispose lui, e
all’occhio attento di Ino non sfuggì che si stava trattenendo dallo scoppiare
di gioia anche lui, mascherandosi dietro un’espressione neutra.
«Buon compleanno, Shikamaru.»
gli disse, sorridendo seducente. Shikamaru con un movimento veloce le portò via
la borsa.«Che…»
«Grazie degli auguri, come
regalo getti via questa borsa orribile, va bene?» domandò ghignando, e alzando
un braccio perché non potesse raggiungerla.
«Non è orribile, a me piace!»
protestò Ino, sbattendo un piede a terra e allungandosi per prenderla.
«Ti piace perché hai gusti
orribili, appunto.» concordò lui, sollevandola ancora di più.
«Ridammela, bastardo! Io non
ho gusti orribili, sei tu che non capisci nulla!» ribatté lei, poggiando una
mano sulla sua spalla per mantenere l’equilibrio.
Da lontano, tutti seguivano
la scena fingendo di guardare i cartelloni.
«Allora, la butta via o no?»
sussurrò Naruto.
«Buttare? Più che altro mi
sembra una scusa.» fece presente Choji.
«Scusa per cosa?»
«Bastardo? Non capisco nulla?
E perché hai ancora una nostra foto in borsa?» domandò Shikamaru in quel
momento, senza smettere di sorridere. Ino arrossì, e saltò per prendere la
borsa, senza successo.
«Perché si! Ridammi la
borsa!» saltò ancora, perdendo quasi l’equilibrio. Shikamaru veloce la bloccò
con l’altro braccio, cingendole la vita, e la tirò a sé chinando il viso per
baciarla. Ino sgranò gli occhi ma rispose subito al bacio, sorridendo mentre
ricambiava abbassando la mano che ora aveva recuperato la borsetta, e
lasciandola infine cadere mentre gli circondava il collo per tenerlo vicino.
«Ecco.» concluse Choji
soddisfatto, mentre gli altri esplodevano in fischi e applausi.
«Grandissimi!»
«Ce n’è voluto di tempo!»
Sasuke sbuffò. «Ora ricordo
perché non mi sono fatto sentire: siete chiassosi.»
Sakura e Naruto lo
guardarono, e sorrisero con l’aria di aver capito tutto, mettendolo a disagio.
«Davvero, ed io che pensavo
fosse perché non sapevi come ti avremmo accolto.» mormorò Sakura sempre
sorridendo.
«Già, e perché non sapevi
dove trovarci di sicuro…» aggiunse Naruto.
«Che stupidaggini…» sbottò
Sasuke, colto sul vivo.
«Allora vieni con noi a casa
di Neji, Sasuke-kun, oppure preferisci darci ragione subito e scappare con la
coda tra le gambe?» soffiò Sakura, sbattendo maliziosamente le ciglia.
Sasuke fece una smorfia. «La
psicologia inversa non attacca, e se vengo lo faccio solo perché non ho nulla
da fare.»
«Stanno tornando.» li avvertì
Sai.
Ino e Shikamaru stavano
arrivando, e lei lo teneva abbracciato per quanto possibile, mentre lui tentava
di fare l’indifferente ma non riusciva a smettere di sorridere.
Kiba ghignò. «Bel rossetto
Shika!» esclamò, smontandolo subito.
«Merda.» borbottò l’altro,
perdendo l’aria indifferente e spostandosi per specchiarsi su un vetro e
cancellare il trucco. Gli altri cominciarono a ridere, ed Ino si dovette
reggere a Choji.
«Ino-chan…» chiamò Hinata,
titubante.
«Cosa?» chiese quella, tra le
risate.
«Dov’è la tua borsetta
adesso?» domandò, indicando il braccio ora libero.
Calò bruscamente il silenzio.
Poi Ino spalancò la bocca.
«Cosa?! NO!»
«DI NUOVO?»
Shikamaru sospirò,
strofinandosi le labbra con una mano. Da quella borsetta era iniziato tutto, e
con quella borsetta sarebbe finita la giornata.
Tanto già sapeva a chi Ino
avrebbe dato la colpa.
«Shikamaru Nara, è tutta
colpa tua! Va a cercarla!»
Ma quanto mi piace scrivere
dei nostri Konohani tutti assieme? XD
Allora, qualche precisazione:
la Ferrari è lì perché ripensavo alle note alla fine di un volume di Shaman
King, dove si parlava di una Ferrari Testarossa che aveva lasciato il mangaka
sconvolto.
Ino è una idol, sì. Nel caso
non si fosse ben capito. E poi vive in Giappone ma è bionda e con gli occhi
azzurri, come si può non fissarla?
Adoro Shikamaru che picchia e
fa l'uomo. Punto.
Sasuke non c'entrava niente e
non dovevo scriverne, ma è comparso da solo. Evidentemente aveva finito di
studiare sul serio e voleva comparire. Inutile dire che io sono SasuSaku, ma
sceglietevi pure il finale che preferite per quei tre.
La borsetta è stata rubata.
Se la ritroveranno? Mah...
Io l'mp3 preso in prestito a
mio fratello non l'ho più trovato.
La storia si è, come ho già
detto, classificata prima. Sono sempre grata, e lo ripeto perché non ho mai
molto di cui vantarmi, quindi...
Riporto qui la recensione di
Stray cat Eyes:
Una bella
long-fiction, nulla da ridire. È abbastanza breve come storia, ma dice tutto
quel che deve dire e in più è scritta in maniera corretta e scorrevole e il tema
del concorso è colto perfettamente. Tant’è che, in questo caso, la borsetta è
così fondamentale, sebbene abbia un
aspetto obbrobrioso, da costituire
sul serio l’elemento chiave di tutta la storia.
I personaggi sono caratterizzati in maniera a dir poco ottima - perfino quella
rissa con Shikamaru ci sta a pennello XD - le varie, leggere metamorfosi che si
possono cogliere nel comportamento di ciascuno sono ben giustificate e,
comunque, non si notano poi tanto. La fanfiction ha anche il pregio di essere accattivante,
oltre che ben scritta: la ricerca di Ino, quando quest’ultima è nell’ultimo
posto in cui gli altri l’hanno immaginata e nel primo in cui avrebbero dovuto
pensarla, la rende quasi un giallo, anche divertente sotto certi aspetti; e i
colpi di scena, poi. Quelle ultime parole del primo capitolo lasciano con
l’amaro in bocca per ciò che si è trovato e che non ci si aspetta di trovare. E
se da un lato chiunque darebbe per scontato chi
soccorre Sakura nel momento del bisogno, dall’altro non credo sia poi così
facile immaginarlo.
Starei qui ad elogiare te e la tua fanfiction ancora per un pezzo, ma forse è
meglio che concluda con un Brava, Brava, Brava!
E ora risposte alle
recensioni:
Faith Princi: Sì, era
parecchio difficile tenere a mente i vari orari, e se non sbaglio all'inizio di
questo Ino fa una sorta di riassuntino XD Ogni volta li mancava per pochi
minuti... Grazie per aver recensito, e sono veramente felice che tu non ti sia
depressa. Sul serio. Sì, a volte anche io sono seria. Ora non più. Alla
prossima XD
Wish: Oh, una delle mie
recensitrici preferite, posso ringraziarti ancora una volta, per aver seguito
questa storia dall'inizio alla fine *-* compresa la parte che ti ho fatto
leggere prima di pubblicare XD Le tue recensioni mi fanno sempre ridere, specie
il tuo perdere il tono analitico con cui descrivi Shino a favore del
“cucciolotto” per Shikamaru XD Penso che se qualcuno lo chiamasse davvero così,
si sparerebbe. Ad ogni modo: sai cosa sono le allitterazioni. Io non mi
soffermo MAI e grazie a Dio neanche i miei prof, ma tu lo sai e quindi ora ti
guardo in una luce nuova. Brava donna, davvero brava donna. E non ci avevo
neanche pensato a tutte le L di quella frase, però ammetto che spesso vado “a
suono”. Quando si tratta di descrivere, anche a parole, cerco sempre la parola
che figurativamente suggerisca ciò che penso, o perlomeno lo suggerisca col
suono o col significato nella lingua comune. Da lì il motivo per cui spesso
dico parolacce XD Grazie della recensione! *_*
Diana88: Finalmente ecco che
si sono incontrati, ed anche l'happy end, con Ino che recupera anche l'uso del
braccio! Sì, Choji SA e prevede, anche in quanto esterno che quindi riesce ad
essere più razionale. E sempre sì, era lei che Sakura aveva visto. Immagino che
tu avessi capito il nome del salvatore misterioso... Fammi sapere se non è così
XD grazie della recensione!
Kikkyxx14: tu ormai mi segui
in ogni fic XD è un piacere leggere sempre il tuo nome XD Sì, la mia amica si è
fatta una bella risata quando le ho detto della fic, e dato che non sa niente
né del mondo di EFP, né di Naruto, si è limitata ad un tifo sfegatato quando ho
partecipato al contest (e non sapeva di cosa si trattasse) e a leggere la parte
dell'incidente in cui le dicevo: “vedi, tu hai reagito così. Deficiente.”. Beh,
che dire, grazie di recensire sempre!