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Autore: Svazzi    01/12/2015    1 recensioni
[...]"Buongiorno signor Smith" dissi aprendo la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore, mi squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione "Signorina Austin, un po’ di contegno!" mi ammonì scandalizzato "Sono in casa mia, anzi le dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia quindi avremmo un po’ di fretta" l’anziano mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa
"Oggi vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada" disse sprezzante, risi di gusto "Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata e mi saluti i parenti"[...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia


Mi svegliai di soprassalto alle 6 del mattino controllando subito sul cellulare che giorno fosse. Una volta essermi accertata del tutto di non aver sbagliato, saltai giù dal letto e corsi in camera di Emma «Buon compleanno!!!» esclamai saltandole sul letto.
La sentii grugnire prima di mettersi il cuscino sulle orecchie per allontanare le mie grida «Ma che ore sono?» disse allungando il braccio verso il comodino per guardare l’orologio, prima di rivolgermi uno sguardo omicida «Mia, sono le 6» si lamentò la mia amica mettendosi seduta sul letto mentre si sfregava gli occhi «Volevo solo farti gli auguri! Ora puoi tornartene a dormire, ci vediamo direttamente stasera per la festa» dissi dandole un bacio sulla guancia prima di uscire dalla stanza e cominciare a prepararmi per andare a lavoro.

La giornata passava più lenta del solito, l’aria condizionata nel palazzo si era rotta e faceva un caldo infernale; Louis mi aveva chiamata circa cinquanta volte per chiedermi consiglio su cosa regalare ad Emma, dato che ancora non le aveva comprato nulla.
Ora, durante la pausa pranzo, mi giravo e rigiravo il cellulare tra le mani indecisa se chiamare o meno Harry. Da quando c’era stato l’allarme per l’uragano, Emma aveva cominciato a comportarsi in maniera strana e sapevo che aveva passato la giornata a casa di Harry; ora, non volevo fare strane supposizioni, ma ero quasi convinta che il comportamento della mia migliore amica fosse in parte, o del tutto, dovuto al riccio.
Presi un respiro profondo prima di trovare il suo numero nella rubrica e chiamarlo «Pronto?» rispose dopo qualche squillo  «Harry, sono Mia» dissi cercando di risultare il più calma possibile «Sì, dimmi, c’è qualcosa che non va?» chiese lui preoccupato. Effettivamente non erano molte le volte in cui lo chiamavo, quindi la sua preoccupazione era comprensibile «No, tutto a posto; volevo solo sapere se stasera hai intenzione di venire al compleanno di Emma» sentii improvvisamente silenzio dall’altra parte, tanto che credevo che mi avesse riattaccato il telefono in faccia o che fosse caduta la linea «Io … Si, credo di si»  disse poi sospirando «Non sei obbligato a venire, lo sai?» sapevo che Harry ci stava male tanto quanto Emma, sia perché Niall non perdeva tempo a dirmi quanto fosse depresso il suo amico, sia perché le poche volte che lo avevo incrociato nel palazzo, non mi era di certo sembrato il ritratto della felicità  «No, voglio venire, le ho comprato un regalo» sorrisi a quell’affermazione, nonostante tutto sapevo quanto lui ci tenesse alla mia migliore amica «D’accordo, a stasera allora» dissi prima di chiudere la chiamata.
Avrei preferito indagare , sapere se effettivamente era successo qualcosa il giorno dell’uragano, se tra loro due era successo qualcosa e se lui era la causa del comportamento strano e distaccato di Emma; ma se avessi voluto ricevere informazioni, sarei dovuta andare direttamente dalla mia amica, senza obbligare Harry a dirmi qualcosa, non era giusto nei suoi confronti e non avevamo quel rapporto così stretto da permettermi di intrufolarmi nella sua vita privata.

 

Emma

Ero sempre stata una di quelle persone che adoravano il giorno del loro compleanno; ero come i bambini, solitamente ero iperattiva e non mi importava troppo che la gente si ricordasse o meno di questa ricorrenza, nulla avrebbe potuto rovinare il mio giorno.
Certo, nulla che non fosse una partenza imminente per Boston; avevo accettato la loro proposta il giorno dopo la loro chiamata, non avevo detto niente a nessuno, però.
Ci avevo pensato tutta la notte, c’erano certamente pro e contro, ma i pro avevano vinto di gran lunga. Primo tra tutti, mi sarei allontanata da Harry, almeno per un po’ di tempo, così da potermi schiarire le idee e farle schiarire anche a lui, ma dovevo ammettere che questo faceva anche parte dei contro, non avrei più potuto vederlo per chi sa quanto tempo e non volevo nemmeno pensare agli effetti che avrebbe avuto su di me la sua lontananza.
Tra i contro, sicuramente, c’era anche il fatto che avrei dovuto abbandonare la mia vita, i miei amici, Mia e anche la mia famiglia per andare in un posto completamente nuovo, da sola e ricominciare tutto da capo; questa cosa mi spaventava, ma dopotutto ero rimasta ormai senza lavoro e passavo le mie giornate a poltrire sul divano, almeno a Boston avrei avuto qualcosa con cui distrarmi.
Erano già le 6.30 del pomeriggio e io ancora non avevo cominciato a prepararmi, nonostante sapessi che di lì a un’ora e mezza sarebbero arrivati tutti gli invitati.

Dopo essermi truccata, pettinata e vestita, avevo preso la decisione di dire quella sera stessa a tutti quanti che di lì a due settimane mi sarei trasferita a Boston per lavorare con la casa editrice che aveva deciso di pubblicare i miei lavori.
Fortunatamente erano stati loro a trovarmi un alloggio per stare lì, non era di certo il loft che avevo a Brooklyn con Mia, ma me lo sarei fatto bastare.
Sussultai quando sentii bussare alla porta di camera e vidi Mia entrare con un sorriso sulle labbra «Allora, sei pronta? Gli invitati arrivano tra un po’» mi disse continuando a sorridere. Io annuii, non fidandomi della mia voce con quel maledetto groppo in gola «Ti aspetto di là» disse poi uscendo dalla stanza per chiudersi la porta alle spalle.

Erano passati venti minuti da quando Mia era entrata in camera mia e sapevo che qualche invitato era già arrivato, dato che sentivo il chiacchiericcio, ma non avevo ancora avuto il coraggio di uscire dalla mia camera.
Presi un respiro profondo, dovevo farmi vedere prima o poi e, soprattutto, avrei dovuto trovare il coraggio necessario per sputare il rospo.
Uscii dalla camera, non del tutto convinta di quello che stavo facendo, per andare in sala ed essere accolta calorosamente da Niall e Zayn che mi fecero entrambi gli auguri.
Altri venti minuti dopo la sala era ancora più affollata, dato che anche Liam, Sophia, Louis ed Eleanor avevano fatto il loro ingresso. Mi guardavo intorno come una scema nella speranza che prima o poi dalla porta spuntasse la chioma riccia di Harry, ma sapevo che era molto improbabile che sarebbe venuto.
«Verrà» sussultai quando sentii una mano poggiarsi sul mio fianco e una voce squillante parlare «Come?» chiesi con le sopracciglia aggrottate per la confusione  «Harry, verrà, ne sono certo» disse Louis con un sorriso che doveva essere di conforto, probabilmente «Non ne sono così sicura» ammisi appoggiandomi al bancone per prendere un sorso della mia bevanda «Credimi, verrà, starà solo cercando di farsi crescere un paio di palle» disse facendomi ridacchiare. Continuai a parlare con Louis per altri minuti prima che il campanello suonasse e, nemmeno a farlo apposta, Harry comparisse sulla soglia.
Louis mi rivolse un mezzo sorriso prima di farmi l’occhiolino e allontanarsi mentre io mi avvicinavo a lui «Tanti auguri» mi disse sorridendomi e porgendomi un mazzo di rose profumante «Grazie, non dovevi» dissi odorando i fiori prima di allungarmi verso di lui e lasciargli un bacio sulla guancia.
La tensione era palpabile e l’imbarazzo era talmente tanto che mi sarei sotterrata volentieri da sola «Vieni, prendi qualcosa da bere» dissi accompagnandolo verso la cucina dove il tavolo era stato ricoperto di bevande e alcolici di tutti i tipi.
Lo vidi aprire la bocca un paio di volte per dire qualcosa prima che Niall salisse in piedi su una sedia guadagnandosi un’occhiataccia da parte della mia migliore amica «Ora che anche il signor Styles ci ha degnato della sua presenza, possiamo fare un brindisi in onore della festeggiata che tra poco diventerà ricca e famosa e con un sacco di libri in libreria e si dimenticherà di noi!» urlò facendo ridere tutti i presenti, tutti tranne me.
Non credevo che avrei trovato il momento giusto per vuotare il sacco, ma il fatto che Niall avesse tirato fuori questa storia, giocava di certo a mio favore; presi un grosso respiro prima di schiarirmi la voce e fare un sorriso tirato a Niall.
 «Ti ringrazio, Niall! – Dissi spingendolo giù dalla sedia – Grazie per essere venuti a festeggiare con me,  chi mi conosce bene sa che sono una di quelle che il giorno del suo compleanno sembra perennemente fatta di cocaina – una risata comune si alzò nella sala – tuttavia, quest’anno, è un po’ diverso» presi un sorso dal mio bicchiere mentre vedevo la confusione popolare il volto dei presenti, mi fermai per qualche secondo di troppo sul viso di Harry prima di cominciare a parlare «Come ha detto Niall, presto ci sarà un mio racconto in libreria, quello che però Niall non sa, così come tutti voi, è che circa una settimana fa ho ricevuto una chiamata dalla casa editrice e mi hanno detto che per continuare la collaborazione con loro mi sarei dovuta trasferire – presi un respiro profondo prima di guardare Mia per qualche secondo per poi puntare i miei occhi in quelli di Harry – parto tra due settimane» ecco, l’avevo fatto.
Vidi i lineamenti di Harry indurirsi mentre cominciava a respirare irregolarmente, spostai lo sguardo su Mia che aveva gli occhi spalancati e la bocca semi aperta  «Ti … ti trasferisci a Boston? Per quanto tempo?» Liam fu l’unico che ebbe il coraggio di parlare  «Non lo so, un bel po’ suppongo, vogliono farmi firmare un contratto per scrivere altri libri» spiegai continuando a far passare lo sguardo da Mia ad Harry.

Sussultai quando sentii una botta contro il muro e vidi Harry con il pugno chiuso «Te ne vai? Tra due fottute settimane te ne vai e non hai nemmeno pensato di dirmelo?» mi chiese furioso.
Deglutii il groppo che avevo in  gola cercando di farmi coraggio e di non piangere davanti a lui «Harry io …» cercai di parlare, ma fui interrotta da Mia «Perché non me l’hai detto?» chiese sull’orlo del pianto.
Chiusi gli occhi cercando di riprendere un po’ di lucidità e spiegare la situazione «Ok, allora, non è mai stata mia intenzione tenervelo nascosto; ho ricevuto la chiamata il giorno dell’uragano ed è stato inaspettato per me tanto quanto lo è per voi, non sapevo come dirvelo e ci ho pensato molto a riguardo, credo che sia un’opportunità troppo buona per lasciarmela scappare» dissi cercando di farli ragionare, ma ci guadagnai solo una risata per niente divertita da parte di Harry «Ah, quindi è per questo che hai fatto sesso con me quel giorno? Perché tanto te ne saresti andata e tanti cari saluti, vero? Beh, felice di essere il tuo passatempo sessuale Emma» scossi la testa alle sue parole «L’ho saputo dopo, quando sono tornata a casa e …» fui di nuovo interrotta da Mia «Hai fatto sesso con lui?» chiese incredula facendo qualche passo in avanti verso di me «Tutt’un tratto hai deciso che non ero più degna di essere la tua confidente, Emma?» mi chiese arrabbiata, tanto quanto lo era Harry che subito scosse la testa deluso «Lascia stare Mia, lascia che se ne vada a Boston, se a lei non interessa di noi, perché a noi dovrebbe interessare di lei?» chiese retorico.

Sentii gli occhi riempirsi improvvisamente di lacrime mentre vedevo la mia migliore amica e il ragazzo che probabilmente avrei amato per tutta la vita, guardarmi delusi ed arrabbiati. Non ci pensai due volte prima di superare tutti quanti e uscire di casa diretta ovunque purché lontana da loro due.
Riuscii a malapena a fare due metri fuori dal palazzo prima di sentire la voce di Louis chiamarmi «Vattene!» esclamai cercando di allontanarmi il più possibile da lui «Emma, per la miseria, fermati!» mi sentii tirare per un braccio «Lasciami andare, cosa ci torno a fare di sopra?» chiesi senza nemmeno provare a trattenere le lacrime «Harry se n’è andato e Mia si è chiusa in camera sua» mi spiegò mentre mi asciugava le guance bagnate «Ti lasciamo da sola con lei, così potete chiarire, ci sta parlando Niall adesso».

Entrai nella stanza di Mia dopo che il biondo ne uscì, mi disse di essere cauta, ma sapevo già come mi sarei dovuta comportare «Mi dispiace, Mia, avrei dovuto parlartene prima, ma non sapevo come fare. Cosa avrei dovuto dirti? “Hey, ho fatto di nuovo sesso con Harry anche se l’ho lasciato e inoltre me ne vado a Boston, lontana da te”» dissi sbuffando facendola ridacchiare «Va tutto bene, non mi sarei dovuta arrabbiare così, avevi tutte le ragioni del mondo per non dirmelo» il fatto che fosse sempre così comprensiva nei miei confronti mi fece venire male al petto, così la abbracciai subito tenendola stretta a me «Scusa, davvero, e grazie per tutto» sussurrai al suo orecchio mentre ci abbracciavamo.
Sapevo che il problema principale non sarebbe stato sistemare la situazione con Mia ma quella con Harry, per adesso, però, mi bastava essere tra le braccia della mia migliore amica.

 

Ecco finalmente il nuovo capitolo! Allora, è il compleanno di Emma e lei decide di dare a tutti la notizia che sconvolgerà più o meno tutto l’equilibrio!
Manca veramente pochissimo alla fine della storia, non vi dirò quanti capitoli solo perché so che Rebecca non vuole saperlo!
Spero che vi sia piaciuto e, come sempre, le recensioni sono ben accette!

Per qualsiasi cosa, vi lascio i miei contatti

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Un bacio e alla prossima
Sil

 

   
 
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