Mia
Mi
svegliai di soprassalto alle 6 del mattino controllando subito sul cellulare
che giorno fosse. Una volta essermi accertata del tutto di non aver sbagliato,
saltai giù dal letto e corsi in camera di Emma «Buon compleanno!!!» esclamai
saltandole sul letto.
La sentii grugnire prima di mettersi il cuscino sulle orecchie per allontanare
le mie grida «Ma che ore sono?» disse allungando il braccio verso il comodino
per guardare l’orologio, prima di rivolgermi uno sguardo omicida «Mia, sono le
6» si lamentò la mia amica mettendosi seduta sul letto mentre si sfregava gli
occhi «Volevo solo farti gli auguri! Ora puoi tornartene a dormire, ci vediamo
direttamente stasera per la festa» dissi dandole un bacio sulla guancia prima
di uscire dalla stanza e cominciare a prepararmi per andare a lavoro.
La giornata passava più lenta del solito, l’aria
condizionata nel palazzo si era rotta e faceva un caldo infernale; Louis mi
aveva chiamata circa cinquanta volte per chiedermi consiglio su cosa regalare
ad Emma, dato che ancora non le aveva comprato nulla.
Ora, durante la pausa pranzo, mi giravo e rigiravo il cellulare tra le mani
indecisa se chiamare o meno Harry. Da quando c’era stato l’allarme per
l’uragano, Emma aveva cominciato a comportarsi in maniera strana e sapevo che
aveva passato la giornata a casa di Harry; ora, non volevo fare strane
supposizioni, ma ero quasi convinta che il comportamento della mia migliore
amica fosse in parte, o del tutto, dovuto al riccio.
Presi un respiro profondo prima di trovare il suo numero nella rubrica e
chiamarlo «Pronto?» rispose dopo qualche squillo «Harry, sono Mia» dissi cercando di risultare
il più calma possibile «Sì, dimmi, c’è qualcosa che non va?» chiese lui
preoccupato. Effettivamente non erano molte le volte in cui lo chiamavo, quindi
la sua preoccupazione era comprensibile «No, tutto a posto; volevo solo sapere
se stasera hai intenzione di venire al compleanno di Emma» sentii
improvvisamente silenzio dall’altra parte, tanto che credevo che mi avesse
riattaccato il telefono in faccia o che fosse caduta la linea «Io … Si, credo
di si» disse poi sospirando «Non sei
obbligato a venire, lo sai?» sapevo che Harry ci stava male tanto quanto Emma,
sia perché Niall non perdeva tempo a dirmi quanto fosse depresso il suo amico,
sia perché le poche volte che lo avevo incrociato nel palazzo, non mi era di
certo sembrato il ritratto della felicità
«No, voglio venire, le ho comprato un regalo» sorrisi a quell’affermazione,
nonostante tutto sapevo quanto lui ci tenesse alla mia migliore amica «D’accordo,
a stasera allora» dissi prima di chiudere la chiamata.
Avrei preferito indagare , sapere se effettivamente era successo qualcosa il
giorno dell’uragano, se tra loro due era successo qualcosa e se lui era la
causa del comportamento strano e distaccato di Emma; ma se avessi voluto
ricevere informazioni, sarei dovuta andare direttamente dalla mia amica, senza
obbligare Harry a dirmi qualcosa, non era giusto nei suoi confronti e non
avevamo quel rapporto così stretto da permettermi di intrufolarmi nella sua
vita privata.
Emma
Ero sempre stata una di quelle persone che adoravano il
giorno del loro compleanno; ero come i bambini, solitamente ero iperattiva e
non mi importava troppo che la gente si ricordasse o meno di questa ricorrenza,
nulla avrebbe potuto rovinare il mio giorno.
Certo, nulla che non fosse una partenza imminente per Boston; avevo accettato
la loro proposta il giorno dopo la loro chiamata, non avevo detto niente a
nessuno, però.
Ci avevo pensato tutta la notte, c’erano certamente pro e contro, ma i pro
avevano vinto di gran lunga. Primo tra tutti, mi sarei allontanata da Harry,
almeno per un po’ di tempo, così da potermi schiarire le idee e farle schiarire
anche a lui, ma dovevo ammettere che questo faceva anche parte dei contro, non
avrei più potuto vederlo per chi sa quanto tempo e non volevo nemmeno pensare
agli effetti che avrebbe avuto su di me la sua lontananza.
Tra i contro, sicuramente, c’era anche il fatto che avrei dovuto abbandonare la
mia vita, i miei amici, Mia e anche la mia famiglia per andare in un posto
completamente nuovo, da sola e ricominciare tutto da capo; questa cosa mi
spaventava, ma dopotutto ero rimasta ormai senza lavoro e passavo le mie
giornate a poltrire sul divano, almeno a Boston avrei avuto qualcosa con cui
distrarmi.
Erano già le 6.30 del pomeriggio e io ancora non avevo cominciato a prepararmi,
nonostante sapessi che di lì a un’ora e mezza sarebbero arrivati tutti gli invitati.
Dopo essermi truccata, pettinata e vestita, avevo preso
la decisione di dire quella sera stessa a tutti quanti che di lì a due
settimane mi sarei trasferita a Boston per lavorare con la casa editrice che
aveva deciso di pubblicare i miei lavori.
Fortunatamente erano stati loro a trovarmi un alloggio per stare lì, non era di
certo il loft che avevo a Brooklyn con Mia, ma me lo sarei fatto bastare.
Sussultai quando sentii bussare alla porta di camera e vidi Mia entrare con un
sorriso sulle labbra «Allora, sei pronta? Gli invitati arrivano tra un po’» mi
disse continuando a sorridere. Io annuii, non fidandomi della mia voce con quel
maledetto groppo in gola «Ti aspetto di là» disse poi uscendo dalla stanza per
chiudersi la porta alle spalle.
Erano passati venti minuti da quando Mia era entrata in
camera mia e sapevo che qualche invitato era già arrivato, dato che sentivo il
chiacchiericcio, ma non avevo ancora avuto il coraggio di uscire dalla mia
camera.
Presi un respiro profondo, dovevo farmi vedere prima o poi e, soprattutto,
avrei dovuto trovare il coraggio necessario per sputare il rospo.
Uscii dalla camera, non del tutto convinta di quello che stavo facendo, per
andare in sala ed essere accolta calorosamente da Niall e Zayn che mi fecero
entrambi gli auguri.
Altri venti minuti dopo la sala era ancora più affollata, dato che anche Liam,
Sophia, Louis ed Eleanor avevano fatto il loro ingresso. Mi guardavo intorno
come una scema nella speranza che prima o poi dalla porta spuntasse la chioma
riccia di Harry, ma sapevo che era molto improbabile che sarebbe venuto.
«Verrà» sussultai quando sentii una mano poggiarsi sul mio fianco e una voce
squillante parlare «Come?» chiesi con le sopracciglia aggrottate per la
confusione «Harry, verrà, ne sono certo»
disse Louis con un sorriso che doveva essere di conforto, probabilmente «Non ne
sono così sicura» ammisi appoggiandomi al bancone per prendere un sorso della
mia bevanda «Credimi, verrà, starà solo cercando di farsi crescere un paio di
palle» disse facendomi ridacchiare. Continuai a parlare con Louis per altri
minuti prima che il campanello suonasse e, nemmeno a farlo apposta, Harry
comparisse sulla soglia.
Louis mi rivolse un mezzo sorriso prima di farmi l’occhiolino e allontanarsi
mentre io mi avvicinavo a lui «Tanti auguri» mi disse sorridendomi e porgendomi
un mazzo di rose profumante «Grazie, non dovevi» dissi odorando i fiori prima
di allungarmi verso di lui e lasciargli un bacio sulla guancia.
La tensione era palpabile e l’imbarazzo era talmente tanto che mi sarei
sotterrata volentieri da sola «Vieni, prendi qualcosa da bere» dissi
accompagnandolo verso la cucina dove il tavolo era stato ricoperto di bevande e
alcolici di tutti i tipi.
Lo vidi aprire la bocca un paio di volte per dire qualcosa prima che Niall
salisse in piedi su una sedia guadagnandosi un’occhiataccia da parte della mia
migliore amica «Ora che anche il signor Styles ci ha degnato della sua
presenza, possiamo fare un brindisi in onore della festeggiata che tra poco
diventerà ricca e famosa e con un sacco di libri in libreria e si dimenticherà
di noi!» urlò facendo ridere tutti i presenti, tutti tranne me.
Non credevo che avrei trovato il momento giusto per vuotare il sacco, ma il
fatto che Niall avesse tirato fuori questa storia, giocava di certo a mio
favore; presi un grosso respiro prima di schiarirmi la voce e fare un sorriso
tirato a Niall.
«Ti ringrazio, Niall! – Dissi
spingendolo giù dalla sedia – Grazie per essere venuti a festeggiare con
me, chi mi conosce bene sa che sono una
di quelle che il giorno del suo compleanno sembra perennemente fatta di cocaina
– una risata comune si alzò nella sala – tuttavia, quest’anno, è un po’ diverso»
presi un sorso dal mio bicchiere mentre vedevo la confusione popolare il volto
dei presenti, mi fermai per qualche secondo di troppo sul viso di Harry prima
di cominciare a parlare «Come ha detto Niall, presto ci sarà un mio racconto in
libreria, quello che però Niall non sa, così come tutti voi, è che circa una
settimana fa ho ricevuto una chiamata dalla casa editrice e mi hanno detto che
per continuare la collaborazione con loro mi sarei dovuta trasferire – presi un
respiro profondo prima di guardare Mia per qualche secondo per poi puntare i
miei occhi in quelli di Harry – parto tra due settimane» ecco, l’avevo fatto.
Vidi i lineamenti di Harry indurirsi mentre cominciava a respirare
irregolarmente, spostai lo sguardo su Mia che aveva gli occhi spalancati e la
bocca semi aperta «Ti … ti trasferisci a
Boston? Per quanto tempo?» Liam fu l’unico che ebbe il coraggio di parlare «Non lo so, un bel po’ suppongo, vogliono
farmi firmare un contratto per scrivere altri libri» spiegai continuando a far
passare lo sguardo da Mia ad Harry.
Sussultai quando sentii una botta contro il muro e vidi
Harry con il pugno chiuso «Te ne vai? Tra due fottute settimane te ne vai e non
hai nemmeno pensato di dirmelo?» mi chiese furioso.
Deglutii il groppo che avevo in gola
cercando di farmi coraggio e di non piangere davanti a lui «Harry io …» cercai
di parlare, ma fui interrotta da Mia «Perché non me l’hai detto?» chiese
sull’orlo del pianto.
Chiusi gli occhi cercando di riprendere un po’ di lucidità e spiegare la
situazione «Ok, allora, non è mai stata mia intenzione tenervelo nascosto; ho ricevuto
la chiamata il giorno dell’uragano ed è stato inaspettato per me tanto quanto
lo è per voi, non sapevo come dirvelo e ci ho pensato molto a riguardo, credo
che sia un’opportunità troppo buona per lasciarmela scappare» dissi cercando di
farli ragionare, ma ci guadagnai solo una risata per niente divertita da parte
di Harry «Ah, quindi è per questo che hai fatto sesso con me quel giorno?
Perché tanto te ne saresti andata e tanti cari saluti, vero? Beh, felice di
essere il tuo passatempo sessuale Emma» scossi la testa alle sue parole «L’ho
saputo dopo, quando sono tornata a casa e …» fui di nuovo interrotta da Mia «Hai
fatto sesso con lui?» chiese incredula facendo qualche passo in avanti verso di
me «Tutt’un tratto hai deciso che non ero più degna di essere la tua
confidente, Emma?» mi chiese arrabbiata, tanto quanto lo era Harry che subito
scosse la testa deluso «Lascia stare Mia, lascia che se ne vada a Boston, se a
lei non interessa di noi, perché a noi dovrebbe interessare di lei?» chiese
retorico.
Sentii gli occhi riempirsi improvvisamente di lacrime
mentre vedevo la mia migliore amica e il ragazzo che probabilmente avrei amato
per tutta la vita, guardarmi delusi ed arrabbiati. Non ci pensai due volte
prima di superare tutti quanti e uscire di casa diretta ovunque purché lontana
da loro due.
Riuscii a malapena a fare due metri fuori dal palazzo prima di sentire la voce
di Louis chiamarmi «Vattene!» esclamai cercando di allontanarmi il più
possibile da lui «Emma, per la miseria, fermati!» mi sentii tirare per un
braccio «Lasciami andare, cosa ci torno a fare di sopra?» chiesi senza nemmeno
provare a trattenere le lacrime «Harry se n’è andato e Mia si è chiusa in
camera sua» mi spiegò mentre mi asciugava le guance bagnate «Ti lasciamo da
sola con lei, così potete chiarire, ci sta parlando Niall adesso».
Entrai nella stanza di Mia dopo che il biondo ne uscì,
mi disse di essere cauta, ma sapevo già come mi sarei dovuta comportare «Mi
dispiace, Mia, avrei dovuto parlartene prima, ma non sapevo come fare. Cosa
avrei dovuto dirti? “Hey, ho fatto di nuovo sesso con Harry anche se l’ho
lasciato e inoltre me ne vado a Boston, lontana da te”» dissi sbuffando
facendola ridacchiare «Va tutto bene, non mi sarei dovuta arrabbiare così,
avevi tutte le ragioni del mondo per non dirmelo» il fatto che fosse sempre
così comprensiva nei miei confronti mi fece venire male al petto, così la
abbracciai subito tenendola stretta a me «Scusa, davvero, e grazie per tutto»
sussurrai al suo orecchio mentre ci abbracciavamo.
Sapevo che il problema principale non sarebbe stato sistemare la situazione con
Mia ma quella con Harry, per adesso, però, mi bastava essere tra le braccia
della mia migliore amica.
Ecco finalmente il nuovo capitolo!
Allora, è il compleanno di Emma e lei decide di dare a tutti la notizia che
sconvolgerà più o meno tutto l’equilibrio!
Manca veramente pochissimo alla fine della storia, non vi dirò quanti capitoli
solo perché so che Rebecca non vuole saperlo!
Spero che vi sia piaciuto e, come sempre, le recensioni sono ben accette!
Per qualsiasi cosa, vi lascio i miei
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Un bacio e alla prossima
Sil