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Autore: ely92    03/03/2009    3 recensioni
Kyleigh, vive a Seattle, ha 17 anni e mezzo ed è una cacciatrice. Sarebbe tutto normale, per lei, fin quando un giorno la sua vita viene messa a soqquadro da degli avvenimenti e delle rivelazioni ch ela sconvolgono e la portano a lasciare la sua città. E dove potrebbe mai capitare la nostra Kyleigh, ovviamente non di proposito, se non nella piccola area del Clallam County, nello stato di Washington, La Push??? piacere mi chiamo elisabetta e questa è la prima FF che scrivo (sn emozionatissima!). Non so quanto vi potrà piacere ma spero comunque che commenterete per sapere, in ogni caso, le vostre opinioni e capire come poter migliorarmi. Vi ringrazio in anticipo ciauuuuuuuuuuuuuuuu =)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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e anche il settimo capitolo è arrivatooooo!!! oggi è un prendi 3 paghi 1 XD

7) Una di loro

Poco dopo Jacob mi disse che doveva andare a riferire agli altri del branco il fatto ci sarebbe stata la probabilità che Carlisle sarebbe venuto qua da me o noi saremmo dovuti andare dai Cullen.
Il modo, tanto inatteso, in cui pronunciò quel noi, inteso come me e lui, mi fece sconnettere il cervello dal resto del corpo e mi ritrovai ad annuire senza capire il resto di quello che aveva detto.
Fece per uscire di casa ma quando fu davanti alla porta lo sentii tornare in dietro, per darmi un bacio rapido sulle labbra e poi uscì.
Ero del tutto frastornata, nella mia mente c'erano un groviglio di pensieri tutti totalmente incoerenti e senza senso, così girovagai per casa senza una meta cercando di riformulare le idee.
Quando andai in camera mi soffermai a guardarmi davanti allo specchio, per vedere se i cambiamenti che secondo Carlisle stava subendo il mio corpo erano evidenti anche nell'aspetto fisico.
L'uniche due cose che notai erano che la mia pelle di solito rosata era sull'avorio e che i miei capelli era totalmente incarbugliati, quindi il primo fatto molto probabilmente era dovuto alla mia scarsa alimentazione e al non stare bene degli ultimi tempi e per i capelli, quando si hanno lunghi è un bel problema tenerli districati.
Di altri mutamenti, non ce n'era neanche l'ombra.
Andai in bagno a prendere la spazzola e iniziai a pettinare i capelli togliendo tutti i nodi possibili, quando ebbi finito mi lavai i denti e uscita dal bagno mi infilai un paio di scarpe pronta ad uscire con la speranza che una boccata d'aria avrebbe potuto giovare alla mia salute.

Non appena uscii dalla soglia di casa vidi che Jacob stava scendendo da una macchina, che aveva parcheggiato dall'altro lato della strada, con un paio di jeans corti fino al ginocchio, una canotta bianca aderente che gli metteva in risalto tutti i muscoli e i capelli legati alla base della nuca. Un vero schianto!
-Cosa stai pensando di fare?- chiese spalancando gli occhi, non appena mi vide.
-Due passi.- risposi sorridendo. -Come mai di nuovo qui?-
-Si,si... uno, due... adesso torna dentro- e mi appoggiò le mani sulle spalle, come a fare un trenino, guidandomi dentro casa.
-Ma io voglio uscire- mugugnai girandomi verso Jacob e facendo gli occhioni.
-Quando starai bene uscirai- rispose e mi sorrise.
-Ma io sto bene adesso.-
Fece cenno col capo di no -tu non mi freghi- disse e mi prese in braccio.
-Uffi, sei crudele- esclamai
-Si, si- e mi sorrise sedendosi sul divano con me in braccio. -Ma sai che sei proprio piccola?!?-
-Me lo dicono in molti- risposi con indifferenza e feci la linguaccia poi mi accoccolai su di lui.
Sentii qualcosa sfiorarmi i capelli, forse le sue labbra? Poi mi spostò, con le mani, i capelli tutti su una spalla e iniziò a baciarmi la parte del collo scoperta, da poco sotto il mento fino all'incavo della clavicola, poi di nuovo e ancora e ancora.
Chiusi gli occhi, sentivo brividi in tutto il corpo e il mio respiro divenne corto ed irregolare.
Avevo forse trovato il paradiso? Naaa... per quelli come me non c'è ne paradiso ne inferno, solo il confine reale tra i due, la Terra. Ma se in questa Terra, tutto era così realmente meraviglioso uno scopo per restarci c'era davvero...

-Jake...- sussurrai
-Si?- rispose continuando a baciarmi, mani, capelli, collo... Sembrava che volesse assaporare ogni parte lecita di me e io mi sentivo così...bene, ma la ragione voleva prevalere sull'istinto.
-Fermati, per favore- risposi in un sussurro.
Non mi diede retta e continuò a baciarmi, mi voleva lo sapevo... mi voleva come io volevo lui.
-mmm... Jake... davvero...- sussurrai facendolo finalmente fermare. Avevo prima bisogno di chiarire, davvero.
Aprii gli occhi, e dopo aver messo a fuoco, con un po di sforzo, la poltrona che fluttuava la feci atterrare con un tonfo, dopodichè mi riaccoccolai su Jacob.
-Ehi, cosa fai, ti fermi qui a cena?- chiesi poco dopo.
-Se mi vuoi... se no non c'è problema o vado a casa o a caccia- rispose facendomi un sorriso.
-No, no, non se ne parla nemmeno! Bleah- esclamai, alzandomi, poi mi diressi verso la cucina e neanche mezzo minuto dopo Jacob mi fu accanto.
Stavamo preparando la cena, più che altro ero io a preparare e Jake si limitava a tagliare l' insalata, quando, come un fulmine a ciel sereno venni colpita da un odore delizioso, ma non era affatto l'odore di quello che stavamo cucinando.
Inspirai a fondo quel profumo, e catturata dalla dolcezza che emanava, senza pensare minimamente a ciò che stavo per fare mi avventai contro l'oggetto che in quel momento suscitava in me quel dolce dolore alla gola e che era per me oggetto di desidero.
Stavo per compiere un gesto di cui mi sarei pentita per l'eternità quando, per fortuna mia, e anche di colui che stavo per attaccare, venni colta da un lampo di lucidità. Balzai con salto all'indietro al di là del tavolo che prima avevo dietro le spalle e quando atterrai feci cadere con un tonfo secco una sedia.
-Jake... esci, chiama il dottore... il succhiasangue...- sussurrai a denti stretti accovacciata sul pavimento con una mano alla gola.
-Ky, calmati è solo un taglietto, nel giro di dieci minuti guarisce- mi rispose, Jacob con voce un po tra l'incerto e lo spaventato.
-Non è... per quello... fai come ti ho detto- gracchiai tossendo tra una parola e l'altra.
Dovevo essere stata convincente dato che uscì di casa senza proferire parola e qualche minuto dopo entrò Carlisle.
Ero ancora accovacciata, quando entrò.
-Cosa mi sta succedendo?- gli urlai contro alzandomi a velocità sovrumana. -Voglio... pretendo una risposta!- continuai.
Ero sicura che stesse parlando, ma non riuscii a sentire una sola parola di quello che disse e, dopo pochi secondi dovetti correre in bagno.
Spalancai la porta e senza nemmeno chiuderla mi accovacciai con la testa sul water.
-E per questo cosa mi dice?- parlai, dopo, pulendomi la bocca dal sangue con il dorso della mano.
-Kyleigh, io penso, ne sono convinto al 90% che tu stia diventando una di noi, una della mia specie intendo. Adesso come adesso però non so se rimarrai anche ciò che sei tuttora.
Fino ad ora tutte le... persone che hanno avuto il tuo stesso problema o la tua stessa fortuna, dipende dai punti di vista, non ce l hanno fatta a superare questo periodo. Ma tu hai buone possibilità di cavartela.- rispose con tono neutrale, dovuto a chissà quanti anni di esercizio, mentendo sull'ultima frase.
-NO! Tutto ma non quello! Io... io non posso diventare un vampiro! Io... non voglio!-
-Kyleigh, che tu voglia o no, stai diventando una di noi, ora, anche in questo momento ti stai trasformando.-
Non riuscii a rispondere. Non sapevo bene perchè, ma sapevo che era la verità. Mi ero già accorta  che mi stavo trasformando, e l'ultimo avvenimento mi portava sempre di più a credere che le parole di Carlisle, rispecchiassero la realtà.
"Sto diventando una di loro" pensai. Ma questo non significava che dovessi accettarlo.
Volevo trovare una soluzione al problema, e l unico modo per farlo era parlarne con calma. Trassi un respiro profondo.
-Senti, facciamo una bella cosa, fa come se io non ti avessi mai detto nulla, se mi avessi vista in giro per strada, cos'avresti pensato di me, cos'avresti pensato che fossi?- chiesi cercando di mantenere la calma.
-Beh... senz'ombra di dubbio avrei immaginato che saresti un licantropo ma...- rispose perplesso
-Niente ma... vedi, IO SONO UN LICANTROPO punto. E... per quello che mi sta succedendo troveremo una soluzione. Ok? Ma non mi venire a dire che sono un vampiro, daccordo?-
Senza che me lo chiedesse gli raccontai cos'era venuto poco prima, quando ero assieme a Jacob, e gli domandai come poter fare in modo che non succedesse di nuovo.
Quando Carlisle mi rispose sembrava decisamente calmo e restio a discussioni e la sua prima risposta fu quella di incoraggiarmi a nutrirmi di sangue, animale ovviamente, "come quello di cui ci nutriamo io e la mia famiglia" disse, ma dopo il mio no diretto tornò farsi pensieroso.
Aspettai una decina di minuti, ma data l assenza di parola da parte del dottore, stufa gli chiesi se adesso, che stavo "bene" o per lo meno megli di prima potessi vedere Jake.
Il vampiro storse le labbra ma disse di si a patto che lui potesse rimanere, fuori da casa ma nelle vicinanze, in modo che se capitasse qualcosa sarebbe potuto intervenire, e io acconsentii più che felice.

Quando poi Carlisle uscì, la felicità che prima mi aveva invaso andò a sparire al solo pensiero di come avrei spiegato a Jake quello che gli dovevo spiegare, colmandomi poi di ansia.
-Ky?- chiamò Jacob bussando -posso entrare?- continuò con voce preoccupata.
Accidenti a me dovevo averlo spaventato molto, con il mio comportamento di prima, perchè se così non fosse stato a quest'ora si sarebbe già precipitato da me! Accidentiaccidentiaccidenti!!! E adesso come gli avrei spiegato tutto?
Risposi di sì e poi mi avviai verso la porta per raggiungerlo, e non appena lo vidi, notando il suo viso colmo d'angoscia, scoppiai a piangere, e accellerando il passo gli andai incontro e lo abbracciai con tutta la forza che avevo, sembrando una bambina che abbraccia un gigante.
Jake, che sul subito era rimasto immobile, mi strinse dolcemente fra le sue braccia ricambiando, così, l abbraccio.
-Scusami...- dissi singhiozzando, ma inalando il suo odore, iniziando a sentire quel piacevole solletichio alla gola, dovetti sciogliermi dall'abbraccio e allontanarmi di qualche passo da lui.
Mi asciugai le lacrime con i polsi e schiarendomi la voce gli dissi che dovevo parlagli.
Ci andammo a sedere in cucina io da un lato del tavolo e lui dall'altro dirimpetto l'uno dall'altra, come da mia richiesta.
Jacob appoggiò le proprie mani sul tavolo e io gliele presi stringendole tra le mie.
Non riuscivo a trovare le parole adatte e non sapevo come spiegare la cosa, in modo da farla apparire meno grave di quello che realmente era.
-Beh allora? Che mi devi dire?- chiese Jake stufatosi del silenzio.
-Ehm...ecco vedi... iostodiventandounvampiro!-risposi dicendo talmente velocemente l ultima frase che sarebbe stato impossibile per chiunque capirla.
-Eh?-
-Jake, io... lo so che non è una bella cosa e troverò una soluzione... ma me lo sento... Io sto diventando come Carlisle, io sto diventando una di loro.-
Non rispose, allontanò le mani dalle mie stringendole in 2 pugni serrei, e impallidì.
Misi la mia mano gelida sopra uno dei suoi pugni, facendolo alzare di scatto.
-Jake...- chiamai.
-Shh! Zitta! Cazzo! Lo sapevo! Cazzo!- ringhiò prendendo a camminare su e giù per la stanza.
Così non andava bene, non mi avrebbe mai dato retta  se la situazione sarebbe continuata in questo modo. Dovevo trovare il coraggio, dovevo rigirare la situazione in mio favore, dovevo avere io il coltello dalla parte del manico.
-Jake ascoltami!-dissi con voce ferma alzandomi dalla sedia e appoggiando le mani al tavolo.
-Non ho niente da ascoltare! Preferirei vederti...- urlò ma poi si interruppe a metà frase facendosi scuro in volto.
-Preferiresti cosa? Vedermi morta eh Jacob?- vidi i suoi occhi sgranarsi mentre pronunciavo quella frase. -beh, cosa credi? Pensi forse che io mi rallegri di questa situazione? Pensi che io sia, forse, felice di diventare un fottuto succhiasangue? Credi forse che io voglia diventare come uno di quei parassiti che hanno rovinato per sempre la mia esistenza? eh? Dimmelo! Cosa stai pensando?- gli urlai contro.
Lo vidi pensare, cercare una risposta, che però non arrivò, e sapevo che non sarebbe arrivata.
-Beh, se lo vuoi proprio sapere, preferirei anch'io vedermi così.- dissi cercando ti tenere il tono della voce più calmo e neutro possibile. -Quindi adesso ascoltami bene e non essere stupido. Prima di pensare alla soluzione più drastica, voglio cercare di risolvere il problema, ma per far questo ho bisogno...ho bisogno di te! Lo capisci questo Jake?
Se poi, non dovessi riuscire risolvere un bel niente, beh, forse, il tuo desiderio di vedermi morta si realizzerà!- conclusi lasciandomi cadere sulla sedia, priva di forze.
Tentennò un momento, forse un secondo o due, poi, gli sorrisi quando, con un balzo oltrepasso il tavolo e venne accanto a me.
-Mi dispiace Kyleigh...- disse mentre si accovacciava poi mi abbracciò facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla.
-Shhhhh...-sussurrai allontanandomi un po da lui e appoggiandogli delicatamente il mio indice sulle labbra come a zittirlo.
Mi sentii come sfinita, come se quella conversazione e quel mio piccolo gesto mi avessero totalmente privato di ogni linfa vitale, quindi dovetti riappoggiarmi a Jacob per evitare di svenire, e lui se ne accorse, era inevitabile, così mi prese in braccio e mi fece sdraiare sul divano, non feci nemmeno in tempo a chiedergli qualcosa che lo vidi sparire per ritornare giusto qualche secondo più tardi con Carlisle al suo fianco, poi senza che me ne accorgessi mi addormentai.
  
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