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Autore: Nata_dalla_Tempesta_    10/12/2015    3 recensioni
Stonemill-on-the-green è un piccolo paese dell'Inghilterra del Sud: come in tutte le piccole città, tutti si conoscono, le voci girano e i segreti difficilmente rimangono celati.
Abbie e Cain, cercando di superare le divergenze di pensiero, si prendono cura dei tre fratellastri minori: Gabs è un edonista più preoccupato dell'apparenza che della sostanza, Raph ha un cuore d'oro ma una condotta pessima e Mike... È semplicemente Mike.
Questa è la storia di una famiglia allargata atipica in una tipica cittadina minuscola.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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zero.


 

Guardian down – You are forever lost in the dark corners of time

Rimase a bocca aperta, con il controller della PlayStation ancora stretto tra le dita.  La sigaretta si era quasi del tutto consumata da sola nel posacenere che teneva tra le gambe incrociate.

Una voce maschile all’auricolare le rise nell’orecchio: “Abbie, ma sei morta?”

“Sì, deficiente d'un Gabs, ve lo stavo agrando da mezz’ora!”

Sbatté il controller sul letto, scaraventò l’auricolare dalla parte opposta della stanza, sbuffò e si accese un'altra sigaretta. Era infuriata: non era possibile aver a che fare con degli imbecilli di tale portata, talmente inetti da non riuscire a completare una missione banalissima.

Suo fratello aprì la porta, con la solita faccia da bravo ragazzo: “Abbie, puoi venirmi a dare una mano in cucina?”

“Senti Mike o Gabs.”

“L’ho chiesto a te.” Cain aveva sempre un modo mellifluo di dire parlare, e se c’era una cosa che Abbie odiava ancora più di tutto il resto, erano i begli occhi azzurro pallido del fratello, che poi erano anche i suoi. C’erano tante cose che rivedeva di se stessa in lui, ed erano tutte cose che detestava del proprio aspetto:  le sopracciglia e le ciglia troppo chiare, che si doveva calcare con la matita e impiastricciare con il mascara ma che su di lui stavano bene; quella manciata di centimetri in più rispetto alla norma che facevano sembrare lui proprio un gran figo, come dicevano le sue compagne di classe del liceo, e lei una ragazza poco aggraziata (non che se fosse stata più bassa di statura le cose sarebbero cambiate, sapeva come vestirsi e come truccarsi da signorina per bene...ma talvolta tendeva ad essere un po’ originale, negli atteggiamenti).

“Fammi finire la sigaretta e arrivo”, disse Abbie allungando le braccia sopra la testa e tirandosi la schiena.

“Alza il sedere. E dammene una, intanto.” La ragazza lanciò il pacchetto in direzione della porta e suo fratello si servì. Dal fondo del corridoio, la voce di Raph, uno dei fratelli della seconda ondata, risuonò squillante: “Posso una?”

“Non mi chiamo Philip Morris!” esclamò Abbie.

“Quando le compro te la restituisco, promesso.”
"Non credo proprio che le comprerai, accontentati di questa." Cain allungò il pacchetto a Raphael e il ragazzo estrasse una sigaretta. “Ricevuto."

“Magari non dirlo alla mamma…”, sussurrò il fratello maggiore facendo accendere a Raphael.

“Ho vent'anni, mica cinque”, scosse la testa il ragazzo castano. Raphael  non aveva ereditato i colori dei Normanni tipici del capofamiglia. Michael era stato esteticamente il più fortunato: capelli castani e occhi azzurri. Gabriel era uno slavatino come Cain e Abbie, ma aveva il naso e le guance costellati da una miriade di lentiggini che lo rendeva del tutto particolare: i due gemelli maggiori nati da madre diversa, invece, dovevano accontentarsi di essere l’uno la versione maschile dell’altra. Nulla di originale.

Avevano fatto il giro lungo, quegli uomini del nord: arrivati in Sicilia, i loro tratti somatici erano sopravvissuti nei secoli fino ai giorni nostri. Quando il padre si era trasferito in Inghilterra come corrispondente estero di un quotidiano, sembrava più inglese di un inglese quando teneva la bocca chiusa: il figlio era nato e cresciuto come un italo-britannico a tutti gli effetti. Una grande ironia per un fervente religioso portare un cognome così insolito.

"Scusate se disturbo il vostro amabile capannello da fumeria d'oppio, ma dovrei cenare in fretta perché ho un appuntamento alle nove", disse Gabriel finendo di annodarsi la cravatta con i suoi soliti capelli pettinati perfettamente.

"Se sei abile a usare le dita come con il controller, povere ragazze", sbottò Abbie. Gabs le mostrò dito medio  condito con un glorioso sorriso.

 Quando arrivarono in branco al piano di sotto, trovarono Michael seduto a tavola con la testa abbassata su Cuori in Atlantide. Raph gli corse incontro e gli diede un abbraccio alle spalle: "Ah, il mio sociopatico preferito!"

Mike sbuffò in risposta e proseguì con la lettura. Cain porse il pentolone colmo di pasta ad Abbie e la ragazza cominciò a servire gli altri tre fratelli: Michael si mise a mangiare senza alzare gli occhi dalle pagine stampate, Gabriel mangiò in fretta ma facendo estrema attenzione a non sporcarsi i vestiti griffati e stirati alla perfezione, Raphael non stette zitto un secondo intento a spiegare a Cain qualcosa di cui non gliene importava assolutamente nulla, ma che non smetteva di annuire fingendo interesse. Cain aveva preso fin troppo seriamente il ruolo del fratello maggiore, e tutto ciò per lei era eccessivo; Abbie, per quanto la facessero arrabbiare o innervosire circa un milione di volte ogni singolo giorno e nonostante avesse messo in chiaro fin da subito con suo fratello di sangue che non avrebbe mai fatto da mamma a nessuno di loro perché una madre almeno loro ce l'avevano, riuscì a comprendere tutti gli uomini della sua vita in un solo sguardo.

 

Avevo in mente questa storia da un po' di tempo: inutile negare che ci sia dentro un po' di Shameless, un po' di Malcolm in the Middle e un po' di Weeds. Per i nomi, ho preso spunto piuttosto pesantemente dal manga Angel Sanctuary. Dopo aver provato l'esperienza di scrivere di pochi personaggi fortemente caratterizzati, voglio cimentarmi nella gestione di un grande gruppo di persone (che non si fermerà al nucleo famigliare principale): il mio intento è di dare solo apparentemente l'effetto sit-com con protagonisti che hanno un paio di tratti distintivi e che diventano delle macchiette. Ho visto che sono presenti storie simili in questa sezione e ammetto di non averle lette oltre l'introduzione ma, come al solito, il mio modus operandi è partire con qualcosa che sembri già visto per poi tentare qualche innovazione. 
Insomma, non fatevi ingannare da questo prologo, si tratta solamente di una panoramica e di un fantomatico brodo primordiale e, se avrete pazienza, vedremo di aggiustare un po' la messa a fuoco.
Per qualsiasi critica o appunto, sempre a disposizione!
A presto!
C.
P.s.: L'epilogo della mia storia precedente è ormai completato, se lo troverete in sospeso, è solo perché forse quel libro non si chiuderà così facilmente!
   
 
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