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Autore: JulesB    10/12/2015    2 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Magnus salì le scale fino al quarto piano, senza preoccuparsi di aspettare l’ascensore. Perché attraverso la calma che percepiva in quella tranquilla mattina, Magnus aveva sentito un grido. E riconobbe quell’urlo. Alexander di solito non urlava.
 
XoXoXoX
 
Non era stata una valutazione giusta quella di Alec- davvero. Non si aspettava che il dolore arrivasse così velocemente, un colpo brutale come se la gravità pesasse su di lui. L’urlo si era rotto sulle sue labbra prima che potesse fermarlo.
 
XoXoXoX
 
Se solo il teletrasporto fosse stato una delle abilità magiche di Magnus, perché quella corsa era un dolore al culo. Non che fosse fuori forma o altro, ma era lento, c’erano troppe scale, e così tanti maledetti numeri da cercare e capire dove si trovava quella diavolo di porta.
 
XoXoXoX
 
Alec  era riuscito solo a restare in piedi, le sue unghie scavavano nella lucente carta da parati che copriva i muri. Era senza respiro, come se avesse appena corso una maratona. Aveva il sospetto che i suoi polmoni fossero molto vicini allo spezzarsi. Respirare faceva male, ed era tutto quello che riusciva a fare per prendere un respiro.
 
XoXoXoX
 
Magnus aveva qualche parola da urlare quando con un calcio avrebbe aperto la porta del giusto appartamento. Cadde rumorosamente contro il muro, lasciando la piccola stanza in un mortale silenzio. Avrebbe urlato se solo pensava che sarebbe servito a qualcosa, ma aveva semplicemente fatto il suo sguardo cattivo.

XoXoXoX
 
Alec indietreggiò al suono della porta. La sua testa scattò in alto verso la porta, dove Magnus vi stava assurdamente entrando.
 
XoXoXoX
 
Magnus trovò rapidamente Alexander con facilità, molto meno vedendolo in quello stato, con un cipiglio sul suo volto e la rabbia nel cuore.
 
XoXoXoX
 
“Magnus…”
“Alexander.”
XoXoXoX
 
Probabilmente sarebbe stato in quel momento che si sarebbero gettati l’uno nelle braccia dell’altro se Alec non avesse iniziato ad ansimare ancora alla ricerca di respiro. Quel sentimento tornò-  quella sensazione schiacciante che lo teneva ancorato al suolo e lo fece quasi implorare pietà. Lo sguardo sul volto di Magnus, lo sguardo che Alec catturò, quasi raddoppiò la paura.
 
Un misto di ripugnanza, panico, e disgusto attraversarono il volto dello stregone prima che Alec catturò quel barlume di movimento dietro di lui.

“Magnus…” soffocò, ma non ce ne era bisogno.

Fiamme bianche e rosse colpirono verso le gambe di Magnus, ma sembrava che lo stregone fosse già pronto. Con il più semplice schiocco di mano, Magnus estinse le fiamme e solo scintille blu fluttuarono a vanvera al suo posto.

 
“Ciao, bastardo.”
 
XoXoXoX
 
“Buon pomeriggio, Mr. Magnus. Ho visto che hai trovato l’hotel. È di tuo gradimento? Mi spiace che il mio ospite non sia molto di tuo gradimento, ma non ho avuto tempo di agghindare il ragazzo assonnato.

Magnus, suo malgrado, lanciò una sbieca occhiata ancora verso Alexander. Il suo ragazzo stava indossando una maglietta che Magnus ricordò gli appartenesse, e un paio di pantaloni del pigiama piuttosto larghi (che appartenevano ancora a lui). Quella cosa era corretta; Alec non era di suo gradimento, lui era il suo amore.
“Che cosa vuoi.”

“Niente eccetto il tuo sangue, stregone.”

Non sapeva bene di cosa si trattasse. Quella… raccapricciante piccola strega voleva il suo sangue, quindi, poteva solo immaginare che fosse una vendetta. Francamente, non gli importava molto di quella cosa.

“Stento a credere che lo avrai.”

Fu subito sul piccolo mostro poi- dimenticò la magia. Normalmente, Magnus non avrebbe combattuto con i propri pugni, ma quella era una circostanza diversa. Tutto quello che sapeva era che qualcuno oltre a lui aveva toccato il suo Alexander, e aveva progettato di prendere a pugni il bastardo finché non avessero sanguinato.

Tuttavia.

L’essere, come era già stato notato, non era umano e poteva usare anche la magia. Magnus colpì il muro prima che ebbe il tempo di battere gli occhi, e si trovò rannicchiato sul pavimento parecchio senza fiato.

“M-M-Magnus!”

Assaggiando il sangue nella sua bocca, si rialzò in piedi. Ottocento anni di magia non poteva prepararti se non sapevi contro cosa stavi combattendo, per prima cosa.

“Ascolta, pompinaro,” iniziò l’altro uomo, e Magnus sbuffò, sogghignò e borbottò “Come sei volgare” tra i denti una sola volta. “Ho avuto una lunga politica di sopportazione riguardo gli stregoni. Ne trovo uno, ne uccido uno. E tu, mio caro freak*, rendi tutto quanto un po’ più facile nell’essere, solo, te stesso.”

“Me stesso? Non ti piaccio?” Magnus sparò di nuovo, continuando a sorridere. “Dannazione. Sono qui, pensando di essere il miglior pezzo di merda che cammina in questa terra.”

Alec quasi rise, pensò Magnus.

Il piccolo mostro lo sentì a sua volta. “Zitto, frocio.”

Fiamme blu uscirono dalla punta delle dita di Magnus prima che lui potesse emettere un ringhio. Non gli importava se quello era un crimine d’odio per gli stregoni o un crimine d’odio per gli omosessuali, ma nessuno poteva chiamare Alexander in quel modo. “Come osi…”

Indietreggiò quando le fiamme si rivelarono inutili, e le estinse velocemente. Tutto era riflesso. Beh, allora avrebbe lottato contro ciò che non si poteva vedere. L’hotel era un posto carino per quello, le ombre scure negli angoli e ogni cosa che rientrava nel mondo delle Tenebre. Magnus incrociò le sue mani dietro la sua schiena, provando a controllare il loro tremolio. Se era sconvolto, quello non avrebbe proprio funzionato. Doveva solo concentrarsi sull’oscurità, e l’illusione, e una barriera, e a un incanto, e custodie di protezione… e doveva continuare a far parlare il bastardo.

“Così, qual è il tuo problema con…” si fermò non appena Alec soffocò e biascicò dietro di lui, e Magnus sentì un tonfo di ginocchia colpire il pavimento “…gli stregoni?” finì piuttosto debolmente, e non aveva bisogno vedere il sorriso sul volto del mostro per sapere che stava per essere schiacciato.

“Non vedo perché dovrei aver bisogno di spiegarti il mio piano. Sei solo sporcizia sul fondo dei miei stivali.”

“Stivali di cattivo gusto, aggiungerei.”

Il basso piagnucolio dietro di lui provò che ogni volta che apriva la bocca, Alec ne pagava il prezzo. Non poteva sopportarlo. Proprio non poteva.

“Smettila!” scattò, stringendo le mani. L’oscurità nella stanza, le ombre che stava fissando, sembravano convergere, cambiare, muoversi… La loro destinazione era una sola e Magnus, che normalmente non era religioso, pronunciò una preghiera di speranza che il mostro non vedesse lo spostamento improvviso.

La fortuna era dalla sua parte, sembrava, poiché lo stregone sorrideva selvaggio ma non sembrava riconoscere lo spostamento. Almeno il piagnucolio di Alec si spense, e Magnus poté sentirlo tirare dei profondi respiri. Erano entrambi impotenti a questo tipo di magia, specialmente uno che poteva tenerli in quel posto. Era quel tipo di magia che lo faceva seriamente incazzare.

Non poteva diventare pazzo. Doveva calmarsi. Doveva. Controllare la magia era abbastanza duro nelle migliori circostanze- come su quella nave quando lo Shadowhunter era andato ad attaccare Valentine, non aveva combattuto. Lui stava guardando. Con calma. Beh, notevolmente più calmo di come era ora. Aveva bisogno di raggiungere lo stato di calma.

Controllare la magia era abbastanza duro nelle migliori circostanze, e quella era la peggiore. Non stava semplicemente controllando la magia, ma la magia Oscura. Aveva giurato che non l’avrebbe usata, ma quando c’erano delle vite in pericolo, era abbastanza sicuro che poteva andare contro le sue promesse.

L’Oscurità era abbastanza facile da controllare. Ma era pericoloso. Se non l’avesse eseguita in tempi corretti, avrebbe potuto giustiziare se stesso e Alexander. E quello, francamente, sarebbe andato contro ogni scopo dell’essere lì.

Magnus, inoltre, aveva la straordinaria capacità di diventare estremamente arrabbiato quando qualcuno lo interrompeva, o lo toccava. Non gli piaceva essere toccato. Piccolo cruccio personale. Poteva toccare chi voleva, come, quando, perché, e per qualsiasi ragione, ma se qualcuno lo toccava… beh, no. No.
Questo poteva essere considerata una parte abbastanza seccante di Magnus e il mostro non improvvisamente lo sbatté contro il muro.

Sicuro, lui non doveva essere toccato. Non si aspettava di subire un attacco. E ora c’era un ginocchio alla sua gola e dal suo aspetto, era rivestito con del veleno. E tutto quello che Magnus sapeva era che era seriamente arrabbiato.

Concentrandosi, fece volare lo strano essere all’indietro, l’oscurità esplose dai margini della stanza. Magnus ebbe solo una frazione di secondo per lanciare una frettolosa, debole barriera su Alexander prima che l’essere potesse alzarsi.

Era un potere interessante, questa Oscurità che Magnus possedeva. Bastava un ombra per iniziarlo e tutto si sarebbe radunato da lì. Quella stanza era particolarmente piena di ombre. Con la sua persuasione, tutte le ombre si raccolsero in un punto, modellandosi e costituendosi in una specie di palla di energia Oscura, anche se non era propriamente la parola adatta. Una persona sana avrebbe argomentato che un’ombra non avrebbe potuto fare del male ad una persona, ma quanto si sbagliavano- l’Oscurità poteva uccidere una persona in un batter d’occhio.

Lo faceva, se non avevi una barriera protettiva.

Che, nella fretta e nella rabbia di tutte quelle cose, Magnus non aveva.

E lui era suscettibile alle Tenebre, come tutte le altre persone lo erano fino alla fine dei tempi.
 




 
 
*Freak non ho voluto tradurlo, altrimenti avrebbe perso di senso. Esiste una traduzione letterale del termine, ma i freak generalmente sono tutte le persone strane, quelle che oggi definiremmo diverse. I freak erano considerati quelli del circo, uomini troppo alti, le gemelle siamesi con uno stesso corpo e due teste ecc. Quindi, in pochissime parole, il termine indica “diverso”.
Scusate per il ritardo IMMENSO per questo capitolo, ma le feste arrivano e il lavoro raddoppia. Spero di riuscire a terminare entro la settimana prossima, mancano solo due capitoli purtroppo. 
   
 
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