My
Gravity – Jared and Kim
La
Mia Kim
La mia Kim.
“…
Perciò la soluzione di questo problema
…”
La mia Kim che sorride.
“…
specificando l’incognita x …”
La mia Kim che arrossisce.
“…
e sostituendo l’incognita y con 3 …”
La mia Kim che mi guarda.
“…
è, Signor Padalechi?”
La mia Kim che mi bacia.
“….”
Voglio la mia Kim.
“Signor
Padalechi?”
Voglio baciare la mia Kim.
“La
soluzione, Padalechi”
Baciare Kim, baciare Kim, baciare …
“PADALECHI!”
“Kim
…” soffiai, voltandomi con rabbia verso chi aveva
osato interrompere i miei
meravigliosi pens- Oh, merda. Mi ero completamente dimenticato di
essere in
classe. Cazzo.
“Si,
Signor Padalechi, tutti in questa classe conoscono la sua adorabile
fidanzata,
la Signorina Kimberly, ma dovrebbe fornire la soluzione del
problema” chiarì
esasperato il professore. Conosceva Kim?
La
mia bellissima, dolcissima, meravigliosa Kim …
“Signor
Padalechi?”
Mancano pochi minuti all’intervallo.
“Padalechi,
ancora disattento?”
Pochi minuti e potrò rivedere la mia
Kim.
“PADALECHI,
ACCIDENTI!”
Oh. Il professore mi sta chiamando. Di
nuovo. Merda.
“Sì?”
chiedo gentilmente.
“La
soluzione”
“Ehm
… Temo di non poter rispondere, Professore”
“Bene
Padalechi. Le metto un bel due sul registro, tanto per ricordarmi
quanto lei
sia disattento durante le mie lezioni e quanto preferisca pensare ad
una
ragazzina piuttosto che alla trigonometria”
Ragazzina?
Oh no. Kim non è una ragazzina: lei è la mia
vita, la mia gravità, il mio
raggio di sole, l’amore della mia vita … Oh, sta
suonando la campanella.
KIM.
In
un attimo raccolgo i miei libri e, con la voce del Professore ancora
nelle
orecchie, mi precipito verso l’aula di inglese. Sento il
bisogno fisico di
vederla, stringerla e baciarla. Lei, la mia Kim, il centro del mio
universo da
due settimane a questa parte. Si può amare così
tanto una persona dopo solo uno
sguardo? Non nel mondo reale: ma cosa in me è reale? Io sono
una creatura mitica
e assolutamente inumana, ma grazie a questo ho trovato lei; non
smetterò mai di
ringraziare Dio per l’angelo che mi ha mandato. Kim. Quasi
lancio i miei libri
nell’armadietto, chiudendolo poi malamente con un pugno e mi
incammino più
velocemente, cercando di evitare tutti questi ragazzini che escono
dalle loro
aule e che mi rimbalzano addosso. Poi, la vedo.
Kim.
Tutto, tutto, tutto svanisce. I suoni,
i colori, i miei pensieri, perfino me stesso. Tutto si annulla e lei
brilla di
luce propria.
È
davanti alla porta della sua aula, impacciata come sempre ed avvolta in
un
cardigan nero che le copre il corpo minuto; tra le mani regge il libro
di
inglese –è troppo pesante per lei, sicuramente
starà facendo fatica- e con lo
sguardo cerca qualcosa, mentre quel cretino di Alex Harrison le sta
accanto e
le parla. Irritante.
Un
ringhio mi nasce spontaneo dal petto, mentre mi avvicino ancor
più rapidamente:
in un attimo le mie braccia sono sui suoi fianchi e la stringo
possessivo a me.
Lei sobbalza sorpresa ed il libro le cade, finendo sui miei piedi; poi,
finalmente,
i suoi occhi sono nei miei. Arrossisce teneramente, ma non abbassa lo
sguardo.
Io mi sento come incantato: non riesco a muovere un solo muscolo,
perché sono
completamente risucchiato dentro di lei. La mia unica ragione di vita.
Si
sporge un po’ verso di me, dal basso del suo metro e
sessanta, arrossendo
all’inverosimile: come è tenera.
Mi
avvicino subito, socchiudendo gli occhi: lei li tiene già
chiusi e da questa
posizione privilegiata posso contare tutte le sue lentiggini. Tenendo
gli occhi
aperti –non voglio perdermi niente, niente di lei- poggio
finalmente le mie
labbra sulle sue.
Il
fuoco esplode dentro di me, divorandomi. La mia temperatura,
già bollente,
aumenta a dismisura ed io mi sento ardere. La sento sospirare di
piacere sulle
mia labbra e non mi controllo più: le avvolgo la schiena con
le braccia,
piegandomi in avanti per raggiungerla, e me la stringo addosso,
sollevandola
leggermente da terra. Lei mi avvolge il viso con le sue piccole mani,
che a
malapena riescono a coprire le mie guance, e risponde al mio bacio, le
labbra
che le tremano.
Giuro,
potrei rimanere così tutta la mattina. Matematica, inglese,
letteratura … Che
me ne importa? Sono solo ostacoli che mi impediscono di passare tutta
la mia
mattina con lei,. Almeno però mi rimane la paus-
Non. Ci. Credo. La follia umana non ha
confini.
Harrison ha cominciato a battere con
insistenza un dito sulla mia spalla.
Ora
mi viene da pensare: vuole morire? Sono grande e grosso abbastanza da
stenderlo
con un dito, tutta La Push mi teme e rispetta e tutti, tutti,
sanno che non mi si deve mai disturbare quando sono con la
mia Kim. Quindi, il ringhio che gli riservo è assolutamente
dovuto. Mi ha
costretto a distogliere l’attenzione da lei,
perciò spero che abbia qualcosa di
veramente importante da dirmi.
“Sì,
Harrison?” chiedo, stringendomi Kim al fianco con un braccio;
lei si adatta a
me come se fosse stata creta apposta per stare lì,
incastrando perfettamente il
corpo morbido sul mio.
“Stavo
parlando con Kimberly, Padalechi. Non è educato interrompere
le persone in
questo modo” chiarisce lui, per nulla intimorito. Allunga una
mano verso Kim,
come a tirarla verso di sé, ma il mio ringhio cupo lo
convince a ritirare la mano.
“Stavi,
Harrison. Fuori dai piedi. Subito” sibilo, fissandolo negli
occhi.
Lui
mi ignora, guardando lei “Kim, penso di dover andare prima
che Padalechi mi
uccida. Ti aspetto giovedì alle cinque a casa mia. Buona
giornata” dice,
dandomi un’ultima occhiata trionfante mentre se ne va. Sposto
lo sguardo su
Kim, sorpreso, e lei distoglie subito il suo, borbottando un saluto
verso
Harrison.
“Giovedì?”
alito, disperato.
Lei
annuisce arrossendo.
Beh,
questo cambia tutto; se lei vuole uscire con Harrison lei
uscirà con lui e non
permetterò che nessuno glielo impedisca. Io per primo.
Le
sorrido gentilmente, cercando di ignorare le fitte di gelosia acuta che
mi
scuotono lo stomaco “Va bene, Kim, mi va bene, non
preoccuparti. Esci pure con
lui, se questo ti rende felice. Però io ho bisogno di te. Mi
basta essere tuo
amico.” dico, staccandola dolcemente da me e prendendole la
mano, mentre mi
chino a raccogliere il suo libro caduto prima. Lai sgrana gli occhi e
apre la
bocca, guardandomi sorpresa.
“No!”
dice disperata, buttandosi di nuovo addosso a me. Io la accolgo,
naturalmente:
non posso dirle di no. Appoggia la testa sul mia fianco, arrossendo
“D-d-dobbiamo …. Fare un progetto di inglese
insieme. N-non è una
a-a-a-appuntamento, mi ha chiesto di essere la sua compagna e non ho
p-potuto
rifiutare” balbetta, arrossendo “Io ti
amo..” finisce in un sussurro. La
mia piccola, dolce Kim. Lei non riesce mai
a dire di no a nessuno.
“Ti
amo anche io Kim” sussurro sui suoi capelli, stringendomela
di più addosso. Ah,
che sollievo “Ma non mi piace che quel cretino ti giri
attorno in questo modo”
“Scusa”
dice mortificata.
“No,
no, no! Non devi chiedermi scusa Kim. Non devi mai chiedermi
scusa” chiarisco
mentre passeggiamo verso il bar della scuola. Ho fame.
Kim
sorride divertita, intuendo la nostra destinazione “Come
è stata la tua
lezione?”
“Mhn,
lo sai. Non mi piace molto l’algebra” rispondo.
Più che altro non mi piace
stare lontano da lei, ma non glielo dico. Meglio non sembrare troppo
ossessivo
“Tu?”
“Lenta,
ma inglese mi piace” dice, sorridendo timidamente
“Oggi pomeriggio usciamo?”
“Certamente.
First Beach?”
Le
corruga le sopracciglia sottili, confusa “Con questo
freddo?” Giusto. Per lei i
cinque gradi di La Push potrebbero essere un problema. Beh, non con me
accanto,
naturalmente.
“Ti
scaldo io Kim” ammicco, guardandola negli occhi “A
cosa ti serve altrimenti un
fidanzato licantropo?”
Lei
arrossisce, borbottando un qualcosa che ha a che fare con
“doppi sensi”.
Scoppio in una risata simile ad un latrato, per poi chinarmi a baciarle
i
capelli sottili e profumati.
Ti
scalderò Kim. Ti proteggerò Kim. Ti
amerò Kim.
Perché
tu sei la mia Kim.
La mia Kim. La mia Kim. La mia Kim. La
mia…
“PADALECHI!
DANNAZIONE! MI HAI FATTO ROVESCIARE IL CAFFEE! GUARDA DOVE METTI I
PIEDI!”
Oops.
***
Il
POV Jared è stato dannatamente difficile da scrivere: la
Meyer non si sofferma
molto sull’imprinting, anche se Jacob ne fa una bella
descrizione in BD. Io
penso che per ogni lupo sia difficile se non impossibile riuscire a
distogliere
l’attenzione dalla ragazza/bambina/neonata del loro
imprinting. Jacob dice che sono loro che li tengono
ancorati al terreno, che sono più importanti di famiglie,
amicizie, amori
passati, branco ecc. Quindi io vedo Jared così: ossessionato
da Kim. E non ha
raggiunto la calma assoluta di Sam, né è un
essere perfetto (Edward) che riesce
a frenare tutte le “emozioni sgradevoli” per Kim.
Ovvero, lui è gelosissimo di
lei e non si fa problemi a mostrarlo. Ah, alla fine a parlare
è lo stesso professore dell'inizio: un mal riuscito
tentativo di far ridere. So che sarebbe stato meglio seguire un
ordine cronologico, ma l’ispirazione è quel che
è.
Ora,
ci tengo davvero tanto a ringraziare coloro che hanno recensito.
È solo la mia
terza fan fiction e perciò ogni commento è
super-gradito. Un bacio a tutti voi
che mi avete fatta felice e grazie di cuore.
Jo
Hale: grazie, grazie, grazie.
Scrivo
questa raccolta proprio per diffondere un po’ di Jered/Kim!
Maka_Envy:
anche io ADORO le Jacob/Nessie, soprattutto perché amo lui e
quindi tutto ciò
che lo rende felice. Grazie di cuore per i complimenti.
Princess
of vegeta6: Grazie mille per i complimenti, per aver recensito e per
aver messo
nei preferiti. È un piacere scrivere qualcosa che la gente
condivide e apprezza!
Per quanto riguarda gli altri imprinting, personalmente li amo tutti,
perché è
un amore TROPPO grande. Sono tutti bellissimi, ma quello di Jared, hai
ragione,
è il migliore proprio perché il più
normale.
Virgi_lycanthrope:
Oh, è sempre stupendo trovare membri del mitico 5%. Siamo
pochi ma buoni,
questo è sicuro! Io amo anche Jacob/Nessie,
perché amo lui e se lui è felice
con lei logicamente amo anche lei. Grazie mille per aver recensito.
Baci,
Giuka