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Autore: Eles818    14/12/2015    3 recensioni
«Ora voglio una spiegazione. Com’è possibile che voi due vi siate sposati? E com’è possibile, papà, che tu fossi così arrogante?» Sputò poi, nervoso.
James, che si era sentito sprofondare sempre di più, aveva scambiato uno sguardo con la moglie, prima di parlare. «Senti, Harry, avevo solo quindici anni…»
«Io ho quindici anni! E non ho mai appeso la gente a testa in giù!»
«No, ma io ero un arrogante viziato. Non vado fiero di quello che ho fatto.»
«E come mai – si voltò verso la madre – dopo averlo odiato, vi siete sposati?»
«Perché tuo padre ha messo la testa a posto e mi sono innamorata di lui. Ti basta?»
Harry parve riflettere per quasi cinque minuti, poi alzò il capo per dire un secco «no».
Ambientato al quinto anno di Harry, con i suoi genitori presenti.
Come la storia di Lily e James andò...con un finale un po' diverso.
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Primo Capitolo – L’inizio di tutto

 

 

 L'inizio di tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Harry Potter era appena entrato nella sua casa a Godric’s Hollow, felice di poter passare un po’ di tempo lontano dagli sguardi di tutti.

La sua “avventura” al Ministero era stata fin troppo pubblicizzata e questo, assieme ad altri, era un peso enorme da portare sulle spalle.

L’unica consolazione fu che, finalmente, uno di quelli sarebbe stato spazzato via.

Conosceva i suoi genitori, ormai, e non poteva credere a quello che aveva visto quel maledetto giorno. Quel ricordo l’aveva scosso quasi quanto il ritorno di Voldemort, perché aveva visto un lato dei suoi genitori che non aveva mai nemmeno notato.

Quell’orgoglio che lo prendeva ogni volta che lo paragonavano a suo padre era del tutto scomparso, e aver visto l’odio di sua madre per quest’ultimo l’aveva fatto star male così tanto. Era pieno di dubbi, di certezze diventate incertezze… ma nonostante tutto lui sapeva che suo padre avrebbe risolto tutto, come sempre. Sapeva che con le sue parole lui sarebbe stato di nuovo capace di amarlo come aveva sempre fatto e di credere nell’amore che i suoi genitori provavano l’uno per l’altra… aveva sempre sperato in un futuro affine per lui e non poteva credere che fosse andato tutto in fumo.

Tutte queste motivazioni lo portarono in camera sua – una camera spaziosa ricoperta dai colori di Grifondoro – per potersi liberare di tutta la sua roba e, dopo essersi cambiato per stare più comodo, a scendere e pararsi di fronte ai suoi genitori… non voleva che prendessero una via di fuga.

«Bene – cominciò risoluto – credo sia ora.»

Per un momento gli parve di vedere dell’esitazione in suo padre ma, immediatamente, quello sorrise sornione e si scompigliò i capelli, gesto che – lo sapeva – faceva solo se nervoso.

«Sei sicuro di voler conoscere tutta la storia? Ci saranno cose che non ti piaceranno assolutamente.»

«Papà ho bisogno di sapere… per favore.» Harry abbassò la testa, un po’ abbattuto.

Era consapevole che non tutto quello che avrebbe sentito lo avrebbe reso felice, ma sapeva anche che non avrebbe avuto pace fino a che non avesse conosciuto tutto nei dettagli.

«Ne sono assolutamente certo.» Ribadì ancora.

James sospirò. «Bene, allora… uhm… credo sia giusto cominciare dall’inizio di tutto. Il 1 settembre 1971

 

 

 

Anno 1971

 

 

James Potter si guardava attorno estasiato. Era finalmente arrivato il suo momento e non vedeva l’ora di conoscere tutto quello che c’era da sapere su Hogwarts.

Seppur gli sarebbero mancati i suoi genitori, sarebbe sicuramente impazzito a rimanere lì in attesa di fronte al treno.

Perciò, dopo pochi minuti, si girò risoluto verso di loro e dichiarò che fosse «arrivato il momento dei saluti».

Quelle fatidiche parole per poco non fecero singhiozzare sua madre mentre lo stritolava. Non per la mancanza che lei avrebbe sentito, quello no, ma la povera donna avrebbe dovuto sopportare le stramberie di suo marito da sola.

Il padre in questione guardava la donna dai capelli rosso scuro con cipiglio nervoso, mentre ripeteva le parole «non sono così terribile» con tono stizzito, «Jamie mi aiuta sempre quando voglio fare qualcosa. Adesso chi ci sarà insieme a me?» sull’orlo della disperazione e «mi raccomando, non diventare secchione come tua madre» con espressione terrorizzata.

Dorea Black in Potter lo fulminò con lo sguardo, dando un ultimo bacio al suo bambino tutto rosso per l’imbarazzo.

«Ok, basta. Se continuiamo così mi farete perdere il treno e, anche se so che è il vostro più grande desiderio, non intendo dover architettare una fuga con… non so, una macchina volante. *» Detto questo, li abbracciò per qualche secondo in più e poi, sorridendo emozionato, corse via.

 

 

Aveva trovato da poco uno scompartimento vuoto e si era seduto vicino alla porta, per osservare attentamente le persone che passavano. In un certo senso, James amava molto quel suo piccolo passatempo.

Prima ancora che entrasse, notò una bambina con i capelli e gli occhi rossi.

Quella aprì la porta e timidamente chiese di potersi sedere lì.

 

 

non l’ho mai saputo, Harry, ma credo che fu in quel momento che m’innamorai di lei. Forse il suo sguardo triste o il suo tentativo di trattenere le lacrime mi spinsero a chiedermi chi fosse e quale persona orribile avesse potuto far piangere una ragazza così bella. Non so se fu quello a portarmi all’odio per Severus Piton e all’amore per tua madre… quello che so per certo è che in quel giorno non conobbi solo l’amore della mia vita e la mia nemesi. Io conobbi anche mio fratello…  

 

 

In un primo momento non seppe cosa fare. Voleva avvicinarsi a lei e dirle qualcosa di rassicurante, ma qualcosa di indefinibile dentro di lui gli diceva di stare fermo.

Non conosceva abbastanza quella bambina triste, e forse fu proprio quello che lo fece rimanere in silenzio.

Dopo qualche minuto di tranquillità, quando ancora stava decidendo se parlarle o meno, entrò nello scompartimento un ragazzino con i capelli neri come i suoi, ma sicuramente molto più ordinati.

Aveva un’aria di distratta eleganza che lo fece sogghignare.

Quello se ne accorse, ma non disse nulla se non «questo posto è libero?».

Al che, James annuì, contento.

«Io sono James Potter, e tu sei il signor

Il ragazzino inarcò le sopracciglia e lo guardò freddamente. «Sono Sirius Black. Qual è il tuo problema comunque?»

«Mi chiedevo se fossi all’altezza di parlarti.» Alzò in risposta le spalle l’altro, sorridendo furbescamente.

Sirius, sempre più confuso, balbettò un «certo, perché non dovresti?»

«Perché hai l’aria da snob, naturale.» Rispose James semplicemente.

Una persona normale si sarebbe offesa, ma quello scoppiò in una risata simile a un latrato che illuminò del tutto il suo viso.

«Certo che sei tutto strano tu.»

«Tu hai riso a una mia offesa… quindi sarei io quello anormale?»

Si squadrarono un attimo e poi risero all’unisono, con una chimica che col tempo sarebbe sempre e solo aumentata di grado.

 

 

… mi resi conto nel momento stesso in cui l’avevo intravisto che lui era speciale, così come tua madre. Lui era diverso e aveva i demoni negli occhi. Credo che volessi solo salvarlo, in un modo o nell’altro, ma è diventato subito evidente che da quel momento in poi ci saremmo salvati a vicenda…

 

 

I due continuarono a ridere sguaiatamente, tanto che nemmeno si accorsero che un tipo dall’aria euforica era entrato nello scompartimento e aveva preso a parlare con la ragazza al fianco di James.

Questo, in qualche modo, lo infastidì.

Aveva sperato di poter fare amicizia con lei durante il viaggio e farla sorridere, ma c’era un intoppo nel suo piano… con il naso adunco e i capelli unticci.

Fu solo quando nominò Serpeverde che la sua tattica d’indifferenza crollò, e quel momento di pace finì del tutto.

 

 

… avevo incontrato la mia nemesi, l’unica persona che poteva impedirmi di stare con Lily.»

«Oltre al tuo smisurato ego, tesoro.»

«Grazie cara… sei sempre dolcissima.»

«E tu, mamma? Che hai pensato di papà quando l’hai visto?»

«All’inizio nulla di che. Avevo apprezzato il fatto che non mi avesse disturbato… ma dopo la sua lite con Severus avevo un enorme pregiudizio che mi ha condizionato per lungo tempo… e tuo padre non faceva nulla per smentirlo.»

«A questo ci arriveremo. Bene, dov’eravamo? ...

 

 

Quello fu un giorno memorabile per James Potter.

Aveva trovato un fratello e le sue aspettative non furono deluse dalla scelta del Cappello Parlante su di lui e Sirius.

Era sicuro che sarebbe finito in Grifondoro, nonostante il Cappello gli avesse proposto non molto convinto Corvonero. Sebbene fosse molto intelligente, c’erano delle sue qualità che andavano oltre quel determinato aspetto.

Sirius, tra un boccone e l’altro, gli confidò della sua famiglia e gli disse che il Cappello era del tutto sicuro che lui dovesse andare fra i Grifoni. «Ha detto che non sarei potuto appartenere a nessun’altra Casa».

James ne era contento… e lo fu ancora di più quando conobbe i suoi altri due compagni di stanza: Remus Lupin, un ragazzo biondo e molto gentile, e Peter Minus, molto più timido ma sicuramente a posto.

C’erano anche altre quattro ragazze del suo stesso anno: Lily Evans, la rossa che aveva di già suscitato il suo interesse, Mary MacDonald, Alice Prewett e Marlene McKinnon.

Conosceva già Alice, un’amica di vecchia data. Si scambiarono un cinque e un sorriso, per poi ignorarsi del tutto durante la serata.

Aveva anche provato a interagire con la ragazzina che aveva conosciuto sul treno, ma ricevette indietro solo rispostacce che lo indisposero parecchio.

Fu in quel momento che un po’ della sua arroganza si manifestò davanti a lei, per poi diventare un’abitudine.

«Sai, - cominciò – puoi insultarmi e trattarmi male quanto vuoi, ma ho i miei metodi per vendicarmi.»

Lei inarcò le sopracciglia. «È una minaccia?»

«Solo un avvertimento… Succede quando una persona che tenta di essere gentile riceve una porta in faccia.»

«Se per te gentilezza vuol dire umiliare qualcuno solo perchè è Serpeverde…» Sibilò lei.

Non ricevette risposta… lui si era già girato e le aveva dato le spalle.

Fu, ancora, quello il momento in cui cominciarono davvero a non sopportarsi e a lanciarsi incantesimi e offese dal capo all’altro della Sala Comune o del corridoio di un piano, affollato o vuoto, e a guardarsi con disprezzo e rabbia.

Quel giorno poi, solo quando attraversò il buco del ritratto, poco tempo dopo, stanco e sazio, James sentì davvero di respirare…

 

... aria di casa e di famiglia, Harry.»

 

 

 

 

 

*Riferimento non molto velato alla Camera dei Segreti :p


NdA:

Eccoci con il primo capitolo di questa storia!
Mi sembrava giusto dedicarlo al primo giorno dei nostri Malandrini e della nostra cara Lily...
Con il prossimo capitolo avremo un salto temporale di qualche anno, poi successivamente la storia si soffermerà di più su intere giornate.
Non ho nulla da dire, se non che spero vi sia piaciuto il modo in cui l'ho impostato.
Diciamo che è l'esatto modo in cui io m'immagino l'inizio di tutto, appunto.
Spero di ricevere un vostro parere/una vostra critica, mi farebbe molto piacere! :)
Il prossimo aggiornamento si avrà la prossima settimana... Questa volta ho aspettato solo sei giorni, ero troppo impaziente!
Bene, ho detto tutto quello che dovevo dire!
Ci sentiamo presto...
Baci,
Eles  

  
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