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Autore: io_sono_nessuno    15/12/2015    1 recensioni
Piacere! Sono Agnese e ho deciso di scrivere quella che forse si potrebbe definire la mia storia, non tanto perché credo che vi freghi qualcosa della mia vita, figuriamoci, più che altro perché se io sono riuscita a superare l'adolescenza allora potrà farcela chiunque. Questa è la storia di come sono cresciuta e uscita dallo sfondo dove tendevo a rintanarmi, perché, diciamocelo chiaro, a nessuno piace essere quello che guarda, ma in pochi hanno il coraggio di diventare quello da guardare.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -Thommy pensaci! Prima di tutto non sei obbligato a bere, secondo: è una festa! E ci saranno tutti! I popolari, hai presente? Ecco, dobbiamo esserci-

-E allora vacci da sola!-

-No! Tu sei il mio migliore amico e devi venire. Facciamo così: se vediamo che la cosa diventa una merda ce ne andiamo, ok?-

-No, ci penserò, se proprio vuoi. Ora ascolta che io non ci ho capito nulla e mi serve qualcuno che mi spieghi-

-Ha ha ha-

Ancora non mi spiego questa sua repulsione nei confronti dell'alcol, secondo me ha paura, ma non capisco di cosa, di perdere il controllo? Non sarebbe così idiota da ubriacarsi. Di sembrare un scemo? Non vedo dove sia il problema. Capiamoci, non è che io sia un'alcolizzata o simili, non mi sono mai ubriacata, solo che ho una visione più aperta delle cose e mi piacerebbe provare. Non prendetemi per una ragazzina che non sa quello che fa: so benissimo quali sono gli effetti, ma il punto è sono consapevole dei miei limiti e non ho problemi a raggiungerli, l'importante è non superarli.

Il resto delle lezioni passano velocemente e visto che manca il professore dell'ultima ora abbiamo il permesso di tornare a casa prima, amo la scuola in Germania, cioè, non capite male: io odio la scuola come qualsiasi altro adolescente, solo che qui è tutto più facile: non c'è il prof? A casa! Iniziano le vacanze? Niente compiti, sono vacanze proprio per questo! Quindi, sì, si può dire che rispetto a quella Italiana amo la scuola tedesca.

Una volta a casa mi sdraio sul divano, prendo un pacchetto di patatine che avevo nascosto nel mio armadio, il libro che mi ripromettevo di leggere da settimane ma ne io ne lui volevamo, sapete che succede quando un libro non vuole essere letto? Tu lo senti, ogni volta che sei sul punto di prenderlo e iniziarlo quello ti guarda con gli occhioni tristi e sembra voler dire: “no, oggi no” allora ci ripensi e rimandi al giorno dopo, così via; ma oggi lo inizierò: oggi leggerò quel maledetto libro, mi appassionerò e non smetterò finché non arriverà mia sorella per portarmi di peso a magiare.

È andata esattamente così, e ne vado fiera, a dir la verità sono un un po' meno fiera di aver ignorato tutti i cento e passa messaggi, ma dopotutto è un gruppo: se la saranno cavata anche senza di me. Mi alzo a fatica e seguo la voce dei miei genitori, a quanto pare la pasta si sta raffreddando, pazienza, appena vedo cosa c'è da mangiare ci ripenso, non semplice pasta, sono le lasagne! Con tanto sugo e poco formaggio, perfette in pratica, corro al mio posto e inizio a ingozzarmi.

-Quindi che fai venerdì, Agnese?-

-Ah sì, io folefo andafe da Japofo-

-Quanti siete e chi siete?- mi hanno davvero capita, wow non smetteranno mai di stupirmi.

-Io, Thommy, Jacopo, Riccardo, Lorenza e forse Laura- Lorenza e Laura sono due mie amiche naturalmente non verranno, ma non potevo mica dire: “siamo io e altri cinque maschi di cui uno ha 16 anni, tranquilli andrà tutto bene”, si sarebbero presi un colpo e non mi avrebbero mai più lasciata uscire e ciò va evitato. Comunque è Mattia il diciassettenne, Orlando ha la mia età, Riccardo e Thommy invece hanno 14 anni, e, sì, sono un anno indietro e non ho voglia di spiegarvi il perché, l'importante è che sappiate che non è colpa mia.

-Sicura? Okay, puoi andare-

-Sì! Grazie!-

Proprio in quel momento mi vibra il telefono quindi mi alzo con la scusa del bagno e vado in camera a leggere i messaggi, sono Thommy, Riccardo e Jacopo che per comodità chiameremo Mates, come abbiamo chiamato il nostro “gruppo”:

 

Th: quindi chi è libero domani?

Jack: io, venite tutti da me

io: io possoooooooo! Ma teoricamente ci sono anche Laura e Lorenza, lunga storia

Rik: ti hanno dato il permesso?

Io: si, beh vengono altre due ragazze!

 

Non aspetto la risposta, lancio semplicemente il telefono sul letto e torno a mangiare.

 

 

Questa notte ho dormito davvero male, mi sarò addormentata all'una, e per me è tardi, quindi è stranissimo il fatto che mi sia svegliata presto senza motivo, mi rigiro per un po' nel letto prima di rendermi conto che non mi sono svegliata senza motivo: il telefono accanto al letto sta vibrando, devo smettere di lasciarlo in silenzioso, mi allungo e tiro il cellulare finché non si stacca dal caricatore, poi scorro il dito sullo schermo distrutto a varie cadute che non sto a raccontarvi e finalmente rispondo, o almeno ci provo: -Pro…-

-Finalmente hai risposto! Sono Emma, una compagna di classe di Giorgia, io delle mie compagne avremmo un paio di domande da farti. Primo: come hai conosciuto Orlando?-

-Eh?- ma da dove le tira fuori le energie questa qui? Forse dovrei risponderle, visto che sta ripetendo la domanda con un tono scocciato di una che è obbligata, beh, cara, non ti ho chiesto io di chiamarmi alle 6.53 per parlarmi di un ragazzo che conosco a malapena.

-Io...credo così, cioè, abbiamo semplicemente iniziato a parlare, perché?-

-Okay, numero due: di cosa parlate?- E la mia domanda è andata a puttane?

-Un po' di tutto...non abbiamo argomenti standard-

-Parlate mai di ragazze?-

-No-

-Bene, ultima domanda: lo trovi carino?- Me la immagino in tailleur che agita la penna della laurea con fare superiore e cancella le domande già fatte.

-Bah, non è male, ma non è il mio tipo- se solo sapessi com'è il mio tipo -Ma perché?-

-Okay, ciao- E ha riattaccato, nemmeno il tempo di urlarle contro un “Okay un cazzo! Ora mi spieghi!”.

Mi vesto velocemente e esco dieci minuti in anticipo, il che vuol dire che prenderò il bus dieci minuti in anticipo e arriverò a scuola venticinque inutili minuti in anticipo, sarà una giornata di merda.

A scuola la prima cosa che noto sono Mattia e Orlando che fumano davanti all'entrata e mi dirigo spedita verso di loro perché credo mi debbano delle spiegazioni, e anche perché non ho altro posto dove andare.

-'Giorno!-

-Ciao, ti da fastidio? Se vuoi la butto- Ah, che gentile Mattia, ogni tanto mi stupisce persino lui.

-No no tranquillo, è la tua vita e ci fai quello che ti pare. Quanto a te: 'giorno un corno! Oggi una vostra compagna, Emma, ha avuto la bellissima idea di chiamarmi alle 6.53 per farmi domande del cazzo su di te! Di conseguenza è colpa tua- Prevedibilmente scoppiano tutt'e due a ridere, questa Emma allora è davvero in classe con loro! Non ci potevo credere.

-Emma mi aveva chiesto il tuo numero ma non pensavo volesse farlo davvero…-

-Aspetta, aspetta, aspetta, tu hai il mio numero? E da quando?-

-Da...molto? Me l'ha dato Thommy-

-Io l'ammazzo, e ammazzo anche voi. Vaffanculo- Non so se siete abituate a parlare con i ragazzi, o se siete proprio ragazzi, ma da noi è così, un vaffanculo è come un “ti voglio bene” più o meno. Passo tra i due e vado verso la classe, magari Thommy è già arrivato.

Mattia mi urla dietro: -Ciclo?!- Sì. Anche. Alzo le due mani: una con il dito medio e l'altra con il pollice all'insù. Sento ridere dietro di me, probabilmente c'era altra gente che capiva l'italiano, oppure quei due fatto tutto questo casino da soli, tutto è possibile.

 

Avete presente quei professori noiosi, ma così noiosi che saresti pronto a spararti in testa pur di aiutare i tuoi poveri compagni a saltare un po' di lezione? Ecco, ho appena descritto il prof di arte, anche se pensandoci se avessi una pistola sparerei a qualche compagno di classe, è talmente noioso che perfino la secchiona della classe, che non sono io, ha poggiato la testa sul banco, sto iniziando a prendere in considerazione l'idea di imitarla quando mi arriva un bigliettino:

 

Ho saputo che vai alla festa come ti vesti

 

Alessia

 

Ma la punteggiatura? Rigiro il foglio e scrivo:

 

Vaffanculo.

 

Poi ci ripenso e butto semplicemente il foglietto, le risponderò dopo a voce, tanto non ho molto da dire, io pensavo di mettermi semplicemente felpa e jeans.

 

La giornata sembrava non finire più, finalmente è suonata la campanella che segna la fine delle lezioni, ho accompagnato i ragazzi a Basket e ora sono seduta su una panca e li guardo giocare, non è così male come potrebbe sembrare, dopotutto sono comunque tanti ragazzi carini sudati che sudano ancora di più di fronte a me, ok così sembra terribile. Spero solo che a casa di Jack si facciano la doccia, altrimenti scappo.

   
 
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