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Autore: pam932    17/12/2015    2 recensioni
ero tornato. ero stato davvero uno stupido a pensare di poter rimanere lontano da lei, nemmeno se questo avrebbe significato tenerla al sicuro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: New Moon
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Bella è tornata a casa dopo due giorni trascorsi in ospedale.

Charlie era furibondo anche se ancora non le aveva parlato. Temeva la sua reazione.

Tuttavia non le avrebbe più  permesso di uscire dal suo campo visivo.

Lei rimaneva tutto il tempo chiusa in camera a scarabocchiare o a camminare avanti e indietro.

Alice mi ignorava. Non sapevo nemmeno il perchè. A volte sembrava volesse staccarmi la testa a morsi. i suoi pensieri però non erano chiari e non riuscivo a capire il motivo di tanta ostilità da parte sua.

Mi parlò solo quando mi comunicò che Jacob aveva deciso di non rinunciare a Bella.

A quella notizia scappai nella foresta.

potevo accettare che lui stesse con lei quando era ancora umano ma adesso non lo era più. cos’ha di diverso da me? entrambi siamo un pericolo per lei.

la gelosia mi logorava. Lei lo avrebbe perdonato. E allora? che cosa avrei fatto io? sarei andato via per non tornare mai più? l’avrei lasciata nelle mani di un giovane,volubile licantropo?

tornai da Alice ma lei mi evitava.

“Alice mi dici cosa c’è che non va?”gli chiesi

all’inizio non rispose e si limitò a guardarmi. “C’è che sei un idiota!” scattò irata.

“cosa..?” il suo scatto d’ira mi confuse. Perchè era così brava a nascondermi i suoi pensieri? cosa voleva dire?

“Edward a volte sei così ottuso! Ancora non capisci?”

“No Alice, non capisco. Che cosa stai dicendo?”

“ti sto dicendo che se dovesse succedere qualcosa a Bella ti odierò per sempre”

a quelle parole i miei istinti si attivarono.

“Alice sai qualcosa che io dovrei sapere?” le chiedo. comincia a farmi arrabbiare.

“non volevo essere io a dirtelo, speravo che l’avresti capito da solo e ti saresti messo in moto per fare qualcosa”

“COSA ALICE?” quasi urlai.

“Bella...ha deciso di morire”disse in un sussurro evitando il mio sguardo.

io la guardai ma in realtà non la vedevo.

“menti” le dissi. In realtà ero  io a mentire a me stesso.

“No Edward. non capisci? l’incidente dell’altro giorno non è stato un incidente!”

“NO!” ormai non ero più padrone del mio corpo. ero furioso. presi Alice dalle spalle e cominciai a scuoterla urlando. “E’ stato un incidente! la strada era bagnata e lei...lei era ubriaca Alice!”

“No ti sbagli Edward e lo sai anche tu. Aveva bevuto certo ma l’ha fatto perchè voleva che Charlie non pensasse che si fosse tolta la vita. e poi.. l’ha fatto per te. Perchè ti aveva promesso che non avrebbe fatto niente di stupido.”

“Certo! perchè mettersi alla guida di quella trappola mortale che lei chiama auto completamente ubriaca non è stupido vero?” dissi sarcasticamente.

la furia mi accecò.poi la consapevolezza si fece strada dentro di me.

“l’hai voluto tu no?” aveva detto. “adesso guardami”

stava parlando con me!

non ero mai stato così arrabbiato. nemmeno quella volta che James le morse la mano.

senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai a casa sua e non ci fu tempo per pensare o prendere decisioni. entrai in camera sua e mi bloccai. lei non c’era. c’era odore di sangue. entrai nel bagno e lei era lì con una lama in mano che si faceva dei tagli sui polsi. il sangue colava sulle sue braccia ma non ci badai nemmeno. nemmeno l'odore mi toccava.

si girò verso di me e la lama cadde sul pavimento. mi fissava come se avesse visto un fantasma.

senza parlare mi avvicinai a lei, presi delle bende dall’armadietto e cominciai a pulirgli i tagli.

Lei guardava le mie mani che si prendevano cura di lei come se ancora non avesse capito cosa stesse succedendo.gli occhi le si riempirono di lacrime e per un attimo mi è sembrato che volesse abbacciarmi.

poi un barlume di lucidità le illuminò gli occhi. tirò via il suo braccio dalle mie mani con forza.

“cosa vuoi? cosa sei venuto a fare TU qui?”la sua voce era dura, cattiva. non l’avevo mai sentita parlare così.

Con la stessa cattiveria le presi il braccio pieno di tagli e glielo misi sotto gli occhi:

“cerco di farti mantenere una promessa” le lasciai subito il braccio per il timore di farle male. ero troppo arrabbiato.

lei strabuzza gli occhi e urla:”Una promessa? perchè dovrei mantenere una promessa se la tua non aveva alcun valore?”

mi guardò per un secondo lunghissimo quasi a voler memorizzare ogni tratto del mio viso.

“Vattene” sibilò.

“Bella ascoltami...io..” cerco di mantenere la calma e di addolcire un pò il mio tono

“NO” m’interrompe. “ascoltami tu. vaffanculo” urla spingendomi.

era una furia. non l’avevo mai vista così.

alzo le mani in segno di resa e cerco di farla ragionare. “Bella tu non puoi comportarti così”

“BASTA!” urlò ancora tappandosi le orecchie con le mani.

“Tu non puoi venire qui a dirmi come posso o non posso comportarmi”

“Bella me lo hai promesso!” dico con enfasi

“PROMESSO!” urla lei “ e tu? tu cosa avevi promesso? sarebbe stato come se tu non fossi mai esistito vero?? la tua promessa non valeva niente dal momento in cui l’hai fatta. potevi far sparire le foto, i libri, i regali ma era tutto qui!” dice colpendosi la testa con forza. io ero immobile. non sapevo cosa fare.

sembrava impazzita. poi è scoppiata in lacrime cadendo in ginocchio.

quando mi avvicino per darle conforto lei mi colpisce con uno schiaffo la mano che le tendevo facendosi sicuramente male.

“VAI VIA” urla.

e non potendo fare altro esco dalla finestra, così com’ero entrato.
   
 
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