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Autore: Angel27    19/12/2015    1 recensioni
Dal testo: Mi stringo a lui, anche se il freddo che emana il suo corpo mi fa rabbrividire, sento il suo sguardo grave su di me.
"Mi dispiace" dice scostandosi leggermente, prontamente lo stringo dolcemente a me.
"Preferisco un freddo abbraccio ad una gelida solitudine" sussurro.
Se fosse sogno o realtà non saprei dirlo, poiché la mente sa che erano le illusioni ad ammaliarmi, ma il cuore provava sentimenti reali che la ragione non può spiegare. Si, "il cuore ha ragioni che la ragione non può spiegare." (...)
Allora conta...conta i minuti che ci separano e tira...tira quel filo rosso che mi lega a te, lo sai che c'è, perché ci ostiniamo a non vederlo? Potremo mai arrenderci all'amore?(...)
"Se da cuore o uomo fui tradita non so dirlo. Ascolta cielo la supplica, di questa serva inutile a cui la vita ha dato tanto, ma nulla lei ha dato alla vita, fanne ciò che desideri: straziala, uccidila e poi va da lui gridagli il mio dolore, la mia sofferenza e morte. Ora che mi hai rinnegata...dolce traditore, sangue sarà chiesto e sangue sarà versato."
Perché si sa che quel dio che tutti amiamo mai imparerà ad amare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alle porte del Valhalla in tutta la sua bellezza e potenza si erge quel frassino che sorregge i nove regni e la volta celeste. Yggdrasill l’enorme albero della vita troneggiava tranquillo osservando le immense distese verdi che lo circondavano, alle sue radici bagnate da acque bianche come argilla vegliavano le tre dee, conosciute come Norne.
“Sorella ancora perdi il tuo tempo con le faccende degli Aesir? Urðr non approva lo sai.” Disse Verdandi mentre la sorella, Skuld, carezzava le acque dove erano riflesse immagini dei nove mondi.
“La fanciulla, custode dell’Ultima Luce, ha deciso risveglierà il potere che tanto teme e cresce dentro di lei.” Rispose osservando le acque.
“E lui…” non osò pronunciare il suo nome, ma la dea sapeva a chi alludeva.
“È vicino sorella…presto avverrà lo scontro tanto atteso, ancora una volta le sorti di Yggdrasill vengono decise con spargimenti di sangue, Hela ne sente già l’odore posso sentire le risa malefiche e vedere il compiacimento sul suo volto. E quello Jotun ancora non sa che il suo gioco sta per avere fine.” Continuò.
“Ignori ancora i miei ordini, sorella,- disse Urðr, fece il suo ingresso camminando leggiadra sull’acqua biancastra appena sfiorata dai piedi nudi e candidi- dovrei punirti per questa insolenza.”
“Non mentirmi, so che anche tu hai pensiero per le sorti di quella fanciulla e del pianeta che custodisce.” Ribattè Skuld.
“Non lo nego sorelle… ma siamo custodi di nove regni, dunque il nostro sguardo deve posarsi su ogni popolo, non su un solo abitante.” Così dicendo le invitò a prendersi per mano ed a prestare attenzione ai rami dell’albero sacro, che custodivano nove sfere di diverse tonalità, nelle quali si rispecchiava la vita dei regni che sosteneva.
Un sussurro insistente ruppe il religioso silenzio che regnava in quel luogo, si fece sempre più insistente le tre dee osservavano le sfere che lentamente presero a macchiarsi di nero.
“Thanos…Thanos…Thanos…” il suo nome riecheggiava sempre più forte, riaprirono di scatto gli occhi guardandosi preoccupate.
“È tardi…” sussurrò Verdandi.


Secoli addietro il popolo Jotun, sfruttando la potenza devastante di una Gemma dell’infinito, cuore del suo regno, tentò la conquista di MIdgard.
Laufey, re di Jotunheim, per domare il potere infinito della Gemma ordinò la costruzione del Tesseract, una custodia che la trasformò in un’arma letale. Con questo potere incontrastabile sollevò i giganti di ghaccio contro Asgard e fu guerra.
Odino radunò gli eserciti dei nove regni, tutti risposero all’appello di Padre di tutto nessuno osò tirarsi indietro. Il campo di battaglia fu Midgard regno di esseri mortali, privi di un potere in grado di contrastare la minaccia che li devastava. Quella terra al passaggio di Laufey era divenuta una nuova Jotunheim, solo ghiaccio regnava in quella terra semideserta. Il re Jotun voleva sottomettere quel popolo e regnare su due regni, ma i suoi piani erano destinati a fallire

Odino si presentò in groppa a Sleipnir, il famigerato destriero a otto zampe, che sbuffava impaziente di cominciare lo scontro, e fiancheggiato da divinità le cui gesta le precedevano: Hlér il gigante e re del mare, Baldr dio del sole e della luce, Hœnir dio della forza e dell’aria, Modi dio del coraggio, Ullr dio dell’inverno ed incredibile arciere e Týr il temibile signore della guerra.
Sul campo di battaglia, Laufey si mostrò in tutta la sua potenza. L’esercito dei giganti era tanto numeroso che non se ne poteva scorgere la fine, ma nessuna delle due parti avrebbe tollerato la resa.
Un grido ruppe il silenzio, che avvolgeva quel luogo, e lo scontro ebbe inizio!
Il sangue irrigò ogni angolo di quella terra: nessuna resa, nessun prigioniero, questo era l’ordine.
Quel giorno si decise il destino dell’intero universo.
Fu una lotta tra potenze, lo scontro decisivo tra bene e male che ebbe fine con la devastante sconfitta di Laufey che, oramai privo di esercito, dovette arrendersi.
Odino privò quel popolo del potere del Tesseract, causa della loro ribellione e follia, ma privarli di quella Gemma significava appropriarsi di una forza infinitamente più rara…della vita della stessa Jotunheim.
Ma la Gemma non fu l’unico tesoro che venne trafugato quel giorno, quando riportarono Laufey e ciò che restava del suo esercito su Jotunheim, Odino trovò un neonato abbandonato tra le lande ghiacciate.
Lo riconobbe come il figlio di Laufey, ma le sue dimensioni gli fecero intuire il perché si trovasse da solo tra lande desolate.
Il suo primo pensiero fu quello di ucciderlo, era solo nessuno sarebbe stato testimone di quell’omicidio, ma nel momento esatto in cui alzò il braccio un bagliore lo accecò.
“Come osi tu profanare la vita di un regno?” tuonarono tre voci seguite dall’arrivo di Frigga.
Ed ecco tre donne, le custodi del tempo e del destino degli abitanti di Yggdrasill, la loro dimora è tra le sue radici e da molti sono considerate le giudici dei nove regni.
Verdandi, custode del presente, le sue iridi dorate scrutano l’oggi degli uomini e sull’abito verde bosco, che fasciava il corpo snello e slanciato, risaltava la chioma dorata. Skuld, cuostode del futuro, il suo sguardo è ghiaccio, i capelli seta come nera scivolavano leggeri seguendo le forme del corpo, messe in risalto dall’abito scarlatto. E Urðr colei che decide il fato degli uomini, gli occhi neri paragonabili a un pozzo senza fondo e la chioma argentea che quasi si confondeva con la veste bianchissima.
“Hanno violato la pace dei nove regni, mie signore, il nostro dovere è punirli!” la risposta di Odino non tardò ad arrivare.
“Non sbagli Asgardiano, ma la brama di potere ha sopraffatto la tua coscienza. Punizione non è vendetta, restituisci ciò che hai rubato, riponi l’arma sacra e ti sarà rimessa questa colpa.” Fu Urðr a parlare.
“E lasciare che Laufey si risollevi contro il mio regno? Mai!” ruggì il re degli dei.
“E sia! Ma la tua cecità costerà la vita di tua figlia…una vita per una vita! Ciò che hai rubato lo restituirai centuplicato.” Decretarono le tre dee.
Skuld si avvicinò pericolosamente a Frigga, Odino tentò invano di raggiungerla poiché il seidr delle due Norne lo avvolse come un serpente rendendolo spettatore impotente.
Frigga oppose quanta più resistenza poteva, nel disperato tentativo di difendere quella figlia dal male che le era stato promesso per le colpe del suo stesso padre.
“Prendi la mia vita…ma ti prego lasciala vivere.-sospirò mentre Skuld le stringeva in una morsa ferrea il collo candido- Se vuoi vendicarti non sarà la perdita di una figlia il dolore più grande, ma di colei che riempie i suoi giorni.” Skuld la fissava incerta, scrutò la sua anima e vi trovò sincerità.
Sarai esaudita, dea coraggiosa, ma vedrai ancora molte lune prima che ciò avvenga.’ Frigga sentì chiara la voce della dea risuonare nella sua testa.
“Frigga!” le grida di Odino la riscossero.
“Nel grembo di questa donna c’è una vita e lentamente fiorirà portando in sé il cuore di questo popolo.” Gridò Skuld mentre le sue mani, poggiate sul ventre della regina, venivano avvolte da una forte luce bluastra.
“Non oserete!”  ruggì come un animale ferito l’impotente re.
“Taci traditore! Pagherai il tuo affronto è Yggdrasill che ti impone il suo volere. Un ultimo ordine…crescerai quel bambino nella tua casa, il fato deciderà se sarà o meno la tua rovina. Questa è la tua condanna.” Conclusero.
Padre di tutto non ebbe il tempo di replicare perché svanirono così come erano apparse, non pensò accorse ad aiutare Frigga che teneva tra le braccia quel figlio adottivo, che tanto avrebbero dovuto odiare.
“Non possiamo lasciarlo morire.” Disse la donna cullando quell’essere paffuto dal colorito dei profondi oceani, che faceva a tanti orrore.
“Guardalo non è della nostra razza! Lascialo e torniamo ad Asgard.” rispose sprezzante il dio.
“Le Norne ti hanno ordinato…”continuò decisa stringendo il bambino tra le braccia.
“NON PORTERÒ UN MOSTRO NELLA MIA CASA!” tuonò e il piccolo prese a piangere per la paura.
“Hai messo in pericolo la vita di tua figlia e di tua moglie! Chi è il vero mostro?” rispose a tono la dea.
Il dio sospirò afflitto passandosi una mano sul viso segnato dal sangue, l’occhio ormai ceco gli doleva, ma le parole di Frigga fecero ancor più male. La sua vigliaccheria aveva messo in pericolo ciò per cui viveva e lottava.
“E sia, ma lo crescerai come se fosse tuo, nessuno dovrà conoscere la sua vera natura nemmeno Thor e la creatura che il tuo ventre nasconde.” Disse passando una mano sul bambino che subito assunse un colorito rosa pallido, mentre i suoi occhi si illuminavano di verde smeraldo.
“Si chiamerà Loki: figlio del ghiaccio e del fuoco.” Decise la regina avvolgendolo col suo mantello.


Nota dell’autrice
CIAO A TUTTI! *voce robotica* LA SIGNORINA ANGEL È  MOMENTANEAMENTE ASSENTE SI PREGA DI CERCARLA PIÙ TARDI.
Ciao a tutti! *si fa coraggio*
Sono secoli che non mi sentite lo so e vi chiedo un trilione di volte scusa, ma non riuscivo a portare a termine questo capitolo. MA LA STORIA CONTINUA E CONTINUERÀ! Quindi tranquilli non vi mollo e non la mollo! Ci vuole un pochino ma se sarete pazienti finiremo assieme questo viaggio.
Odino è un bel vigliacco eh? Ora si capisce perché Syn non lo sopporta proprio. Comunque che ne dite? Vi piace un po’ questo ritorno al passato? E’ necessario sapere queste cose per proseguire altrimenti perche ho intitolato la storia “FRATELLO E SORELLA L’ULTIMA LUCE”?
“Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala!” (Citz. Kronk)
Allora ci sono piccole citazioni vediamo se le trovate.
Ah vi dico che oggi per questa storia ho aggiunto una trama extra vedete è prima del prologo sarebbe fantastico sapere cosa ne pensate. *^*
Si ho cambiato un po’ l’intro perché volevo rendere il tutto interessante.
Va bhe ora vi saluto e se vi va date un’occhiata alle tre flashfic che ho scritto: Non c’è bisogno di dirsi addio, E amore entrò nei miei sogni e Ogni uomo uccide ciò che ama. Tutte sul nostro Loki.
Baci e a presto promesso :-*
Angel27

 

   
 
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