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Autore: queenjane    21/12/2015    2 recensioni
Una storia di amicizia, amori, avventure sullo sfondo suntuoso e tormentato del regno dell'ultimo zar di tutte le Russie, di una principessa coraggiosa, dotata di un indomito orgoglio, sopravvissuta, piena di antiche paure e nuovi ardimenti, la sua vita e di chi ha vissuto con lei.. Nata lo stesso giorno di Mozart, principessa di un antico casato, potente e maestoso, amica delle figlie dello zar, ecco Catherine dagli occhi di miele, amata immortale, regina dell'altrove, che si muove sul rumore dei ricordi..
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Ho conosciuto Andrej T. a Mogilev, il quartiere generale dello Zar nel mese di agosto 1915, durante una breve visita …

Quei tempi di incertezza ci avevamo resi duri e sfacciati, io ero vedova, lui scapolo.. la nostra attrazione palese e evidente, tra le righe.
Ero di ritorno da una missione come Cassiopeia 130, un congedo e cercavo di trarre il meglio da ogni circostanza, la vita era troppo breve e preziosa per perdersi dietro alle complicazioni o falsi moralismi..
O almeno in quei tempi mi raccontavo quelle storie ..
Sopravissuti, cosa altro eravamo?
Ero alta, sottile, una più matura espressione negli occhi rispetto ai miei fastosi 18 anni, tanta era la vita che avevo attraversato e che si rifletteva nello sguardo..
Ero incantevole, appassionata, ero vestita color grigio fumo, un flessuoso salice, lui, Andrej, era pura armonia, un dolce spirito nella notte, entrambi trovammo riposo e ristoro uno nell’altra ..
Mi paragonava a una ninfa in versione di bruna, una brunette, appunto, full of charme, mirabile come una statua di Fidia, una perfezione..
E la mia avvenenza era una arma in più, un coltello a due tagli, seducevo ma ben di rado gli uomini mi reputavano intelligente, oltre che bella...
Restavano basiti che non fossi una oca di prima categoria, come se la bellezza non potesse accompagnarsi all’intelletto, un mistero buffo ..


 
( Con Luois non era stato così, con Andrej nemmeno e anche con Philippe, il mio secondo marito, il mio primo amore.. loro mi ritenevano pensante oltre che bella, quando ebbi mia figlia lei rimase fedele alla nostra discendenza, era davvero splendida, sottile, occhi chiari e capelli scuri, vivace e precoce, un vero terremoto.. )
 
E poi sfida e guerra dopo, nella dacha e avanti ancora nella primavera del 1917 ..
Gli piacevo anche se ero magra, con poche curve, la cicatrice sul braccio..
Era la guerra,per me e per lui, pur mutando i fini, gli affetti e la misura.
Le sue braccia erano un rifugio, un germoglio di luce e speranza,altrettanto io per lui …




Nei momenti di quiete, mi sfiorava la collana d’oro sottile che portavo sempre sul collo, con una piccola perla, un regalo di Olga e dei suoi fratelli per un Natale, a cui avevo agganciato la fede..
Le mie armi contro l’ombra.
Il particolare delle mie nocche strette contro la vera di Luois e la perla furono il primo particolare che colpì Olga al suo primo risveglio, quando mi trovò al Palazzo di Alessandro e ancora non si sapevano notizie precise sullo zar..



.. I suoi figli, i principi, tranne Marie si erano ammalati di morbillo con la febbre alta.. e complicazioni, il Palazzo di Alessandro pareva un’ala di ospedale..
Era il mese di marzo 1917.
Io ero arrivata marciando a piedi, dopo i disordini della capitale, una profuga, Alessandra mi accolse senza troppi commenti, ero una principessa di ghiaccio e neve, gli arti doloranti per la camminata nel freddo ..
Volevo solo giungere alla meta, non contava l’assalto, che avessero spaccato i mobili e le porte, rubato le suppellettili e i gioielli,le argenterie,erano solo copie, gli originali mia madre Ella se li era portati in Crimea..
Delle tappezzerie, dei damaschi, non mi importava..
Con gusto sadico, Pietr Raulov teneva ben pochi vini nelle cantine, non si sarebbero ubriacati a sue spese ..
A quel punto, io la cosa meno spiacevole che poteva capitare alla zarina in quel marasma.



Avere assunto il comando delle truppe, da parte di Nicola II, con perdite e rovesci aveva fatto sì che si rinfocolassero i sospetti delle persone che la zarina fosse una spia al soldo della Germania ..
Il crudo inverno del 1916-1917 prostrò la Nazione, il cibo scarseggiava,i lutti e le perdite erano immani ..
E i soldati si ribellavano all’autorità dello zar.. .
Un clima di decadimento, senza rimedio, Cassiopeia delle stelle non poteva combatterlo .. da sola ..
L’assassinio di Rasputin della fine del dicembre 1916, una congiura ordita dal principe Jusopov, marito di Irina, nipote di Nicola II, e altri era stato solo un sintomo della tempesta che sarebbe scoppiata ..
In gennaio e febbraio una calma apparente, l’anno 1917 era un presagio funesto, si viveva nell’occhio del ciclone.
E in quel mese di marzo 1917 le condizioni erano peggiorate, i lavoratori erano in sciopero ..
 



Il 7 marzo vi erano state agitazioni, l’8 marzo (Festa della Donna), folle stremate che volevano il pane (.. pensai a quando le donne assalirono la reggia di Verseilles nel 1789 reclamando appunto il pane, i corsi e ricorsi della storia), si riversarono nelle vie della capitale, chiedendo anche la fine delle ostilità ..
 
Dopo due giorni di disordini, lo Zar ordinò all’Esercito di sparare sulla folla, l’11 marzo la Duma, il Parlamento creato nel 1905, all’indomani della mezza rivoluzione di quell’anno, che aveva limitato i suoi poteri, gli chiese di migliorare le condizioni di vita del popolo e Nicola II sciolse la Duma.. come risposta fu molto eloquente.
E tragica.
 
I soldati si unirono agli scioperanti e ai lavoratori, ribellandosi .. la miccia che accese le ceneri ..
Venne dichiarato un Governo provvisorio, il 13 marzo,soldati e lavoratori crearono il “Soviet “di Pietrogrado ..
L’abdicazione fu l’ultimo tentativo di calmare le acque ..
 
In un primo tempo Nicholas abdicò a favore del figlio, pensando che lo avrebbe tenuto con sé, ma gli venne fatto osservare che un qualsiasi governo gli avrebbe impedito di tenere con sé il ragazzo.. che certo lo avrebbero mandato in esilio.
 
Ancora, parlò con il Dottor Botkin, medico imperiale, per sapere se le condizioni di Alessio gli avrebbero concesso di vivere a lungo senza i suoi genitori e così non era, lo sapeva dal 1904, anno della sua nascita fino ad allora, solo un miracolo gli avrebbe consentito di raggiungere l’età adulta.. E lasciò il tutto al Granduca Michele, suo fratello, che declinò di accettare, in attesa di votazioni che si sarebbero tenute nel mese di novembre 1917, per decidere tra monarchia o repubblica.
Così terminarono i 304 anni dei Romanov alla guida di tutte le Russie, in un inverno di neve, per una guerra ..
1613- 1917 ..
Fu allora che disse addio, in questa vita alla principessa Ella.
Non lo sapevano eppure mi piace credere che a quel punto sarebbero rimasti insieme, dopo ..
Che si sarebbero sposati.
Ha amato Ella Rostov-Raulov per tutta la vita.
 Loro per sempre uniti, immutabili.
  • E tu?
  • Io nulla..
  • Scema, che hai inventato… dimmi tutto.
  • Va bene, sei tornata bisbetica, ottimo segno .. Ora ti dico-
Un sussurro, mi stesi vicino a lei, sul fianco, mi fece posto, come quando eravamo bambine, bisbigliando le novità funeste, scioperi, ammutinamento e rivolte .. Invece che raccontare le favole, il suo viso lucido per la febbre.
Non ero più la principessa cantastorie, la principessa Sherazade ..
Rimase in silenzio per un pezzo ma non fece resistenza quando le strinsi una mano tra le mie, palmo contro palmo, gesto compiuto da due bambine, poi diventate ragazze e poi giovani donne, sempre noi che restavamo, così unite non eravamo sole o inerti, era un baluardo nel baluardo… .
Tranne che dormire abbracciate era una altra storia.
Ricordai che l’ultima volta che avevamo compiuto quei gesti, era il 1907, quando ero caduta da cavallo, davvero una vita prima..
  • E tu .. – Usai il suo braccio come cuscino, ero stanca fin nelle ossa, i piedi  e le mani ghiacciate ..
  • Olga ..
  • Catherine ..
  • Hanno assaltato palazzo Raulov e ..
  • Non volevi cacciarti in un altro posto, eh.- In tono serio.
  • Brava., hai indovinato
  • Riposati, un poco .. Hai l’aria stravolta, accomodati, il morbillo lo hai avuto da bambina, quindi non rischi il contagio. –
  • Vero …-  le braccia accostate, sollevò una coperta e mi arresi alla stanchezza, il respiro che si calmava.. la testa contro la sua clavicola, il sussurro, andrà tutto bene, tranquilla, principessa, mia principessa ..
  • Sono la tua principessa, ora e sempre.
Come quando eravamo bambine, una stretta salda, senza pensieri, il sapore di una perduta innocenza.
Olga, sorella.
Olga, mi hai perdonato?
Per le assenze e gli egoismi, per tutto?
Il sussurro del vento era quello di una perduta arpa.
 
E saldai tutti i debiti, il mio egoismo che trovava respiro e fuga.
Tu e io Olga, al diavolo tutto.
Due giocatrici contri la sorte e la prigionia, sempre e comunque.
Inevitabile come l’alba, dolce come un quarto sorgivo di luna.
La grazia immutabile di Olga e delle sue sorelle, la severa austerità di Tatiana, la bontà di Marie e la vivacità di Anastasia.
Tutto tornava, uno specchio capovolto, per sempre noi . .
Sorella mia.

Io sono stata chiamata Catherine in onore di Caterina II, la Grande Zarina, Olga venne scelto come omaggio alla sorella del poema Onegin di Puskin, come poi Tatiana..
Ridevamo, cercando di non badare alla rozzezza delle guardie, alle provocazioni e agli insulti ..
Tatiana divenne ancora più imperscrutabile, un affilato rasoio.
La primavera del 1917 fu il mio riscatto.
Io non sono fuggita.
Ti ho abbandonata una volta, a mia eterna vergogna, non sopporterei altro.
 
Dalle memorie mai pubblicate di Andrej T. “.. A Tolbosk, in Siberia, era freddo, una cosa indicibile, anche per noi soldati ..
Giorni immobili, portavo biglietti, razioni di cibo in più, cercavo di non essere troppo volgare e opprimente..
Non dovevo farmi scoprire, pena la morte e la tortura..
Nicola II era lo zar dei miei giorni di bambino, Catherine il mio perduto sogno dell’altrove.
La famiglia imperiale cercava di trarre conforto dallo stare insieme, uniti, la fede li sosteneva ma era dura, pareva (e in effetti era) che tutti li avessero abbandonati..
Catherine no …
Inviava lettere ufficiali e ufficiose, soldi per il cibo e era salda e immutabile.
Era una regina, una amica, una pietra miliare, il mio eterno amore.
Catherine ..
 
Il cibo era razionato, la noia imperversava, la sorveglianza era stretta, il freddo si tagliava con il coltello ..
Ricordo le granduchesse che passeggiavano nel giardino recintato, gonne nere, mantelli grigi e berretti di angora azzurra, le loro lamentele per la noia, il tempo non passava mai.
Non era la moda di Parigi.
Era organizzata una ruotine, i pasti, le lezioni, il pomeriggio la passeggiata, segando i ciocchi di legna, la sera le commedie..
A Natale si scambiarono dei doni fatti a mano, quaderni rilegati, nastri e sciarpe, il tempo dell’opulenza finito, il primo e ultimo Natale trascorso in esilio ..
Le cerimonie religiose, in prigione ogni evento che rompeva la monotonia era degno di rilievo.
 
Poi, giunse la primavera e dovevano ripartire, verso Ekatenerinburg, prima lo zar e la zarina e la principessa Maria, poi le altre granduchesse e Aleksej.. che aveva avuto una crisi e .. non si poteva affatto spostare.
Aleksej Romanov.
In principio era l’erede, l’atamano di tutti i cosacchi, viziato e coccolato, poi fu un prigioniero, il figlio di un uomo senza nessun titolo.. tranne che Colonnello Romanov. ..
Sembrava tentare il fato e ferirsi di proposito, in Siberia usava scivolare per le scale di casa su una tavola di legno, come una slitta e rimase ferito, una volata, all’inguine..
L’emorragia fu severa e dolorosa, non poteva spostarsi quando i bolscevichi ordinarono di andare verso la Siberia più profonda..
Quel ragazzino di nemmeno tredici anni aveva il coraggio di un leone..
Come Catherine.
Sapeva che poteva morire, e non ne aveva timore, la sua paura riguardavaquello che potevano fargli in prigionia..
Le umiliazioni senza motivo, gratuite, come sbattere addosso alle pareti di una stanza un animale in trappola per il solo gusto della crudeltà ..
Nulla, non li potevo scortare e la granduchessa Olga rimase commossa quando mi inchinai, baciandole l’orlo della gonna, come l’ultimo dei cavalieri, un suddito che si congeda da una principessa..
  • Che fate?
  • Vi rendo ora l’omaggio che non potrò darvi domani.
  • Alzatevi, siete un amico e non certo un suddito .. vi ricorderò con affetto…  Come…
.. Come la nostra principessa, ognuno di noi l’ha amata, in modo diverso, come un miraggio, un rimpianto.
Lei era la padrona del mondo e delle rose.
Catherine ..
 
Le ho stretto le mani, le dita sottili, le nocche magre, cercando di darle la mia sicurezza ..Quello era il congedo tra due amici, alla fine, due compagni di armi che hanno spartito insieme un pezzo di cammino ..
.. il 25 luglio 1918, dopo che mi ero unito all’esercito dei Bianchi, sono stato tra quanti entrati nella cantina di casa Ipatev, l’ultima prigione dei Romanov.
Vedemmo i muri crivellati di proiettili e sangue, le scritte oscene, un verso che Baldassarre fu ucciso nella notte dai suoi servi ..raccogliemmo i mormorii di chi raccontava di un viaggio, un furgone Fiat nella notte e di roghi e ..
Misteriosi fuochi nella notte.
Compresi e dentro di me si aprì il vuoto .. Avevo fallito.. E non importava se non ero il solo, avevo fatto meglio che avevo potuto ..
Addio, Catherine, principessa dell’altrove
Mia amata, immortale”.
 
   
 
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