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Autore: Goten    09/03/2009    18 recensioni
Camminai tranquillo lungo il corridoio della scuola, stavo per imboccare l'uscita quando due mani candide si aggrapparono alla mia giacca. Sapevo benissimo chi fosse.
<< Ti prego aiutami! >> Mormorò implorante nascondendosi dietro la mia schiena.
Ridacchiai. << Bella, che stai facendo? >>
<< Bé... sei mio amico Edward? >>
<< Si, certo. >> Mi sentivo un po' idiota a parlare con lei aggrappata alla mia schiena.
<< Gli amici si proteggono fra loro, giusto? >>
<< Giusto >> Trattenni una risata.
<< Ottimo, allora tu... mi proteggi da loro. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WoW! Mamma mia, sono veramente incredula che tutte le mie storie vi piacciano così tanto! GRAZIE!!! I vostri commenti sono veramente il motore che mi fa andare avanti! E GRAZIE anche alle 119 persone che l'hanno aggiunta nei preferiti! ^^

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Capitolo 5

Isabella aveva il respiro accelerato, il cuore le batteva forte, e un vago sentore di paura la circondava.

Avevo fatto un passo falso, lo sapevo, ma sentire nel suo pensiero la certezza che io l'avessi ingannata, mi aveva fatto agire prima di pensare.

Non volevo che lei si sentisse presa in giro, non da me.

E adesso, mi trovavo in una situazione ancora più spinosa.

Tutto il mio ragionamento durò solo una misera manciata di secondi, i più lunghi della mia intera esistenza.

La fissai ancora, era li, seduta, impaurita...

Lei aveva paura di me... NO! Non potevo permetterlo!

Un dolore forte e incomprensibile mi squarciò in due. Non volevo che lei avesse paura... non di me.

Solo in quel momento, immaginandomi una Bella impaurita correre via, lontano, urlandomi che ero un mostro, realizzai quanto era diventata importante per me!

L'ansia e la paura di perderla, mi fecero decidere...

Con lentezza, forse esagerata, presi con delicatezza la sua mano piccola e candida nella mia, forte e morta. << Non avere paura... >> Le sussurrai piano.

Isabella deglutì, avvertivo la tensione dei muscoli della sua mano tendersi, era indecisa. Avrebbe voluto sfilare la mano dalla mia presa morbida, ma da una parte, sentivo nei suoi pensieri una piccola fiducia affiorare.

<< Ti prego... io, so che è difficile da capire... >> Le sussurrai ancora piano.

La vidi aprire la bocca. << Tu... >> deglutì ancora. << tu leggi nella mente?... >>

Respirai a pieni polmoni. << Si. >> Confessai.

Oddio...

La sua mano tremò.

<< Per favore, non avere paura. >> La supplicai.

Potevo piangere? Non potevo, ma l'avrei fatto in quel momento.

La sua mente era un groviglio di pensieri confusi e distorti, era in panico... ed era tutta colpa mia... sapevo che non avrei mai dovuto sperare in qualche cosa... non dovevo affezionarmi ad un essere umano... ma Isabella era speciale... non avevo resistito. La mia forza era crollata subito davanti a lei.

Con gentilezza e tristezza, le lasciai andare la mano. Afferrai il pomello delle marce e misi in moto l'auto, l'avrei accompagnata a casa e poi, sarei uscito dalla sua vita.

Non ne avrei più fatto parte.

Quello che mi stupì, fu il sentire di nuovo la sua mano appoggiarsi sulla mia, di scatto mi girai verso di lei.

I suoi occhi mi fissavano ancora dubbiosi, ma la paura sembrava svanita.

Respirò profondamente. << Dovresti... dare tempo alle persone... >>

La guardai senza capire.

La sua presa si rafforzò ancora e un debole sorriso le comparve sul volto. << Edward, non puoi sganciare una bomba simile e non darmi il tempo di assimilare la cosa... >>

Sentivo nuovamente la speranza varcare le soglie del mio corpo.

<< Questo vuol dire che non hai paura? >> Domandai con un angoscia.

Prese un bel respiro. << No... >>

La sensazione di gioia che provai fu indescrivibile, non riuscii a tenere a freno le mie labbra che si aprirono in un enorme sorriso. << Grazie. >>

Mi schiaffeggiò scherzosamente la mano. Idiota! Ridacchiò.

<< Hey! Piano con le parole! >>

<< Ops... adesso dovrò stare attenta ai miei pensieri... >> Si rilassò sul sedile guardando attraverso il parabrezza.

<< Bé, diciamo che cercherò di non violare la tua privacy. >> Le concessi.

Si voltò ancora verso di me.

<< Ci conto. >> Gli angoli della sua bocca pendevano verso l'alto. Allora, abbiamo ancora un giro a Port Angeles da fare, mi sembra.

<< Subito! >> Mi sentivo stupidamente felice. Ingranai la prima e ripartimmo per la nostra meta, io felice e lei più tranquilla. Isabella stava diventando la mia gioia personale.



A Port Angeles ci recammo, su richiesta di Isabella nella libreria, cercava disperatamente un libro da regalare ad un suo amico, un tale Jacob.

All'inizio non capii, poi, mi arrivò chiara la notizia che quel ragazzo era senza dubbio un Quilutes.

Per il momento, non volli dar peso a quella rivelazione. Finalmente, dopo tanto tempo, mi stavo godendo senza problemi il pomeriggio come un ragazzo normale.

<< Edward!! >>

La voce di Isabella mi riscosse, mi stava aspettando davanti al chiosco dei gelati.

Ridacchiai sotto i baffi, con il freddo che faceva, voleva a tutti i costi un gelato.

<< Tu vuoi qualcosa? >> Mi domandò leccando il suo cono al limone.

<< No, troppo freddo. >> Aggiunsi come scusa. Non potevo ancora rivelarle che il mio cibo, normalmente consisteva in un fluido rossiccio molto gustoso per me e vitale per lei...

Scacciai dalla mente quel pensiero e la seguii, standole accanto.

Nelle menti delle persone, sembravamo una coppietta felice. Mi piaceva quel paragone, se non fosse che io e Bella, eravamo solo amici. Amici e basta... allora perché quella parola mi lasciava l'amaro in bocca?...

Isabella mi prese a braccetto e mi trascinò lungo il molo, mi sentivo leggero, felice.

<< Allora, adesso che facciamo? >> Chiesi.

Buttò il tovagliolino del gelato nel bidone li vicino e mi fissò pensierosa. Quando faceva quell'espressione, le sue sopracciglia si corrugavano, le sue labbra si arricciavano e il suo dito grattava leggero il lato sinistro del nasino.

Era buffa.

Era simpatica.

Era speciale.

Era mia.

Inorridii all'ultimo pensiero. Come avevo potuto pensarlo? No! Eppure, sia la parte umana che quella mostruosa di me, concordavano.

La fissai mentre guardava con circospezione i vari negozi.

Lei non poteva essere mia, lei per me era semplicemente un'amica, preziosa, certo, ma sempre e solo un'amica. Presto, avrebbe trovato un fidanzato, un ragazzo che l'avrebbe amata e lei l'avrebbe sposato e... basta!

Dovetti fermarmi! Il dolore che stavo provando nel saperla lontana da me, mi stava soffocando.

Ripresi conoscenza, quando mi accorsi che Isabella non era più in vista.

Rapido scorsi con lo sguardo il molo, il centro commerciale e le vie li vicino. Nulla!

Ansia, panico, dolore... era solo una minima parte di quello che sapevo stava per scoppiare dentro di me...

<< Edward...? >>

A pochi assi da me, Esme mi osservava curiosa e sbigottita.

Ragionai veloce, lei era un vampiro, lei poteva aiutarmi a trovarla! Stavo per chiamarla, quando due braccia mi afferrarono delicate in vita e sentì il corpo morbido di Bella premere contro la mia schiena.

<< Hey! Allora?! Che fai? Dormi in piedi?! >> Ridacchiò, lasciando la presa sul mio corpo e girandomi attorno, finendo con il posizionarsi davanti a me.

Il mio volto, doveva avere un'espressione di panico, perché all'improvviso la sua voce aveva una nota stonata. << Edward?!... Hey?! Tutto bene?!! >>

Non mi accorsi di quello che feci, reagii e basta, la presi fra le braccia e la baciai.

Tante cose accaddero in quel momento, i pensieri sconvolti di Esme, il battito furioso del cuore di Isabella, la fine pioggerellina che cominciava a scendere e... il mio senso di completezza.

Finalmente stavo bene. Finalmente avevo trovato il mio posto.

Sei tu... che voglio al mio fianco. Tu e solamente tu...

Questo continuava a ripetere la mia mente, mentre lambivo con gentilezza le labbra di Bella, mentre la mia bocca rimaneva posata sulla sua, mentre i mille e mille pensieri di Esme giravano attorno a noi sconvolti...

Non mi ero mai sentito così vivo e completo. Così consapevole di avere finalmente trovato colei che stavo cercando da tempo. La mia compagna, la mia metà...

In quel momento, qualcosa scattò in me, il mostro parve svegliarsi più forte di prima, anche lui aveva avvertito l'unicità dei miei sentimenti per Isabella, anche lui, d'accordo con la mia parte umana, premeva affinché non la lasciassi più andare.

Mia, solo ed esclusivamente mia!

Mi staccai di poco da quelle labbra, Isabella aveva gli occhi chiusi e la mente sconvolta.

Tenevo il suo volto fra le mani fredde, il mio respiro era affannoso, quasi quanto il suo.

La mia fronte appoggiava delicata contro la sua, le punte dei nostri nasi si toccavano.

<< Edward... >> Mormorò turbata, senza aprire gli occhi. << ... cosa... >>

Passai il pollice sulle sue labbra. << Sshhh... ti prego... >> Mi sembrava di aver corso per miglia e miglia, l'euforia dentro di me, scorreva come un fiume in piena.

Come potevo adesso farle capire tutto quello che stavo provando? Come potevo renderla partecipe della mia scoperta... come potevo evitare che lei mi lasciasse?

La vidi aprire gli occhi molto lentamente, il suo respiro era ancora affannoso, il suo cuore batteva veloce.

Mi persi in quegli occhi scuri, mi persi felicemente.

La mia voce suonava bassa e sensuale. << Isabella, io.. >>

<< Che stai facendo?!! >> Una voce maschile, profondamente irritante, accompagnata da un odore per me nauseabondo, mi interruppe. << Isabella!! >>

Un ringhio feroce stava nascendo nel mio petto. Chi era costui che conosceva la mia Isabella? Chi era questo folle che mi aveva interrotto?

Isabella voltò piano il viso ancora fra le mie mani, verso di lui. << Jake... >> Mormorò piano. Che cosa ci fa qui?

Il ragazzo, Jacob Black, era alto, molto alto, sicuramente un licantropo. Si avvicinò a noi, non potei evitare di leggere nella sua mente e quello che vidi, mi fece arrabbiare ancora di più.

Toglile le mani di dosso succhiasangue!!

Tolsi le mani dal volto della mia futura compagna e l'abbracciai alla vita delicatamente, la schiena di Bella appoggiava rigida su di me.

Il licantropo era a pochi passi da noi.

<< Isabella, ciao. Che fai qui? >> Che diavolo fai con un succhiasangue?!

<< Jake ciao... io e Edward, stavamo facendo un giro... >>

I miei occhi non lasciavano mai quelli del ragazzo. Non mi piaceva come guardava Bella e non mi piaceva quello che provava per lei... l'amava... assottigliai lo sguardo e scoprì di poco i denti. Non l'avrei mai lasciata a nessuno!

Bella avvertì la tensione fra me e lui, ma non capiva da cosa fosse scaturita...

<< Edward... >> La voce di Esme mi avvolse come un balsamo, non ero solo e anche il lupacchiotto lo vide.

Isabella si voltò verso mia madre.

<< Bella, lascia che ti presenti Esme, mia madre. >>

<< Oh, molto piacere. >> Le strinse la mano sorridente, ma nonostante ciò, la mia presa attorno alla sua vita non si sciolse.

<< E' un vero piacere conoscerti, Edward ci ha parlato molto di te... >>

Un lieve rossore le coprì le guance.

<< Stavi andando a casa? >> Le domandai.

Bastò che lei lanciasse uno sguardo rapido per capire. << Si, venite anche voi? Carlisle e gli altri non vedono l'ora di conoscerti Isabella. >> Le sorrise dolce.

<< Oh... io... >>

Jacob prese a tremare, brutto segno. << Isabella! Non andare... >>

Bella si voltò a guardarlo stupita. Perché?

Sapevo di giocare sporco, ma in quel momento, volevo solo portarla via da li, da lui. Suadente le sussurrai all'orecchio. << Isabella... >> si voltò a guardarmi, il suo sguardo si fece vacuo. << ... andiamo a casa... >> Odiavo usare la persuasione in questo modo, ma vedevo chiaramente che Jacob non avrebbe resistito ancora molto.

Lentamente, Isabella si avviò accanto a me.

<< Non puoi farle questo! Mostro! >> Sibilò Jacob venendo nella nostra direzione.

<< Stalle lontano. Lei non è tua... >> Sibilai di rimando, voltandomi appena verso di lui. << è mia! >>

Si fermò cominciando a capire. No! NO! Non puoi volerla per te! NOO! Il tremolio si fece sempre più forte.

<< Pazzo! Vuoi farci scoprire tutti?! >> Stavolta Esme era intervenuta al mio posto.

Velocemente arrivammo alla Volvo, posai Bella sul sedile passeggero, Esme corse verso la Mercedes, non prima di avermi sussurrato.

<< Spero che tu possa illuminarmi, Edward. >>

<< Senz'altro... >>

E partimmo, la Volvo correva veloce, sfiorai addirittura i duecentocinquanta, pur di portare Bella lontano da tutti.

Arrivammo a casa poco meno di mezz'ora dopo, Esme mi stava aspettando sulla porta, aveva già avvisato Carlisle, stava arrivando.

L'effetto della mia voce stava svanendo, Bella stava riprendendo possesso delle sue facoltà e adesso, sapevo di dover dare a tutti tante spiegazioni.

<< Dove siamo? >> La sua voce era leggermente rauca.

<< A casa mia. >>

Come diavolo ci siamo arrivati?! E Jake?! Cosa...

Lo sguardo che mi lanciò, non mi piaceva per niente, aveva paura e avrei scommesso tutto quello che avevo, che più tardi, ne avrebbe avuta ancora di più.

<< Vieni... >> Le porsi la mano, ma lei la rifiutò.

<< No. Edward, voglio... andare a casa... >> Panico e paura, un mix letale per qualunque essere umano.

<< Bella, ti prego. Non avere paura... ti porto a casa, dopo... >>

Scosse la testa, la mano bianca appoggiata ancora alla macchina.

<< Bella, ti ricordi di Esme? >> Le indicai la vampira che ci fissava sull'uscio di casa. << Siamo tornati a casa assieme... >> Le presi la mano con calma studiata. << ... andiamo, ci sta aspettando...>>

Si lasciò guidare in casa, ma sentivo e vedevo la paura nella sua mente.

Il sorriso di Esme la tranquillizzò un po. << Venite, Carlisle sarà qui fra poco... >> Ci fece strada, Bella si lasciò distrarre dall'interno dell'abitazione.

<< ... è bellissima! >> Sussurrò.

<< Ti piace? >> Gli occhi di Esme si illuminarono felici.

<< Moltissimo. >>

<< L'ha arredata lei. >> Le confessai piano, sapevo di dover procedere poco alla volta e soprattutto di dover a tutti i costi metterla a suo agio, perché entro pochi minuti, Isabella avrebbe saputo la verità.

   
 
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