Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eles818    28/12/2015    3 recensioni
«Ora voglio una spiegazione. Com’è possibile che voi due vi siate sposati? E com’è possibile, papà, che tu fossi così arrogante?» Sputò poi, nervoso.
James, che si era sentito sprofondare sempre di più, aveva scambiato uno sguardo con la moglie, prima di parlare. «Senti, Harry, avevo solo quindici anni…»
«Io ho quindici anni! E non ho mai appeso la gente a testa in giù!»
«No, ma io ero un arrogante viziato. Non vado fiero di quello che ho fatto.»
«E come mai – si voltò verso la madre – dopo averlo odiato, vi siete sposati?»
«Perché tuo padre ha messo la testa a posto e mi sono innamorata di lui. Ti basta?»
Harry parve riflettere per quasi cinque minuti, poi alzò il capo per dire un secco «no».
Ambientato al quinto anno di Harry, con i suoi genitori presenti.
Come la storia di Lily e James andò...con un finale un po' diverso.
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Terzo Capitolo – How to save a life

 

 

 

James non aveva mai corso così velocemente, nemmeno quando era Gazza a inseguirlo con i suoi amati strumenti di tortura e nemmeno quando era sua madre a brandire un mestolo di legno dietro di lui.

Stavolta bruciavano in lui il terrore e la consapevolezza di un tradimento.

Dentro di sé ripeteva come un mantra: non l’ha fatto davvero. Non l’ha fatto davvero. Non l’ha fatto davvero...

Anche la voce dei suoi pensieri aveva il gusto della disperazione e, mentre pian piano si rendeva conto che Sirius aveva tradito uno di loro, gli occhi gli si appannavano sempre di più.

Quasi non riusciva a capire dove stesse andando… sentiva il corpo stretto in una morsa di dolore così forte come non l’aveva mai provata prima.

Con il respiro affannato, cercò di darsi un contegno. Doveva salvare Remus dall’orrore che avrebbe provato il giorno dopo, quando avrebbe scoperto cosa aveva fatto a causa di qualcun altro.

Per un attimo, relegò tutta la rabbia e la delusione per potersi concentrare.

Resosi conto di essere ancora al secondo piano, riprese a correre ancora più velocemente.

La luna in cielo era perfettamente piena e la notte sembrava placida e tranquilla, ignara di tutti gli sconvolgimenti che a momenti l’avrebbero presa.

Secondo piano.

Aveva sete e la gola gli bruciava, ma non si sarebbe fermato.

Primo piano.

I polpacci reclamavano riposo, la testa gli girava per le lacrime trattenute, ma non si sarebbe fermato.

Piano terra.

Varcò immediatamente il Portone d’Ingresso e l’aria di dicembre lo fece rabbrividire. Aveva solo una maglietta leggera addosso, ma non aveva abbastanza tempo per preoccuparsi del freddo. Corse verso il Platano, ancora immobile, e si gettò a capofitto sotto di esso, sporcandosi di fango e neve.

Il passaggio era troppo piccolo, come sempre. Dovette abbassarsi e, mentre faceva più velocemente possibile, ogni centimetro di lui si ricopriva di piccoli taglietti e sporcizia.

James, però, era troppo furioso, troppo spaventato, per curarsene.

Quando dei semplici scherzi erano diventati una lotta per la sopravvivenza? Sirius aveva davvero mandato a morire qualcuno solo perché l’odiava?

Man mano che si avvicinava alla Stamberga, cominciò a sentire dei rumori.

Prima sembravano solo fruscii, ma poi si rese conto che erano urla terrorizzate.

Un brivido lo scosse completamente e per un solo secondo indugiò.

Tirò fuori la bacchetta e continuò la sua corsa contro il tempo.

All’ennesima curva, vide Severus Piton, il volto trasfigurato dalla paura, che cercava di ricoprire la porta della Stamberga Strillante con tutto ciò che gli capitava a tiro.

«PITON!»

Quello sussultò e quando si accorse che era stato James a chiamarlo, lo guardò con disprezzo. Non aveva tutti i torti.

In quel momento, il lupo dall’altra parte riuscì ad andare oltre la magia del quindicenne e con un forte scossone si ritrovò di fronte a lui. Respirò piano, accorgendosi della presenza di un ragazzo in più. Si ritrovò spaesato per un momento, prima di ululare e gettarsi su Piton.

 

«Credo di aver fatto, in quel momento, la cosa più coraggiosa ma anche la più stupida che si potesse fare…

 

James si buttò in avanti senza pensare e gli artigli del lupo si conficcarono nella sua schiena. Urlò di dolore e, con un gemito, si voltò verso Piton. «Cosa diavolo stai aspettando? SCAPPA!»

Quello non se lo fece ripetere due volte. Lo guardò indifferente e corse via.

Il lupo, accortosi del ragazzo che scappava, lasciò perdere James e cominciò a inseguirlo. Quello, con uno sforzo enorme, si appoggiò a una rientranza e alzò la bacchetta. «IMPEDIMENTA!» urlò contro il lupo, che venne sbalzato contro la parete del passaggio.

«INCARCERAMUS!» Più volte dovette ripetere l’incantesimo per poterlo immobilizzare, e nel mentre sussurrava delle scuse, nonostante il lupo non potesse capirle. Gli lanciò anche un Pietrificus, per sicurezza.

Fu solo quando Remus cominciò a mugolare, invece di ringhiare, che sentì delle voci chiamarlo.

Fu solo in quel momento che si diede il lusso di svenire.

 

… In quel momento arrivò Sirius assieme a Silente e Peter.»

«Fu la prima volta che ragionai con il cervello. Sapevo di dover avvisare qualcuno che potesse arginare la situazione e l’unico che aveva la giusta autorità era proprio Silente.»

«Già… non ricordo molto. Quando mi svegliai ero nell’infermeria e Sirius era preoccupato come tua madre e Remus ogni volta che giochi a Quidditch, Harry.»

«Vorrei ben vedere! Tutte quelle giravolte che fa mi fanno venire i brividi.»

«è il degno figlio di suo padre. Comunque…

 

Quando James aprì gli occhi, l’unica cosa che vide fu l’espressione preoccupata di Sirius osservarlo attentamente.

Sbattè per un attimo le palpebre, temporaneamente incapace di capire cosa fosse successo.

«Jamie, tutto ok?»

Remus aveva la voce roca e piena di colpevolezza, e fu proprio quello a farlo risvegliare del tutto.

Con uno scatto troppo veloce da sopportare, si girò verso Sirius con un’espressione furente. «Non ti hanno espulso vedo.»

Lui, di contro, ebbe la decenza di arrossire e abbassare il capo. «Mi dispiace… io non ho pensato… sono stato un grande stupido...» Era la prima volta che sentiva l’amico balbettare. Di solito, Sirius Black era tutto tranne che insicuro.

«Bene. Sono contento che tu lo sappia, ma non capisco davvero cosa ci fai qui.»

Quello lo guardò stranito. «Ero preoccupato e volevo assicurarmi che stessi bene.»

«Non m’importa. Sono troppo arrabbiato per guardarti… per favore, vai via.» Da aspra, la voce gli divenne un po’ rotta e per questa sua debolezza si maledì mentalmente.

Sirius annuì, come se si aspettasse quella reazione, e si trascinò fuori dalla stanza.

«Tutto bene?» Rieccola, la voce di Remus. Stranamente non aveva spiccicato parola in quel frangente… proprio lui che doveva essere furioso.

James si girò verso di lui e gli sorrise tristemente, sentendosi un egoista a non aver pensato prima di tutto a lui. «Fisicamente sì… Mentalmente non proprio.» Remus annuì partecipe. «Cos’è successo?»

«Bè… quando mi sono svegliato ha cominciato a riempirmi di scuse. Non gli ho rivolto la parola, ero troppo furioso.» James non aveva mai sentito la sua voce così sprezzante, figurarsi se era di un amico che si stava parlando… di un fratello. «Mi ha deluso.»

«Anche a me…»

«Mi dispiace di averti fatto del male, James.» Sussurrò piano l’amico.

Al che lui si voltò con un’espressione feroce. «Rem, proprio tu non devi scusarti di niente. Chiaro?»

In quel momento, entrò Peter carico di cibarie. «Ho portato qualcosa che possa tirarci su… – disse tutto sorridente – non penso che Poppy approverà, perciò sbrighiamoci a finire tutto.»

I due amici gli sorrisero grati, e felici di avere almeno un amico fedele…

 

…schifoso Codaliscia.»

«James.» Lily lo fulminò e, quando vide che era sceso un silenzio pesante, decise di riprendere lei la storia. «Fu la prima volta che vidi tuo padre privo del suo sorriso…

 

«Alice, sai cos’è successo a Potter&Company? Li vedo stranamente silenziosi e depressi.» Lily esordì dopo qualche giorno dall’accaduto a pranzo, mentre spiluccava qualcosa insieme alle sue amiche.

Quella sospirò, un po’ rammaricata. «Sirius ha fatto un casino… credo sia stato lui a mandare Piton nella Stamberga e qualunque cosa ci fosse l’avrebbe ucciso se non ci fosse stato Jamie.»

Lily storse il naso a sentire il nomignolo affettuoso della sua amica. «Quanto sei melensa.»

Lei alzò le spalle, in risposta. «Siamo amici da quando siamo piccoli ed è una bella persona, sai? A parte quando si comporta da immaturo.»

«Cioè sempre. – ribattè il Prefetto – Adesso mi sento anche in debito con lui, sai? Per Sev… e poi mi dispiace vederli tutti e quattro così sconsolati.»

Alice la guardò divertita. «Sul serio? Non sono i tuoi nemici o cose del genere?»

«Naturale. Questo non vuol dire che non posso ammirare l’amicizia che li lega, però, no? Tu non dire nulla a Potter di quello che ho detto però!» Aggiunse velocemente quando vide una scintilla pericolosa negli occhi dell’amica.

Si girò nuovamente verso di loro e vide James con gli occhi cerchiati di nero e un broncio che non gli si addiceva per niente.

Agì senza pensare… si alzò dal posto in cui era e si sedette di fianco a lui. Non diede segno di averla minimante notata, ma probabilmente è questo quello che succede quando una persona si sente sopraffatta dal dolore.

Gli tamburellò leggermente sulle spalle, schiarendosi la voce, ma questo ebbe l’effetto di uno squillo di tromba per lui. Sussultò e voltò la testa così velocemente che emise un gemito. «Evans, hai cercato di attentare alla mia vita per la quarantetreesima volta in questi cinque lunghi anni.» disse, mentre si massaggiava il collo.

Lei sbuffò contrariata, abituata ormai a quella patetica scenetta. «Ne sono lieta. Devo parlarti.» Per un attimo si torse le mani quando si accorse del suo sguardo indagatore.

«Di cosa?» La sua voce era bassa e profonda e … scontrosa?

Lei lo guardò per un attimo e tossì, per mascherare l’imbarazzo. «Bè, non so esattamente cosa sia successo l’altra notte, ma ti ringrazio. Hai salvato Severus, e lui è il mio migliore amico. E poi, mi dispiace anche per Black.»

«Grazie per la premura, ma è un traditore.» Lily non aveva mai sentito la voce del Malandrino così piena di rancore e questo le fece sgranare gli occhi.

«No che non lo è, - azzardò lei, e si sentì rimpicciolire allo sguardo di fuoco che lui le rivolse – è sempre stato come un fratello per te no? Questo è solo un errore che ha commesso… e in famiglia gli errori vanno perdonati.»

Alle sue parole seguì un silenzio pesante, in cui riusciva a distinguere perfettamente le rotelle del suo cervello girare velocemente.

James sospirò e Lily continuò ad osservarlo di sottecchi, aspettando una sua risposta.

Aveva la fronte aggrottata e gli occhi rivolti verso qualcosa che lei non poteva vedere. Era sicura, però, che stesse pensando a tutte le volte che i due amici si erano guardati le spalle e a tutte le volte in cui Sirius era stato di fatto suo fratello.

Poteva vedere come le sue iridi nocciola si fossero riempite di una nostalgia disarmante, di come le nuvole rinchiuse dentro di esse si fossero almeno un po’ dissipate e come un piccolo e tenero sorriso era spuntato sul suo viso.

Si girò verso di lei, con un’espressione più tranquilla di quanto l’avesse visto in quei pochi giorni. «Hai ragione, Evans. È difficile andare oltre a una delusione, però, e penso di essere umano se avrò bisogno di qualche tempo… tu che ne dici?»

Lily pensò a Petunia e a come si sarebbe sentita se di punto in bianco avesse deciso di rinnegare tutto il dolore che le aveva causato. Lei come avrebbe reagito?

«Certo… anche io avrei bisogno di riflettere per un po’.» Gli sorrise, un po’ stranita da quella conversazione amichevole che avevano appena avuto che era stata cominciata proprio da lei. «Vado adesso – fece, alzandosi – ci vediamo a lezione.»

Alzò una mano in segno di saluto e James le fece un gran sorriso.

 

«Tua madre mi diede molto di cui riflettere.»

«Anche a me – s’intromise Remus, per la prima volta in tutta quella conversazione. – Durante la ronda si divertì particolarmente a farmi la predica, vero Lils?» ...

 

 

Remus era particolarmente giù da quando non parlava con Sirius, soprattutto perché James era distrutto e vederlo così era debilitante per tutti.

Diciamo che lui è l’anima di tutto, colui che nella vita ha avuto sempre ciò che voleva e l’ha condiviso con chi non ha potuto avere la sua stessa fortuna. Aveva preso loro tre e aveva formato una famiglia… pazza, incredibile e unita.

Sapere che questo era solo un bel ricordo li faceva stare tutti incredibilmente male.

Aveva visto Sirius con la testa bassa osservarli in continuazione, farsi avanti per parlare ed essere puntualmente ignorato o evitato. Aveva visto Peter torcersi le mani, cercando di trovare una soluzione al problema, mentre mandava sguardi dispiaciuti all’amico.

E aveva visto soprattutto James affondare sempre di più in una pozza nera fatta di dolore e rimpianto. L’unico momento in cui l’aveva visto un po’ più tranquillo era stato dopo aver conversato con Lily, ma tutto era svanito quando si era ritrovato faccia a faccia con Sirius. Il suo volto era diventato di pietra, aveva cominciato a tremare ed era corso via.

Remus aveva pensato di vedere gli occhi grigi di Sirius pieni di lacrime, ma appena si era di nuovo girato lui era già andato via.

Era questo, quindi, l’umore dei Malandrini – o di quello che ne rimaneva – nell’ultima settimana.

Il sabato, giorno della ronda, si trascinò stancamente verso Lily in Sala Comune.

«Ehi Lily – esordì, sorridendo piano – andiamo?»

Lei sbuffò in risposta, come al solito. «Se proprio dobbiamo.»

Remus rise sinceramente e annuì. Si avviò con la ragazza, più rincuorata dopo averlo visto tranquillo, che cominciò a parlare di tutto per farlo distrarre.

A Lily lui era sempre stato simpatico e spesso non si capacitava di come potesse essere finito in un gruppo come quello dei Malandrini, però doveva anche ammettere che aveva una luce diversa, più luminosa, negli occhi quando era con loro a pianificare scherzi o semplicemente a ridere.

«Sai Rem, - quello sorrise al diminutivo – anche se non riesco a capire perché tu abbia amici di quel calibro, mi manca vedervi insieme.»

Quello storse il naso alzando le spalle, evitando l’implicita domanda.

«Certo, insieme siete arroganti e con il mondo ai vostri piedi – disse sprezzante, virgolettando le sue parole – ma avete una bellissima amicizia.»

«Grazie Lily, ma ti prego di non usare più questo modo per descriverci. Tu non hai la minima idea di quello che i miei am…fratelli… hanno fatto per me. Peter, Sirius – una nota addolorata prese la sua voce al nominarlo – e soprattutto James.»

«Certo, San Potter.» Replicò lei, non riuscendo a trattenersi.

Remus si fermò in mezzo al corridoio e solo in quel momento si accorsero degli spifferi che gelavano l’aria e l’oscurità che li avvolgeva come fosse una coperta.

«Capisco che tu ce l’abbia con lui. Il suo comportamento non è dei migliori… ma è una persona splendida. Ha sempre avuto tutto, ma non si è risparmiato a fare amicizia con un… me che…»

«Che sei un lupo mannaro?» Aggiunse lei, candidamente.

Il gelo che Remus aveva sentito prima si propagò dentro di lui, facendolo smettere di respirare.

«Come… come lo sai?»

Lei rise. «Oh, andiamo. Severus ha sospetti su di te da un sacco di tempo e non è stato difficile fare due più due dopo l’altra notte. Non mi ha ancora detto nulla, immagino che si vergogni di essere stato salvato da Potter.»

«Silente gliel’ha proibito anche. Non so com’è riuscito a non farlo confessare… - aggiunse flebilmente Remus – anche se non so a quanto sia servito. Immagino che ti confronterai con lui dopo.» Aggiunse sprezzante.

«Certo che no. – Lily gli mandò un’occhiataccia – Per mi chi mi hai presa? Non siamo amici, ma sei intelligente. Non mi faccio i fatti degli altri, né ho cambiato idea su di te dopo aver scoperto che una volta al mese cambi… cambi un po’.»

Remus la vide imbarazzarsi sempre di più, tanto che al suo ultimo mormorio le scoppiò a ridere in faccia.

Scese su di loro un silenzio molto più tranquillo. «Grazie.» Disse lui sinceramente. «Non sapevo cosa aspettarmi. Tu cambi spesso, Lily.»

Lei ricominciò a camminare. «In che senso?»

«Sei una persona splendida con tutti, ma con chi non sopporti rasenti la perfidia.»

Lily lo guardò sorridendo. «Ognuno ha i suoi difetti, immagino. Il Cappello aveva i suoi motivi quando mi ha messa a Grifondoro.»

Remus non le rispose, ancora troppo sorpreso che la sua licantropia fosse stata solo un semplice argomento di conversazione e non il suo più grande e orribile segreto.

«Lily sei sicura che… che stai bene in mia compagnia? Lo capirei se volessi starmi alla larga.»

«Non ripeterò quello che ho detto Rem. A me non importa ciò che diventi una notte su trenta, ma chi sei. Chiaro?»

Quello annuì felice in risposta. «Chiaro.»

«Sai – continuò lei, un po’ meno spavalda – dovresti andare avanti. Perdonare Black, intendo.»

Lui la guardò sbalordito.

«Non guardarmi così. Lo penso davvero… lui ti è stato sempre vicino no? L’hai detto prima. Ha fatto un errore, e voi siete la sua famiglia. È sempre stato impulsivo o sbaglio?»

«Certo – s’infervorò Remus – ma sugli scherzi andava bene, ma ha usato il mio problema per vendicarsi. È solo un ricordo per me adesso.»

«Non è un ricordo, ma la tua realtà, e sempre lo sarà. Rem, i vostri scherzi a volte sono crudeli… e li fate senza pensare. Lui si è comportato come fa sempre…come fate sempre. Era la situazione ad essere stata più grande.»

Lui abbassò la testa, un po’ imbarazzato e, dopo parecchi minuti che fecero pensare a Lily che non avrebbe avuto risposta, mormorò un «forse hai ragione».

«Certo che ho ragione.» Disse lei con voce sicura.

 

«E poi dava a noi degli arroganti!» Sbottò James.

«Io non usavo la mia arroganza come arma sugli altri.» Replicò lei con tranquillità. «Comunque parlare con voi vi ha aiutato no? Vi siete chiariti.»

«Sì.» Le sorrise Sirius, grato.

James annuì. «Il giorno dopo tenemmo una riunione malandrina…

 

«Ho mandato a Sirius un biglietto.» Spezzò il silenzio James, in dormitorio. «Gli ho detto di raggiungerci.»

I due nella stanza annuirono.

Mentre aspettavano, James osservava il cielo terso dalla torre e un po’ dell’ansia che lo attanagliava scomparve come fumo.

Quando la porta si aprì, si girò di scatto verso il nuovo arrivato.

Aveva uno sguardo impaurito, che non gli aveva mai visto, e sembrava molto meno curato del solito. «Mi avete chiamato?»

«Sì. Allora – esordì James, schiarendosi la voce – dobbiamo fare una riunione malandrina. Cioè – aggiunse nervosamente – abbiamo fatto una riunione quasi malandrina per la riunione malandrina.»

Sirius l’osservava confuso. «E… quindi, cosa…»

«Ti perdoniamo.» S’intromise Remus, sorridendo dolcemente.

«Non riusciamo a tenerti il muso.» Rise Peter.

«Anche se fai delle cazzate abissali.» Commentò James. «Anche se questa deve essere l’ultima volta.» Avvertì minacciosamente.

Sembrava che Sirius stesse per scoppiare a piangere, ma evidentemente si trattenne, perché mormorò a mezza voce un «grazie» e poi corse ad abbracciarli tutti.

«Sei proprio una femminuccia.» Scherzò James, stringendolo a sua volta.

Solo quando i due si guardarono negli occhi, James capì che era tutto apposto… che suo fratello era finalmente ritornato.

«Allora? Questa riunione malandrina?»

Mentre i Malandrini ridevano tra loro, immaginando tutti gli scherzi possibili e inimmaginabili, a qualche piano di distanza Mary MacDonald giaceva imprigionata in delle funi e del fango ricopriva i suoi lunghi capelli biondi.

Mulciber troneggiava su di lei, con uno sguardo malefico e un sorriso sadico…

 



NdA:

Eccoci qui con il terzo capitolo della nostra storia! Sono riuscita ad aggiornare contro ogni previsione.

Spero davvero che vi sia piaciuto! :) 

Questa è la prima volta che abbiamo una conversazione civile fra Lily e James, ma non è abbastanza.

Non è ciò che farà cambiare idea a Lily. James ha messo da parte la sua arroganza perchè stava male, ma questo è solo un piccolissimo passo.

Alla fine del capitolo ho deciso di inserire Mary e l'attacco avuto da Mulciber... 

Nei ricordi di Piton si nota come i due avvenimenti siano vicini, quindi era giusto inserirlo subito dopo.

Credo ci rivedremo la prossima settimana! Non posso darlo per certo perchè dovrò studiare parecchio!

Onde evitare, vi do già l'augurio di un felice 2016!

Spero sia l'inizio di un anno all'insegna dell'amore, dell'amicizia e della felicità, e questo augurio ve lo mando con la riconciliazione dei nostri cari Malandrini.

Come sempre ringrazio tutti coloro che seguono, ricordano e preferiscono, e soprattutto chi recensisce e mi dà la voglia di continuare.

Voi forse non ve ne rendete conto, ma avere apprezzamenti da un lettore è un magnifico regalo.

Anche le critiche sono bene accette (soprattutto quelle!) perchè spingono chi scrive a migliorarsi sempre di più...

Perciò vi ringrazio davvero con tutto il cuore.

Adesso vi lascio... Buon fine anno!

Baci,

Eles 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eles818