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Autore: Ilanak    29/12/2015    11 recensioni
Un racconto natalizio sull'amicizia e l'amore, con un omaggio ai personaggi dell'Intruso Alain e Isabelle.
Dedicato a mia sorella.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Saint Martine, sei giorni a Natale 1799

 

“Grazie dottore”. Alain accompagnò il dottor Lapierre alla porta porgendogli il mantello.

“Alain, ci conosciamo da molti anni ormai. Ho fatto nascere io la piccola Emme. Ecco, cercherò di fare il possibile per salvarla, ragazzo mio.”

“ Antoine, grazie”. Alain strinse la mano del brav’uomo osservandolo poi incamminarsi nella neve per raggiungere il non lontano centro del villaggio.

Chiuse la porta e rimase un attimo a fissarla. Le notizie non erano buone ed Emme, data la sua giovane età, poteva non sopravvivere una settimana.

“Papà?” la piccola Emme chiamava Alain che non si accorse nemmeno della sua presenza, tanto era assorto in cupi pensieri.

Tirò su col naso e si girò.

“Ecco la mia piccola! Allora cosa dici di tornare a letto e leggere un bel libro mentre la mamma ti prepara qualcosa da mangiare?” la prese in braccio allegramente notando quanto si fosse fatta leggera e pallida.

La sistemò nel suo lettino e le rimboccò le coperte.

“Papà, guarirò? Potrò tornare a giocare con la neve insieme a te e la mamma?” Gli occhi neri della piccola lo interrogarono.

“ Ma certo! Succederà. Succederà molto presto piccola mia!”

“Tra poco è… è Natale papà? “

“Si Emme…”

“Raccontami ancora dei tuoi amici, quelli di Parigi”.

“Non credo sia una buona idea…”

“Ti... ti prego papà. Raccontami di Oscar e André!”

“E va bene, allora ti racconterò di quanto fossero coraggiosi e anche testardi!”

“Dimmi di André. Era bello vero?”

“Questo non credo proprio di avertelo mai detto signorina!”

“È vero che ha perso un occhio per proteggere Oscar?

“Sì, vedi, lui la proteggeva sempre, anche se lei non lo sapeva”.

“Come papà? Con la spada?”

“Con il suo amore, Emme” rispose Isabelle alle spalle di Alain che si voltò e le sorrise.

“Ora basta parlare voi due, è ora di mangiare e prendere le medicine”.

La piccola si sforzò di mandare giù qualche cucchiaio di minestra, poi si addormentò abbracciando la sua bambola di pezza.

I due genitori rimasero accanto a lei.

“Isabelle…” Alain si girò dopo aver messo altra legna nel camino.

“Non abbiamo nessun regalo di Natale da dare ad Emme. Ci siamo scordati di andare al villaggio”

“Ci penseremo domani, dove vai?” chiese Isabelle appoggiando la testa sullo schienale della poltrona.

“Vado a prendere una boccata d’aria” le posò un bacio sulla fronte.

“Alain, andrà tutto bene, vedrai”. Isabelle gli prese una mano portandosela alle labbra. Lo amava.

Ma sapeva che aveva i suoi momenti di solitudine. Lo chiamavano a volte certi ricordi. E lui doveva rispondere.

Così prese il mantello ed uscì nel piccolo giardino innevato alzando lo sguardo al cielo.

Pensò che non sarebbe sopravvissuto ad un altro dolore. Aveva già perso tutti i suoi cari, i suoi amici.

No, non poteva succedere ancora. Non poteva crollare. Ancora.

 

 

24 Dicembre 1788

 

“Comandante, il soldato André Grandier chiede di conferire con lei” la guardia avvisò Oscar, seduta alla sua scrivania con davanti a sé moltissimi fogli, libri, pergamene e una tazza di the fumante.

“Lo faccia entrare” rispose con un tono neutro.

Senti bussare discretamente.

“Avanti”

“Oscar, non torni a casa per la vigilia di Natale?” domandò André con un misto di speranza e malinconia non appena chiuse la porta dietro di sé.

“Sono molto impegnata come vedi e non credo di potermi liberare fino a domattina” non alzò lo sguardo, continuando a scrivere.

“Lo sai che tua madre ci tiene particolarmente ad averti a casa la sera della Vigilia ” sperava André di aver toccato una corda sensibile.

“André io…” alzò lo sguardo per poi abbassarlo velocemente “E sia. Tornerò. Ma più tardi” il tono un po’ più caloroso.

“Bene. Ti aspetterò a casa. A più tardi Oscar” un sorriso mal celato sulle labbra di André.

A palazzo Jarjayes era tutto pronto per i festeggiamenti, più semplici e meno sfarzosi degli anni precedenti.

André arrivò per primo. Dopo aver sistemato il suo cavallo nella stalla, uscì e si fermò, sotto la neve che scendeva lentamente, a pensare ai Natali passati, sempre con lei. Sentì nostalgia di quei ragazzini, di quelle Vigilie passate con Oscar.

Si mise la mano in tasca, come per stringere qualcosa e volse lo sguardo in un punto preciso, sulla neve. Strinse l’altra mano in un pugno per poi scioglierlo.

“André entra! Che fai lì al freddo? Ti prenderai un malanno!” tuonò nonna Marie.

“Nonna! Buon Natale!” André entrò togliendosi il mantello e sfilandosi gli stivali.

“Madamigella Oscar? Tornerà?” chiese la nonna lisciandosi il grembiule.

“Si nonna, stai tranquilla, Oscar avrà già lasciato la caserma a quest'ora”.

“André, ti dispiacerebbe andare ad accendere il fuoco in camera di madamigella? Vorrei fosse bella calda per quando arriva, ma prima vieni a bere qualcosa. Senti che mani fredde che hai!”

“Con piacere. Nonna... mi sei mancata” si abbassò a baciarle la cuffietta bianca e sentì tirar su col naso.

Appena entrato nella camera di Oscar, si rese conto di quanto tempo era passato dall'ultima volta che era stato lì e di cosa era successo quella volta. Non avrebbe potuto dimenticare le parole di lei... I polsi tenuti stretti... quel bacio … la stoffa strappata tra le mani...

La fiamma scaldò subito il suo viso e lui si sedette sul tappeto, proprio come facevano da piccoli. Gli sembrava di udire le sue risate, la sua voce cristallina chiamarlo...

“André!”

Si girò di scatto, nonna Marie aveva un’espressione preoccupata.

“André vieni, madamigella è appena arrivata, ma...non sta molto bene. È quasi caduta da cavallo!”

Non aspettò nemmeno che la nonna finisse la frase che si precipitò giù per le scale come una furia trovando Oscar adagiata su una poltroncina accanto alla madre.

“André! Oscar ha un po’ di febbre, l’aiuteresti caro a raggiungere la sua stanza?” Madame Marguerite stava accarezzando la fronte di Oscar visibilmente preoccupata.

“Ma certo” André non se lo fece ripetere due volte, si avvicinò ad Oscar e la prese tra le sue forti braccia, lei cercò di divincolarsi, ma era troppo debole.

“Oscar, va tutto bene. Ti porto in camera tua e potrai riposare” la voce di André era calma e calda, nonostante la preoccupazione.

Riuscì a portare Oscar nelle sue stanze, seguito dalla nonna e da madame. Se ne andò poi subito lasciando che le due donne si prendessero cura di lei. Ma una mezz'ora dopo era ancora li, fuori dalla sua porta, e quando vide la nonna uscire la fermò e le chiese come stesse Oscar.

“È solo un po’ di febbre André, si è stancata troppo e si è ammalata” si soffiò il naso.

“Credi che... che guarirà presto?” André guardava nel vuoto

“Certo, è solo un’influenza, bene ora vado a preparare del brodo di pollo”.

“Si nonna, io… io ti raggiungo tra un po’”.

La porta della camera si aprì e la madre di Oscar uscì guardando teneramente André, come se lei avesse capito e provasse gratitudine e sollievo a saperlo accanto a lei, come sempre.

“André, non devi preoccuparti. Ha solo preso molto freddo. In ogni caso il dottore verrà domattina” disse avviandosi verso le scale con un piccolo candelabro acceso tra le mani. Non vista diede un ultimo sguardo amorevole ad André e lo vide entrare piano nella camera di sua figlia.

Oscar stava riposando, ma non dormiva e si accorse di una presenza accanto a sé e non ci fu bisogno di aprire gli occhi per sapere chi fosse, lei lo sapeva e basta.

“André…”

“Come ti senti Oscar? Io sono solo venuto ad accertarmi che avessi dell’acqua e…”

“Ti ricordi André? Quante Vigilie di Natale passate qui, su quel tappeto” sorrideva Oscar.

André era stupito da ciò che udiva. Era insolito per Oscar lasciarsi andare così ai ricordi, alla nostalgia. Perché era questo che sentiva André, come se fosse davanti ad uno specchio in cui erano riflesse le sue stesse emozioni.

“Certo che ricordo Oscar, le ricordo tutte” si girò verso il fuoco.

“Cosa ci è successo André? "

“Siamo cresciuti Comandante” si sforzò di avere un tono scherzoso.

“André, dimmi. Tu e Alain siete molto amici?”

“Si Oscar. In un certo senso, lui mi ha salvato”

Oscar si appoggiò ai gomiti tirandosi su.

“Salvato?”

“Passavo un momento davvero buio e immagino non serva dirti quando. Alain con la sua allegria e sfrontatezza mi diede la forza di andare avanti, aiutandomi ad entrare nella tua compagnia. Non so cosa sarebbe successo se non fossi diventato un soldato della guardia” si girò e la guardò.

Oscar ricambiò lo sguardo chiedendosi come fosse possibile che lui la amasse ancora così profondamente e chiedendosi se l’amore fosse quell’intimità che si crea spontaneamente con una persona, senza bisogno di maschere e di veli.

La febbre non era calata e Oscar si ritrovò a tremare di freddo.

“Oscar, tu devi riposare e io sono uno sciocco a tenerti sveglia con le mie chiacchiere” prese un panno bagnato e lo passò sulla sua fronte.

“Anche noi eravamo amici, vero André” sembrava parlasse nel sonno, ma André sapeva che era la febbre.

“Lo siamo ancora Oscar”

“Cosa siamo André?”

Lui le prese la mano, stanco di dover fingere.

“Non lo so…non lo so cosa siamo. Ma so che io non esisto senza di te” Oscar si era addormentata non riuscendo così a sentire le ultime parole di André.

“Buon compleanno mio unico amore” lasciò la sua mano e tornò nella sua camera.

Appena dopo l’alba Oscar si destò e nella mano trovò la rosa bianca di André, il nastro azzurro leggermente scolorito.

“Tutti questi anni... l’hai conservata per tutti questi anni…”

Se la rigirò tra le dita e sul retro ci trovò un’incisione che André doveva aver fatto recentemente. Oscar cominciò a piangere.

L'incisione diceva: “Permettimi di amarti”.

 

 

 

14 Luglio 1789

 

Alain stava trascinando Oscar in quel vicolo grigio e pieno di feriti…

“Comandante ci siamo, ancora uno sforzo…”

“Lasciami giù Alain, sono stanca, sono tanto stanca”.

Alain non sapeva cosa fare, in una muta promessa fatta al suo migliore amico, sapeva che doveva prendersi cura di Oscar, ma non c’era più nulla da fare. Così si accasciò a terra accanto a lei.

Oscar sembrava volergli dire qualcosa.

“Alain, prendila, prendila tu…” cercò con fatica di aprirsi il colletto dell’uniforme per fargli capire cosa intendesse.

“Oscar, è tua...non puoi darla a me” si asciugò le lacrime che gli annebbiavano la vista.

“André avrebbe voluto così…”la voce debole e tranquilla.

Alain prese la rosa di Oscar, sfilando piano il nastro.

“ Volevamo sposarci…”

“Lo so …”

“Addio Alain, lui mi aspetta. Sparate, continuate a sparare”

Alain mise la rosa in tasca e si voltò… aveva un compito da portare a termine… e una vita da vivere. E lo avrebbe fatto, avrebbe vissuto anche per i suoi amici.

 

 

Saint Martine, 24 Dicembre

 

La piccola Emme non migliorò. Le sue condizioni furono stabili fino alla Vigilia di Natale, ma il dottore non diede molte speranze.

Isabelle si sdraiò accanto alla bimba cantando una ninna nanna, ormai credendo di doverla perdere.

Alain rischiò d’impazzire. Cercò di non disperarsi, soprattutto davanti alla moglie che cercava conforto in lui ma quando rimaneva solo, si chiedeva cosa mai avesse fatto di male nella vita per meritare questa punizione.

Corse fuori e s’incamminò verso il sentiero tra gli alberi innevati e urlò, inginocchiato a terra prese a pugni la neve... la neve pensò…

“Ma certo!” si rialzò subito e si diresse verso casa. Non appena fu dentro corse in camera da letto e fece una cosa che non faceva da anni, molti anni. Aprì il baule di Diane, sua sorella. Dentro conservava i pochi ricordi delle persone a lui care scomparse. Uno scialle di sua madre, il nastro per i capelli di Diane, ma lui cercava qualcos'altro… Un piccolo fagotto azzurro.

“Eccolo!” gli brillarono gli occhi.

“Alain cosa succede?” chiese Isabelle alle sue spalle

“Ecco il regalo per la nostra Emme” disse Alain aprendo il fagotto.

La piccola non stava dormendo e sorrise nel rivedere il suo papà.

“Emme, ho una cosa speciale da darti. Buon Natale tesoro” le mise la rosa di Oscar tra le mani e la bambina sgranò gli occhi.

“Papà, è bellissima”

“Apparteneva ad una persona molto speciale. Era di Oscar”

“Ed ora è mia papà? Davvero?”

“Vuoi provarla?” chiese Isabelle commossa legandole al collo il nastro.

“Ti sta benissimo”.

“Credi che André mi troverebbe carina?”

“Un giorno faremo un bel discorsetto signorina”.

Emme rise di cuore ma poi s’indebolì e si rimise sdraiata.

 Alain rivide per un attimo gli occhi di Oscar morente e ringraziò l’amica dentro di sé per il dono fatto, il dono più grande, l’amicizia.

Emme fu estasiata da quel dono.

“Davvero papà, André ha fatto questa rosa?”

“Sì Emme. Tanti anni fa…”

Si addormentò con la rosa stretta tra le mani. Alain e Isabelle di fianco a lei. Pregando per un miracolo.

Il mattino arrivò e Alain si alzò indolenzito dalla poltrona. Mise legna nel camino e andò a sentire la fronte di Emme. Spalancò gli occhi e svegliò Isabelle.

“Svegliati, Isabelle, svegliati”

“Cosa è successo? Emme?” chiese preoccupata

“Sentile la fronte, credo... sì, credo non abbia più la febbre”

“Oh Alain” cominciò un pianto che forse aveva trattenuto per giorni.

E lui l'abbracciò come mai aveva fatto.

“Mamma ho fame” Emme era sveglia e li guardava sorridente, con la rosa ancora in mano.

“Certo, certo ti porto subito qualcosa!”

Qualcuno bussò alla porta.

“Sarà Antoine. Dottor Lapierre, ci sono ottime notizie!”

Il dottore visitò la bimba e sorrise. Emme era fuori pericolo!

“Antoine, avanti fate colazione con noi!” Alain era fuori di sé dalla gioia.

Isabelle preparò la colazione per tutti asciugandosi ogni tanto gli occhi con un fazzoletto.

“Torno subito!” Alain si mise il mantello e uscì fuori nella neve. Alzò lo sguardo al cielo e disse: “Grazie amici” e con un sorriso tornò dentro dove la vita lo attendeva.

 

 

 

                  The End

 

 

 

 

Ringraziamenti: A Silvia per l’aiuto che mi dà nel pubblicare correttamente su questo sito .  A Cecile, Silvia ed Emerald per l’incoraggiamento e a tutti voi che passate a leggere! Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

 

 

   
 
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