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Autore: John Spangler    03/01/2016    4 recensioni
Dopo aver lasciato la piccola città di Cocoyashi, Nami Watanabe e sua madre si trasferiscono nella metropoli di Loguetown, una delle perle della California meridionale, per iniziare una nuova vita. Tra amori, drammi e problemi vari, le loro vicende si intrecceranno con quelle degli altri abitanti di Loguetown, mentre intanto il boss mafioso Crocodile conduce nell'ombra i suoi loschi affari, con la collaborazione del Joker. Come andrà a finire? Lo scoprirete solo leggendo questa storia.
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Pieces'
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Modern Day Life

 

Prologo: Il prete e la ladra

 

13 Ottobre 2013

Loguetown, California, USA

Chiesa di San Roswald

 

Era una sera come tante altre. La chiesa era vuota, illuminata da poche candele attorno alle statue dei santi e sull'altare. La figura incappucciata si muoveva con circospezione tra le ombre, diretta verso la cassetta delle offerte. Avrebbe preferito non farlo, ma non aveva molte alternative. Aveva bisogno di mangiare. Il suo stomaco emise un leggero brontolio al pensiero del cibo. Erano giorni che non faceva un pasto decente.

 

Come mi sono ridotta, pensò la figura. Rubare in una chiesa...mamma si starà rivoltando nella tomba.

 

Arrivata davanti alla cassetta, rivolse una rapida occhiata alla statua di San Roswald accanto all'altare. Anche se sapeva che si trattava solo di un oggetto inanimato, ebbe comunque l'impressione che il santo la stesse guardando e che la stesse giudicando per ciò che si apprestava a fare. Mormorò una breve preghiera e posò a terra lo zaino che aveva in spalla, la testa china e le guance rosse per la vergogna. Aprì lo zaino, prese una forcina per capelli e iniziò ad armeggiare con la serratura.

 

Non era la prima volta che scassinava qualcosa, e quella vecchia serratura arrugginita non offrì molta resistenza. Infatti, meno di un minuto dopo, ci fu uno scatto che nel silenzio della chiesa vuota risuonò con la stessa intensità di un colpo di fucile. La figura strinse i denti e aprì la cassetta, decisa a prendere i soldi e svignarsela prima che qualcuno la cogliesse sul fatto. Ma proprio quando stava per afferrare un mucchietto di monetine, una voce, profonda e vagamente infastidita, tuonò da un punto alla sua destra.

 

- Non lo sai che rubare è peccato?-

 

Un brivido di terrore le corse lungo la schiena. Era stata scoperta! Non ebbe neanche il tempo di girarsi che una mano gigantesca le afferrò il polso destro e la sollevò con estrema facilità. Emise un gemito di paura e guardò l'uomo che aveva davanti.

 

Era un prete, ma dalla stazza si sarebbe potuto pensare che ce ne fossero almeno tre nascosti sotto la tonaca. Aveva una lunga barba nera, una cicatrice sul lato sinistro del volto e delle mani grandi come badili. E un'espressione cupa che non lasciava presagire nulla di buono.

 

- Allora, non hai niente da dire, ladruncola?-

 

La figura incappucciata aprì le labbra per parlare, ma ne venne fuori solo un balbettio confuso.- I-io...n-n-non...-

 

Il prete si spazientì.- Vediamo un pò chi sei...- Con la mano libera scostò il cappuccio della figura, trovandosi davanti il volto di una ragazza dai capelli neri. A occhio e croce, non doveva avere nemmeno vent'anni.- Una ragazza così giovane...perchè sei venuta qui a rubare?-

 

La ragazza deglutì.- A-avevo...avevo bisogno di soldi...h-ho fame...-

 

Il prete si accorse solo allora della spaventosa magrezza della ragazza. Aveva l'aspetto di una persona che non mangia da giorni. E a giudicare dall'odore, aveva anche urgente bisogno di un buon bagno. Inarcò un sopracciglio.- E allora perchè non hai chiesto? Sarei stato più che felice di aiutarti.-

 

- L-la prego...non mi faccia del male...-

 

- Farti del male? Per chi mi hai preso? Non ho nessuna intenzione di farti del male. Voglio solo cercare di capire perchè stavi cercando di rubare i soldi delle offerte. I tuoi genitori non ti hanno insegnato che rubare è sbagliato?-

 

- I...i miei genitori s-sono m-morti...sono sola...non ho un posto dove andare...-

 

- E' la verità?-

 

- S-sì. La prego, non mi faccia del male...-

 

Il sacerdote guardò la ragazza dritta negli occhi. Riusciva benissimo a capire quando qualcuno stava mentendo. E la ladruncola stava dicendo la verità. I suoi occhi erano colmi di paura e sofferenza, e lo guardavano come se fosse il demonio in persona (Non che potesse biasimarla, visto il suo aspetto poco rassicurante). Iniziò a sentirsi in colpa per i suoi modi bruschi. Mise giù la ragazza e mollò la presa. Lei si massaggiò il polso.

 

- Da quanto tempo è che non mangi?-

 

- Non sono s-sicura, ma credo che siano...tre giorni. Prima avevo delle scatolette con me, ma le ho finite. E n-non faccio un pasto vero e proprio da ancora più tempo.-

 

Il prete iniziò a riflettere. Quella povera ragazza doveva averne passate tante per essersi ridotta a quel punto. Probabilmente non era una persona cattiva, ma solo un'anima in pena bisognosa di aiuto. E se le cose stavano così, in quanto uomo di Dio era suo preciso dovere fare qualcosa. Prese una decisione.- Seguimi.-

 

- D-dove?-

 

- In canonica. Ti darò qualcosa da mangiare.-

 

Il volto della ragazza si illuminò. Prese lo zaino e seguì il sacerdote in canonica.

 

Due minuti dopo, il prete guardava a bocca aperta la ragazza divorare un pezzo di pane con una voracità lupesca. Aveva davvero fame, pensò.- Ehi, vacci piano, altrimenti ti farà male.-

 

La ragazza si fermò e deglutì.- M-mi scusi. E' solo che...è passato così tanto da quando ho mangiato del pane.-

 

- Capisco, ma se mangi in quel modo avrai dei problemi allo stomaco. Ecco, bevi.- Le porse un bicchiere d'acqua, che la ragazza mandò giù in un sorso. Le scappò un rutto e si coprì subito la bocca.

 

Il prete sorrise e riprese il bicchiere.- Allora, raccontami qualcosa di te. Perchè te ne vai in giro a rubare nelle chiese?-

 

La ragazza abbassò lo sguardo per la vergogna.- Purtroppo non ho avuto scelta. Negli ultimi tempi...non mi è andata tanto bene. Ho incontrato un sacco di brutte persone, e s-sono stata costretta a rubare per sopravvivere.-

 

- E non hai dei parenti che possano prendersi cura di te, o magari degli amici?-

 

- No, non ho nessuno. I miei parenti sono tutti morti. E non ho amici.-

 

- Sei di qui?-

 

- No, sono...sono nata e cresciuta in Alaska, e per qualche anno ho vissuto in Texas. Sono arrivata qui a Loguetown da poco.-

 

Il prete si accarezzò la barba. Aveva l'impressione che la ragazza stesse nascondendo qualcosa.- Hai detto che i tuoi genitori sono morti, giusto? Come è successo?-

 

- P-preferirei non parlarne, se non le dispiace.- La sua espressione convinse il sacerdote a non chiedere altro al riguardo. Doveva essere un brutto argomento per lei.

 

- Sei in fuga dalla legge?-

 

- No, sono...cerco solo di sopravvivere. N-non ho fatto niente.-

 

- Hmm...- La sua ipotesi si era rivelata corretta. Quella ragazza aveva bisogno di aiuto.- Facciamo così. Per qualche giorno starai qui in canonica, in modo da poterti riprendere. Nel frattempo, parlerò con qualcuno dei miei parrocchiani e cercherò di trovarti una sistemazione più adeguata. E magari anche un lavoro, così non sarai più costretta a rubare.-

 

La ragazza strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca per lo stupore.- D-davvero lo farebbe?-

 

- Certo, figliola.-

 

- Oh, io...non so come ringraziarla...-

 

- Non ringraziare me, figliola. Ringrazia Dio.- A quel punto gli venne in mente qualcosa a cui avrebbe dovuto pensare prima.- Che sciocco, non mi sono ancora presentato!- Tese una mano verso la ragazza.- Io sono Padre Jebediah Urouge. E tu?-

 

La ragazza, tremando leggermente, ricambiò il gesto. La sua mano sembrava ancora più piccola in confronto a quella enorme del prete.- L-lieta di conoscerla, P-padre. Io s-sono Robin. Robin Nico.-

 

 

NOTA DELL'AUTORE: Come promesso, rieccomi qua con un'altra storia. Si tratta di qualcosa di nuovo per me: di solito, mi piace scrivere/leggere storie incentrate sulla nakamaship o cose del genere. Questa qui, invece, pur essendo un AU, è essenzialmente una shipping fic, cioè una storia incentrata su una o più coppie. Ora, premetto che non sono un fan dei crack pairing o di certi tipi di storie. "Ma allora perchè l'hai scritta?", starete pensando. Beh, semplicemente perchè voglio provare a creare qualcosa di diverso da quello che scrivo di solito (e proprio per questo, vi chiedo di essere comprensivi nelle recensioni). In alcune delle mie vecchie storie c'erano delle coppie, ma si trattava di sviluppi casuali della trama (e sempre a differenza delle mie vecchie storie, in questa qui ci saranno pochi morti). Comunque, veniamo al punto: in questa storia compariranno coppie di diverso tipo, cioè sia het che yuri che yaoi. Non vi dirò di chi si tratta per non rovinarvi la sorpresa, ma posso dirvi che alcune di queste coppie sono inedite (o almeno, spero che lo siano). Tra l'altro, in un paio di capitoli comparirà un OC che ho preso in prestito da Yellow Canadair, ma di questo ve ne parlerò più avanti. Inoltre, dovrò purtroppo avventurarmi nel mare dell'OOC. Dico purtroppo perchè di solito cerco di evitarlo, a meno che non ci sia un buon motivo. Qui però il buon motivo c'è: non solo si tratta di un AU, ma molti personaggi hanno avuto delle vite completamente differenti. Ciò nonostante, dove possibile cercherò di rimanere fedele agli originali.

 

Adesso però è meglio che chiuda, ho già detto abbastanza. La storia è composta da trenta capitoli, e verrà aggiornata ogni due settimane, quindi a occhio e croce finirà all'inizio dell'anno prossimo. Spero che avrete la pazienza di rimanere con me fino alla fine.

 

Vi saluto, cari lettori. E buon anno a tutti!

  
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