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Autore: StellinA003    03/01/2016    4 recensioni
"il fantasma vendicatore", una storia un po' diversa dalle altre, una storia che parla di Sana Kurata che all'improvviso , dopo la morte di sua madre, diventa improvvisamente un fantasma e il suo principio principale è la vendetta, la vendetta di Akito Hayama.
si trasforma in umana ed entra nella villa Hayama come cameriera sotto falso nome: Fujiko Matsumoto.
per scoprire i particolari leggete, spero che perdiate il vostro tempo leggendo una cosa bella
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Altro personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fantasma  vendicatore

 

Capitolo 3- Amici? Amici! O… quasi

 
TOC TOC
<< Chi è? >>    << Signor  Hayama,  sono la  signorina  Fujiko,  posso  entrare? >>   << No,  va via >>   << La  prego,  è questione  di un  minuto,  le lascio  una cosa  e poi  vado >>   << D’accordo,  entra >>.
Fujiko  apre la  porta  con  un vassoio  in mano.
<< E  quello cos’è? >>   << Mh?  Questo?  Mi  stupisco   che lei  non  lo riconosca  dato che vive tra  cameriere  e  vassoi  in oro.  È un  vassoio!  Non lo  riconosce? >>
<< Sì,  so cos’è ma…  cosa  contiene >>    << Del  cibo no? >>   << E  per quale  motivo? >>   << Vuole  per caso  digiunare? >>   << Quella  era la mia  intenzione,  con  lei  in casa non  mi  sento  più  neanche  sicuro  a  mangiare >>   << Ehi!  Cosa  sta  cercando  d’insinuare? Io  sono un’ottima  cuoca >>   << Certo, come  no,  in cucina  ho  sentito  urla  di  Annamrie  “ Fujiko, no  quello  non  lo  devi toccare, potrebbe  bruciare  tutto!”  non  erano  state  queste le  parole   di  Annamarie? >>   << Ehm… >>
<< Sei  una  pessima  cuoca >>   << Ma  questo  l’ha  fatto  Annamarie >>   << In questo  caso… lo  mangio >>  prende  il vassoio  dalle  mane  di  Fujiko  e  lo  apre.
Si  vede che  è stato  fatto da  Annamarie,  ha  un  bellissimo  aspetto  e  un ottimo  profumino.
<< Allora?  Ha  intenzione  di mangiarlo  o lo  fisserà  per  un’altra  ora? >>   << Ehm, no,  adesso lo  mangio >>
<< Bene >>.   Akito  mangia  in silenzio  e  Sana lo  scrutava  attentamente.  Akito  se ne  accorge  e  domanda
<< Che  c’è?  Sono  sporco? >>   Sana  ride e   dice
<< Ma no, ti stavo  solo  guardando >>   << Motivo? >>
<< Così!  Non  si può? >>   << Fa  come  vuoi >>
<< Grazie >>.  Dopo  minuti  di silenzio  Fujiko  riprende  a parlare   << Ehm…  senti,  io  volevo  scusarmi per  quello che ti ho fatto,  veramente…  non  l’ho  fatto  di proposito,  per me  è importante  mantenere  il mio  lavoro   e  se qualche  volta  le  rispondo  è solo  perché  io ho  un mio  carattere  piuttosto  impulsivo  e  ribelle >>  Akito   rimane  stupito,  è  il  primo argomento  che trattavano  senza  litigare  e  serio.
<< Non  dice niente? >>   << Sono  stupito >>  Fujiko  ride  << E perché? >>  << Non  lo  immagina? >>  << Hahaha,  in  effetti  sì.  Litighiamo  sempre,  anche  al colloquio  di lavoro  che  dovrebbe essere  una cosa  seria  ma invece  abbiamo litigato  e  adesso  abbiamo  finalmente  un’ottima  conversazione >>   << Già,  e  mi stupisco.  Lei  è una  ragazza  che  sa  tenermi  testa  e  l’ammiro  un po’ >>
Sana  rimane  stupita.
Non  lo immaginavo  così…  così profondo.
Fujiko  sorride    << Davvero?  Grazie.  Anche…  anche  la mia  mamma mi  ammirava,  me lo  diceva  ogni giorno >>
Sana  sgrana gli occhi
Cosa mi  prende?  Ho  parlato  di mia madre  con il  suo  assassino.  Cosa mi  succede?  Perché  mi comporto   i n questo  modo con  lui?
<< E adesso?  Non  te lo dice  più? >>
Sana  sente  crescere  la rabbia.  I  suoi  occhi,  dapprima  tristi,  diventano  infuocati,  ma  Akito non  lo nota  perché  Sana,  essendo  un fantasma,  riesce  a mascherare  le sue  vere  emozioni  molto  bene.
<< No,  è  morta,  ma qualche volta  la sento  che me lo  dice  in sogno >>  Fujiko questa  frase  la  disse  con una  nota  di rabbia  che  non  era  riuscita  a nascondere.
<< Sei  arrabbiata? >>   << No,  assolutamente >>  << Sai, anche  mia madre  è  morta  1 anno  fa.
Mia  madre  mi dava  sempre  consigli su  tutto,   anche  su come  comportarmi  quando  c’è  un ospite,  di solito  odio  gli ospiti  e faccio di tutto  per farli  arrabbiare  ma da  quando  mia madre  mi ha  dato  tutti quei  consigli  ho smesso.  Mia  madre  era una  donna  unica,  garbata,  affrontava  sempre tutto  con il  sorriso.  Era  senza rancori, era  una  donna  degna  di essere  chiamata  tale.  Mi  maca  tantissimo  sai  Fujiko? >>
Sana  rimane ancora  una volta  stupita.  Sapeva  che la  madre  era morta  ma  lei  considerava  Akito  un  uomo  freddo,  senza sentimenti,  ma  dopo le  parole  di  Akito  constatò  che  non  era  affatto così.
<< Mi  dispiace Akito, anch’io  sono nella  tua  stessa  situazione,  mia madre  mi  manca  tantissimo  ed  era  una  donna  così  speciale,  così buffa  e  così  rispettabile  che  non mi  sono mai  sentita  all’altezza  di essere  sua  figlia sai?  Mi  sentivo  un peso,  un qualcosa  di troppo.
Non ho  mai messo  in dubbio  il suo  bene  per  me   né  tantomeno  il  mio bene  per lei  però  io mi  sentivo  una  persona  di troppo nella   sua  vita.  Io  e lei  non  ci assomigliavamo  per niente,  mio  padre  è  morto  durante  un  incidente  quando  ero  ancora  molto  piccola,  non  mi ricordo  nulla  di lui  e  non  l’ho  mai  nemmeno  visto in  foto.  Mia  madre  diceva  che  ero  la sua  fotocopia  però  ogni  volta che c’era  un  ospite  in  casa  nostra,  diceva  sempre  cose  tipo  “Che  bella bambina!  Non  ti somiglia  molto,  l’hai  adottata? Lo  dico  anche perché  non  è  come te,  neanche di  carattere”  molte  volte  ho dovuto  subire  parole  del genere  da  estranei  che  di me  e mia mamma  non sapevano  assolutamente  nulla.
Per  questo  quando  stavo  con lei  mi sentivo una  nullità.
Lei  era  bella, dolce,  simpatica,  forte, riusciva  a baciare  la  vita  anche nei momenti  difficili.  Io invece  dopo  quelle continue  parole  mi sono preoccupata  di costruire  una  maschera  felice,  per  farmi  vedere  contenta  da mia  madre  ma sapevo  che  lei sapeva  che io  non  ero  felice,  infatti  cercava  sempre  di  rendermi  tale dandomi  un  affetto  che solo  una  mamma  poteva  dare.
Non  ha mai  fatto domande,  lei sapeva,  tutto.  Ogni  cosa che  mi  accadeva  e  nascondevo  lei  mi  guardava  negli  occhi,  capiva  il problema  e  senza  farmi  domande  a riguardo  me lo  risolveva  dandomi  il  sorriso, breve,  ma  sincero.  Ed  erano  proprio  quei  momenti  che adoravo.
O almeno,  credevo  di  adorarli  fino  a che  non  venne la sua  morte.  Dopo  la  sua  morte  capii  che in  realtà  amavo  solo il  momento  in cui  lei  mi  donava  affetto  e  mi  ridava  il sorriso,  ma non ho  mai  amato  il non  parlare  con lei dei miei  problemi,  confidandole  cosa  mi  turbava oltre  le parole  di quella  gente.
Non  le ho mai  dato la colpa  di saper  leggere  bene negli occhi delle persone,  la  colpa  la  do  a me  stessa che  ho  sempre  taciuto,  chiudendomi  in me  stessa.  Alle  elementari  tutti mi  credevano  una  bambina  pazza  e  solare,  forte.  Quella  era  la bambina  che  io  AVREI  voluto  essere.  Non  ero forte,  solare,  pazza,  gioiosa…,  ero  solo brava  a recitare,  ero un’ottima  attrice  anche  nella mia  vita,  ed  io odio  le  attrici,  perché  sono false,  io  sono  falsa,  io mi  odio  per  tutto  quel  che non sono  mai riuscita  a dire  a mamma,  per  i miei  dubbi,  le mie  insicurezze.  Solo  dopo  tanto  tempo sono  diventata  forte, perché  sai?  Ho capito  che  nessuno  nasce  forte,  ognuno  di noi  deve  costruirsi  la  sua forza,  anche  se prima bisogna  soffrire  come  cani,  dopo  sarai  forte.
Io  lo  sono diventata dopo  tutte le  cadute e  le rialzate  da sola,  già,  da sola,  mia madre  non  mi aiutava,  perché  non  le confidavo  niente.  Lei  è brava  a  leggere  l’umore  dagli  occhi  ma non  era  brava  a sapere  quali  veri  problemi  affiggevano  la gente,  a meno che  non  le  confidi  il  problema,  ma io  non lo  facevo  mai.
Per  questo ho  dovuto  rialzarmi  da sola.  Prima  della  morte  di mia  madre  però  mi son  detta   “che  brava!  Sono  riuscita  a  rialzarmi  da  sola,  adesso  sono  diventata  una  donna forte,  proprio  come  mia madre”… >>   Fujiko  iniziò  a  singhiozzare,  poi  continuò  << Ma  poi,  dopo la sua  morte  mi  son  ridetta  “a  che serve  essere  diventa  una  donna  forte,  se  mi sono  persa  il  meglio  per  una  madre  e  una figlia?  Mi  sono persa  le  chiacchierate,  i  pianti,  le  consolazioni,  le  giornate  al cinema,  i  segreti  confidati  sotto  una calda  coperta  con un  film  natalizio  alla  TV…   mi  sono  persa  il meglio  che  ci sia  per  una  figlia  o un  figlio  semplicemente  perché  sono  un  egoista.  Se  io mi  sono  sentita  così  in  questi  anni,  non  immagino  come   si sia  sentita  mia madre.  Ma il giorno  della  sua morte  ho  pianto  tantissimo,  mia madre,  anche  se non  lo dimostravo,  era tutto  per me,  era  il mio  punto  fermo,  solo  che  ho  seguito  un  altro percorso  rispetto  al  suo.  E  questo  percorso  mi  ha fatto  perdere  gli  anni migliori  della mia  vita, ed  anche  se  ne avrò  altri  10,  non  potranno  mai  ritornare  indietro,  perché  la persona  a rendere  speciali  quegli  anni  non  c’è  più,  e  non  ci  sarà >>  Akito  rimane  stupefatto.
Non  avrebbe mai  immaginato  che una  ragazza  come  Sana,  una  ragazza  piena  d’energia,  avesse  tale  peso  dentro  di sé.  Non  avrebbe mai  immaginato  tutto  questo,  ci  avrebbe  messo la  mano  sul  fuoco.
Dopotutto  Fujiko  aveva  passato  una  vita simile  alla  sua.
Dopo  tanto,  troppo  tempo  di silenzio  Akito  iniziò  a  parlare.
<< Sai  Fujiko…  ti  posso chiamare  Fujiko  vero?  O mi  arriverà  questa  volta  qualcosa  in testa? >>   Fujiko  scoppiò  a ridere,  un  sorriso  vero  però.
<< Certo  stupido! >>   Akito  ridiventò  serio  e  continuò  a parlare  << Tu  hai vissuto  una  storia  molto  simile  alla mia.  Io  sono  stato  sempre  un tipo  freddo  perché  nessuno  mi capiva.  Io  al  contrario  di te  inizialmente  mi volevo  confidare  però  i miei  genitori  erano  troppo  presi  dal  loro lavoro e  mia sorella  troppo  presa   dalla  moda  e  dalle amiche,  insomma…  non  eravamo  una  famiglia  stabile,  nessuno  pensava  a nessuno.
Col  tempo,  senza  il  vero affetto  di  qualcuno,  diventai  freddo  e distaccato,  allontanando  tutti  coloro  che cercavano  di stabilire  un  rapporta  di  qualunque  tipo  di affetto  con  me.  La  cosa  peggiorò  dopo  la morte  di mia  madre,  non  piansi  neanche  al suo  funerale. Già lei mi dava qualche volta dei consigli, era una donna garbata e tutto, ma senza un motivo preciso, è diventata con me fredda e distaccata
Dopotutto… >>  fece  un  sorriso amaro  <<  Dopotutto  che senso  ha  sentire  la mancanza  di  qualcuno  che  è  come  se  fosse  morto  già  da   quando  tu  sei nato? Era  questa  domanda  che nessuno  riusciva  a comprendere.
A  me una  persona  che  non  ho mai  conosciuto  veramente  non  manca,  è una  cosa  normale >>
<< Capisco,  però  è  pur  sempre  tua madre,  un  vuoto  lo  sentirai  lo  stesso,  anche se  non  dai  a vedere,  ci sarà  sempre  quel  vuoto  incolmabile >>
Non  ho  mai  pensato  che  Hayama,  l’assassino  di mia madre  potesse  avere  una  storia  così  simile  alla  mia.
Dopotutto  mi  è stato  d’aiuto,  finalmente  quel  peso  che mi  attanagliava  lo  stomaco  e  perché  no?  Anche  l’anima.  Si  sentiva…  in  gratitudine  con  lui?  No,  impossibile,  lei  lo  odiava,  era  stato  lui  a  toglierle  la possibilità  di instaurare  un  rapporto  con sua  madre,  no,   era  stata  lei,  lui  non  c’entrava  niente.
AAAH  mi  scoppia  la testa!
<< Noi  abbiamo  fatto  un’esperienza.
E  dalle  esperienze  si ottiene  sempre  una  lezione,  bella  o brutta  che  sia >>   << Sai  Fujiko,  tu  da  tutte  le tue  cadute   e rialzate  hai preso  un’enorme  saggezza,  forse  non te  ne  rendi  conto,  ma  anche  se hai  passato  periodi  bruttissimi,      hai  imparato  molto >>
<< Già,  ma forse  io  non  lo riesco  a riconoscere  perché  mi sento una  nullità, e  il  sentirsi  tale  la chiami  maturità  e  saggezza?  Nha,  impossibile >>
<< Tutto  è  possibile,  basta solo  crederci >>
<< Allora  devi crederci  anche tu.  A  te  manca molto tua madre,  anche se  non lo  ammetti >>
<< No,  a me  non manca  per  niente,  io non  l’ho  mai conosciuta,  è  come  se  non  fosse  mai  esistita >>
<< Ma  invece  è  esistita. Tu  hai ragione! COME se  non  fosse mai  esistita,  ma  è  esistita e  non  puoi  non  ammettere  che ti manca,  perché  lei  ti  manca,  lei  è  pur  sempre  tua madre,  la  donna che  ti ha messo  al  mondo  e  che ti ha  amato  più  di qualunque   altra  cosa  al mondo,  perché  anche se  non  ci crederai,  tua  madre  ti  ha amato,  ogni  madre  ha  amato i  propri  figli, senza  eccezione >>
<< Invece  ti  dico  che  l’eccezione  esiste  e sono io >>
<< No,  non  provare  a  dirlo Akito,  voi  non  siete  riusciti a  istaurare  un  rapporto  come  io  non  l’ho  fatto con  mia madre,  ma  c’era  un motivo.  Quindi  anche  tua madre  avrà  avuto  un motivo  per non  aver  legato  con te.  Capisci? >>
<< No,  mia  madre  non  aveva  nessun motivo  per essere  così  fredda  e  distaccata  da me,  non  ho  mai capito  cosa  passasse  per la  testa  dei miei  genitori  e  sinceramente  non  m’interessa  saperlo  adesso >>
<< Tutto  ciò  che  dici  è  il  contrario  di  ciò  che  pensi e  che vuoi >>    << E  smettila  di farmi  la  predica! >>
<< Nessuna  predica,  sei  tu che  lo pensi,  io dico  solamente  la verità >>
<< Certo,  come  no >>   << Ehi!  Cosa  stai  cercando  d’insinuare?  Che  sono una  bugiarda >>
<< Mmmh,  forse >>  Akito  inizia  a ridere,  seguito  a  Fujiko  che  tira il  suo  piko  delicatamente  sulla  fronte  di  Akito,  facendolo  sghignazzare  ancora  di  più.
Anche  se è  l’assassino  di  mia madre,  dopo  aver  sentito  la sua  storia  sono meno  arrabbiata,  mi  sento  per  caso  in  debito  con  lui?  Forse.
So  solo  che vorrei  questo  momento  non  finisse  mai.
<< Amici? >>  questa  domanda  spiazza  Sana.
Poi  però  sorride  << Amici! O  almeno…  proviamo  ad  esserlo >>
<< Già,  non  si sa  mai >>  poi  si  fissano  per  qualche  istante  negli  occhi  e  ricominciano  a  ridere e  a  rincorrersi.
Sì,  sono  proprio strani  quei  due…
 
 
ANGOLO  AUTRICE
Ciao  ragazzi!  Innanzitutto  buon  anno,  spero  che  quest’anno  sia  pieno  di  aggiornamenti,  LOL,  e  tanta  pace,  ciò  che  nel  2015  non  c’era almeno  per me.
Allora,  cosa  ne pensate  di  questo  capitolo?  Piaciuto?  E  scusate  se  i capitoli  sono  così  corti  però  è  l’unico  modo  che ho per  aggiornare  in  tempo.
Se  li  vorreste  più  lunghi  però  ditemelo così  posso  allungarli  se  volete.
A  presto
SA
 
   
 
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