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Autore: Mrs Montgomery    04/01/2016    22 recensioni
Grace King era al suo ultimo anno di liceo. D’animo allegro e tranquillo, era restia all'amore, non lo voleva cercare né tantomeno trovare.
Lucas Turner si era appena trasferito da Chicago, stufo delle continue liti con i genitori e al turbolento rapporto con loro.
I due coetanei si incontrarono una sera d’estate scoprendo di essere vicini di casa. Ciò non imponeva nessuna situazione comune, se non quella di essere compagni di qualche corso a scuola, inoltre entrambi volevano solamente passare un anno tranquillo.
Grace era appena uscita da una disastrosa relazione e Lucas non desiderava impicci.
Nessuno dei due era in cerca di tenerezza o passione, ma al cuore non si potè comandare e, quando i sentimenti si incontrarono, non poterono far altro che unirsi per formare l'emozione più bella.
La loro storia verrà ostacolata e dovranno prendere delle decisioni che li porteranno a separarsi.
Lucas e Grace riusciranno a ritrovarsi solamente mostrando una forte tenacia e coraggio per superare ogni ostacolo.
Solo così potranno essere liberi.
Liberi di vivere.
Liberi di amarsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Grace camminava lungo il viale ripensando ai divertenti momenti appena vissuti.
Aveva trascorso la settimana a Tybee Island assieme agli amici di sempre: con loro aveva progettato quella vacanza da inizio estate, così da passare gli ultimi giorni nella piena libertà, e nello spasso, prima di tornare in quella prigione sociale chiamata anche scuola. Si erano innamorati dell’isoletta dopo aver assistito alla storica parata ed essersi divertiti come non mai. Distava quattro ore dalla loro città, quindi un viaggio lunghetto, ma ne valse completamente la pena per quei giorni da sogno.
Un ultimo assaggio di totale libertà prima del Senior Year.
Al ritorno, la sua migliore amica le aveva dato uno strappo fino al suo quartiere. Grace abitava in una zona tranquilla di Atlanta assieme ai genitori e al fratello gemello, il quale aveva abbandonato gli studi per vari motivi che lei preferiva non ricordare. Era contenta di esser tornata, sebbene si fosse fatta tarda sera ed era molto stanca per il viaggio.
Con il borsone sottobraccio camminava tranquillamente sul marciapiede, beandosi il suo ritorno. Viveva lì per trecentosessanta giorni l'anno, eppure ogni volta che tornava dalle vacanze era contenta. Atlanta era la sua casa, era il luogo dove aveva passato i più bei momenti della sua infanzia e quelli più divertenti dell'adolescenza. Adorava la sua città e non credeva che ci fosse altro posto che la potesse far sentire come a casa.
Sorrise quando raggiunse il vialetto che portava al portico della sua residenza, immaginava che sua madre avesse preparato qualche spuntino da sgranocchiare mentre le avrebbe raccontato della breve vacanza. Grace e sua madre condividevano un ottimo rapporto; solido e basato sulla fiducia. Erano madre e figlia, ma anche buone amiche.
«Ehi, scusa!» esclamò una voce maschile poco prima che Grace si avviasse per il vialetto di casa.
La ragazza si voltò, osservando una figura mettersi lentamente a fuoco sotto il lampione. Si trattava di un giovane con un borsone in spalla e l’aria spaesata. Grace non osò avvicinarsi troppo, rimase nella posizione giusta per capirsi senza bisogno di urlare e - di conseguenza - disturbare qualche vicino.
«Tranquilla, non sono un maniaco… ehm… volevo domandarti se sapessi indicarmi la casa di Loraine Turner?»
Grace non rifletté molto sui motivi inerenti a quella semplice richiesta, si limitò a rispondere: «È quella lì!» e indicò una modesta casa blu dall’altra parte della strada.
Il giovane lanciò una veloce occhiata all’abitazione e poi si girò verso Grace mostrandole mezzo sorriso. «Grazie. Io sono Lucas Turner» disse allungandole la mano che fu subito stretta.
«Grace King» si presentò di rimando.
«Tu abiti qui?» Lei annuì e questo scaturì l’affermazione seguente del ragazzo. «A quante pare saremo vicini di casa!»
«Vicini di casa?»
«Sì… io mi sto trasferendo qui proprio adesso. Loraine è mia nonna».
«Oh, beh… benvenuto!» Grace sorrise spontaneamente, prima di fermarsi ad osservarlo attentamente.
Era poco più alto di lei e i suoi capelli corvini erano talmente spettinati, che ispiravano un'aria trasandata, ma forse era solo stanco per il viaggio. Notò lo sguardo smarrito e un pò impacciato, che le fece quasi tenerezza. Chissà da dove veniva e cosa lo aveva portato lì. Grace se lo domandò, eppure non osò chiedere per non sembrare la classica persona impicciona e pettegola.
«Spero che ti troverai bene qui» sentì di dirgli.
«Sicuramente sarà così» rispose Lucas prima di salutarla e andare per la sua strada.
Grace non perse ulteriore tempo e fece lo stesso. Raggiungendo il portico, pensò alla signora che quel ragazzo stava cercando. Loraine Turner era un’anziana vedova che possedeva sempre una parola buona per tutti, era gentile anche con il più scorbutico e ad ogni festa di vicinato preparava dei biscotti che andavano a ruba da quanto erano deliziosi.
La signora aveva badato a Grace e al fratello quando a sua madre Josie, lavorando come interior disegner per una grande azienda, le era capitato di dover andar via per qualche giorno.
«Ecco tornata la nostra ragazza!» esclamò sua madre, non appena varcò la porta di casa
, accogliendola in un caloroso abbraccio. «Peter, vieni!»
Peter era un uomo sulla quarantina, dai capelli a spazzola e dal bel sorriso. Un avvocato coi fiocchi che aveva incontrato sua madre durante una vacanza e che dopo tre anni di fidanzamento le chiese di sposarlo; da quel giorno era passato circa un decennio, eppure sembravano felici come il giorno in cui si erano conosciuti.
Chiaramente non era il padre biologico di Grace e suo fratello, tuttavia si era comportato come tale e non aveva mai fatto mancare niente a nessuno di loro. Per quanto riguardava il vero padre… beh, quello era un argomento tabù.
«Ehi, tesoro! Ti trovo in splendida forma» la salutò Peter posandole un bacio sul capo. «Ti porto il borsone in camera. Preparati... tua madre ti sommergerà dalle domande!»
«E secondo te non me l’ero immaginato?» domandò la ragazza lanciandogli un’occhiata d’intesa.
«Posso aver un abbraccio anche io?» Sulle labbra di Grace si formò il suo sorriso più gioioso e in men che non si dica si ritrovò intrappolata tra le braccia del fratello. «Ho fatto cambiare il turno per riuscire a vederti al tuo arrivo».
«Cosa? No, Brandon… non dovevi. Ci saremmo visti domattina» disse lei sentendosi in colpa.
Non le piaceva quando cambiava i suoi piani, specialmente di lavoro, per lei e in quel caso ancor meno visto che la mattina seguente ci sarebbe stato tutto il tempo per salutarsi. Ovviamente non lo rimproverò, il gesto di Brandon era carico dell’affetto che provava per lei ed era inutile infuriarsi.
«Da come sorridi, deduco che ti sia divertita parecchio. Dimmi un po’… cosa ha combinato Ted in quest’occasione?»
Grace scoppiò a ridere. Il ragazzo appena citato da suo fratello era uno dei suoi migliori amici e quando diventava un po’ brillo combinava sempre qualche pasticcio. «Ha girato per mezz’ora in motocicletta con una giraffa di gomma e delle orecchie da panda in testa!»
«Mezz’ora? E cosa è successo dopo?»
«Ha spento il motore e si è tuffato sulla spiaggia per schiacciare un sonnellino».
Brandon si tenne la pancia a causa del ridere, solamente l’immagine della scena lo faceva sbellicare. Gli mancavano le serate con Ted, pensò che al più presto doveva organizzare qualcosa assieme a lui. Era in quei momenti che gli dispiaceva di aver mollato gli studi, certamente avrebbe avuto più tempo da dedicare agli amici, anche se in un certo senso li vedeva spesso. Brandon lavorava in un bar molto frequentato dagli studenti, specialmente durante qualche festicciola, e quindi non li aveva pianamente persi di vista.
«Ragazzi, venite di qua!» li chiamò la madre già seduta comoda sul divano del salotto.
Il ragazzo cinse con un braccio le spalle di Grace e la condusse nel salotto di casa, dove sul tavolo erano stati già serviti gli sfiziosi stuzzichini.
«Allora scimmietta, cos’hai combinato di bello questo week-end?» domandò Peter non appena tutti i membri della famiglia si misero comodi.
«È Tybee Island, Peter, la domanda non dovrebbe nemmeno esser posta» lo beccò subito Brandon.
«Ho fatto surf» intervenne Grace con il suo solito piglio allegro, bloccando qualunque possibile discussione «o meglio, ci ho provato!»
Tutti risero e l’aria divenne subito più leggera.
In quel momento, Grace non potè far a meno di riflettere che chiunque, osservandoli per qualche minuto, avrebbe creduto che fossero la perfetta famiglia della Mulino Bianco. Un padre protettivo con una brillante carriera d'avvocato, una madre amorevole e in carriera, due fratelli gemelli tanto uniti che si comportavano in maniera ineccepibile. Ciò metteva un po' di tristezza in Grace che, sebbene adorasse la sua famiglia, sapeva bene che la realtà non combaciava molto all’apparenza. Come in ogni famiglia, c’erano dei problemi, solamente che i loro erano sempre stati offuscati o circuiti.
«Spero proprio che ti sia divertita perché da domani inizia il lavoro duro» cominciò sua madre Josie con aria seria, per quanto il suo viso dolce potesse concedergliela. «Io e Peter non intendiamo pressarti, però desidereremmo che tu iniziassi a farti un’idea sull’università da frequentare l’anno prossimo».
«Non preoccupatevi ho qualcosa in mente. L’argomento è uscito anche con gli altri e abbiamo progettato di far visita a qualche campus».
«Ottimo!» esclamò Peter battendole una pacca sulla spalla.
Nell’ultimo anno aveva tentato di convincerla a intraprendere la strada per diventare avvocato, ma Grace non si rivedeva in quelle vesti troppo rigide e talvolta false. Lei desiderava qualcosa che si accostasse alla sua personalità, qualcosa di creativo e - per l’appunto - aveva già qualche idea, ma preferiva tenersela per sé. Non voleva distruggere subito i progetti dei suoi genitori, anche perché le sue non erano ancora certezze. Davanti a sé aveva un anno importante che le avrebbe dato tante risposte e regalato qualche sorpresa.



Mrs. Montgomery:
Salve a tutti!
Sono appena approdata su EFP per recensire qualche storia, che seguo da tempo, e non sono proprio riuscita a resistere dal pubblicare questa. Ringrazio chi ha speso il suo tempo spinto dalla curiosità e spero che queste poche righe vi siano piaciute. Mi rendo conto che sia corto, ma è giusto per dare una panoramica sul punto di partenza.
Grazie nuovamente per aver letto!

   
 
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