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Autore: _Karis    05/01/2016    4 recensioni
« Will non mi piace » si dice tra sé e sé Nico, nascosto dietro il suo libro di algebra « Insomma, non lo conosco. Perché dovrebbe piacermi? È carino, okay, e ha un bel sorriso, ma questo non significa necessariamente che mi piaccia e … Jason e Percy sono stupidi, ecco » spiega come a volersi convincere.
« Non ti piaccio? ».

 
O: Percy e Jason portano Nico in discoteca per il suo compleanno. Jason si ubriaca, balla mezzo nudo su un tavolino e l'unico che può salvarlo apparentemente è Nico. Solo che lui non può e un eroe dalla chioma dorata lo aiuta. E a Nico questo tizio non piace, sia mai.
|| Solangelo || AU || 2/2 parti ||
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ta-daan! Eccomi qui con la seconda parte – conclusiva – di questa breve storia. Non ho molto da dire, in realtà, quindi sarò breve. Ringrazio moltissimo le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e un grazie va anche a chi ha inserito questa storia in una delle categorie proposte da EFP. Spero che questa conclusione possa piacervi – ero molto indecisa su come finirla. Se … non dirò nulla per evitare spoiler ;) – e che, in caso, vogliate farmi sapere il vostro parere, per me è davvero importante. Okay, allora. Buona lettura! ^^


 

 

 

 

 

 

 

Di pessime idee, amici impiccioni e chiome dorate

 

 

 

 

 

Nico legge distrattamente le righe sottolineate del suo manuale di letteratura, stringendo tra le labbra l’evidenziatore giallo. È stravaccato malamente sul divano, nell’appartamento di Percy, perché sì, si vuole male e, quando è triste, finisce sempre da lui in un modo o nell’altro. Non che faccia molta differenza se si trova lì, in realtà, dopotutto si sarebbero comunque trovati per una pizza – Nico ha come la sensazione che Hazel abbia detto ai suoi amici che si è rintanato in camera sua e ha fatto vita da eremita per giorni. Jason allora ha sentito il bisogno di organizzare qualcosa a casa di Percy. Che stupidaggine, poi, sembra quasi che Nico non possa essere un po’ giù di morale. Aveva bisogno di stare tranquillo, da solo, per un po’. Niente di così scioccante da richiedere l’intervento della squadra speciale facciamo-felice-Nico, maledizione.

Percy entra nella stanza con due grosse buste delle spesa in mano. Chiude la porta di ingresso con un calcio, mentre chiede a Nico cosa stia leggendo. Il ragazzo mostra la copertina del testo scolastico e Percy fa una smorfia, disgustato. Nico si trova involontariamente a sorridere.

 « Cosa ci fai con tutta quella roba? » chiede poco dopo, accennando alle due grosse buste della spesa. L’evidenziatore gli è caduto a terra, ma poco gli importa. Lo fissa per alcuni secondi e, senza un vero collegamento logico, pensa che ci sono volute tre settimane prima che Will lo lasciasse in pace. Tre settimane in cui Nico l’ha evitato come la peste e, poi, a casa, si è rintanato in camera sua, ascoltando musica ad alto volume e cercando di auto-convincersi che non gli importasse nulla di Will.

 « Preparo la pizza per la cena – afferma allegramente Percy. Nico assume un’espressione terrorizzata, ma fortunatamente l’amico non se ne accorge – e tu mi darai una mano » aggiunge minacciosamente, dopo essere scomparso in cucina. Nico emette un lamento funebre, ma Percy lo chiama con un tono più autoritario di prima e il ragazzo si vede costretto a raggiungerlo.

Stanno sistemando la spesa, quando Percy lo informa che Reyna vuole venire a trovarli. Nico alza lo sguardo con fare indagatore. Ha quasi paura di chiederne il motivo, ma alla fine la curiosità prevale e: « Perché? » domanda, fissando Percy intensamente. Percy si prende tutto il tempo per rispondere, forse decide che mettere via le acciughe in scatola sia più importante della vita di Nico, perché la curiosità e un leggero terrore dovuto alle possibili intenzioni dell’amica lo stanno lacerando internamente in maniera lenta e dolorosa. Nico potrebbe o non potrebbe avere una leggera vena drammatica.

 « Vuole, uhm, incontrare Will » asserisce poi con un’alzata di spalle. Nico si irrigidisce improvvisamente, il pacco di farina stretto tra le dita con forse un po’ troppa forza. In testa ha una cantilena di nononono, mentre Percy continua. « Credo che Jason le abbia parlato. E lei vuole uccidere Will, a quanto pare ».

 « Uccidere? » gracchia Nico. Ovviamente la cosa non è realizzabile, Nico ne è perfettamente consapevole: Reyna è leggermente protettiva nei suoi confronti, ma certamente non stupida. Tuttavia, un rivolo di ansia si impossessa comunque di Nico.

 « Va bene, ho esagerato un pochino per aggiungere drammaticità – scherza Percy, ridacchiando per l’espressione scandalizzata dell’amico – Vuole solo fargli molto male. Non sono le esatte parole, ma il concetto è quello » aggiunge, scuotendo appena il capo.

Nico deve decisamente uccidere Jason.

 

 

 

~*~

 

 

 

Il giorno seguente, a scuola, durante l’intervallo Nico vede Will. Sta per svoltare l’angolo, come d’abitudine, ma poi nota che ha uno zigomo violaceo e si blocca in mezzo al corridoio. Sa che è stupido pensare che sia stata Reyna a prenderlo a pugni. Reyna non è nemmeno arrivata da loro, altrimenti l’avrebbe avvertito, no? La ragazza non può davvero aver messo in pratica la sua minaccia, eppure Nico sa che Reyna è quel tipo di persona che potrebbe realmente farlo. Prima ancora che riesca a rendersi effettivamente conto di quello che sta facendo, si ritrova a camminare verso il ragazzo dai capelli biondi.

Will sorride e brilla. Nico potrebbe odiarlo per questo, perché non riesce a capacitarsi di come una persona possa spruzzare gioia fuori da ogni poro come fa Will, ma Nico non ci riesce. Ci prova con tutto se stesso, ma si vede sempre costretto a rinunciare. Uno come Will è impossibile da odiare.

Vicino a lui ci sono le ragazze della partita. Scherzano insieme a lui, una, quella dai capelli biondi, si arriccia distrattamente una ciocca tra le dita. Quando Nico si ferma davanti a loro, la mora abbassa lo sguardo a terra, sembra quasi colpevole, mentre la bionda lo fulmina con lo sguardo, quasi a volerlo sfidare ad aprire bocca. Il sorriso di Will, se possibile, si fa più ampio non appena vede Nico. A quel punto Nico si rende conto di non sapere cosa voglia fare.

Will saluta velocemente le ragazze, che si allontanano di malavoglia, e: « Ehi » lo saluta allegramente. Il fatto che Will si comporti come se non lo avesse evitato per tre maledette settimane rende tutto ancora più difficile.

Nico ci mette qualche secondo per rispondere e, quando finalmente riesce a mettere in fila le parole, quello che lascia le sue labbra non è esattamente quello che avrebbe voluto dire.

 « Reyna ti ha picchiato? ».

L’espressione di Will si fa confusa e Nico vorrebbe solo che una gigantesca voragine si aprisse sotto di lui e lo inghiottisse. Per un po’, giusto il tempo che Will si dimentichi di lui. Basterebbe anche che qualcuno lo tramortisse. Subito. Perché deve essere tanto stupido?

 « Uhm, no. Mi sono distratto durante gli allenamenti, stavo pensando ad altro e mi è arrivato un pallone in faccia – risponde Will, grattandosi il retro del collo con fare distratto – perché una ragazza dovrebbe picchiarmi? » domanda poi in un sorriso. Nico si morde nervosamente il labbro inferiore, mentre si chiede ancora il motivo della sua incredibile stupidità. A quel punto decide di voltare le spalle a Will per scappare. Sta per andarsene, quando Will lo blocca, stringendo il polso destro di Nico tra le dita sottili.

 « Stavo pensando a te ». Forse è la semplicità, o forse la sincerità, con cui lo dice a colpire Nico con tanta violenza. L’unica cosa che sa con certezza è che a quelle parole il suo cuore ha saltato un battito e le sue gambe si sono fatte improvvisamente molli. Vorrebbe voltarsi per vedere Will in viso, per leggerci qualcosa, ma sa di essere arrossito. Non vuole assolutamente che lo veda in quello stato, ma Will lo costringe a girarsi poco dopo e Nico deve costringersi a respirare regolarmente e a non trattenere il respito. Si sente ridicolo e ancora più stupido di poco prima, non riesce nemmeno a guardare Will dritto negli occhi, ma sa che ha perso il suo sorriso. Will lo sta guardando con uno sguardo tanto serio da sembrare innaturale su di lui e da farlo sentire quasi fuori posto.

Le dita di Will gli stringono ancora il polso e sotto di esse la pelle di Nico brucia. Non può essere che Will gli piaccia, né tantomeno che gli sia mancato in qualche modo. Non hanno nulla da rimpiangere, dopotutto, e per questo prova a convincersi che si tratti solo di umiliazione.

 « Tu mi piaci » dice all’improvviso Will. Il cuore di Nico perde un altro battito. È la prima volta che qualcuno gli dice una cosa del genere, procurandogli quella piacevole sensazione di calore allo stomaco, eppure Nico sente come se qualcosa non fosse al suo posto. Le parole delle ragazze gli rimbombano ancora nella testa e, se anche Will per un qualche strano motivo lo pensa che sia carino e vorrebbe provarci con lui non solo per attirare l’attenzione dei suoi, Nico si trova a concordare almeno su una cosa con quelle due ragazze: non si sente la persona giusta per Will.

 « Mi piaci molto, – ripete Will con una serietà che non sembra sua – e mi dispiace averti messo a disagio con … Non è stato molto intelligente da parte mia dare per scontato che io potessi piacerti solo perché hai accettato di venire alla mia partita, no? » si interrompe un attimo e accenna un sorriso. Non è come il sorriso che piace a Nico, allegro e spensierato, ma triste e, forse, anche un po’ distante. Probabilmente Will sta aspettando una qualche reazione di Nico – un assenso, forse, o qualcosa del genere –, ma Nico non riesce nemmeno ad aprire bocca figurarsi ad articolare delle parole di senso compiuto.

 « Okay, – asserisce Will solo per interrompere quel silenzio imbarazzante tra loro. Intorno ai due ragazzi c’è un vociferare confuso, ma nessuno presta loro reale attenzione – possiamo essere amici però, giusto? » domanda poi con tono speranzoso. Nico fa un cenno di assenso e, forse, potrebbe essere spaventato da quello che accadrà dopo.

 

 

 

~*~

 

 

 

Nico quasi si sorprende di come sia facile passare del tempo con Will, nonostante non abbiano praticamente nulla in comune. A ben pensarci, Will e Nico sono diametralmente opposti. E non solo da un punto di vista fisico. Will non è solare solo all’apparenza, Nico ha imparato che l’intera persona di Will – l’aspetto e la personalità – ruotano intorno a questo particolare aggettivo. Nico, d’altra parte, è ombroso e schivo, e ha un po’ l’aspetto di un principe delle ombre.

Will, poi, si comporta come se tra loro non fosse successo nulla, come se non avesse mai detto a Nico che gli piace, e Nico non riesce a capire se essere sollevato da questo oppure deluso. Arriva a chiedersi se sia mai realmente piaciuto a Will, ogni tanto, ma scaccia subito il pensiero, rimproverandosi per la propria stupidità.

 « Non pensavo che fosse possibile mettere tanto nero in una sola stanza » borbotta Will sovrappensiero, sistemandosi meglio sul letto di Nico. Le lenzuola sono nere, così come il cuscino. A Nico il nero piace. Scrolla le spalle in risposta a Will, mentre spegne il computer e volta la sedia verso l’amico. Will è una macchia di colore dentro alla sua stanza: i capelli biondi, la maglia arancione e i jeans chiari.

Will ridacchia senza un motivo apparente, dopodiché batte la mano sul materasso di Nico per invitarlo a sedersi vicino a lui. Nico si perde ancora nel suo sorriso e questo lo porta ad essere prudente. Non gli piace che le persone invadano il suo spazio personale, c’è sempre una certa distanza tra lui e chiunque altro e sedersi sul letto significa essere terribilmente vicino al corpo di Will, steso sul letto. Ma è Will che gli sta chiedendo di avvicinarsi e Nico si è semplicemente reso conto che non riesce a negargli molte cose. Forse è il suo sorriso, o l’espressione dolce, o … forse è solo che, nonostante non voglia ammetterlo a nessuno, Will un po’ gli piace. In un modo diverso rispetto a come gli piaceva Percy, certo, ma il sentimento è lì: le farfalle nello stomaco prendono il volo ogni volta che Will sorride a lui. E lo sa che Will sorride a tutti, ma, quando lo fa per lui, il sorriso di Will è diverso, più dolce e ampio. Nico ogni tanto teme che il sorriso speciale che Will gli rivolge sia solo frutto della sua immaginazione.

 « Mamma vuole trasferirsi lontano, non ha ancora detto dove, ma vuole farlo il prima possibile. Lei è … è così triste, Nico » dice sconsolatamente Will, solo quando Nico si è seduto vicino a lui. Prende una mano di Nico tra le sue e inizia a giocare con fare distratto con le dita dell’amico. Sembra che non si sia accorto dell’irrigidimento nelle spalle dell’altro. Il cuore di Nico batte in maniera accelerata contro il suo petto con tanta violenza che quasi teme che Will possa sentirlo, ma il ragazzo è completamente assorbito dalla mano di Nico. La fissa e percorre il contorno dell’indice con una lentezza che sembra quasi calcolata.

 « Andrai con lei? » domanda Nico, cercando di evitare il tremolio nella propria voce. Ora che Will fa parte della sua vita, non può pensare che ne uscirà così presto. È un pensiero egoistico: i genitori di Will stanno divorziando, sua madre ne soffre e sicuramente lo stesso Will, eppure l’unica cosa che riesce a pensare è che non vuole che Will segua sua madre. È questo il problema per lui: si affeziona e poi le persone a cui tiene se ne vanno.

 « Non lo so, – risponde sinceramente – qui ci sono gli amici, c’è papà e ci sei tu – spiega e Nico intravede l’accenno di un sorriso, ma scompare subito dal volto di Will – ma tengo molto alla mamma e con lei vanno tutti i miei fratelli e le mie sorelle. Papà ha detto che posso stare con lui. Non voglio che rimanga solo, ma so anche che la mamma ha bisogno di me » continua con un grosso sospiro. E Nico non sa come rispondere. Probabilmente dovrebbe essere un buon amico – perché è questo per Will, un amico, ed è stato Nico a porre questo confine tra loro – e dirgli di fare quello che crede sia più giusto, ma una parte di lui gli urla prepotentemente di non farlo andare via. Si morde un labbro per paura di dire qualcosa di sbagliato e abbassa lo sguardo, mentre Will lo alza su di lui.

 « Ma non continuiamo con queste cose deprimenti, – cerca di riprendersi Will – la tua camera è già abbastanza depressa da sola, non peggioriamo la situazione » scherza, lasciandosi sfuggire una risata. E prima ancora che Nico possa elaborare il concetto o capire quello che sta succedendo, il cuscino con cui dorme gli è stato brutalmente sbattuto contro la schiena. Poi cade a terra e ci sono le risate rumorose di Will, cuscinate forse un po’ troppo forti ed un insolito sorriso sul volto di Nico.

 

 

 

~*~

 

 

 

 « È del colore quello che hai addosso? » chiede Jason, strabuzzando gli occhi in un’espressione di sorpresa esageratamente enfatizzata, non appena Nico sale in macchina. Il ragazzo indossa una maglietta azzurra. Anonima, certo, da questo punto di vista perfettamente in linea con lo stile di Nico, ma … azzurra? Da che ne ha memoria, Jason non ha mai visto Nico con addosso qualcosa che non fosse nero, o comunque di un colore neutro.

Nico sbuffa, roteando gli occhi al cielo. E a quel punto Jason ha un lampo di realizzazione. La maglietta è da parte di Will. Senza ombra di dubbio. Decide, comunque, di non stuzzicare Nico, non adesso che sembra essere di un umore non meglio definito. O almeno non ha intenzione di continuare sulla strada dell’abbigliamento.

Preme la frizione, inserisce la prima e poi si mette in strada. Nell’abitacolo della jeep per qualche minuto si sente solo la musica proveniente dalla radio, poi Jason emette una specie di innaturale gorgheggio, che fa correre un brivido lungo la schiena di Nico, e introduce un nuovo argomento di conversazione.

 « Quindi Reyna approva Will » dice con fare distratto, simulando disinteresse. Nico guarda fuori dal finestrino e non risponde. Per un secondo Jason crede quasi che non l’abbia sentito, ma la musica non è abbastanza alta da giustificarlo e Jason ha sicuramente un timbro che può sovrastarla. Si schiarisce la voce per attirare l’attenzione. Nico sospira pesantemente.

 « Perché me lo chiedi, se lo sai già? » domanda caustico.

 « Quanto sei acido » borbotta Jason in risposta, mentre ferma la macchina al semaforo rosso. Mette la freccia a destra. Senza rendersene conto comincia a sbattere l’indice contro il volante al ritmo del ticchettio dell’indicatore di direzione.

 « Perché non mi hai detto che te ne vai? » chiede all’improvviso Nico. Jason ringrazia di essere già fermo, qualcosa gli dice che avrebbe inchiodato in maniere decisamente brusca e sicuramente poco sicura, se così non fosse stato.

 « Come fai a saperlo? ». Sa di non aver risposto alla domanda di Nico e sa che probabilmente questo lo farà arrabbiare ancora di più, ma non è che ora come ora abbia un reale controllo di sé.

 « Percy. Credeva che tu me l’avessi già detto. Si sbagliava. – risponde Nico con tono tagliente senza mai guardare l’amico – Pensavi di mettermi a parte dei tuoi piani una volta partito? » domanda retoricamente. Jason sospira. Ha bisogno di cambiare aria e di fare qualcosa della sua vita. Non ha intenzione di continuare a vivere con sua madre per quanto le voglia bene, né tantomeno vuole continuare a dipendere da suo padre. Il suo anno sabbatico si è trasformato in un periodo decisamente più lungo. Per Piper. Ma ora lei ha voltato pagina e anche Jason vuole farlo. Vuole studiare e conoscere persone nuove, in un posto diverso da casa.

 « Cercavo il momento giusto, Neeks. So che le distanze sono difficili per te, ti ci sono voluti mesi per accettare la partenza di Reyna – prova a rabbonirlo Jason – Voglio iniziare l’università e … non è che parto subito. Devo iscrivermi, aspettare che i corsi inizino » continua. E Jason si sarebbe aspettato tutto da Nico, ma non delle scuse. Non in quel momento almeno, non subito.

 « Mi dispiace, – borbotta Nico – non dovrei comportarmi come un bambino. Non è che tu debba rendere conto della tua vita a me. Forse ci sono rimasto male, ché tu non me l’abbia detto » conclude, spostando lo sguardo sulla strada davanti a sé. Si sistema a disagio sul sedile del passeggero.

 « Te l’avrei detto » lo rassicura Jason. Nico annuisce. Per il resto del pomeriggio, però, tra loro aleggia una certa tensione. Jason sa che Nico ha bisogno di un po’ di tempo. E glielo concederà, non ha intenzione di mettergli fretta.

 

 

 

~*~

 

 

 

Alcuni mesi dopo, Annabeth organizza un cena in onore di Jason e della sua nuova avventura nell’appartamento di Percy. Tutti portano qualcosa da mangiare per festeggiare la prossima partenza di Jason. Pochi giorni e inizierà l’università. A quanto pare Annabeth ha vietato il consumo di alcolici e Reyna ha convinto Nico a portare Will. A fine cena, Annabeth, Jason e Percy si ritrovano a pulire i piatti in cucina, mentre Will, Nico e Reyna sistemano il salotto, dove hanno mangiato.

 « Si muoiono dietro, – sospira con tono trasognato ad un tratto Annabeth, mantenendo la voce abbastanza bassa affinché possano sentirla solo Percy e Jason – credo di non aver mai visto Nico sorridere così tanto. È un po’ inquietante alle volte, ad essere sinceri, ma è bello sapere che ha trovato qualcuno di speciale » aggiunge distrattamente, sciacquando con energia un piatto fondo.

 « Lo dici come se stessero insieme » sbuffa Percy, relegato all’asciugatura stoviglie. Annabeth si blocca di colpo, inarcando un sopracciglio.

 « Non stanno insieme? » chiede, scandalizzata. Jason fa un cenno di diniego con il capo. Annabeth sembra distrutta dalla notizia, continua a borbottare un “ma” continuo, quasi fosse una litania. Ad un tratto tira un sberla dietro la nuca di Percy, domandando il motivo per cui il suo ragazzo si sia tenuto per sé un’informazione tanto importante. Percy impreca tra i denti e Jason si lascia scappare una risata.

 « Perché non stanno insieme? – domanda più rivolta a se stessa che a qualcuno in particolare con tono lamentoso, ma si interrompe presto. Comincia mordicchiarsi il labbro inferiore, pensierosa – devo fare qualcosa. Se valutiamo le possibilità che Nico-» comincia imperterrita, ma Jason la blocca con tono bonario.

 « Lasciamo tempo al tempo, mh? » propone gentilmente con un sorriso. Annabeth assume un’espressione corrucciata, ma alla fine cede. Solo perché c’è un’alta probabilità che Nico e Will riescano a farcela da soli, sia chiaro.

 

 

 

~*~

 

 

 

 « Will, dai, smettila » lo rimprovera bonariamente Nico, cercando di scacciarlo con una mano. Will è decisamente troppo vicino per permettergli di concentrarsi realmente sullo studio, se poi si mette a soffiargli sul collo per infastidirlo giocosamente, studiare diventa praticamente un’impresa. Tra l’altro, Nico deve ancora capire perché Will sia voluto venire: quando gli ha detto che avrebbe studiato – manca poco ad un test importante e lui è mostruosamente indietro –, Will ha semplicemente risposto che è carino da concentrato. Nico, in ogni caso, ha fatto finta di non sentire.

 « Solace » grugnisce Nico, quando Will nasconde il volto nell’incavo del suo collo. Questo non sta davvero succedendo a lui. Will Solace sta cercando di ucciderlo e nemmeno se ne accorge. Come ha fatto a diventare amico di una persona tanto estroversa e … Will abbraccia davvero troppo per gli standard di Nico e necessita di un continuo contatto fisico. Se fosse chiunque altro, Nico probabilmente gli tirerebbe un pugno in faccia. Peccato che Will non sia chiunque altro e, a quanto pare, Nico a Will fa concessioni che prima ha fatto a pochissimi e solo dopo diversi anni.

Will, comunque, non sembra intenzionato a smettere di infastidire Nico. E poi Nico non sa bene come, ma il viso di Will è a pochi centimetri dal suo e si avvicina piano. Will ha gli occhi chiusi e il cuore di Nico comincia a martellargli nel petto, quando la consapevolezza che Will potrebbe essere sul punto di baciarlo lo colpisce. Quando le labbra di Will sono tanto vicine che Nico può percepire il fiato caldo del ragazzo sulle proprie, la paura lo prende e decide di bloccarlo.

 « Cosa diavolo stai facendo? » domanda con un tono che risulta più duro di quanto volesse. Will spalanca gli occhi di colpo e si allontana velocemente. Raccatta in fretta le sue cose e scappa via. Nico non lo ferma.

 

 

 

 

Il giorno dopo Nico arriva a scuola con un aspetto più cadaverico del normale. Non ha chiuso occhio tutta la notte, troppo preso a pensare a quello che sarebbe potuto succedere: Will stava per baciarlo. Baciare lui. Le parole si affollano disordinatamente nella sua testa e non riesce più a ricordare cosa sia realmente successo. Ad un tratto averlo bloccato non sembra più una buona idea.

Nico continua a pensare a cosa avrebbe provato a toccare le labbra di Will con le proprie. Continua a chiedersi come sarebbe stato morderle e saggiarle e … scuote la testa con violenza, deve smettere di pensarci per il semplice fatto che non accadrà.

Non sa perché Will abbia provato a baciarlo, ma è sicuro di non essere quello che vuole veramente. Will è quello che tutti potrebbero desiderare e Nico è così … così Nico. Il pensiero fa quasi male. In più, non sa ancora se Will rimarrà. Magari voleva solo provare prima di partire. Impossibile, si dice subito, Will non è quel genere di persona. Non ti ruba il cuore per farlo a pezzi. Non volontariamente almeno, pensa con amarezza.

 « Ciao » lo saluta Drew. Nico alza lo sguardo su di lei. Non l’ha mai degnato di uno sguardo, se non per fulminarlo, quando era in compagna di Will.

Drew si siede vicino a lui senza aspettare che Nico la inviti a farlo – non che avesse intenzione di farlo, comunque. Drew sorride e rimane con lui per la durata di un battito di ciglia. Giusto il tempo di dirgli che Will lo stesso pomeriggio uscirà con Alistair.

 

 

 

~*~

 

 

 

Nico non dovrebbe essere arrabbiato. Non dovrebbe nemmeno sentirsi deluso, perché dovrebbe arrivare persino alla rabbia? Eppure ha evitato di incontrare Will per due giorni ormai. Non che Will stia facendo molto per trovarlo, a dirla tutta. O almeno questa è l’impressione che ha Nico. È un po’ fuori di sé ora come ora e non è abbastanza lucido per pensare con chiarezza. L’unica cosa positiva della partenza di Jason è che non lo può vedere in questo momento.

Una parte di Nico gli dice che fa bene ad essere arrabbiato: Will prova a baciarlo e poi esce con un altro senza farsi troppi problemi. Forse Nico avrebbe davvero voluto ci fosse qualcosa di più, per un millesimo di secondo ha pensato di piacere realmente a Will e il suo cuore potrebbe avere battuto un po’ più forte alla sola idea. Ma non c’è più nulla a cui pensare e Nico si ritrova involontariamente ad accettare il fatto che Alistair sia più giusto per Will rispetto a quello che avrebbe potuto essere Nico. Alistair fa parte della squadra di football. È bello e popolare, non è esattamente il ragazzo più intelligente della scuola, ma ... Will si potrebbe trovare bene con lui, pensa Nico con amarezza.

Mastica con ferocia la matita, poi la lancia contro il muro, mandando a quel paese i compiti per casa. Si lancia sul letto e decide che potrebbe rimanere là sopra a compiangersi per il resto della sua vita. E no, non sta facendo il drammatico, per la miseria. Il suo problema è Will Solace. Quando si era involontariamente trovato innamorato di Percy, beh, lui aveva già una ragazza e, per giunta, è etero. Non ha avuto molte possibilità di illudersi, certo, ci è stato male e tutte le pene d’amore annesse, ma. Per Will sta molto peggio. Non è solo il fatto che abbia creduto di essere ricambiato, ma anche il sentimento che prova nei suoi confronti è più forte di quello che provava verso Percy.

Sta svuotando la testa, quando qualcuno bussa alla porta. Nico potrebbe riconoscere quel bussare ovunque: sua sorella ha un modo tutto suo per annunciarsi. È questo il motivo che lo spinge a rimanere con la testa immersa nel cuscino, anche quando sente la porta aprirsi e poi venire richiusa gentilmente. Non ha davvero voglia di parlare con Hazel, non ha voglia di parlare con nessuno, in realtà.

 « Va’ via, Hazel » mugugna contro il cuscino. È uscito più come un lamento che altro, ma è perfettamente in linea con il suo umore, quindi.

 « Non sono Hazel ».

Nico si alza di scatto, cercando di assumere un po’ di dignità. Punta in fretta lo sguardo negli occhi azzurri di Will e lo fissa in maniera astiosa. Will ha un sorriso appena accennato e si gratta nervosamente il retro del collo.

 « Ciao, Nico – lo saluta gentilmente. Nico continua a guardarlo astiosamente. Che diavolo ci fa qui? – perché mi eviti? » domanda poi innocentemente. E il suo sguardo ferito fa quasi sentire Nico in colpa. Quasi.

 « Com’è andato l’appuntamento? » chiede con tono acido. Will lo guarda con aria confusa, ma alla fine non gli chiede come faccia a saperlo, nonostante non glielo abbia detto, e: « Non ci sono andato –  dice soltanto, abbassando lo sguardo – ho qualcun altro per la testa » aggiunge con un sorriso.

Nico sbuffa, spazientito. Vorrebbe davvero non essere sollevato per il fatto che Will non sia uscito con quello, ma non sarebbe vero. Non appena gliel’ha riferito, Nico ha sentito come un peso sciogliersi nel suo stomaco.

 « Okay, – dice soltanto Nico – ora, se non ti dispiace, dovrei studiare » lo invita ad uscire con fare maleducato. Will si lascia scappare una risata e: « Con la faccia spalmata contro il cuscino? » domanda allegramente. Nico prova disperatamente a non arrossire. Non ci riesce e vorrebbe solo grugnire per la frustrazione.

Sbuffa di nuovo e volta le spalle a Will.

 « Non vuoi sapere chi ho per la testa? » chiede poi. Nico rotea gli occhi al cielo e: « No, Will. Non tutti sono interessati alla tua vita sentimentale » nega con fermezza. Ha quasi paura di quale potrebbe essere il nome di questa fantomatica persona. E se poi non è il suo? Nico non è pronto a ricevere un’altra delusione. Vuole fingere per un po’ che sia il suo, di nome, quello che riempie la mente di Will.

Il ragazzo dai capelli biondi, comunque, non sembra prestare troppa attenzione alla risposta data dall’amico. Si posiziona in modo tale da avere Nico davanti e si abbassa per poterlo guardare negli occhi, mentre impedisce che Nico sgusci via, tenendolo fermo per le spalle. Sorride ampiamente e: « Tu » dice semplicemente.

Nico spalanca gli occhi e inizia a balbettare confusamente. Lui non è minimamente interessato a Will, prova a spiegare a causa del suo stupido orgoglio, e forse Will potrebbe anche crederci, se Nico non fosse arrossito all’inverosimile e la sua parlata non si fosse fatta tremolante. In più, quando Will si sporge per baciarlo, Nico non si ritrae e non lo fa nemmeno quando le loro labbra si scontrano. A quel punto, Nico racimola tutto il proprio coraggio e allaccia le braccia dietro il collo di Will. Si alza appena sulle punte per poter ricambiare meglio il bacio e chiude le palpebre. Will sta sorridendo sulle sue labbra e lo stringe come se fosse la persona più importante del mondo.

Solo molti minuti dopo, Will si allontana di poco da Nico. Lo guarda dritto negli occhi con un sorriso appena accennato.

 « Resto qui, – dice piano, in un sussurro appena udibile – con te » aggiunge prima di baciarlo ancora e ancora. Sorride e Nico si accorge che, nonostante non lo ammetterà mai a voce alta, non potrebbe mai amare nulla più del sorriso di Will.

 

 

 

 

 

   
 
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