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Autore: rosieisontrack    06/01/2016    0 recensioni
Dean è un ragazzo popolare, ricco, bello.
La sua famiglia ha un'identità sconosciuta, Dean ne conosce solo la fortuna che gli hanno lasciato ma presto non gli servirà più a nulla.
Jocelyn, regina del palazzo di Goylez, lo farà rapire per torturarlo a suo piacimento, dopotutto è quello che fa quotidianamente.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia testa mi faceva male, il mio cuore batteva forte, le mie mani bruciavano, come tutto il resto del corpo. L'unica parte di me stabile erano gli occhi, riuscivo a vedere bene ció ch mi circondava e credo fosse quello il motivo per cui il mio cuore batteva forte. Ero chiuso in una cella, con sbarre di ferro alte 3 metri. Avevano un ristretto spazio tra loro e oltre di esse vi era un uomo, alto circa due metri molto possente e forzuto. Lo guardai, e tra spasmi di dolore, gridai: -Ti prego, aiutami. A quel punto lui si giró e con una mano afferró il bastone che aveva di fianco e lo colpí contro la cella, colpendomi le mani tra le sbarre: -Taci, schiavo. Sarai presto giudicato! Chissà, forse la Regina sarà clemente con te.- -Chi? Quale regina? Chi diavolo è questa regina? Qualcuno mi spieghi qualcosa!- gridai in preda al panico. L'uomo, che da quel che avevo capito era una specie di guardia, mi guardó e con rabbia si avvicinò a me: -Zitto, feccia! Inutile sacco d'immondizia! Un'altra parola e ti faccio fuori io.- E con il bastone diede un'altra bastonata alle sbarre, questa volta facendola entrare nella cella e colpendomi il viso dritto sotto l'occhio. E dopo averlo fatto, si allontanó e si diresse verso un'altra cella, non troppo lontana, dalla quale uscivano grida e atroci sentimenti. Dopo quasi 3 ore, non contate, la stessa guardia si diresse verso la mia cella e la aprí con le chiavi strette nei palmi. -Vieni schiavo!- urlò. Io, senza dire nulla, lo seguì. Non volevo altri problemi. Quella ferita mi faceva ancora male e poteva vedere che ne era rimasto un grosso livido. Aveva anche altri lividi in tutto il corpo.. Forse dovuti alla sua lotta durante il rapimento. Ne aveva di belli grossi. Qualche minuto dopo la guardia mi posó davanti ad una porta dorata alta più di 10 metri. Gli uomini che mi presero erano 3 possenti guardie e.. probabilmente pensavano fossi pericoloso. Mi tenevano stretto e quasi non riuscivo a respirare. Le grandi porte si aprirono, con gran classe. Un trono possente lo fronteggiava e una donna vestita con un lungo vestito nero attillato, ma molto elegante e fine ci si sedeva sopra. Non sembrava una regina, né tantomeno una persona cattiva. Sembrava una giovane principessa dolce e astuta. Le guardie mi buttarono a terra, ai suoi piedi e uno di loro urló: -IN GINOCCHIO!- Io di scatto mi inginocchiai e la guardai dritta negli occhi. Era di una bellezza unica! Capelli neri lunghi, occhi verdi, corpo fine e con delle forme che non potevano guastare la sua vista. Sembrava un angelo. Fu a quel punto che la donna parló: -Qual'è il tuo nome?- mi chiese gentilmente. -Mi chiamo Dean.. Dean Ashcroft. E lei?- chiesi incerto. Con un piccolo sorriso dolce e fragile si alzó, e si diresse verso di me. Avevo il cuore che batteva fin troppo velocemente. Si chinó su di me e con una carezza mi toccó il viso: -Ti hanno fatto del male?- chiese con preoccupazione. -Sí, una guardia, ma non è nulla.- dissi semplicemente e quasi incantato. La donna si alzó e fece cenno di fare lo stesso. Quando mi alzai, lei si voltó, e disse: -Imparerai molte cose qui, mio caro. Se non vuoi farti male devi obbedire e se vuoi mangiare devi lavorare e se vuoi vivere devi servirmi. Posso sembrare gentile e calma, ma quando un inutile schiavo come te mi manca di rispetto divento un diabolico essere e credimi, non vuoi vedermi arrabbiata, quindi... Prendere o Lasciare!- la cattiveria e la rabbia crebbero nei suoi occhi, lo potevo sentire. Si voltó e mi accarezzó la guancia: -Non farmi pentire di averti lasciato vivere, Dean!- mi sussurró. E a quel punto le 3 guardie mi scortarono fuori...non riuscivo a capire bene cosa fosse successe, ma sapevo bene che nulla di buono ne sarebbe derivato nei prossimi giorni.
   
 
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