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Autore: LilyOok_    06/01/2016    2 recensioni
[...]Continuava a fissarmi... I suoi occhi erano come il cielo in tempesta: blu intenso con qualche lampo chiaro, come i fulmini che risplendono nelle notti di temporale.
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Darcy, capitolo uno.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREMESSA: MI SCUSO DI NUOVO PER IL MALEDETTO HTML MA STO SMA*******O COME UNA MATTA DA DUE MESI PERCHE' QUANDO POSTO NON FUNZIONA IL SOLITO SITO E I MIEI CAPITOLI FANNO SCHIFO.  ANCORA SCUSATE!

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo cinque

 

Quando mi alzai, Kili era già in piedi.

Mi rivolse un’occhiata incerta.

Per un momento non seppi cosa fare, poi gli sorrisi.

“Buongiorno.” Gli dissi e vidi i suoi lineamenti distendersi un po’.

“Buongiorno, Darcy.”

Rimase a fissarmi. Capii che voleva dire altro, così attesi lasciandogli il tempo per scegliere le parole.

E attesi, ma infine scosse la testa e non disse nulla.

“Forza, raccogliamo le nostre cose e rimettiamoci in cammino. Oggi dobbiamo assolutamente guadare il Brandivino e allontanarci il più possibile da qui. Potrebbero non essersi fermati, questa notte.” Dissi allora, chiudendo la mia borsa e mettendomela in spalla.

Quando salimmo in sella, mi avvicinai a lui e per la seconda volta gli sorrisi. “Andiamo?”

Kili annuì e procedette al mio fianco fino al fiume.

Spingemmo le nostre cavalcature verso l’altra sponda, stando molto attenti.

L’acqua gelida mi congelò le ossa fin dentro al midollo.

Soprattutto il pony di Kili, più basso del mio cavallo, ebbe qualche difficoltà durante il passaggio, così presi le sue redini e lo trascinai dietro di me.

Quando giungemmo dall’altra parte eravamo completamente zuppi, ma non potevamo fermarci.


◦◦◦


Eravamo così entrati nel Minhiriath; da qui in poi ci aspettava un paesaggio brullo, senza alcun posto per nasconderci.

Guardai Darcy di sottecchi.

Dopo quello che era successo la sera prima credevo che non mi avrebbe più rivolto la parola e invece mi aveva sorriso per ben due volte.

Non lo faceva mai.

Darcy non mi sorrideva quasi mai.

Avrei voluto dirle qualcosa, parlarle e scusarmi per averla baciata e turbata in quel modo, ma poi ci avevo ripensato; lei si comportava come al solito, come se non ci fossimo mai nemmeno sfiorati.

Non sapevo bene cosa volesse dire tutto quello né come avrei dovuto comportarmi in proposito.

Rimasi perciò in silenzio finché non fu lei a parlare.

“Questo posto sarà la nostra rovina.” Disse, guardandosi intorno. Era più un commento rivolto a se stessa ma le risposi ugualmente.

“Troveremo un posto in cui accamparci. Abbiamo ancora un bel po’ di tempo prima che il sole cali.” Tentai di rassicurarla, ma dal tono della mia voce perfino un sordo avrebbe compreso che non ne ero affatto certo.

“Ah si? E dove? Se accendiamo un fuoco in mezzo a una radura estesa come questa sarà come invitarli a prenderci. Siamo morti. In questa dannata regione non esistono gli alberi?!”

“Non credo...” Commentai, guardandola.

Lei sbuffò, imprecando. “Era una domanda retorica, sapientone. Non lo avrei davvero mai detto, grazie!” Disse, acida.

Tornai a guardare avanti sentendomi in un certo senso ferito dal suo tono.


◦◦◦


Mi resi conto di avergli risposto troppo male solo dopo averlo fatto.

Subito Kili aveva abbassato lo sguardo e si era zittito.

Stupida mi dissi, scuotendo il capo.

“Scusa.” Mormorai, fissando lo sguardo sulle mie mani. Stavo stringendo convulsamente le redini di cuoio... Feci un bel respiro per cercare di calmare i battiti del mio cuore.

“È per quello che è successo ieri, vero?” Mi chiese, e lo guardai sgranando gli occhi.

“No!” Esclamai.

“Non ti credo...” Fu un sussurro, ma lo udii lo stesso.

Lo guardai furente.

Kili alzò le spalle e guardò avanti a sé. “Sei così brava a mentire.”

Diedi un colpo di tallone al mio cavallo e lo mandai avanti, facendolo poi fermare davanti al pony di Kili, che indietreggiò di un passo, innervosendosi.

Scesi dalla sella e andai ad afferrare il colletto della sua giacca.

“Non ti sto mentendo, chiaro?! Ti ho detto tutto quello che c’era da sapere sul mio conto, che motivo avrei di dire una bugia?” Gli urlai contro, ad un centimetro dal suo viso. Il suo pony si agitò ma nessuno dei due si mosse.

Poi Kili prese i miei polsi e si liberò dalla mia presa. Non aveva battuto ciglio, tenendo gli occhi fissi nei miei.

Li sentivo bruciare infondo, dentro di me.

“Non lo so!” Gridò a sua volta, poi fece un bel respiro e abbassò i toni della conversazione.


◦◦◦


“Ti comporti come se non fosse successo nulla...” Le dissi, continuando a fissarla.

Lei boccheggiò un istante, poi fece un passo indietro e guardò altrove.

“È quello che è successo, infatti. Nulla.” Disse, quasi in un sussurro.

Non mi aspettavo quella risposta.

Quindi per lei non aveva significano nulla quel bacio.

Eppure lo aveva ricambiato, anche se per un solo momento.

Mi ero illuso...

“Kili...” La sentii mormorare, ma io non la guardai nemmeno.

“Muoviamoci o saremo nei guai.” Dissi, mandando avanti il mio pony.


◦◦◦


Mi superò senza dire altro, così rimontai in sella.

Accidenti! Ma perché mi aveva baciata?!

E io, sciocca, avevo pensato che far finta di niente avrebbe portato a qualcosa di buono.

Avrei dovuto immaginarlo.

Stupida, stupida, stupida!

Guardai la sua schiena muoversi al ritmo dei passi del pony.

Era più che evidente che ci era rimasto male.

Ed era altrettanto evidente, per me, che stavo iniziando a provare un fastidiosissimo senso di colpa per avergli mentito.

Nemmeno per me aveva significato nulla quel bacio, ma non potevo ammetterlo.

Eravamo troppo diversi e non intendevo soltanto per la razza alla quale appartenevamo.

Ti sta cambiando.

No, non è vero!

Ne sei sicura? Fu l’ultima cosa che mi disse la voce bastarda nella mia testa.

E se aveva ragione? Se stavo davvero cambiando?

No, mi dissi, Darcy non cambia per nessuno.



Non ci rivolgevamo la parola praticamente da ore.

Il silenzio ci accompagnava in quella lunga scarpinata completamente al sole.

Nonostante non facesse affatto freddo, ogni tanto Kili starnutiva e tirava su con il naso.

Alla fine mi decisi: presi un fazzolettino di stoffa dalla mia borsa e mi schiarii la gola, attirando la sua attenzione.

Glielo porsi e, a dispetto da quel che mi aspettavo, lo accettò di buon grado.

Abbozzai un sorriso e lui ricambiò, inaspettatamente.


◦◦◦


Quando afferrai il fazzoletto le sfiorai le dita.

Un brivido mi corse per la schiena e starnutii di nuovo.

“Stai bene?” La sentii chiedermi e annuii, mentre sfruttavo il magnifico pezzo di stoffa che mi aveva dato come fosse una manna dal cielo.

“Devo essermi raffreddato.” Dissi, scuotendo la testa.

In effetti, le acque gelide del Brandivino non erano state una bella esperienza, nonostante il sole cocente che picchiava sulle nostre teste.

Inoltre, sentivo freddo.

“Guarda laggiù.” Mi disse Darcy e io seguii le sue dita verso l’orizzonte. Notai solo in quel momento delle vette, molto lontane, che spuntavano dalla linea che divideva il cielo dalla terra. “Se affrettiamo il passo forse lì troveremo riparo e potremo accendere un fuoco.”

Si stava preoccupando per me.

Non smetteva mai di stupirmi. Da come l’avevo trattata qualche ora prima non credevo sarebbe stata così tranquilla.

Ancora una volta mi sbagliavo su di lei.

“Non ce la faremo mai. Non prima che cali il sole, almeno.” Considerai, tuttavia.

Eravamo troppo lontani, forse addirittura all’alba saremmo giunti a quelle montagne.

Se la memoria non m’ingannava, poi, quelle erano le colline delle Lande del Sud e proprio sotto i loro pendii vi erano le Paludi del Sud.

“Non credo sia una buona idea...” Aggiunsi, rabbrividendo all’idea di attraversare le paludi di notte.

“Ma non possiamo stare senza fuoco con te in questo stato. Hai bisogno di scaldarti o finirai per peggiorare.” Ribatté lei, imperterrita.

“Darcy, sono troppo lontane.” Ribadii, passandomi una mano sulla fronte.

Accidenti...

“Allora dormiremo vicini. Così ti scalderai almeno un po’...” Disse lei, con una punta di imbarazzo nella voce.

Quando la guardai vidi che le sue guance si erano colorate di un tenue rosa e mi sembrò ancora più bella del solito.

Non ricordavo di averla mai vista arrossire...



Ci fermammo nel bel mezzo del nulla, ore dopo, quando ormai solo le stelle ci facevano compagnia.

Quella notte, per fortuna, non c’era nemmeno la luna.

Eravamo due macchiette nere in una landa ancora più nera.


◦◦◦


“Come ti senti?” Gli chiesi, sedendomi a terra di fronte a lui.

“Sto bene.”

“Non mentirmi. Hai una faccia... sei pallidissimo. Avanti, avvicinati.” E così dicendo gli misi una mano sulla fronte.

Come pensavo. “Ti sei preso una bella febbre, proprio nel bel mezzo del nulla. Complimenti, campione.” Scherzai, togliendomi il mantello.

“Cosa fai, sei impazzita?” Mi disse e tentò di scansarsi ma io fui più veloce e lo riuscii ad avvolgere nel mantello. “Ti prenderai un malanno.” Mi rimproverò, ma starnutì subito dopo e mi strappò una risatina.

“Ma senti da che pulpito. E poi, non fa così freddo.”

Gli misi le mani sulle spalle e lo attirai a me, poi mi distesi e lo trascinai giù.

Il mio cuore batteva forte, troppo.

Calmati, Darcy. Lo fai solo perché sta poco bene, mi ripetevo mentre lo stringevo di più.

“C’è una cosa che mi stavo chiedendo da un po’.” Dissi ad un tratto, cercando di allontanare quei pensieri il più possibile dalla mia mente.

“Cosa?”

“Mi domandavo quanti anni avessi tu.” Risposi.

“Settantadue.”

“Davvero?!” Sgranai gli occhi, sorpresa.

“Sì, perché?” Mi chiede lui, come se fosse una reazione strana, la mia.

“Beh... non te li avrei mai dati, ad essere sincera. E quanto sarebbero in termini umani?” Domandai curiosa.

“All’incirca dovrei avere la tua età, più o meno... credo...” Balbettò, incerto.

“Ah! Quindi siamo ‘più o meno... credo...’ coetanei. Forte.”

Kili mi sorrise e si strinse di più a me. I suoi occhi brillavano al buio, ma probabilmente erano solo lucidi per la febbre.

“Senti freddo?” Gli chiesi, scostandogli la frangia dagli occhi.

Quella situazione era così equivoca se vista da fuori...

Non sapevo perché, ma vederlo in quelle condizioni mi faceva provare tanta tenerezza che non riuscivo a trattenermi dal sorridergli nonostante poche ore prima gli avessi mentito spudoratamente riguardo a quel maledetto bacio.

Mi sentivo in colpa, incredibile. Di solito, non mi succedeva mai.

“Un po’.” Mi rispose, affondando il viso nell’incavo del mio collo; quel gesto mi fece provare un brivido pericoloso.

“Stai tremando... non so cosa fare.” Mormorai, preoccupata.

Avevo la guancia in prossimità della sua fronte e potevo sentire il suo calore sulla pelle.

“Non preoccuparti, Darcy, starò bene domattina, vedrai. Piuttosto, come va la spalla?” Mi chiese, sviando totalmente il discorso.

“Non mi da quasi più fastidio. Solo un leggero prurito, per via della guarigione credo.” Gli sorrisi.

 “Mi fa piacere. Non sai quanto mi dispiace...”

“Kili, va tutto bene. Non devi scusarti per questo.”

Lui sospirò.

Poi ci fu un momento di assoluto silenzio, interrotto solo da uno sbuffo del mio cavallo. Il suo fiato si condensò nell’umidità della sera. Umidità che stava penetrando violentemente nelle mie ossa.

“Darcy?”

“Mh?”

“Sai, c’è una cosa che vorrei dirti...” Esordì e io attesi finché non continuò “All’inizio mi sentivo così in colpa per averti colpita che il pensiero di lasciarti da sola mi faceva orrore. Poi, non so nemmeno quando né come, ma ho iniziato a guardarti in modo diverso. E poi, tu mi hai sorriso. Sei molto bella quando sorridi, dovresti farlo più spesso...”

“Kili, ti prego, non-”

“No, lasciami finire, per favore.” Mi interruppe, continuando a rimanere con il viso nascosto nei miei capelli.

Fallo smettere.

Sta zitta!

Digli che non ti importa di lui.

Falla finita!

Ah, Darcy, ingenua Darcy.

Vattene! Lasciami in pace!

Presi un bel respiro per calmarmi. La voce non parlò più.

“Dopo ieri, so cose di te che non mi sognavo neanche. Mahal... sei una criminale. Non posso mentire dicendo che non volevo farlo ma mi sono lasciato trasportare dalle emozioni e non ho saputo fermarmi. Ti ho baciata perché era quello che volevo fare. Forse, semplicemente, non volevo fermarmi.”

No, non doveva continuare. Dovevo fare qualcosa, prima che dicesse cose che non avrei voluto sentire.

Approfittai della pausa prolungata che fece per interrompere il suo discorso: “Kili, ascoltami adesso. Io sono venuta qui per trovare la libertà, anche se le cose sono andate in maniera molto diversa da come me le ero immaginate. Incontrare te è stato solo un... incidente di percorso, capisci? Non dovresti nemmeno essere qui con me, lontano da casa tua. Questo era un viaggio che avrei dovuto fare da sola.” Mi zittii un secondo per fargli assimilare quel che avevo detto. Non udii risposta, così continuai. “Quello che sto cercando di dirti è che non possiamo stare insieme. Io sono quel che sono e tu sei un principe che ha dei doveri e una volta arrivati a Rohan sarai libero di tornare alla tua vita. Tu dovrai tornare alla tua vita. Non...” Mi interruppi di nuovo, questa volta però sembrava che le parole si rifiutassero di uscire dalle mie labbra. “Io non...”

Io non ce la faccio.

Tirai un sospiro addolorato e chiusi gli occhi per un lungo istante.

Attendevo la sua risposta, una qualche reazione, ma stranamente non ottenni un bel niente.

“Kili?” Provai allora a chiamarlo, ma non mi rispose nessuno.

Mi scostai un po’ e solo allora mi accorsi che il Nano dormiva.

Non ha ascoltato una sola parola di quello che ho detto... pensai, arricciando il naso.

Forse era stato meglio così.

Anzi, sperai davvero che non avesse sentito nulla perché mi ero già pentita di avergli detto quelle cose.

Poggiai una mano sulla sua fronte: scottava ancora – ovviamente – e non avevo idea di cosa fare per fargli abbassare la temperatura corporea.

Inoltre, quella mattina mi aveva detto che più avanti vi era un altro fiume ancora da guadare e se non fosse guarito per tempo la situazione poteva solo che peggiorare.

Sbadigliai e cominciai a sentire le palpebre pesanti.

Avrei dovuto rimanere sveglia a fare la guardia ma se non mi fosse riposata almeno un po’ non avrei retto nemmeno l’ombra di uno scontro.

E poi, in ogni caso, mi avevano addestrata anche a reagire ad assalti a sorpresa e conoscevo le tecniche della mia gente.

Così chiusi gli occhi e mi rilassai, cadendo in un sonno profondo.


◦◦◦


Quando mi svegliai fu come uscire dalla nebbia: lentamente mi resi conto di dov’ero e ricordai gli eventi del giorno precedente.

Sgranai gli occhi quando mi ritrovai il volto di Darcy a pochi centimetri dal mio, piacevolmente addormentato.

Delle ciocche scure le incorniciavano la guancia e le scendevano dal collo fino a terra.

Le labbra erano dischiuse e dovetti fare appello a tutte le mie forze per impormi di resistere e non baciarle di nuovo.

Non ricordavo di essermi addormentato; un attimo prima stavo scherzando con lei e l’attimo dopo... beh, chi lo sa.

Non ricordavo nemmeno di cosa avevamo parlato e avevo un gran mal di testa.

Sospirai e mi misi supino; il sole mi colpì dritto negli occhi e li strinsi per il fastidio, portando un braccio a farmi ombra sul viso.

Con quel movimento dovetti svegliarla, perché sentii la sua voce – vicinissima al mio orecchio – e mi venne la pelle d’oca.

“Kili, stai bene? Come ti senti?” Mi chiese, poggiandomi subito la mano sulla fronte.

La sentii imprecare e ne dedussi che non era un buon segno.

“Siamo nei guai ed è terribilmente tardi.” Disse, alzandosi subito in piedi e dirigendosi al suo cavallo “Dobbiamo trovare un villaggio e al più presto. Pensi di reggere una cavalcata?”

Io, che nel frattempo mi ero seduto, la guardai forse in maniera un po’ troppo confusa perché lei indurì lo sguardo e, andando accanto al mio pony, gli diede una bella botta sul posteriore e quello iniziò a galoppare.

“Ma che fai?!” Chiesi allora, quella volta davvero sconcertato.

“Cavalcherai con me. Il pony sarebbe solo un intralcio e noi non ne abbiamo bisogno.”


◦◦◦


Sembrava filare tutto liscio.

Kili era tranquillo, segno che la sera prima si era addormentato prima che potesse udire quel che gli avevo detto.

Fantastico. Almeno un problema era risolto e potei tirare un sospiro di sollievo.

In quel momento ero più determinata che mai a portarlo in un villaggio per farlo curare.

Non ci voleva proprio in quel momento drastico, quando ci trovavamo nel bel mezzo del nulla.

Quando salimmo a cavallo, lo aiutai a montare in sella e io mi sedetti dietro di lui.

“Poggiati a me se ne senti la necessità.” Gli dissi e spronai l’animale.


Il sole iniziava a tramontare e non vi era l’ombra di un villaggio.

Sarebbe bastata una sola casa, dannazione!, ma niente.

Che razza di regione, completamente disabitata.

Da dove venivo io, gli unici posti disabitati erano quelli in cui erano stati razziati i campi e i villaggi di ribelli o le foreste bruciate da Ahkkár per far si che la gente non potesse nascondersi più.

Quella invece era una valle desolata, brulla, secca.

La mia gente sarebbe potuta andare lì a vivere, costruire villaggi e coltivare quelle terre e salvarsi dal reclutamento eccessivo di quel bastardo.

Ad ogni modo, avevo assolutamente bisogno di un fuoco, al diavolo i nostri inseguitori.

Frenai il cavallo e aiutai Kili a scendere.

“Non farlo, Darcy. Ti troveranno.” Mi disse il Nano, starnutendo.

Ci troveranno. E comunque non mi importa. Ora la tua salute è più importante di tutto.” Risposi, iniziando ad ammucchiare sterpaglia e circondarla con le pietre che trovai nei dintorni.

Kili rise. “Qualche giorno fa mi avresti lasciato indietro.”

“Qualche giorno fa non immaginavo affatto questo schifo. Pensavo... pensavo che sarebbe andato tutto bene, come sono stata idiota: avrei dovuto immaginare che non mi sarei mai liberata di lui.”

“Darcy...” Kili mi prese la mano e la strinse “Andrà tutto bene, vedrai. Arriveremo a Rohan e troveremo aiuto.”

Non seppi cosa fare.

Non volevo togliere la mano dalla sua ma allo stesso tempo dovevo farlo.

Mi voltai per non guardalo negli occhi e sfilai dolcemente la mano dalla sua presa.

Accesi il fuoco e poi lo feci sedere lì davanti.

Andai dal cavallo e con una tecnica che mi avevano insegnato qualche anno prima, lo feci camminare fino al falò e poi lo feci sdraiare accanto a noi.

“Poggiati alla sua pancia, ti terrà caldo più di quando io possa fare.” Dissi al giovane che annuì.

“Dove hai imparato a farlo?”

“Beh...” Feci un’alzata di spalle.

“Hai ragione. Domanda stupida, scusami.”

“Non hai niente di cui scusarti. Ad ogni modo, se vuoi un giorno te lo insegno.” Gli sorrisi di sfuggita, tornando subito a guardare il fuoco.

“Darcy.”

“Sì, Kili?” Mi sentii per uno strano motivo agitata.

Non potei non chiedermi cosa volesse.

Ti prego, ti prego, ti prego, non dire nulla di sbagliato. Incrociai le dita.

“Prendi. Sai usarlo?” Mi tese il suo arco.

Tirai un sospiro, sollevata.

“Sì.” Annuii.

“Ce la farai con la spalla?”

“Sì, scocco con la destra, quindi la sinistra deve solo tenere l’arco.”

“Allora, non ti dispiace se dormo un po’?”

Quella domanda mi fece tenerezza.

Avrei voluto accarezzargli la guancia, scostargli e capelli dal viso e...

No!

“Ma certo, tu devi dormire e riposarti. Ci penso io a fare la guardia.”

Lo vidi chiudere gli occhi e poco dopo si era già addormentato.

Mi guardai intorno.

Ero stanca, e il fuoco donava calore alle mie membra.

L’umidità della notte prima mi aveva letteralmente uccisa e avevo male dappertutto.

Volevo dormire anche io, ma non potevo.

Avevo un brutto presentimento.

Mi prudevano le mani e quando avevo quella sensazione fastidiosa non accadeva mai nulla di buono.

Eppure, il fuoco era così caldo... e le palpebre pesanti... e...


“Shrebok inst ik Darcy na gaaher.”

“Derhay kan sher, ist kaab ne nu shin.”

“Rnest ka binsla shai kun!”

“Ne snhi lahek!”

“Dur?”

“Streshk mik na de, Ahkkár ne.”

“Ner kag shaar dum!”


...Aprii gli occhi di scatto, rendendomi conto che tutto quello non era stato reale. La risata che mi aveva fatto accapponare la pelle non era reale, le sue parole non erano reali. Non quella volta.

Addormentarmi non era stata una buona mossa. Non me ne ero neanche accorta.

La voce di Ahkkár ancora mi echeggiava nelle orecchie...

“Non riuscirai a sfuggirmi, Darcy.” Mi disse, sicuro di sé come sempre.

“Non ne sarei così sicura, fossi in te.” Replicai io, poggiando con discrezione la mano sull’elsa della mia spada.

“Non puoi scappare, sei mia!” Gridò Ahkkár, con rabbia, facendo un passo avanti.

“Io non sarò mai tua!” Indietreggiai, stringendo il pugno sul freddo acciaio.

“Tu credi?” Lui ghignò, avvicinandosi ancora.

Il cuore mi iniziò a battere all’impazzata.

“Il mio cuore non ti apparterrà mai, Ahkkár.” Dissi, mettendomi una mano sul petto.

“Allora lo prenderò con la forza!” Rise lui, mettendomi le mani addosso.

...Non potevo credere di aver sognato proprio quella conversazione.

Ironia volle che mi sembrasse un peccato essermi svegliata proprio prima dell’attimo in cui avrei potuto rivedere me stessa che estraeva Tempesta dal fodero e gli lasciava quel bel regalino sulla guancia.

Mi vennero i brividi a ripensarci.

Quello che avevo passato dopo, beh, aveva reso niente tutto l’inferno subito in precedenza.


Se non altro mi era completamente passato il sonno.

Non avevo idea di quanto avessi dormito, ma era fin troppo per i miei gusti.

Mi voltai di scatto quando sentii un rumore in lontananza.

Ci hanno trovato  fu la prima cosa che pensai.

Aprii la mia borsa e ne estrassi un pugnale, poi imbracciai l’arco e mi allontanai, nascondendomi dietro un grande masso.

Un’ombra si stava avvicinando al punto in cui eravamo accampati.

Estrassi una freccia dalla faretra di Kili e la incoccai.

Prima di fare qualunque cosa mi assicurai che fosse solo uno, poi scoccai, colpendolo dritto ad una gamba.

Con un lamento, l’ombra si accasciò a terra.


◦◦◦


Un tonfo mi fece sobbalzare e quando aprii gli occhi vidi Darcy saltare addosso a un uomo e puntargli un pugnale alla gola.

Derst in ka, Mart.” Sentii sussurrare a Darcy.

Strizzai gli occhi e assottigliai le palpebre.

L’uomo la guardò con rabbia e poi le sputò in viso.

Darcy si mise a ridere, una risata fredda, priva di qualunque sentimento.

Poi alzò il braccio e l’attimo dopo la lama del pugnale era già affondata nella spalla di quello che lanciò un grido di dolore.

Mar le kahin Ahkkár shan dek, Mart rai nskij?” Disse ancora lei, in quella lingua strana.

Dan skaa rne daahr!” L’uomo sotto la giovane rise grassamente, come fosse divertito.

Con un grido di rabbia, Darcy gli tagliò la gola senza pietà e quello agonizzò per qualche istante, poi rimase immobile.


◦◦◦


Guardai sprezzante il cadavere di Mart mentre mi alzavo da lui e ripulivo la lama del pugnale sulla stoffa dei pantaloni.

Quando mi voltai incrociai lo sguardo di Kili.

Sospirai, avvicinandomi al falò.

“E così, hai visto tutto.” Dissi, riponendo l’arma nella borsa e posando l’arco accanto a lui. Presi un fazzoletto di stoffa e iniziai a pulirmi la faccia dagli schizzi di sangue.

“Saresti stata meglio se non fosse successo?” Mi guardò in un modo indecifrabile.

“Prima o poi sarebbe successo comunque.” Alzai le spalle e iniziai a spengere il fuoco, buttandoci sopra anche la pezza.

“Ti hanno insegnato a non avere pietà... bello schifo.” Commentò.

Non ci feci caso e gli diedi una mano ad alzarsi, poi feci alzare il cavallo e montammo in sella.

“Sarà meglio andarcene, presto verranno a cercarlo.”

 “Cosa vi siete detti, Darcy?”

Iniziai a far camminare il cavallo, mentre stringevo i pugni intorno alle redini.

“Quello era Mart. Eravamo amici, una volta; facevamo parte della stessa ‘squadra’. Gli ho chiesto se Ahkkár sapesse dov’ero e lui ha risposto: brucia, puttana! E io l’ho ucciso. Fine della storia.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Angolino autrice-

 

Buonaseraaaaa :D

Ultimo giorno di vacanza.... lo sfrutto per aggiornare perché poi non so quando potrò rifarlo dato che ho 3 settimane intense D:

Spero comunque di riuscire a trovare un buco per la storia ç_ç

 

Ma passiamo alla storia:

 

Come prima cosa vi informo che al prologo è stato aggiunto un banner (si dice così?) fatto da moi con www.canva.com che è tipo il sito perfetto *^* me ne sono innamorata subito appena l'ho scoperto, l'altro ieri u.u

 

Secondo poi: le parole che si dicono Ahkkar e Darcy o Mart e Darcy, me le sono inventate di sana pianta associando lettere che poi al fine della parola avevano un suono che mi piaceva XD 

Abbiamo visto un altro lato di lei: quello spietato...

E ne vedremo ancora, perché anche se sappiamo praticamente tutto... non è forse ancora tutto (?)

*non vi voglio confondere, no u.u*

 

Voglio ringraziare chi mi recensisce e in particolare la mia dolciosissima Benni!!

Le 4 persone che mi seguono e tutti i lettori silenziosi! (Ogni tanto fatevi sentire, eh :*)

 

Vi lascio con un "immagine" di come mi sono immaginata - scusate la ripetizione - Ahkkar u.u

(I suoi occhi sono verdi, ma mi sono dimenticata di cambiare il colore XD)

 Più o meno è così che me lo immagino u.u

 

Buon rientro per chi va a scuola come me, domani ç_ç

Baci,

Juls!

 

 

 

 


   
 
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