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Autore: Nuel    11/01/2016    3 recensioni
James, Albus e Rose tornano a scuola, ma Hogwarts è, come sempre, luogo di misteri oltre che di magia e stregoneria e un nuovo enigma terrà impegnati i fratelli Potter e i loro amici.
◊ Serie: Imago Mundi
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Compleanno a Malfoy Manor



Albus e James ascoltarono il padre, per quella che doveva essere la centesima volta, raccomandare loro di stare attenti, tenere gli occhi aperti e restare con la madre perché Malfoy Manor era un posto pericoloso. A Ginny, Harry aveva raccomandato di tornare a casa per cena: un solo minuto di ritardo e avrebbe convocato una squadra di Auror con cui fare irruzione nel castello dei Malfoy.
    Ginny passò il pacco regalo ricoperto di carta verde con un bel fiocco di raso argentato a James e baciò il marito, primo di voltarsi verso il camino e di entrarci coi figli.
    L’ultima cosa che Albus sentì, prima che la metropolvere lo trascinasse lontano fu la voce di Lily che chiedeva con tono petulante per quale ragione non potesse andare anche lei.
    Per quello spostamento, normalmente, avrebbero usato la smaterializzazione congiunta, ma il padre di Lotus aveva proposto di connettere il camino della casa dei Potter, a Godric’s Hallow, con quello del castello dei Malfoy per quel giorno, in modo da evitare un viaggio disagevole ai ragazzi e alla signora Potter. Loro padre non ne era stato entusiasta: l’idea di un passaggio diretto tra casa sua e l’abitazione di Lucius Malfoy lo innervosiva, ma alla fine aveva dovuto cedere: la connessione sarebbe stata chiusa non appena la sua famiglia fosse rientrata e lui non avrebbe perso di vista il camino un momento.
    Quando i Potter arrivarono a destinazione, atterrando in un grande camino tanto alto che Albus non dovette nemmeno piegarsi, per uscirne, trovarono Scorpius e Lotus accomodati sul tappeto antistante, impegnati a chiacchierare tra loro. I ragazzi balzarono in piedi, rivolgendo agli amici espressioni festanti.
    «Buon compleanno, Scorpius!», James allungò le braccia verso l’amico, porgendogli la pesante scatola e vide gli occhi di Scorpius illuminarsi, come se non si fosse aspettato alcun regalo.
    «Auguri!», fecero eco Albus e la signora Potter, mentre il Serpeverde accettava il regalo con la reverenza che si riserva alle cose delicate.
    James gli fece l’occhiolino. «Sta’ tranquillo: non si rompe!».
    «Ho più paura che esploda!», rispose il giovane Malfoy. «Andiamo di là, gli altri ci stanno aspettando!», disse, dirigendosi alla porta.
    Lotus tese la mano alla signora Potter, in una muta richiesta che Ginny fu lieta di accontentare. Il ragazzo era ora un po’ più basso di James e le sorrideva timidamente, chiudendo la fila con lei, mentre Scorpius, James e Albus percorrevano il corridoio chiacchierando con toni allegri.
    L’abitazione dei Malfoy era un antico maniero dalle pareti solide, arredato con gusto ed opulenza e circondato da una tenuta che si estendeva a perdita d'occhio, ma quando entrarono nel salotto dove erano riuniti gli ospiti, i Potter si ritrovarono in un ambiente familiare, con comodi divani in pelle scura dagli schienali trapuntati, disposti intorno ad un basso tavolino dal ripiano intarsiato, il lucido pavimento di legno chiaro era coperto da soffici tappeti dai colori caldi, su una delle pareti candide decorate da stucchi dorati, si apriva un'ampia finestra dai vetri decorati a rombi, ombreggiati da tende bianche e leggere, abbinate a tende di velluto pesante dal caldo color salmone. All'angolo alcune piante di spatifillo aggiungevano una nota verde alla cromia della stanza.
    «Mamma!», Scorpius raggiunse subito una donna dai tratti eleganti e gli zigomi alti. Aveva i capelli castani e gli occhi nocciola ed era vestita con raffinata sobrietà. La donna tese le braccia per accogliere il figlio, adocchiando subito il pacco tra le sua mani. «Hai ringraziato, Scorpius?», gli chiese, mentre Draco, Blaise e un ragazzo alto, dai capelli scuri si alzavano in piedi all'ingresso della signora Potter.
    «Grazie di essere venuta», le disse Draco Malfoy, avvicinandosi e porgendole la mano.
    Ginny l'accettò con disinvoltura, mentre Lotus ancora le teneva l'altra.
    «Non so se già conosce mia moglie, Asteria e sua sorella Daphne», iniziò a fare le presentazioni Draco.
    Le due donne risposero con controllati cenni del capo. Ginny le ricordava vagamente dai tempi della scuola, entrambe Serpeverde, ma nessuna delle due del suo anno.
    «E loro sono i figli di Daphne: Augustus e Ausia Flint», concluse presentando i due ragazzi.
    «Piacere di conoscervi», fece Ginny con un sorriso, mentre Blaise la invitava a sedere con loro.
    «Avanti, apri!», James incitò Scorpius a scartare il regalo, un attimo prima che la signora Potter potesse presentare i propri figli.
    «Non essere maleducato, James!», sbottò Ginny, scuotendo il capo, mentre Scorpius sfilava con attenzione il nastro di raso. «E lui è Albus», aggiunse guardando storto James ancora per un momento.
    «Lei è Ginevra Weasley!», esclamò sorpreso il ragazzo più grande, Augustus, che non le toglieva gli occhi di dosso da quando era entrata. «Cercatrice delle Holyhead Harpies dal '99 al 2004!».
    Ginny rise, arrossendo appena. «Sì, sono io». Il viso le si illuminò mentre sosteneva lo sguardo attento del ragazzo.
    «Holyhead Harpies contro Appleby Arrows! La partita durava da oltre settanta ore, quando scoppiò un temporale che rese il gioco quasi impossibile. Nessuno vedeva il Boccino da quaranta minuti, la partita era praticamente ferma con tutti i giocatori in volo e lei vide il Boccino per prima, riuscendo a prenderlo nonostante un Bolidi avesse colpito la sua scopa! Quella partita resterà nella storia del Quidditch!»,  disse, entusiasta, per poi chiedere: «Perché ha smesso di giocare?!».
    Ginny guardò il figlio maggiore con indiscutibile affetto; «Trauma cranico e tre costole rotte. Ho rischiato di perdere molto più di una partita, quella volta».
    Augustus Flint seguì il suo sguardo fino a James e la sua delusione fu pari soltanto alla sua incredulità.
    «Wow!», Scorpius, nel frattempo, aveva scartato il proprio regalo, scoprendo un kit di manutenzione per manici di scopa. Gli occhi del ragazzo saettavano dalle forbici coda-ciuffi d'argento al barattolo di lucido Quercine, prese in mano la bussola d'ottone e la rigirò tra le mani guardando l'ago che si spostava. «È bellissimo! Grazie!», rivolse un ampio sorriso a James e Albus; aveva ascoltato con attenzione tutta la tirata di Augustus e la risposta della madre.
    Scorpius tirò fuori dalla scatola anche il manuale di manutenzione per manici di scopa. «Questo potrebbe servire anche a te!», disse, rivolgendosi ad Augustus, che smise di fissare James per sorridere al cugino «Sarà più utile a te se non impari a giocare come dico io!», gli rispose sogghignando.
    «Agli ordini, capitano!», sbuffò Scorpius, mentre James faceva una smorfia. Il modo di giocare di Flint non era ben visto dai tre quarti degli studenti di Hogwarts.
    Asteria Malfoy sospirò, scrollando le spalle. «Non capirò mai cosa ci trovino i maschi nel Quidditch!».
    Sua sorella Daphne rispose con tono fintamente lieve: «Io non capirò mai cosa ci trovino le donne!».
    Ginny la guardò negli occhi, con un sorriso che, per un momento, parve quasi ferino. «Ci sono donne che mettono a frutto il proprio talento e altre che preferiscono stare con le mani in mano e farsi mantenere dai mariti ricchi». Il tono che aveva usato rendeva impossibile fraintendere il senso delle sue parole.
    «Che ne dite se tagliamo la torta, così poi i ragazzi potranno andare a giocare fuori?», chiese Malfoy, mentre le donne si scambiavano sguardo omicida, e Blaise si alzava in piedi.
    «Che magnifica idea! Mi sta venendo fame. Voi state comodi, ci pensiamo noi, d'accordo?», porse la mano a Ginny e la invitò a seguirlo prima ancora che qualcuno avesse risposto.
    «Mi dispiace di aver risposto in quel modo», si scusò lei, non appena la porta fu chiusa alle sue spalle, ma Blaise rise e scosse la testa.
    «Ha fatto benissimo. Daphne è stata molto scortese».
    «Sono comunque un'ospite maleducata», si schermì la signora Potter, accigliandosi, ma l'attimo dopo aggiunse: «ma proprio non posso trattenermi dal dire quello che penso!».
    Blaise Zabini la guardò con ammirazione. «Se Emilia avesse avuto lo stesso coraggio, probabilmente il nostro matrimonio non sarebbe finito».
    Ginny si sentì per un attimo a disagio. «Mi dispiace che Harry non abbia ancora scoperto il colpevole», disse con tono mortificato.
    «Non è colpa sua. So che si sta impegnando. Potter è sempre stato così… del resto, ha sconfitto Voldemort!».
    Ginny alzò lo sguardo, incontrando gli occhi dalla forma allungata dell'uomo, che sbuffò, divertito dalla sua sorpresa. «Sono perché sono stato un Serpeverde dovrei ancora avere timore nel fare il suo nome?»,
    «No, immagini di no», convenne Ginny.
    Nella stanza accanto erano state preparate diverse caraffe di succo di zucca e burrobirra, pile di piatti, tovaglioli e numerose posate e, su un carrello, era già stata posata la grande torta gelato, incantata per non sciogliersi. Al centro del dolce erano state messe due candeline con i numeri uno e due.
    Blaise spostò sul carrello il necessario e chiese a Ginny di aprirgli la porta mentre lo spingeva e di accendere le candeline, con un colpo di bacchetta appena prima di entrare nel salotto dove attendevano gli altri.
    «È enorme!», esclamò Scorpius, contento, vedendoli entrare.
    «Spegni le candeline, Scorpius!», lo invitò la madre, baciandolo sulla guancia subito dopo che il ragazzo vi aveva soffiato, spegnendole. Anche Draco Malfoy baciò suo figlio sulla guancia e Ginny trovò quel quadretto familiare assolutamente incredibile.
    «Spero che non farete tagliare la torta a me anche quest'anno!», disse Daphne, alzandosi per abbracciare il nipote.
    «E non guardate me!», le fece eco Ausia, raggiungendo il cugino per stringerlo un momento tra le braccia e sussurrargli qualcosa all'orecchio.
    «Se volete la taglio io!», fece Blaise, prendendo il coltello in mano.
    «No, papà! Tu no!», si imbronciò Lotus, tendendo la mano per togliergli il coltello di mano.
    «Lotus ha ragione, Blaise, hai già fatto abbastanza danni al suo compleanno!», gli disse Draco allungando la mano per farsi passare la posata.
    «Lo faccio io, se volete», si propose Ginny. «Con tre figli più il figlioccio di Harry ho fatto un bel po' di pratica!», rise, senza accorgersi dell'improvviso irrigidimento di Draco, ma Blaise le passò il coltello da dolci sillabando con le labbra “salvatrice!”.
    Ginny tagliò fette regolari e le depose sui piatti che Blaise le passò, servendo tutti i presenti, mentre Draco versava il succo di zucca e distribuiva i bicchieri.
    Stavano per brindare al festeggiato quando la porta si aprì.
    «Nonna! Nonno!», chiamò Scorpius, all'apparire di Narcissa e Lucius Mafoy, posando il bicchiere e correndo a gettarsi tra le braccia della nonna.
    «Quando imparerai un po' di buone maniere, Scorpius?!», lo rimproverò Lucius, sbattendo a terra la punta del bastone, ma l'attimo dopo sorrideva con le braccia del nipote al collo.
    Ginny rimase a fissare con occhi sgranati l'uomo a causa del quale era diventata vittima inconsapevole di Voldemort quando era appena una bambina e Lucius Malfoy ricambiò con palese disappunto.
    «Non sapevo che avessi esteso l'invito alla signora… Potter, Draco», fece Lucius, con tono disgustato.
    «I fratelli Potter sono amici di Scorpius, padre. Ne abbiamo già parlato», gli rispose Draco, con calma impeccabile.
    «Volete accomodarvi? C'è dell'altro dolce», cercò di cambiare discorso Asteria, avvicinandosi a Narcissa, che la guardò a malapena, tornando ad osservare il nipote.
    «No, Asteria, grazie», Narcissa rispose per entrambi. «Siamo solo venuti a fare gli auguri a Scorpius e a dirgli che, se più tardi vuole passare da noi, c'è il suo regalo che lo aspetta».
    «Un altro?», chiese candidamente il più piccolo dei Malfoy, sollevando le sopracciglia pallide.
    «Non lo starete viziando troppo?», rise Daphne, ma Ginny non prestò molta attenzione allo scambio di battute: teneva gli occhi su Lucius, un'espressione ostile e la mascella rigida. L'uomo aveva guardato con disgusto ed attenzione James e Albus, che l'avevano fissato a loro volta e poi era tornato a guardare lei, rivolgendole un sorriso velenoso quanto impostato.
    «È stato un piacere rivederla, dopo tutti questi anni. Mi saluti suo marito, il nostro eroe».
    Le dita di Narcissa si strinsero appena un po' più forte sul braccio del marito ed i signori Malfoy uscirono, lasciando dietro di sé una traccia di gelo a cui solo i più piccoli parvero immuni.
    In effetti, James e Albus erano più interessati a finire le loro fette di torta in fretta per poter uscire a giocare, che a capire di cosa stessero parlando gli adulti.


Meno di dieci minuti dopo, i quattro ragazzi correvano già lungo i corridoi lucidi del castello per uscire nel parco retrostante, dove gli elfi domestici, prima di chiudersi in stanze di servizio, lontane dallo sguardo degli ospiti, avevano apparecchiato il tavolo per il tè con altre caraffe di succo di zucca e qualche pasticcino.
    «Lascia che te lo dica, Scorpius», attaccò James, dopo essersi seduto sul prato tagliato di fresco, all'ombra di un'alta siepe di tasso, «gioca pulito. Non dare retta a tuo cugino».
    «Augustus è un bravo giocatore», puntualizzò Scorpius, un po' piccato.
    «Fa un sacco di falli e prima o poi potrebbe far male a qualcuno».
    «A te Augustus non piace perché esce con tua cugina!», gli rispose Scorpius.
    «Non credo si siano più visti dall'inizio delle vacanze», si intromise Albus. «In ogni caso, se fosse bravo come dici, non avrebbe bisogno di fare tutti quei falli», dette man forte al fratello.
    «È che lui si diverte così!», si trincerò Scorpius, dietro un'espressione accigliata che si sciolse solo quando i cugini li raggiunsero, pochi minuti dopo.
    «Vi hanno mandati via?», chiese Lotus ad Ausia, ridendo.
    «A quanto pare», cantilenò la ragazza, sedendosi sull'erba, tra Scorpius e Lotus.
    «Pensavo di trovarvi già tutti arrampicati sulle scope!», li schernì Augustus, incombendo alle spalle di James, che si voltò guardandolo con cipiglio.
    «Vuoi prenderti avanti sui falli del nuovo campionato?», sbottò il primogenito dei Potter, sostenendo lo sguardo divertito del capitano Serpeverde.
    Augustus si piegò sulle ginocchia, inclinando il capo per parlare direttamente all'orecchio di James. «Così pensi di entrare in squadra, quest'anno. Voli piuttosto bene, ma ora che so chi è tua madre, ho capito perché, Potter». Poi si girò verso Albus. «Anche tu pensi di entrare in squadra?».
    «Mio fratello vola anche meglio di me!», sbottò James, rosso di rabbia.
    «È James l'appassionato di Quidditch», rispose invece Albus, con calma, «ma è possibile che faccia un tentativo. Non ho ancora deciso». Sorrise ad Augustus e poi guardò Scorpius. «Tu, invece, sei sicuro di entrare in squadra, vero?».
    «Certo che è sicuro!», gli fece un buffetto Ausia. «Augustus non lo lascerà di sicuro fuori dalla squadra, vero?!», chiese al fratello che sbuffò, sollevando le sopracciglia con fare esasperato.
    «Non lo lascerò fuori dalla squadra perché è bravo, Ausia, non perché è mio cugino!».
    Albus rise e Lotus lo seguì a ruota. Quello che era certo, era che il campionato scolastico di Quidditch sarebbe stato al centro di un sacco delle loro chiacchiere.

 
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Sono ancora malconcia, quindi perdonatemi, ma sarò breve: grazie a chi ha letto, ma soprattutto a LadyRiddle e a Kiry Rey che hanno commentato.
Per aggiornamenti e spoiler (appena avrò di nuovo la testa funzionante), mi trovate su FB.
   
 
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