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Autore: Rin Hisegawa    13/03/2009    1 recensioni
Magneto ha 28 anni, Mystique 17. I due si incontrano per caso, ed ha inizio una collaborazione che è destinata a durare per moltissimo tempo... La mia versione di come Raven e Erik (del SINGERverse) si sono incontrati, con qualche spunto dal comics, scritta PRIMA dell'uscita di X-Men: First Class. [MAGNETO / MYSTICA]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono veramente dispiaciuta per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo. Vorrei dire che coi prossimi andrà meglio, ma purtroppo la storia inizia a farsi davvero complicata, e mi richiede una certa riflessione... che in questo periodo posso sostenere a stento, perchè il tempo che non trascorro all'Università o in giro con gli amici lo finisco postando in un forum GdR su Bleach, oppure disegnando. E purtroppo [o per fortuna] questo tempo residuo è poco. Comunque, il desiderio di proseguire G.A.I. c'è, ed è bello presente. La storia NON è sospesa, e se mai dovesse accadere che decidessi di interromperla prometto che comunque vi avvertirei. Quindi, vi prego di continuare a seguire la [lumacosa] pubblicazione! With love a tutti quelli che leggono, e che spero commentino prima o poi, porca paletta! C:

Warren Worthington non si sente tranquillo, quella sera.
Tornato a casa dopo la festa, continua a rigirarsi nel letto come un'anima in pena, domandandosi se sia meglio ignorare le minacce di Lensherr, oppure prendere provvedimenti al più presto.
Accanto a lui, sua moglie dorme sonno tranquilli. Worthington non l'ha portata con sé al ricevimento, ha detto che non era l'occasione; in realtà, non la voleva tra i piedi.
Adesso che si è messo nei guai, non può certo andare a chiederle consiglio. La osserva, addormentata: il suo volto, nonostante sia rilassato, non riesce a nascondere i segni lasciati dall'età. Warren ama la pelle giovane, i volti lisci delle ragazzine.
Ed ecco dove l'ha portato quella fissazione.
Silenziosamente si veste di tutto punto, e scivola fuori dalla camera da letto senza far rumore.
E' notte fonda, lo sa bene, eppure ha bisogno di riflettere un po' in santa pace. Si allontana da quella casa tirata a lucido ed impersonale, dalla moglie sempre gentile davanti alla quale lui stesso ha costruito un muro di segreti, dal figlio che ha trascurato per inseguire la fama, i soldi, il potere.
Parcheggia la macchina di fronte al laboratorio adibito alle ricerche mutanti: è un piccolo edificio cubico situato al lato della struttura vera e propria, tre stanzette di cui solo lui e poche persone fidate conoscono l'esistenza.
Scivola all'interno della struttura, senza neppure preoccuparsi di accendere la luce principale. I bagliori emanati dalle apparecchiature refrigeranti rischiarano debolmente quella oscurità azzurrina.
Si sente incredibilmente solo.
Il lavoro è l'unica amante che non lo ha mai abbandonato, e Worthington lo sa bene. L'unica cosa che lui non sarebbe mai pronto ad abbandonare.
Osserva le fialette disposte in bell'ordine nella teca, immobili e silenziose: la casa farmaceutica è il suo regno, la sua garanzia di felicità. Quando le persone ti voltano le spalle, quello è sempre un posto a cui poter fare ritorno.
E poi, c'è la cura.
Non la medicina di per sé, beninteso; sono ancora lontani dal trovare una soluzione alla malattia che porta la mutazione. Lui e la sua equipe di medici scelti stanno cercando le cause, per prima cosa... scoperte quelle, la soluzione arriverà da sola.
Worthington appoggia i palmi delle mani sul vetro, fissando come ipnotizzato la teca illuminata. Si sente come una falena che volteggia intorno alla lampada, così bella, così letale.
I risultati sono a portata di mano.
Presto, il mondo potrà liberarsi definitivamente dei rifiuti umani come quella Raven Darkholme.



Magneto ascolta distrattamente il radio-giornale delle otto, osservando il caffè nella tazza che va pian piano raffreddandosi. Non ha per niente voglie di berlo; a dire il vero, non ha voglia di fare o pensare a niente di preciso.
La grande finestra che si apre dal lato opposto della stanza è chiusa, come al solito; soltanto una lama di luce riesce ad attraversare gli scuretti serrati, infrangendosi sul tappeto color blu oltremare. E' una bella giornata, là fuori.
- Passiamo ora alle ultime notizie. Nel rogo che ha raso al suolo il piccolo laboratorio di fianco all'industria Worthington sembra essere stato rinvenuto il cadavere carbonizzato di un uomo. La scientifica sta procedendo all'identificazione in queste ore, ma si pensa che si tratti dello stesso Warren Worthington, proprietario della casa farmaceutica, scomparso stanotte intorno all'una. Gli inquirenti stanno indagando sulle origini dell'incendio...
Erik alza impercettibilmente gli occhi dalla tazza, l'angolo sinistro della bocca piegato in un mezzo sorriso che si perde quasi subito in un'espressione accigliata.
Lo sguardo color acquamarina è serio, quasi crudele: sembra godere della notizia che gli è appena stata fornita dal radio-giornale, tuttavia al contempo appare anche scosso. Con un gesto distratto, si passa una mano tra i capelli chiari.
“Che cosa ho fatto?”
Il mondo sembra impazzito. E lui è lì, in piedi: nel centro perfetto della follia.
« E' notte.
Magneto s'intrufola silenziosamente nel laboratorio, ed i suoi occhi impiegano qualche secondo ad abituarsi a quella inutile luce azzurrina. Perché quello sciocco si è rifugiato proprio nel luogo più prevedibile per uno come lui?
“Così mi togli tutto il divertimento.”
Cammina, senza far rumore, fra i giganteschi tavoli da lavoro. C'è metallo dappertutto, in quella stanza: nella scrivanie, nelle teche contenenti le provette, nei sostegni delle lampade al neon. Talmente tanto metallo da non sapere proprio che cosa scegliere per...
Erik deglutisce a vuoto. La rabbia brucia ancora dentro di lui, così dirompente da farlo sentire insignificante a confronto. E' solo uno schiavo della propria collera cieca, pronto ad esaudire ogni minimo suo capriccio.
Cerca di cacciare indietro la consapevolezza del fatto che non è necessario, spingersi così lontano.
“Non è necessario, ma mi fa dannatamente bene.”
Svolta l'angolo creato da un refrigeratore per provette, e immediatamente scorge l'obbiettivo: è lì, solo ed immobile, gli dà persino le spalle. Quelle spalle dritte e robuste, le stesse che ha visto poche ore prima quando è entrato in quella stanza d'albergo.
Le odia. Le odierebbe con tutto il cuore – se solo ne avesse ancora uno. Avrebbe voglia di percorrere rapido i pochi metri che lo separano da lui, scagliargli contro uno qualsiasi dei pezzi di metallo che riempiono il locale. Perché se l'è presa così tanto?
Quell'uomo ha creato la Cura; detesta i mutanti, e sta cercando di eliminarli dalla faccia della Terra. Non è un motivo sufficiente, per decidere di far fuori lui prima che Worthington distrugga la sua razza? Eliminarlo e cancellarlo dal globo, come non è riuscito a fare con tutti quei maledetti Schutzstaffel che hanno devastato la sua famiglia.
Erik non è un uomo sentimentale: vuole riservagli una morte lenta e dolorosa, possibilmente truculenta, rivendicando la salvezza dell'homo superior. Tuttavia è anche giovane, ancora troppo idealista.
C'è ancora qualcosa da fare, prima di spedire quell'uomo all'altro mondo. Qualcosa da fare, per lei.
- Buonasera, caro Worthington.
Warren sussulta, come colpito da una scarica elettrica. Si volta lentamente, senza capire: Lensherr...?
- Cosa ci fai qui?
Col sorriso che si allarga sul volto sinistramente illuminato dalle luci azzurrine, Erik si avvicina fino a fronteggiarlo faccia a faccia. Quando parla, lo fa con voce bassa e gentile.
Sono venuto a terminare quello che avevo cominciato qualche ora fa, Warren. Socchiude gli occhi, come un gatto disteso al sole. Quella calma serafica stride terribilmente con le sue parole prive di pietà.
Fa parte del suo personaggio: tranquillo, conciso, glaciale. Non può permettersi di spaccare la faccia a Worthington così, su due piedi: lui è il Re Nero, che si muove inesorabile una casella dopo l'altra, senza fretta e senza errore.
- Hai giocato col fuoco, Warren. E adesso rimarrai scottato.
Neppure una protesta, dall'industriale, quando Magneto gli appoggia una mano sulla spalla con atteggiamento falsamente fraterno. Un debole lamento soltanto, quando lo vede sollevare un bisturi metallico con la sola telecinesi.
Sei un mutante anche tu, sembrano dire i suoi occhi terrorizzati. Ma dalle labbra, non esce neppure una parola. E' strano scorgere la dignità sul volto di un uomo proprio nel momento estremo.
Non è abbastanza per salvargli la vita.
- Devo farlo, vecchio mio – perchè non si decide ad eliminarlo? Sta impiegando troppo tempo – Per tutti quei mutanti... e per Mystique. Ti ricordi di lei? Dovrei ucciderti anche solo per quello.
La voce si incrina per un attimo, un brevissimo attimo di umanità.
Un attimo che non può permettersi d perdere; Erik ricaccia indietro quella sensazione, e torna ad essere il freddo Magneto.
- Quindi, adesso... Addio.
Nemmeno un grido come si deve.
Quel vile, quel codardo, neppure ha tentato di difendersi. Il sangue gocciola dalla gola fin sul pavimento lucidissimo, e Magneto non ha neppure dovuto sporcarsi le mani. E' inebriante, la sensazione di uccidere usando il Potere. Inebriante ed infida.
“Adesso, pensiamo agli affari.”
Erik non ha dimenticato il vero motivo per cui si trova in quel luogo. La Cura, le prove. Anche se sono poca cosa, è necessario eliminare le tracce; per il puro gusto di farlo, stasera le cancellerà col fuoco.
“Adesso rimarrai scottato, Warren.” pensa ossessivamente Magneto, mentre osserva le fiamme divampare attorno al piccolo edificio.
Stasera non riesce a capire chi sia il paladino, chi il pazzo, chi l'uomo sleale. Worthington è morto con onore, non ha supplicato neppure per un istante. Forse questo è perchè, come gli hanno insegnato, lassù nessuno è migliore o peggiore degli altri.
Questo è il motivo per cui Erik vuole distinguersi adesso, finché ne ha la possibilità. »
I capelli gli ricadono dolcemente sugli occhi, come una tenda dorata fra lui ed il resto del mondo. Non si sente meglio, dopo aver compiuto la sua vendetta. Il progetto di creare la Cura è stato sventato, per il momento, e questa è una vittoria che vale la pena ricordare. Eppure, quasi palpabile, nell'aria aleggia la sconfitta: la delusione di Mystique che crede di averlo tradito, la paura di essere rifiutata ancora.
Dovrebbe dirle che va tutto bene, che non vuole abbandonarla, che Worthington lo ha ucciso per lei; ma non ne è capace. Rinchiuso com'è nella sua torre d'avorio, adesso gli è impossibile pensare ad un mondo diverso da quello in cui lui sia, a tutti gli effetti, il cattivo.



Raven guarda la televisione assieme a Monique, in salotto. Dopo l'iniziale diffidenza di Shade verso la piccola mutante dalla pelle blu, le due si sono pian piano avvicinate, unite dal fatto di essere le uniche ragazze del gruppo.
Mystique è silenziosa, ma quando parla lo fa con cognizione di causa. Monique ha un animo gentile, ed è disposta ad abbandonare l'invidia e la gelosia per riconoscere i pregi di chi davvero ne ha. Spinge Raven ad aprirsi, a parlare, le insegna quello che può.
E' convinta che, nelle sue mani, la nuova arrivata potrà rinnovarsi e trovare finalmente fiducia in se stessa. Ed ha ragione.
- Un problema in meno - commenta Shade, mentre la televisione trasmette il servizio sul rogo alla casa farmaceutica Worthington.
A Raven non sfugge la strana espressione della sua nuova amica: lo sguardo di una che sa, ma che non ha intenzione di parlare. Anche Mystique, comunque, immagina qualcosa: è strano che Warren sia scomparso la stessa notte in cui ha avuto a che fare con Magneto.
- Già, una bella fortuna – risponde distratta, cercando di ricacciare indietro qualsiasi presentimento.
Non è necessario uccidere l'uomo, basta distruggere il laboratorio; se Worthington è morto, è soltanto a causa sua. E' morto perchè l'ha vista nella sua vera forma, e ne ha avuto paura.
La contentezza che Raven prova nell'apprendere che quel maniaco non può più nuocerle, che ha avuto una punizione adeguata, la fa sentire assurdamente bene. Raven gioisce della morte di una persona, come se fosse la cosa più naturale.
Anche Monique sorride, soddisfatta. Magneto ha risolto il problema in modo magistrale.
Le sarebbe piaciuto poter dare una mano, ma adesso tocca alla piccola recluta apprendere sul campo. Non è necessario provare rancore, infondo Erik la vuole ancora al proprio fianco. Si tratta soltanto di una pausa dal lavoro.
- 'Giorno.
Una voce bassa e simile ad un ruggito fa quasi sussultare Mystique, che si volta immediatamente verso la porta per guardare in faccia l'uomo che l'ha appena varcata.
Si tratta di un individuo alto e robusto, né giovane né anziano, con lunghi capelli color miele ed una barba incolta dello stesso colore. Gli occhi sono scuri come il carbone, e le unghie delle mani lunghe come artigli.
Nel complesso, assomiglia più ad un lupo che ad un essere umano. Sabretooth, ben tornato! - sorride Shade, voltandosi anche lei verso il colosso.
Lui si limita a grugnire qualcosa, che suona vagamente come un “e questa chi è?”; Monique, senza cambiare espressione, si affretta a fare le presentazioni. Victor, lei è Raven Darkholme, ovvero Mystique. Raven, questo yeti è Victor Creed, alias Sabretooth. Mystique è una mutaforma – spiega poi, voltandosi nuovamente verso la televisione.
Creed sparisce in cucina senza rispondere, e torna dopo poco stringendo nel pugno gigantesco una bottiglia di birra da mezzo litro.
Adesso conosci anche l'ultimo membro della Confraternita – commenta Monique ridendo, mentre Victor lancia a Raven lunghe occhiate indagatrici. Quelle iridi nere come la pece non contribuiscono a dargli un'espressione intelligente, fisse e distanti come quelle di un animale impagliato. Mystique alza un sopracciglio, e prova l'irrefrenabile impulso di battere le mani, o gridare, o fare qualsiasi altra cosa che possa distogliere per un attimo l'uomo-lupo dalla sua misteriosa riflessione.
E' Shade a risolvere il problema, tornando a voltarsi verso Sabretooth con un mezzo sorriso.
- Com'è andata la perlustrazione?
Sembra perversamente divertita all'idea di farlo parlare, lui che è un tipo all'apparenza così silenzioso e solitario. Viene davvero voglia di provocarlo, un tipo così; allo stesso modo in cui viene voglia agitare una mano davanti al muso di un gatto, solo per il gusto di vederlo scattare.
Come previsto, Victor ringhia distrattamente qualche parola incomprensibile. E io che credevo di essere una persona di poche parole.
Mystique registra mentalmente la presenza di quell'ennesimo personaggio assurdo, mentre sprofonda nella poltrona informe con la testa rivolta verso altri pensieri.
Non riesce a credere che Magneto abbia ucciso Worthington apposta per lei.

Rin-chan's hetare notes ~
1) In questo capitolo ci sono un sacco di parole in corsivo, “evidenziate”: la triste verità è che mentre scrivevo mia mamma guardava la TV nella stessa stanza, e io ho bisogno di assoluto silenzio per creare qualcosa di decente. In ogni caso, era già la seconda volta che tentavo di riscrivere questa parte {il primo progetto è andato in fumo causa incompatibilità con la trama – vedi pt.2} e quindi alla fine ho lasciato le cose com'erano. Siccome in genere scrivo di getto, e le uniche correzioni che faccio sono per sostituire le ripetizioni con sinonimi o per aggiustare la “metrica” del testo {sto troppo attenta a come le frasi “suonano”, sono fissata XD}, per me riscrivere qualcosa è già di per se una tragedia. Figuriamoci poi farlo con la TV in sottofondo. O___”
2)Originariamente non me la sentivo di fare fuori un personaggio come il nonno di Angelo, mi sembrava un'intrusione eccessiva nella trama del film. L'idea era che Magneto lo minacciasse un po', e lui lo assecondasse per paura o codardia. Tuttavia, in questo modo WWI sembrava molto più pavido di com'è ora, e oltretutto ci sarebbero state un sacco di incongruenze: due mutanti non possono permettersi di avanzare pretese illegali verso un ricco e stimato industriale e sperare di passarla liscia. Non senza doversi sorbire dei problemi pure loro, cosa che Erik vuole senza dubbio evitare. Questo è il motivo per cui alla fine Warren muore. L'impero commerciale viene ereditato dal figlio sedicenne e gestito da un delegato finché WWII non ottiene l'età giusta per governarlo. Poi, la storia la sapete. :D
3) I sentimenti di Magneto. Mi diverto tantissimo a giocare con quello che agli occhi di tutti sembra un rapporto di rispetto ed amore, magari, ma che in realtà si fonda su un'enorme difficoltà di comunicazione. Erik è affezionato a Raven e capisce la sua importanza come membro della Confraternita, ma non riesce a dimostrarlo per paura di eccedere. Sempre stendendo un velo pietoso su alcune tristi trovate del RATNERverse, secondo me Magneto sarebbe perfettamente in grado di uccidere qualcuno solo perchè ha tentato di fare del male a Mystique: non perchè vuole bene a lei, ma perchè qualcuno ha toccato la “sua” mutante. Ma se continuo così rischio di essere ripetitiva, quindi cercate di ricordarvi queste cose perchè non voglio dirle all'infinito. :P
4) Anche io penso che Magneto non sia molto adatto a dare fuoco a qualcosa, e che la fissa dell'incendiare a destra e a manca gli sia venuta da quando ha raccolto Pyro. Erik è per il Potere mutante, e vuole usare i propri mezzi per farsi giustizia; infatti, Worthington lo ha ucciso usando il suo dono. Però, il modo più efficace per eliminare i documenti, le provette ed ogni cosa è dar fuoco al laboratorio: siccome la ricerca è ancora embrionale, eliminando quella Magneto sa di aver distrutto {quasi} tutto. Non mi interessa se si è portato dietro la benzina e ha fatto tutto a mano, oppure se ha usato un sistema più raffinato. Questa è la prima missione della fan-fiction, quindi l'evoluzione psicologica e caratteriale del personaggio {dei personaggi, in realtà} arriverà col tempo.
5) Victor Creed, alias Sabretooth. Ce ne sarebbero da dire di cose su di lui... tutto ciò che mi va di raccontare, però, e che anche lui è parecchio più anziano di quanto sembra. Di recente ho scoperto che mia mamma adora questo personaggio... O.o” Sono rimasta stupita. Credevo che il Sabretooth della versione cinematografica fosse uno di quei tipi assolutamente non indispensabili... Quindi in questa fic mi piacerebbe restituirgli un po' del suo spessore, anche se per ora la Confraternita è comparsa davvero poco. In seguito, credo che Victor e Mortimer avranno un ruolo maggiore.
  
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