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Autore: Vago    15/01/2016    2 recensioni
Libro Primo.
Dall'ultimo capitolo:
"Che schifo.
Dopo tanto tempo che passi con qualcuno ti ci finisci per affezionare.
Non so chi, tra di loro, mi mancherà di più.
Forse tutti, o forse nessuno. Prima o poi dimenticherò i loro nomi.
In fondo, mi sono divertito a seguirli.
Sai, la mia ironia non ha perso l’occasione di affiorare.
Ho visto cose incredibili. Draghi, fate, esseri fantastici… e poi la magia. Quant’è bella?
Peccato che, se mai uscirai da lì, non potrai vederla con i tuoi occhi…
Nel mio viaggio con quei cinque ragazzi ho visto cose veramente incredibili.
Questo nuovo mondo è pieno di sorprese. Sarebbe bello poterlo esplorare assieme a te… Come ai vecchi tempi…
[...]
Ho visto perfino le armi elementari all’opera ancora una volta.
Non mi è dispiaciuto fino in fondo questo lavoro… O forse sì.
Il finale è stato bello e, nonostante tutto, devo ammetterlo, perfino io mi sono commosso, ogni tanto.
Un ragazzo si è sacrificato per i suoi compagni. Forse c’è ancora qualcuno non corrotto, in fondo.
[...]
Incredibile.
Non ho mai visto cose di questo tipo in tutta la mia vita…
Aspetta un attimo, così potrai vedermi anche tu."
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Storia revisionata
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Ardof aveva indosso la sua tuta rossa da Cavaliere, camminava in tondo aspettando che Frida scendesse dalla sua stanza.
Farionim doveva essere furioso per il loro ritardo.
- Frida!-  urlò.
- Che vuoi?-  
- Sbrigati, Farionim è sempre stato gentile con noi, non vorrei fargli cambiare idea sul nostro conto!-  
- Adesso scendo. Dammi solo un attimo!-  
Il Cavaliere carminio si fermò e sollevò a una a una le piastre metalliche che coprivano la parte posteriore della sua armatura. Ogni volta che ne sollevava un pezzo piccole pietruzze cadevano sul pavimento tintinnando.
Da quando i folletti lo avevano trascinato per la Prateria non aveva mai pensato di ripulirla.
Finalmente Frida scese.
- In confronta alla tua, la mia tuta sembra uno straccio per pulire… la lucidi tutti i giorni?-
- No, faccio solo attenzione a non farmi mettere sotto da un popolo alto una spanna.-
- Divertente.-
I due diciottenni uscirono dalla casa dirigendosi verso l’arena dei combattimenti, dove erano stati messi alla prova il primo giorno, a quanto avevano capito era l’unico ponte tra quell’Oasi e il mondo esterno.
Seisten ed Erdost gli si affiancarono, sbucando da dentro la grossa caverna che li aveva ospitati durante la loro permanenza.
Il gruppo, per uscire, dovette fare la stessa strada che avevano fatto per entrare. Quando bucarono la superficie liscia del lago i due compagni di viaggio erano zuppi.
Frida sussurrò - Reckiet orlesu! “ Acqua evapora!”-
Dalle corazze e dai draghi si alzò una nuvola di vapore, che si disperse al di sopra della cupola verde.
Farionim li aspettava poco distante.
- Bene, - l’uomo parlava dal dorso di un drago dorato. – Lui è Graner. Ora che ci siamo tutti possiamo partire. Se mi è permesso: come vi siete conciati?-  
- Scusa Farionim. Mi spiace, ma abbiamo solo quest’armatura e gli abiti che ci hai imprestato… la scelta è abbastanza obbligata.-  gli spiegò Ardof, sistemandosi la spada al fianco.
- No, no… niente. Non ti devi scusare, capisco. Prima di andare alla riunione, però, voglio portarvi in un posto abbastanza importante, speciale. Potreste trovarci qualcosa di interessante.-
- Ti ha detto Drake di portarci li?-  chiese Frida.
- No, è più un mio esperimento.-
I tre draghi spiccarono il volo verso le alte vette coperte di neve dei Monti Muraglia. Ma, dopo poco più dieci minuti di viaggio, il drago dorato di Farionim cominciò a scendere di quota compiendo larghi cerchio sopra a un’ansa del fiume che stavano sorvolando.
Non molti chilometri più a valle quelle acque si sarebbero unite al corpo principale del Serat.
- Questo ruscello è particolare: scorre talmente tanto mana assieme a quest’acqua che persino la terra attorno ne è satura... Ma solo da questo punto in poi.-  spiegò Farionim scendendo dal dorso squamoso di Graner con un salto.
- E allora? -  Frida si avvicinò alla sponda, ma fece un salto indietro quando una scintilla partì dalla sua mano guantata e si spense nell’acqua che scorreva placida verso il mare.
- Incredibile, - commentò Farionim estasiato – Puoi avvicinarti di nuovo?-  
- Spero che non sia pericoloso.-  
- Non dovrebbe.-  
Quando Frida si riavvicinò alla sponda di nuovo una scintilla si alzò dal suo corpo, questa volta dalla gamba sinistra, andandosi a spegnere nella corrente.
Poi un’altra scintilla, poi un’ altra e un’altra ancora. Ogni istante che passava il numero di scintille aumentava.
Ad un tratto l’imponente flusso di energia che si allontanava dal corpo dell’elfa s’interruppe.
Dall’acqua si alzò un altare di pietra ricoperto di alghe viscide, su cui svettava una spada la cui lama sembrava liquida.
- Affascinante.-  Farionim mosse qualche passo verso l’altare, ma si ritrasse immediatamente quando questo s’immerse per tre spanne nel fiumiciattolo.
- Incredibile, semplicemente meraviglioso.-  continuò a dire Farionim parlando tra se e se.
- Farionim, - Ardof lo riscosse dai suoi sogni a occhi aperti – Cosa sta succedendo?-  
- Questa, ragazzo, a quanto ne so è una delle quattro armi elementari. È uno degli strumenti magici più potenti mai esistiti. Questo deve essere il sigillo dell’acqua. La spada della dea Acqua.-  
- Perché questi oggetti sono tanto potenti? A me sembra una spada normale… o quasi.-  Chiese Frida.
- Si dice appartengano agli dei primigeni. È stata la stessa Acqua a forgiarla all’inizio dei tempi… Si dice anche che il Cambiamento sia stato causato dal potere congiunto delle quattro armi degli dei primigeni.-  raccontò il diplomatico senza staccare gli occhi dal piedistallo.
- Cosa devo fare?-
- Frida, prendila pure. Quando tu ti sei avvicinata l’altare è comparso, mentre, quando l’ho fatto io si è ritirato. Ritengo che farebbe lo stesso se ad avvicinarsi fosse Ardof.-  
- D’accordo, spero solo che non mi faccia qualcosa di male. Per comparire mi ha tolto buona parte del mio mana.-  
La ragazza si avvicinò circospetta all’ altare di pietra. Prese l’elsa filigranata in argento e puntò la lama verso il cielo, guardando i riflessi dei raggi del sole. L’altare, dopo un paio di scricchiolii, si sgretolò riempiendo il letto del fiume di detriti.
- Molto bella, però non posso portarmi dietro una spada del genere senza un fodero. Dove la posso mettere per viaggiare?-  chiese Frida ancora ammirando l’intrico di fili d’argento che percorrevano l’elsa.
La lama scintillò per una frazione di secondo.
Un rivolo d’acqua si alzò da fiumiciattolo e, levitando, prese a intrecciarsi vorticosamente lungo la schiena della ragazza.
Ben presto Frida si trovò, a tracolla, un fodero dello stesso materiale della lama.
- Strepitoso.-  balbettò ancora Farionim guardando con gli occhi che scintillavano lo spettacolo che gli si presentava davanti.
Il gruppo rimase zitto per qualche minuto, fu il diplomatico, ripresosi dallo stupore, a rompere il silenzio.
- Abbiamo appena assistito a un evento unico. Avevo percepito un potere straordinario in voi. Ma bando alle ciance, ci aspettano! Muoviamoci! Abbiamo un altro evento che ci attende.-
Risalirono sul dorso dei draghi e ripresero il loro volo verso la vetta del Flentu Gar, che si stagliava maestoso sui monti intorno. 

   
 
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