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Autore: Geneve    15/03/2009    2 recensioni
"Immaginai che stesse cantando così per me, soltanto per me, con tutta quella passione, come ai vecchi tempi. Ma erano solo fantasie." Questa non è una storia di principesse nè di eroi, non è una storia d'amore, non è neppure una storia reale... soltanto il frutto di un immaginazione distorta.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi ad aggiornare. Ringrazio in anticipo chi leggerà questa fic (sperando che qualcuno ci sia)

 

 

-Come stai piccola?- mi chiese guardandomi -ogni volta che ti vedo sei sempre più bella-

Già. Ero bella, bella davvero, tutti me lo dicevano ma non davo mai peso alle parole di nessuno... tranne le sue. Perchè detto da lui era tutta un'altra storia, lui era schietto, diceva sempre ciò che pensava fregandosene di come ci restasse la gente... si, detto da lui era tutta un'altra storia. Mi guardai nel grande specchio appeso alla parete. Avevo un corpo snello, due gambe da modella, vita stretta, fianchi proporzionati, un seno non particolarmente grande ma ben visibile, labbra rosse come ciliege e una cascata di riccioli color nocciola, come gli occhi, mi solleticavano le spalle. Portavo un semplice paio di jeans sbiaditi e un top rosso, semplice, comodo ma sexy, come sempre. Avevamo entrambi 28 anni. Molti mi consideravano una bellissima donna, ma a me non importava pù di tanto, e lui, lui si era un bell'uomo con quei capelli lunghi che mi piacevano tanto, con quei pettorali appena accennati, con quegli occhi sconvolgenti e quella voce graffiante, ed era all'apice della sua carriera, ma per me, nel mio cuore,noi eravamo semplicemente Layla e Billy, io ancora la ragazza di molti anni prima, lui il mio migliore amico.

-Sto bene- risposi, non totalmente sincera, la verità era che mi era mancato da morire. -Tu come stai?-

rispose di stare bene anche lui ma sapevo che non era del tutto così, avevo il sospetto che con la band i rapporti fossero ancora più incrinati di prima e che le droghe non fossero ancora uscite dalle loro vite, lo vedevo, e non sapevo quanto avessi avuto ragione, non sapevo che quello sarebbe stato uno degli ultimi concerti per Steven.

-Sai che sei l'unica a chiamarmi ancora Billy?-

-Bè tu per me sarai sempre Billy, come quella sera che ti conobbi... Ricordi? Sono passati tanti anni... Eravamo solo sedicenni, quella giornata di novembre, quando pioveva.. Io mi ero da poco trasferita in città e tu non vedevi l'ora di andartene- Il ragazzo, ormai uomo, che stava davanti a me sorrise -Pioveva molto forte e io entrai nel locale in cui tu lavoravi... Tu eri la ballerina più bella e audace del locale. Non era mia abitudine frequentare locali notturni ma la tua danza sensuale e mai volgare mi colpì. Sembrava che fossi nata solo per danzare, incantavi tutti con i tuoi movimenti eppure per te non era niente più che un modo come un altro per guadagnare un po' di soldi. Ti avevo guardata per tutta la serata, in silenzio, e a volte anche tu avevi guardato me. Tornai il giorno dopo, e quello dopo ancora. Poi mi decisi a offrirti da bere, avevi accettato ma avevi ordinato solo una tonica con ghiaccio e limone. Avevamo iniziato a parlare e in poco tempo eravamo diventati praticamente inseparabili... Ogni sera venivo a casa a prenderti per accompagnarti al lavoro e quando finivi ti portavo a bere qualcosa, poi ti riportavo a casa. Avevamo molte cose in comune: entrambi scrivevamo canzoni, entrambi recitavamo ogni giorno una parte che non era la nostra, ed io stavo formando una band mentre tu desideravi tanto averne una, una tua band tutta al femminile... Rocket Queen... Mi sei mancata tanto, avevo bisogno di te. Già, chi si sarebbe mai aspettato certe sdolcinatezze da William Rose? Il bullo, William Rose-

-Scusami, sono tornata tardi, anche tu mi sei mancato molto e poi l'hai detto anche tu "Everybody needs somebody, you're not the only one" credo che quella canzone sia la cosa più bella che abbia mai sentito-

-Grazie, ci tenevo ad avere un tuo parere-

 

Ok fermi tutti. Chi sta pensando che questa sia una storia d'amore... bè si sbaglia di grosso. Noi non eravamo innamorati, eravamo solo amici, amici che qualche volta erano finiti a letto insieme, amici che si baciavano, amici un po' strani, ma solo amici. Lui per me era un po' il fratello maggiore che non avevo mai avuto e io... bè suppongo che anche lui mi considerasse un po' come una sorellina. Avete presente Il Giovane Holden? The Catcher in The Rye? Bè io ero un po' come la piccola Phoebe, la sorellina a cui Holden teneva tanto, la sorellina da difendere ma al tempo stesso la sua migliore confidente e l'unica in grado di farlo ragionare. A volte ci capiamo al volo anche senza bisogno di parole, come ai tempi della Hell House. Era arrivato davanti a casa mia una mattina e mi aveva detto di preparare la valigia perchè Los Angeles ci aspettava. Ci eravamo da poco trasferiti quando lui mi aveva presentato i suoi amici, che poi furono anche i miei. Il primo fu Izzy, che dopo Axl era quello che mi era stato più vicino. Mi piaceva stare con lui, era il più tranquillo della compagnia, il più razionale forse, il più solitario sicuramente, anche se parlavamo spesso; ogni tanto si alzava di punto in bianco e iniziava a scrivere qualcosa, qualche nuova idea, qualche nuovo testo, mi faceva sorridere. Poi c'era Steven, anche con Steven andavo molto d'accordo, ma fu il primo ad iniziare la sua opera di autodistruzione e nessuna supplica bastò a farlo smettere. Poi c'era Slash, Slash che aveva un carattere dominante, proprio come Axl. Inizialmente andavano d'accordo ma poi era un litigio continuo per quale idea dovesse prevalere, per chi fosse il leader migliore... Non avevamo mai legato molto, ma ci osservavamo sempre, ci studiavamo come due predatore e preda, e paravamo di rado ma in fondo mi mancò anche lui quando me ne andai. Poi Duff, che con la sua figura imponente sapeva sempre mettermi in soggezione e cogliermi di sorpresa ma a volte sospetto che lo facesse proprio per vedermi sussultare come una bambina e poi ridere insieme. Ricordo quegli anni, quando vivevo alla Hell House, come i migliori della mia vita. Poi tutto cambiò: arrivò il successo, la fama e la droga e per ultima arrivò Erin e vidi Billy innamorarsene e si sposarono. All'inizio sembrava andare tutto bene e fui felice per lui, sembrava proprio che la amasse, ma poi fra loro era un continuo litigio. Non erano fatti per stare insieme. Tante volte lui veniva da me la sera e mi chiedeva cosa fare, lui che era violento come una tigre, lui che per me era come un cucciolo smarrito, e mi confidava tutti i suoi pensieri, come sempre, e io come sempre lo consolavo, gli facevo passare le sbronze e curavo ogni sua ferita quando stava male. Sempre. E la band andava alla deriva e non capisco come facesse a essere così eccezionale la loro musica nonostante tutti i problemi. Divorziò con Erin e anche se non volle darlo a vedere per lui fu un duro colpo... E contemporaneamente Steven si stava allontanando sempre più, sapevo che non sarebbe ancora durato molto, ma non sapevo quanto. Si stava estraniando da tutti noi. Anche gli altri stavano prendendo una brutta strada. Prima cercai di farli ragionare, poi li supplicai e infine me ne andai. Codarda. Ma ci soffrivo troppo a vederli sgretolarsi sotto i miei occhi, senza sapere cosa fare. Continuai a seguirli, sempre, ma in silenzio, facendomi vedere sempre meno. Vegliavo su di loro ma non era più come prima, niente era più come prima. E probabilmente non me lo sarei mai perdonata di averli lasciati così.

Erano passati quasi 12 mesi dall'ultima volta che mi avevano vista. Non era mai trascorso così tanto. Mi mancavano da morire e non c'era giorno in cui non avevo pensato a loro e ad Axl, o Billy, come l'ho sempre chiamato e lo chiamerò sempre. E ogni volta che lo sentivo cantare e lo guardavo in quegli occhi da bambino con un barlume di follia rivedevo in lui quel ragazzino cresciuto troppo in fretta e non del tutto cresciuto, dietro quell'aria da duro e arrogante, dietro quella maschera di sicurezza che non toglieva quasi mai e quelle arie da prima donna rivedevo quella voglia di amare ed essere amato e quel bisogno di comprensione che aveva da ragazzo. E si arrabbia con sè stesso, lo so, ma non posso dirgli che il tempo guarirà tutto perchè non ne ho la certezza e non posso mentire, non a lui.

-Resterai almeno un po'?- mi domandò, riportandomi alla realtà, con quello sguardo dolce di quando abbassava le difese, quello sguardo che ormai aveva solo per me e sua sorella, Amy.

 

-dipende...- gli risposi anche se desideravo con tutta me stessa restare ma non sapevo se avrei potuto, se fosse stato giusto per entrambi.

Ti sei avvicinato a me e mi hai cinto la vita con un braccio, hai avvicinato le tue labbra alle mie, sfiorandomele in quello che si preannunciava essere un bacio. Ma non dovevi rovinare tutto, non volevo fuggire di nuovo, ti guardai con soltanto questa supplica sul volto. Ti sei scostato da me e mi hai guardato negli occhi. Avevi capito.

 

 

 

 

Tadaan finita!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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