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Autore: ARed    17/01/2016    3 recensioni
Bella ed Edward sono una famosa coppia di attori, famosi per essere i protagonisti di una delle saghe di più successo degli ultimi anni.
Sono felici e innamorati, ma qualcuno gli vede come delle semplici macchine da soldi. Persone senza scrupoli, a cui non importerà nulla di far soffrire i due protagonisti, colpiti da un tradimento che come un fulmine a ciel sereno gli separerà.
“Era un inferno che visto dall’esterno poteva sembrare il paradiso”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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BOOM!

Mi svegliai stordita, stanca, ero confusa. Avevo paura ad aprire gli occhi, non sapevo che ore fossero, probabilmente lo scandalo era già scoppiato. Rose e Alice parlavano in corridoio a bassa voce, non sapevano che fossi sveglia.
<< Come la prenderà Bella? >>. Ecco, ora tutto il pianeta sapeva, le foto erano di dominio pubblico ed io ero la povera ragazza tradita.
<< Alice nascondiamo questa rivista, non accendere la televisione...>>.
<< Rose sarà tutto inutile, Bella è un personaggio pubblico. Sam glielo dirà>>.
<< Con Jessica, poi. Come ha potuto farle questo? Come ha fatto a farsi fotografare, se con Bella stava così attento?>>.
<< Le ha fatto le corna davanti a tutto il mondo, se me lo trovo davanti io..>>. Avevo sentito abbastanza, ma Alice aveva ragione ero la cornuta più famosa al mondo.
<< Tu niente Alice>>, erano sorprese di vedermi sveglia.
<< Bella>>, era imbarazzata.
<< È inutile che cerchiate di nascondermelo, quelle foto le ho già viste>>.
<< Oh, Bella mi dispiace>>. Rose mi abbracciò.
<< Lui me le ha fatte vedere, quando me lo ha detto. È questo il motivo per cui mi ha confessato tutto>>.
<< Che bastardo>>. Dovevo vedere quella rivista, mi avrebbe fatto male, ma sentivo che era necessario.
<< Alice fammi vedere Us Weekly>>. Era sorpresa, la nascondeva dietro la schiena.
<< Bella ti farà male, è meglio di no>>.
<< Devo vederle, lo so benissimo che mi faranno male>>, era titubante ma mi passò la rivista.
Ero in prima pagina “ Edward tradisce Bella ”, scritto a caratteri cubitali. Come previsto il dolore fece a brandelli il mio petto, il respiro mi si bloccava in gola. Tremavo di rabbia, non avevo le forze di aprire la rivista e vedere il resto dell’articolo. Lo arrotolai, lo tolsi dalla mia vista. Alice mi strappò il giornale dalle mani e lo buttò in un angolo del corridoio. Entrambe mi abbracciarono, l’ IPhone squillava avrei voluto romperlo, magari lanciandoglielo addosso, per fargli male. 
<< Bella, perché c’è un bestione alla porta d’ingresso e JJR giù da basso?>>, ecco, ero ufficialmente barricata in casa.
<< Gli ha mandati Sam, per evitare intrusioni e di farmi uscire>>, detta ad alta voce la cosa poteva anche risultare divertente.
<< Oh! Mi sembra, una cosa sensata. Se esci ti mangiano viva>>, quanto aveva ragione Alice.
<< Rose non dovremmo uscire nemmeno noi due, se sanno che è qui..>>, Rose era accanto alla finestra.
<< Lo sanno, già preparano le tende>>, non potevo crederci, mi avrebbero mai lasciata in pace?
<< Questo è troppo!>>, decisi di chiamare Sam e farle risolvere la questione.
<< Pronto, Sam>>, rispose immediatamente.
<< Sto arrivando da te>>.
<< È pieno di fotografi giù, trova un modo per fargli andare via subito>>.
<< Sai che è impossibile>>.
<< Nulla è impossibile per te, mandagli via subito, non voglio che le ragazze rimangano bloccate in casa per questo>> .
<< Ci provo>>. Misi giù, mi sentivo uno straccio, inutile, causavo solo problemi a chi mi stava attorno.
<< Facciamo colazione, oggi niente Università>>.
<< Dai su, vediamo il lato positivo>>. 
Avevo i nervi a fior di pelle, il telefono non smetteva di squillare e quelle foto non smettevano di riaffiorare nella mia mente. Volevo scomparire.
<< Fate voi, io non ho fame>>, la mia presenza era inutile e feci per andarmene.
<< No, tu hai bisogno di mangiare>>. Rose mi trattenne per un braccio. Perché non capivano, volevo rimanere da sola!
<< Rose, non sei mia madre!>>.
<< No, ma sono la tua migliore amica, e non posso, e non voglio lasciarti deprimere in questa maniera. Reagisci diamine!>>. Quelle parole mi fecero male, ero sola, nessuno mi capiva.
<< Lasciami in pace>>, non si mossero, andai in camera e mi buttai nel letto. Pronta ad accogliere un’altra ondata di dolore. 
Non riuscivo a reagire, non ne avevo le forze. E sinceramente me ne mancava la voglia e l’interesse.
La mia vita perfetta, il mio amore per lui, era scoppiato tutto, come una bolla di sapone su una superficie d’acciaio fredda. Ecco come mi sentivo, apatica. Non provavo nulla di specifico: amore, rabbia, dolore, vendetta. Non singolarmente,almeno, le provavo tutte. Tutte assieme, e questo mix mi squarciava il petto, faceva male e sembrava non volere diminuire.
Qualcuno bussò alla porta. << Bella, sono Sam. Posso?>>. 
Mi sedetti sul letto, << Si>>. La mia voce era un sussurro lontano, faticavo perfino io a sentirla.
<< Oh mio Dio Bella>>, aveva una faccia triste, le facevo pietà. Non volevo far pietà alla gente.
<< Gli hai mandati via?>>.
<< Alcuni, ho detto loro che non saresti uscita, che non avresti fatto dichiarazioni. Altri insistono per rimanere>>.
<< Chiama la polizia!>>.
<< Ho le mani legate, finché non commettono un’infrazione, non posso fare nulla>>.
<< Va bene. Si stuferanno prima o poi>>, non sarei uscita.
<< La Warner vuole parlare con te>>. Il film, me ne ero dimenticata, c’era ancora l’ultimo episodio della saga da promuovere. 
<< Perché?>>.
<< A luglio cominciate la promozione>>.
<< Sam, siamo ad aprile, e non ne voglio parlare ora>>.
<< Si scusa, dirò loro che è troppo presto. Ora rimettiti. Devo fare qualche comunicato stampa?>>.
<< No, non serve>>, il mio lavoro, aveva compromesso il mio lavoro.
<< Forse terrà lontano i giornalisti e i paparazzi>>, insisteva. Non volevo dare in pasto ad un gruppo di giornalisti affamati la mia vita privata.
<< No, ora vattene!>>. Uscì dalla stanza, dovevo essere scortese per riuscire a rimanere da sola?
Rimasi sola, stavo allontanando tutti da me. Il cellulare mi distrasse, era mamma. Dovevo rispondergli.
<< Pronto>>.
<< Tesoro, ciao. Come stai?>>.
<< Sto bene mamma>>.
<< Cosa sono quelle foto?>>.  Le aveva viste, erano arrivate in Italia, maledetti sistemi di comunicazione. Mentirle era inutile. Era furiosa.
<< Mi ha tradito con quella li, mamma>>.
<< Come?>>. Era agitata, conoscevo troppo bene il suo tono di voce, e di certo l’avevo sentito più felice di così.
<< Mamma va tutto bene, calmati. L’ho lasciato, se ora sta con quella li, va bene>>. No, non andava bene, nulla andava bene.
<< Io e papà veniamo, prendiamo il primo volo per Los Angeles>>.
<< Mamma no!>>.
<< Bella, papà vuole parlargli da uomo a uomo, e dirgli di lasciarti in pace>>.
<< Mamma, ti prego>>, respirai a fondo. << Lui mi lascerà in pace, non venite qui per favore>>.
<< Allora vieni tu>>. Insisteva.
<< Devo lavorare mamma, tra due settimane vengo>>, sospirai. 
<< Non venite, io sto bene. Te lo giuro>>. Ero un’attrice, dovevo mentire. Se volevo tenergli lontani da tutto, l’uragano, la catastrofe che mi aveva colpito.
Non dovevo trascurare il mio lavoro, ma non avevo la forza di presentarmi davanti a nessuno, ora che tutti sapevano. Non volevo fare pena a nessuno, passare per quella tradita, sentire i mormorii della gente al mio passaggio. Sarebbe stato davvero troppo, probabilmente non avrei retto, sarei crollata davanti a tutti. Era meglio se me ne stavo da sola. Prima o poi sarebbe passato, nulla durava in eterno, neanche il dolore. 
Così passai quella giornata e quelle successive, sola nella mia stanza senza volere veder nessuno, senza mangiare e senza prendermi cura di me stessa. La notte era la parte peggiore, quando riuscivo ad addormentarmi, cominciavano gli incubi e mi risvegliavo urlando. Rose e Alice non dormivano, erano preoccupate, ed io non riuscivo a fare nulla per farle stare meglio. Ogni volta che ci provavo il dolore mi colpiva forte e le lacrime cominciavano a percorrere l'ormai famigliare percorso sul mio viso.
Accendevo la televisione per distrarmi guardando un film, non romantico, o una partita, ma da tutte le parti si parlava di me e non per un mio film. No, quello no, parlavano di me, di lui e dell'altra. Facevo parte del triangolo più famoso al mondo probabilmente. 
Passa, tutto passa, mi convincevo.
Qualcuno bussò alla mia porta, era Rose. << Non ho fame>>.
<< Non mi importa, devi mangiare e poi devi vedere questo>>. Avevo spento il telefono, non guardavo la televisione, non usavo internet, rendeva più sopportabile il mio dolore non vedere la sua faccia di continuo. Ero tagliata fuori dal mondo, in Europa sarebbe scoppiata una guerra ed io non me ne sarei accorta.
Rose mi portò il pranzo, pasta al pomodoro, e una rivista, People,  che stringeva tra le mani, perché?
<< Cose è?>>, chiesi, perché diavolo mi aveva portato quel giornale?
<< Pasta al pomodoro>>, disse con disinvoltura.
<< Ma dai? Sai pensavo fossero lasagne!>>, la feci ridere e sorrisi anche io.
<< Vedila come vuoi, però devi mangiare>>. Cominciai a mangiare quando un boccone mi si bloccò in gola, i miei occhi avevano letto il nome di Edward su quella rivista. Rose mi passò l'acqua, voleva uccidermi? Sapeva benissimo che non tolleravo nulla che riguardasse lui.
<< Perché?>>, lo sapeva che aveva capito.
<< Leggi>>, mi passò la rivista, << Pagina dieci>>.
Sfogliai People fino ad arrivare a pagina dieci, c'era una foto di Edward e sotto, quello che aveva l'aria di un comunicato stampa:
"Mi scuso profondamente per il dolore causato alla persona che più amo al mondo. Amo Bella, la amo. Mi dispiace"
Ottimo, se prima si trattava di un presunto tradimento, ora lo aveva ammesso pubblicamente. 
Quella frase mi fece salire la rabbia, sapevo che se ne era pentito e questa ne era la dimostrazione. 
Lui come me non amava vendere ai giornali la sua vita privata, quello sembrava un gesto disperato. Stava soffrendo ed una parte di me ne era felice. L’altra parte, invece soffriva per lui.
<< Va bene>>, le restituì la rivista, << Ora vorrei finire queste lasagne travestite da pasta al pomodoro>>. Feci un debole sorriso, Rose si alzò e uscì dalla stanza, sapeva che volevo rimanere da sola. Non finì la pasta, perché il mio amico, il dolore, mi raggiunse e distrusse quel sottile scudo che mi ero costruita stando lontana da tutto e da tutti.


Spero tanto vi stia piacendo, vi aspetto al prossimo capitolo.
Un bacione AlmaRed
Ps: per il comunicato stampa ho preso spunto da quello fatto da Kristen Stewart nell'estate del 2012.

   
 
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