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Autore: f9v5    20/01/2016    1 recensioni
[Rosario To Vampire II; post capitolo 14]
Di ritorno dalla Terra delle Yuki-Onna, per Tsukune ed i suoi amici si prospettano tempi duri: Fairy Tale comincia a giocare le sue carte, nuovi nemici giungono dal nulla a minacciare la pace e due nuovi alleati che nascondono le trame di qualcosa di molto più grande.
Davvero è impossibile la speranza di una convivenza pacifica e rispettosa tra esseri umani e youkai?
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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-Maurice vuole entrare a far parte del club di giornalismo?- chiese Kurumu, sinceramente sorpresa.
-Eh già, almeno è questo che mi ha detto quando me lo sono trovato davanti una volta entrato in sede.- spiegò Tsukune.
In quel momento i ragazzi si trovavano in classe, la lezione sarebbe cominciata tra pochi minuti, alla prima ora ci sarebbe stata la lezione di matematica tenuta dalla professoressa Kagome, l’incubo e contemporaneamente il sogno a luci rosse di molti ragazzi.
Quella notizia aveva a suo modo catturato l’interesse del gruppo di amici; il tipo che giusto l’ultimo fine settimana li aveva massacrati non appena avevano fatto ritorno, che poi si era scoperto star solo eseguendo un ordine del preside, ora faceva domanda per unirsi al loro stesso club.
Erano pronti a scommettere che non fosse un caso: che il preside Mikogami volesse tenerli d’occhio per qualche motivo? O magari Maurice era una sorta di “guardia del corpo” che il preside gli aveva assegnato per proteggerli? Era un’ipotesi plausibile, si era dimostrato un combattente validissimo, ed erano certi che non avesse neanche fatto ricorso al suo pieno potere, non era da escludere la possibilità che il direttore volesse tenerli al sicuro, ora soprattutto che erano finiti nelle mire di Fairy Tale, dal quel poco che avevano visto quell’organizzazione non risparmiava mai chi riteneva d’ostacolo.
La porta dell’aula venne spalancata di colpo, era Maurice, per la serie “Parli del Diavolo e spuntano le corna.”
Tutto il gruppo pensò che fosse venuto a cercare loro, ma a giudicare dalla sua espressione sorpresa nel notarli evidentemente erano altre le ragioni che lo avevano portato alla loro aula.
-Salve ragazzi, come butta? Non pensavo che anche voi foste di questa classe.- salutò cordialmente, venendo educatamente ricambiato dopo un istante di simil-scetticismo.
“Tsk.” Moka si imbarazzò leggermente nel sentire lo sbuffo, proveniente dal suo rosario, della sua controparte, che evidentemente non aveva ancora metabolizzato quella che, almeno secondo il suo eccessivamente orgoglioso giudizio, era stata un’umiliazione, inflittagli proprio dal neo-arrivato, alcuni giorni prima; la vampira sapeva che quello che avveniva con l’altra lei fosse un collegamento telepatico, e che dunque non poteva essere udito da altri, ma la cosa si rivelava sufficiente a causarle disagio se si trattava di un pensiero esagerato.
-Scusa se te lo chiedo, ma cosa ti ha portato qui?- chiese Kurumu incrociando le braccia e squadrandolo quasi con sospetto.
-Volevo solo fare un augurio di buon primo giorno di scuola al mio fratellino.-
Fratellino?! Primo giorno?! Ma se mancava circa un mese alla fine del primo semestre e alle vacanze estive, erano quasi a metà anno.
Fu a quel punto che lo notarono: Maurice indossava la divisa maschile della Youkai, seppur non nella maniera convenzionale: teneva la giacca legata alla vita e aveva tirato in su le maniche della camicia.
E tra l’altro… aveva detto proprio “fratello”?!
-Fatemi indovinare: c’è l’avete ancora con me, dico bene? Non ve ne faccio certo una colpa, anche io avrei difficoltà a fidarmi di qualcuno che sbuca all’improvviso e comincia a picchiarmi. Certo, abbiamo spiegato perché è successo, ma resta il fatto che il nostro primo incontro è stato decisamente poco convenzionale.- rise sinceramente, interpretando, o provandoci, il silenzio degli altri.
-No tranquillo, non ti serbiamo rancore. Ci ha solo sorpreso venire a sapere che tuo fratello frequenti la nostra stessa classe. Presumo che siate dei neo-iscritti, io almeno non ricordo di averti mai visto per i corridoi.- Tsukune sperava che anche le ragazze condividessero il suo pensiero (ragion per cui aveva fatto ricorso al plurale), Maurice gli dava l’idea di una persona buona.
A rigor di memoria il ragazzo, conscio del fatto che alla Youkai Academy la famigerata “prima impressione” si rivelava spesso e disgraziatamente ingannevole, sapeva che ciò non era una garanzia, ancora vivido nella sua mente il caso di Hokuto e di come questi lo avesse ingannato con maestria per guadagnarsi la sua fiducia.
A Maurice sembrò bastare; con un’alzata di spalle il ragazzo diede il suo primo segno di congedo.
-Mi fa piacere saperlo. Ci vediamo alla sede del club dopo le lezioni.-
Beh, su quello ci sarebbe stato da discutere con Ginei, il presidente era pur sempre lui, ma il lupo mannaro non avrebbe dovuto avere rimostranze l’accogliere un nuovo memvro, quasi sicuramente avrebbe liquidato in fretta la faccenda per dedicarsi allo spionaggio negli spogliatoi femminili.
-Ehm… Maurice, tanto per curiosità, che tipo è tuo fratello? Ti somiglia?- la domanda di Moka zittì temporaneamente il ragazzo, che si limitò ad un sorriso sardonico prima di lasciarli con quelle parole.
-Vi dico solo che… potrebbe sorprendervi. Non aspettatevi un “Maurice 2.0”.-
 
 
 
Ne avevano fatte di ipotesi, sul fantomatico fratello di Maurice, in quei pochi minuti di tempo che avevano preceduto l’arrivo della professoressa Kagome.
-Ragazzi, prima di cominciare la lezione, vorrei fare una presentazione: un nuovo studente trasferitosi in questi giorni. Entra pure.- la professoressa sembrava stranamente entusiasta, pur avendo mantenendo il suo solito tono controllato che gli studenti maschi trovavano dannatamente sensuale.
Quello avrebbe già dovuto essere un segnale d’avvertimento; la professoressa Kagome adorava una cosa in particolare: l’applicazione nello studio. Nella memoria di molti studenti era ancora vivido il ricordo di come la bella lamia, l’anno scolastico precedente, attuasse i suoi “corsi pomeridiani”, lo stesso Tsukune provava ancora i brividi quando tornava a soffermarcisi, se non fosse stato per Ura-Moka si sarebbe trasformato in automa settato perennemente in modalità “studio”.
Ma di primo acchito, nessuno si soffermò su quel ragionamento.
Forse era un depresso cronico, aveva pensato Mizore; da quel poco che aveva visto di Maurice, le era sembrato un tipo decisamente allegro e vitale, quindi, parlando per ipotesi, il suo parente avrebbe potuto essere uno con la comica nuvoletta scura in testa a seguirlo ovunque si recasse.
“Magari è un tipo pigro.” pensò una Kurumu decisamente meno portata al pessimismo; Maurice era ben piantato fisicamente, segno che fosse uno che doveva aver fatto molti allenamenti, detto in breve era ben messo dal punto di vista dell’aspetto (anche se per lei ci sarebbe stato sempre e solo Tsukune, quella su Maurice era una constatazione oggettiva), quindi intendeva dir loro che suo fratello era uno sfaticato che faceva fatica anche solo a camminare e si stancava in fretta.
Queste erano solo alcune delle ipotesi da loro formulate… tutte rivelatesi sbagliate.
A varcare la soglia era qualcuno decisamente diverso dal tipo di persona che ciascuno di loro aveva pensato e Yukari fu quella che più di tutti non riuscì a non mostrare la sua sorpresa… unita a disperazione.
“No, no, no! Tutto ma non questo!” pensò, quasi con terrore, la strega dodicenne.
Un ragazzo aveva appena fatto il suo ingresso in aula: occhi azzurri che saettavano ovunque, quasi spaesati, a mostrare l’imbarazzo del proprietario, con l’ausilio delle guance leggermente rosse, e un caschetto di capelli biondo scuro (quasi giallo oro) con tre ciuffi separati che svettavano sulla fronte ma, soprattutto, l’aspetto fisico che conservava ancora tratti bambineschi a lasciar intendere un fatto…
“È un mio coetaneo!” fu la tragica conclusione di Yukari.
E la Youkai Academy era una scuola superiore, un qualsiasi pre-adolescente non sarebbe mai potuto entrare lì; la piccola Sendo era consapevole della sua eccezionalità, di essere stata ammessa in quell’istituto per via della sua incredibile intelligenza che le aveva consentito di saltare alcune classi, ottenere risultati teorici che tutti le invidiavano e che l’avevano portata permanentemente al primo posto nella classifica dei migliori studenti.
Quindi se un altro suo coetaneo si trovava lì, poteva significare solo una cosa…
-B-Buongiorno, mi chiamo… Miles Prower e ho dodici anni! S-Spero… spero che andremo d’accordo.- fu la timida  e titubante presentazione del giovane, riprova di come l’essere in mezzo ad un gruppo di sconosciuti tutti più grandi di lui lo facesse sentire a disagio.
Yukari, non lo sentì neanche, caduta in una sorta di catalessi che sarebbe durata per tutta la lezione.
“Un altro giovane genio?!”
 
 
 
-Altri sali, Tsukune, altri sali.- implorò comicamente Moka, sventolando una boccetta sotto il naso di Yukari.
Kurumu, dal canto suo, era occupata a trattenersi dallo sbellicarsi dalle risate; aveva dovuto subire per tanto le frecciatine di quella piccola strega sul suo essere “non esattamente un genio” che il vederla ridotta in quello stato fu per lei una sorta di rivalsa.
-Brutto non essere più così speciali, eh, piattona?- e ci aggiunse anche l’ennesimo ricalco sul fatto che avesse poco seno, anche se era normale, considerando che aveva dodici anni, considerando però che Yukari la prendeva sempre sul personale, era un’offesa che valeva.
La piccola strega era caduta in una comica trance dalla quale stava, solo in quel momento, cominciando ad uscire.
-Deve essere un incubo, desu. Io sono la studentessa più intelligente della Youkai Academy, un vero genio, come si permette quello smorfioso di venire qui e ostacolarmi?-
Dei comici goccioloni stilizzati scesero giù per le fronti dei suoi amici.
-Andiamo, Yukari, stai esagerando.-
Tsukune dovette riconoscere che era una situazione che mai avrebbe pensato sarebbe capitata: che Yukari fosse geniale era un dato di fatto, il primo posto nella graduatoria degli studenti se l’era guadagnato con i suoi sforzi e il suo impegno, il fatto che fosse più giovane di tutti rendeva la cosa ancor più encomiabile e considerando che era riuscita a superare la fase “Sono troppo intelligente per stare con degli insetti ignoranti come voi!” ormai da un pezzo, nessuno si preoccupava del fatto che lo studio per lei potesse tornare a costituire un ostacolo per le sue interazioni sociali.
Effettivamente, si poteva dire, Yukari era la cosiddetta “mente che nasce una, massimo due volte, a generazione”… evidentemente quel Miles doveva essere la seconda, ne aveva dato la prova… lo aveva risolto, “il problema irrisolvibile”, l’esercizio d matematica più complesso mai partorito dalla mente della professoressa Kagome, Yukari era stata l’unica in grado di trovarne la soluzione e tale risultato l’aveva, a suo modo, resa una leggenda, da quel momento si era diffusa nelle menti di tutti la certezza che nessuno ne sarebbe più stato in grado. E poi era arrivato quel Miles, accompagnato dalla tragica realizzazione che ora il piedistallo andava diviso con qualcun altro, o peggio, gli andava lasciato; Yukari si sentiva minacciata.
E mentre Kurumu se la rideva sotto i baffi e Tsukune e Moka continuavano le loro azioni da “infermieri alle prime armi”, Mizore, come era solita fare, sbucò all’improvviso, stavolta da sotto un tavolo, rischiando di far beccare un strizza a tutti.
-Se devo essere sincera, neanche a me sta molto simpatico.- disse impassibile la yuki-onna dall’onnipresente lecca-lecca in bocca.
-Grazie, stalker, qualcuno che finalmente ha capito che quel biondino infernale è qui per affossarmi. Non capisco perché tu mi sostenga visti i tuoi voti, ma grazie davvero.- Yukari, riscossasi all’improvviso grazie al ritrovamento di un’improbabile alleata, approvò con comica esultanza le parole della ragazza.
-In realtà trovo alquanto divertente il fatto che ti faccia salire la bile.-
Comica caduta a gambe all’aria per la strega.
-Dico solo che non mi sta simpatico per istinto, sento che c’è qualcosa in lui… è troppo caldo.- concluse la yuki-onna, incurante dei comici punti interrogativi apparsi sopra le teste degli altri.
Tsukune potè solo sospirare sconsolato, non c’era mai modo di trascorrere una giornata in maniera tranquilla, lì alla Youkai Academy era quella la “giornata convenzionale”.
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.-
Dentro la sede del club di giornalismo entrò Miles Prower, tanto bastò per far schizzare in aria la punta del cappello di Yukari e portarla a fissare il nuovo arrivato con lo sguardo più acido che possedesse e con la maledizione al fatto che non potesse uccidere col solo sguardo.
-Salve, spero di non disturbare, volevo solo sapere se Maurice è già passato.- tono gentile ed educato, divisa tenuta in condizioni impeccabili, sorriso timido e flebile, decisamente non somigliava a Maurice, un concentrato di pacatezza che contrastava paradossalmente con la vitalità che il ragazzo dai capelli blu, invece, sembrava sprizzare da tutti i pori.
-No, tuo fratello non si è ancora fatto vedere, puoi aspettarlo qui se vuoi.-
-COS…- Tsukune dovette lestamente tappare la bocca a Yukari per impedirle di protestare per la gentile richiesta di Moka.
-Sicuri che non sia un problema?- e nel chiederlo indicò una Yukari che continuava a fissarlo in cagnesco mormorando quelle di certo non erano frasi di benvenuto, almeno a giudicare da come si muoveva recalcitrante.
 
 
 
I successivi minuti passarono in silenzio; Miles, tranquillamente accomodatosi su una sedia libera, faceva vagare lo sguardo ad ogni angolo della stanza quasi con curiosità, soffermandosi a volte sui membri del club di giornalismo, come a voler memorizzare i loro aspetti.
-Strano che Maurice non sia ancora arrivato.- commentò Tsukune ad un certo punto, più per dire qualcosa che per altre ragioni.
Da quando Miles era entrato nessuno aveva avuto l’ardire di fargli domande o provare ad intavolare una discussione, il ragazzino era rimasto placido al suo posto senza dare fastidio a nessuno, in attesa.
-Non preoccupatevi, arriverà. Solo che gli piace correre e a volte si fa prendere dall’entusiasmo perdendo la cognizione del tempo. Sembra quasi un paradosso: la velocità è la motivazione del suo ritardo.- rise leggermente.
“Beh, almeno abbiamo rotto il ghiaccio… Mizore la troverebbe di cattivo gusto.” Tsukune trovò decisamente ironico quel pensiero, fortuna che la ragazza delle nevi non fosse capace di leggere le menti degli altri.
Forse era l’occasione giusta per fargli qualche domanda su di loro; se doveva essere sincero, Tsukune riteneva ci fossero troppi elementi che necessitavano di chiarimenti: chi erano Miles e Maurice? Cosa li aveva portati ad iscriversi alla Youkai Academy in un periodo scolastico decisamente particolare? E che rapporti avevano con Fairy Tale, perché dovevano in qualche modo avere un collegamento con la malvagia organizzazione per essere stati coinvolti (quantomeno Maurice) così frettolosamente, ma di che tipo?
Il ragazzo sapeva però che era più prudente agire con discrezione, se Miles era intelligente tanto quanto la prima dimostrazione aveva provato, usare domande troppo dirette gli avrebbe reso facile realizzare il suo intento principale e non potevano sapere come avrebbe reagito; certo, dava tutta l’aria di essere un ragazzino tranquillo e avvezzo a risolvere le cose diplomaticamente, ma ciò non gli avrebbe eventualmente impedito di passare alla sua forma Youkai e attaccarli se si fosse sentito minacciato da loro… che non era certo il loro intento, a parte Yukari, che ancora lo stava comicamente fissando storto mormorando -Rivale… rivale.-
-Non preoccupatevi, il vostro preside vi spiegherà tutto!- dichiarò il ragazzino a bruciapelo, anticipando interrogativi di ogni genere a suo indirizzo e portandone di nuovi nelle menti dei ragazzi; il suo sguardo gentile mostrò anche un cenno di arguzia, resa evidente dal sopracciglio alzato.
-Intendevate porgermi domande riguardo Fairy Tale, l’ho capito.- disse, senza mostrare nessun cenno di presunzione, anzi, diminuendo le dimensioni del suo sorriso per paura di sembrare derisorio, non era suo intento farli sentire stupide, se stavano pensando quello.
-Ma come…?-
-Il tuo sguardo, Tsukune, lasciava intendere troppe cose, desu.- Yukari anticipò Miles nel fornire la spiegazione, non gli avrebbe dato la soddisfazione di dare sfoggio della sua intelligenza e tagliarla fuori dal suo campo di competenza.
-Nei tuoi occhi si leggeva chiaramente l’insicurezza di chi non sa come iniziare un discorso, desu. Dunque era ipotizzabile che avresti provato prima a sdrammatizzare la situazione con alcune domande di circostanza prima di arrivare al punto focale. E considerando che l’unico argomento che apparentemente sembra collegarci a Miles e suo fratello Maurice è proprio Fairy Tale, era altamente presumibile che su ciò avrebbero verso le tue domande. Dico bene, desu?- concluse la strega, lanciando un vero e proprio sguardo di sfida al biondino, come a volerlo avvertire di provare a smentire la sua spiegazione.
Questi non colse il suo cenno provocatorio, e se lo fece fu bravissimo a non darlo a vedere, e rispose con un sorriso alla coetanea.
-Hai fornito la giusta spiegazione e con termini decisamente esaustivi. È evidente che non è una casualità la circostanza che ti presenta come la studentessa più intelligente del liceo.- concluse gentilmente.
Avrebbe dovuto esultare dentro di sé, sentirsi fiera del fatto che il suo neo-rivale (seppur lui stesso fosse all’oscuro di tale condizione) stesse implicitamente riconoscendo il suo valore, invece quel sorriso gentile che le rivolse ebbe l’effetto di farle attorcigliare le budella.
“Non finisce qui, desu!” avrebbe trovato il modo di farlo capitolare.
“Certo che, caratterialmente parlando, sembra molto più maturo di Yukari.” pensò Moka quasi distrattamente, ricordando come la giovane strega, prima di stringere amicizia con loro, fosse solita nascondersi dietro una maschera infantile e presuntuosa per nascondere la sofferenza causatale dalle discriminazioni subite nei suoi primi tempi.
Ormai sapevano tutti che Yukari era cambiata, ma Miles sembrava comunque su un piano diverso, come se possedesse una maggior consapevolezza; forse era troppo presto per dirlo, non lo conoscevano neanche bene, era anzi più idoneo affermare che di lui non sapessero proprio niente, ma il suo sguardo mostrava grande maturità, decisamente più dei suoi dodici/tredici anni.
La porta della stanza fu aperta di colpo e una figura alta e dal contagioso sorriso fece il suo ingresso.
-Salve a tutti, chiedo scusa per il ritardo.- Maurice, di contro, aveva un carattere decisamente più infantile rispetto alla sua età, ma un’allegria decisamente trascinante, col suo ingresso sembrò quasi che l’umore generale fosse stato alleviato.
-Ehilà, Maurice…- Tsukune sgranò comicamente gli occhi nel notare, dopo averlo salutato, come il ragazzo si fosse comicamente messo a tremare e di come fosse divenuto vittima di un tic all’occhio.
-… comunque, abbiamo discusso brevemente riguardo la tua entrata nel club e, per quanto riguarda noi, sei il ben accetto, tuttavia è necessaria l’approvazione finale del presidente del club e al momento il senpai Gin non è qui.-
-Gin… Ginei Morioka?!-
-Sì, non dirmi che l’hai già…-
-Incontrato? Vediamo: alto più o meno quanto me?-
-Sì.-
-Con una fascia tra i capelli?-
-Sì.-
-Che in questo momento si sta apprestando a toccare il seno a Kurumu?- l’ultima domanda contenne un accenno di crudele sagacia, mentre indicava una figura scura apparsa all’improvviso alle spalle della succubus, la quale sobbalzò con un piccolo urlo nel sentire una mano troppo “lunga” risalirle lungo la maglietta.
Il suono di un botto risuonò nella stanza, poco dopo la figura di un ragazzo dai capelli neri giaceva al suolo con un comico bernoccolo al centro della testa, mentre Kurumu teneva ancora alzato il pugno mostrando una comica espressione infuriata con tanto di umoristica vena pulsante in fronte.
-Maledetto lupo allupato.-
-Ne vale sempre la pena.- borbottò soddisfatto il ragazzo, incurante del dolore.
Dopo un breve attimo di commiserazione, Tsukune annuì nuovamente in direzione di Maurice.
-Allora lo conosco, siamo compagni di classe.- concluse il ragazzo, aiutando il licantropo a rialzarsi.
-Certo che sei un traditore.- disse quest’ultimo con un sorrisetto, fingendosi offeso, mentre stringeva la mano all’altro.
-Se devo essere sincero, non ci aveva dato molto peso quando mi avevano detto che eri un pervertito, a quanto pare era vero… e ho voluto farti una bastardata.-
I due risero insieme, sembrava che avessero avuto il tempo di conoscersi e addirittura legare in fretta, ridevano neanche fossero stati amici di vecchia data, faccenda che quasi spaventò le ragazze; non avrebbero dovuto preoccuparsi di due pervertiti da quel momento, vero?
-Le donne non sono oggetti di piacere, vanno trattate con rispetto.- borbottò Miles con comica indignazione, aveva inteso bene il siparietto appena svoltosi, ma la cosa gli aveva comunque dato fastidio.
Il breve momento di ilarità finì quando Maurice si fece improvvisamente serio.
-Comunque, rimanderemo la questione del club di giornalismo a dopo. Il preside Mikogami ci ha esplicitamente richiesti tutti nel suo ufficio, è anche per questo se ho ritardato un po’.-
E tanto bastò perché chiunque abbandonasse ogni parvenza di serenità e si rabbuiasse come per magia tanto avvenne rapidamente il cambiamento, ormai, considerando gli ultimi venti che li avevano coinvolti, sapevano tutti per quale ragione il direttore volesse vederli e quasi certamente non erano buone notizie.
 
 
 
-Vedo che ci siete tutti.- commentò soddisfatto Tenmei Mikogami nello squadrare ad uno ad uno i ragazzi nel suo studio.
Faceva sempre una certa impressione mettere piede lì dentro, almeno così la pensava Tsukune; quella sala gli aveva sempre dato il sentore di nascondere qualcosa di oscuro, opinione supportata dalla grande finestra alle spalle della postazione del preside, unica fonte di luce della stanza, che dava al direttore un aria quasi mistica grazie al gioco di ombre che creava e le due scrivanie ai lati, colme di libri le cui copertine recavano scritte in lingue che, almeno dal punto di vista di un umano, erano sconosciute e simboli inquietanti contribuivano ulteriormente a rafforzare quell’effetto.
Tutti i ragazzi si lanciavano occhiate quasi indecise, come a cercare negli occhi di qualcun altro possibili risposte, per poi voltarsi tutti verso Ruby, con la speranza che la strega potesse fornire loro qualche indizio, ma l’alzata di spalle dell’assistente del preside lasciava intendere come anche lei fosse ignorante sulla situazione del momento.
-Presumo non abbia alcun senso sprecare tempo, passiamo subito alla spiegazione. Maurice… Miles.-
I due interpellati affiancarono lo youkai incappucciato, dai loro sguardi traspariva solo serietà e, in quelli del biondo, forse anche un po’ di preoccupazione.
“Presumo non succederà, sono pur sempre youkai che hanno affrontato situazione di vario cargo, ma mi auguro non abbiano una reazione esagerata.” pensò infatti.
Entrambi i ragazzi misero la mano al collo e tirarono fuori un ciondolo di spago, in precedenza nascosta sotto la camicia della divisa scolastica ciascuno, infilata attraverso un piccolo buco ad una sorta di piccolo talismano circolare, giudicando dalla vista sembrava in legno, che recava il kanji significante “Uomo”.
-Grazie ad essi possiamo assumere l’aspetto che possediamo attualmente. Ma penso sia meglio che vediate direttamente, capireste meglio che con qualunque tipo di spiegazione.- dopo le parole di Maurice, i due sfilarono i rispettivi ciondoli, venendo subito dopo avvolti da una lieve aura luminosa.
Coprendosi con le mani per non restare accecati, gli altri ragazzi notarono che le sagome dei due stavano cominciando a cambiare.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Beh, non è stato nulla di che, questo capitolo, avevo di bisogno di introdurre il personaggio di Miles in modo adeguato e nel prossimo lui e Maurice sveleranno il loro vero aspetto.
Magari potreste chiedere perché cosi presto e vi fornisco due motivazioni:
1) Questa non è la prima della saga, quindi basterebbe aver letto le storie precedenti e fare due più due per capire chi sono, rendendo dunque inutile tirarla per le lunghe.
2) Volevo dare un metaforico schiaffo al clichè tipico degli shonen in cui, se c’è un personaggio che nasconde un segreto, questo non verrà scoperto prima di metà serie, almeno.
3) Il segreto delle identità di Maurice e Miles non è rilevante in sé, ai fini della storia, importante è il perché loro si trovano lì; e soprattutto c’è un segreto ben più importante e, a suo modo, sconvolgente, che mi premurerò di spiegare non prima di un certo punto.
Detto questo, non ho altro da aggiungere.
Alla prossima.
 
  
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