Agnes scocciata si volse verso l'amico, che era da tutto il giorno con il naso su quel grande libro. "Tom, è quasi ora di cena, dovremmo andare!" disse lei. Tom sembro non averla neanche sentita, quindi lei gli diede uno spintone per toglierlo dal suo stato di quasi trance.
"Guarda che ti avevo sentito, solo che non avevo niente da dirti" replicò allora lui con voce annoiata. Era da quando erano tornati che faceva così. Aveva in mente qualcosa, lei lo sapeva bene. Solo che non aveva ancora capito cosa.
"Grazie mister gentilezza, io volevo solo informarti, ma visto che non ti interessa penso sia arrivata l'ora che io me ne vada." detto questo fece per alzarsi, quando Tom la prese per il polso. "Senti scusami, non volevo essere cattivo, ma sto cercando di capire una cosa, e il fatto che non ci stia riuscendo mi sta veramente uscire di testa."lo disse guardandola dritta negli occhi, e lei capì che diceva sul serio.
"Vuoi che ti dia una mano? Sai che ti posso essere d'aiuto!" chiese comprensiva lei.
"No, non in questo caso." replicò corto lui. Agnes decise che per oggi non avrebbe insistito. Ma avrebbe fatto di tutto per capire cosa passasse per la testa del suo migliore amico. "Te vai intanto, io arrivo più tardi." disse allora più gentilmente vedendo l'espressione infelice di lei. "Va bene, a dopo." lo salutò lei.
Tom guardò l'amica fino a che non uscì dalla biblioteca, poi tornò a rivolgere la propria attenzione all'enorme libro che aveva nelle sue mano. Era da ore che sfogliava le pagine del grande libro, ma non era ancora riuscito a trovare quello che stava cercando. Continuò così per altre ore, fino a che anche la candela vicino a lui non aveva iniziato a spegnersi a causa della mancanza di cera. Sbuffò, e decise di lasciar perdere per quella sera. Chiuse il libro con un lieve tonfo e si diresse verso lo scaffale da dove lo aveva preso. Era convinto che quella era la giornata giusta, se lo sentiva. E invece....
Sbadigliò, rendendosi conto di quanto fosse stanco in realtà. Arrivato alla scaffalatura dedicata ai libri di leggende, salì le scalette per poggiare il libro laddove l'aveva preso. Sbadigliò una seconda volta, e perse accidentalmente l'equilibrio. Con uno scatto si tenne alla ringhiera della scala lasciando però cadere il grande libro. Il tonfo che fece non appena toccò il pavimento rimbombò in tutto i silenzio della biblioteca.
Tom scese velocemente per vedere i danni dovuti alla caduta. Alzò i libro, e vide che un parte del cuoio della copertina si era alzato lasciando intravedere il legno vecchio al di sotto. Tom tirò fuori la bacchetta per riparare il danno, ma poco prima di pronunciare il fatidico "reparo" vide che da sotto il cuoio spuntava una pergamenaingiallita dal tempo. Cerco di prendere il foglio piegato, ma era ancora troppo coperto dal cuoio. Strappò una ulteriore parte e prese finalmente la pergamena.
L'aprì e l'unica cosa che i suoi occhi videro era un foglio vuoto. Stava per accartocciarlo e ritornare a aggiustare il libro, quando sulla pagina cominciarono a comparire delle parole scritte con scrittura elegante e arcaica:
Al mio discendente di qualunque epoca lui sia,
se puoi leggere queste parole vuol dire che lo sei, e che il destino ha voluto che tu le trovassi.
Se sarai abbastanza ingegnoso la troverai,
ma ricordati: lei non perdona.
Girala.
S.
Tom lesse quelle parole non capendo molto di quello che c'era scritto. Girò la pergamena e vide spuntare delle lettere e dei numeri.
Cerca E.
Corrugò la fronte, facendo formare un grande solco tra le sopracciglia. Non sapeva cosa fare di fronte a un così esiguo indizio. Però era già qualcosa. Ora sapeva che quello che aveva continuato a sognare negli ultimi mesi non era solo una proiezione della sua folle mente. Avrebbe fatto di tutto per arrivare fino in fondo.
"Reparo" sussuro lui. Il cuoio torno a ricoprire completamente la copertina, come se tutto quelle che aveva scoperto non fosse mai successo. Salì le scale e facendo attenzione lo rimise apposto. Tornò a terra e si diresse verso l'uscita della biblioteca. Con passo frettoloso andò ai sotterranei, e, una volta nella sua camera, si mise a letto.
Non prima però di aver nascosto il suo segreto. Nessuno avrebbe mai dovuto scoprirlo, nessuno.
Abigail uscì dall'aula di posizioni accompagnata da Cassiopea.
"Allora come è andato il compito?" chiese Cass alla ragazza. "Mah, male come al solito. Tanto sai che io a pozioni ho la media di Troll da ben sei anni, e non è che abbia intenzione di cambiare la situazione in quest'ultimo anno" Abigail andava abbastanza bene a scuola: era intelligente e nelle materie per cui provava un certo interesse studiava addirittura; ma in pozioni non c'era verso. Quella materia le stava antipatica a pelle. "E a te?" chiese infine. "Beh io penso di non aver sbagliato niente, anche se sinceramente preferisco la pratica alla teoria" rispose Cassiopea.
Avevano avuto il sesto compito di pozioni dell'anno, ed erano ancora a dicembre. Il problema era che buona parte del settimo anno aveva un'insufficienza a pozioni, e la situazione sembrava andare sempre a peggiorare. Il professor Lumacorno non ce la faceva più, non sapeva più cosa fare.
Le due ragazze continuarono la loro fuoriuscita dai sotterranei in direzione della Sala Grande per il pranzo. Una volta arrivate e dopo essersi salutate si erano dirette ognuna al tavolo della propria casata.
Abigail si guardò intorno alla ricerca dei suoi amici e vide Rubeus e Joseph uno davanti all'altro a parlare, mentre di Coraline non c'era la benché minima traccia. 'Strano' si disse Abby 'dove sarà andata a finire? Non c'era neanche a colazione'.
Con questi pensieri in testa si sedette con i suoi amici, che stavano entrambi parlando della recente follia del professor Lumacorno.
"Ma quindi non è solo con noi che è impazzito? Anche a voi a fatto fare 6 compiti?" chiese Joseph a Rub. "No, a noi addirittura ci ha fatto fare 5 compiti di teoria, e 3 test pratici. Ci ha fatto fare il distillato della morte vivente e noi non sapevamo neanche da che parte iniziare. Gli unici che sono riusciti a farla sono stati la Grey e Riddle." Abigail alzò gli occhi al cielo, quel duo era conosciuto per essere insieme a Giselle Lesage gli studenti più promettenti di tutta la scuola. Le erano sempre stati antipatici i due, e con Cassiopea aveva litigato anche più di una volta sull'argomento.
La sua amica d'infanzia infatti aveva fatto amicizia con la Grey, e quando Abby le aveva detto che secondo lei avrebbe fatto meglio a non esserci amica, Cassiopea si era arrabbiata sul serio. Era successo all'inizio del loro quinto anno, e per buona parte di quell'anno non si erano neanche parlate. Da quella volta purtroppo il loro rapporto non era stato più lo stesso. Si riscosse dai brutti ricordi, e senza curarsi di essere educata interruppe Joseph che stava parlando.
"Rub hai visto Coraline oggi??" chiese lei rivolgendosi al ragazzo. "No, non c'era neanche a lezione" rispose pensieroso lui. Abigail cominciò veramente a preoccuparsi, e si alzò dal tavolo dicendo:"Io vado a vedere se è nei dormitori femminili, ci vediamo più tardi!".
Camminó frettolosamente nei corridoi e senza volerlo si scontró con qualcuno, cadendo al l'indietro. Di scatto si giró cercando di rendere più morbido l'atterraggio. Protese le mani in avanti e con le braccia protesse il resto del corpo. Una volta a terra, riaprì gli occhi incontrando quelli azzurri si Eleonor Van Hossen.
"Ehi potresti fare più attenzione quando cammini?" disse la ragazza rivolgendosi a lei. "Scusa, non l'ho fatto apposta, e lo sai non ero l'unica a non portare attenzione a dove stavo andando, mia cara." Abigail rispose a tono come era abituata a fare. Eleonor diventò rossa, Abigail non seppe se per la rabbia o per la vergogna.
"Beh allora credo si possa dire che è colpa di entrambe, e lo sai quanto odio quando mi chiami " mia cara", io non sono certo una "tua" cara!" la bionda odiava quando l'altra la chiamava così. Era dal suo terzo anno che aveva iniziato a chiamarla in quel modo.
"Beh hai completamente ragione" mentre diceva quelle parole con uno sguardi malizioso, Abby si avvicinò alla ragazza che immobile la guardava sconcertata. Una volta avvicinata al suo bel viso ovale le disse nell'orecchio: "tu per me sei molto più che cara". Le lasciò un fugace bacio vicino alle labbra. Eleonor restò immobile, sconcertata, incredula ed...eccitata. Sentì la pancia rimescolarsi, e una strana fitta alla bocca dello stomaco. Si voltò nella direzione in cui era andata Abigail, ma il corridoio era deserto.
Abigail salì trafelata le scale per il dormitorio del sesto anno. Aprì la porta senza curarsi di bussare, e trovò l'amica stesa in posizione fetale sul letto. Stava piangendo sommessamente, Abby lo capì dai singhiozzi che scuotevano il corpo della ragazza. Si avvicinò al letto e ci si distese sopra, abbracciò Coraline e lasciò che questa piangesse tra le sue braccia.
Dopo essere passato un lasso indefinito di tempo, la più piccola si voltò verso la più grande mostrandole i suoi occhi arrossati. Senza che Abigail le chiedesse niente la ragazza iniziò a parlare: "Li ho visti, sai Abby?" disse Coraline con occhi tristi.
"Chi hai visto Cora? Di che stai parlando?" chiese Abigail senza avere la più pallida idea di cosa l'amica le stesse dicendo.
"Ewan e la Fawley, ieri pomeriggio nel corridoio vicino alla biblioteca, si stavano baciando, sembravano felici, come se niente e nessuno potesse mai dividerli. La cosa peggiore è che non riesco nemmeno ad odiarla, lei è sempre stata tanto gentile con me, nonostante la differenza di sangue e di casata...." Coraline represse un singhiozzo, mentre alcune lacrime cominciarono a scendere lungo le sue guance, e continuò: "Sono stata una stupida, perché non l'ho capito prima?? Se lo avessi saputo...non lo avrei mai fatto, ma io.... Non ho potuto farne a meno, lui è tutto per me!".Abigail guardò l'amica sconcertata, e poi le chiese:" Cosa hai fatto esattamente?? ". Coraline alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di Abigail, poi apri la bocca e con la voce spezzata dal pianto disse:"Io.....ho...fatto l'amore con lui".
Abigail la guardò qualche secondo come se non avesse capito, ma ci volle poco prima che la consapevolezza di quello che Coraline le aveva detto passasse attraverso quei suoi bei occhi nocciola."Io non volevo arrivare fino a quel punto, ma quando lui...dopo che mi ha baciata...non sono riuscita a fermarmi, io lo amo". Il sentimento nella voce di Cora stupì Abby più di quanto si aspettasse. Lei credeva veramente in quello che stava dicendo.
Aveva sempre pensato che la cotta per Ewan fosse solo una cotta, destinata a finire prima ancora che qualcosa potesse cominciare. E invece... Lei conosceva Ewan, e sapeva che non avrebbe fatto altro che spezzare il cuore dell'amica. Poi un altra persona le attraverso la mente. Cassiopea, lei ne sarebbe uscita distrutta, se mai lo fosse venuta a sapere. Si rese conto della gravità della cosa: la sua amica d'infanzia non meritava una cosa del genere, ma nemmeno la sua amica Coraline.
Era una situazione disastrosa, e si rese conto che in un modo o nell'altro avrebbe perso una delle due, se si fosse venuto a sapere. Non seppe cosa fare, e lei odiava non sapere cosa fare. Le ricordava troppo la sua infanzia, quando suo padre la picchiava senza che lei potesse potesse fermarlo. Si sentì impotente.
Perché lei non poteva fare niente di niente per migliorare la situazione. L'unica cosa era aspettare che succedesse qualcosa, o che essa non succedesse. Tutto era ancora da vedere.